Oltre la morte
Il limbo è un cielo “naturale”, cioè uno stato di felicità puramente naturale. Ma potremmo chiederci cosa sia questa “felicità naturale”. Nessuno lo sa con esattezza. è una condizione di vita senza sofferenze, ma con un grande vuoto esistenziale. Questi bambini non sono figli di Dio, non sono templi di Dio e manca loro l’amore di Dio nel cuore. Sono relativamente felici in quanto non soffrono e forse credono che non vi sia altra condizione migliore. Probabilmente sanno qualcosa della vita degli uomini sulla terra e cercano di mettersi in comunicazione con la loro famiglia per sentire il loro amore... ma nel fondo sentono che manca loro qualcosa.
Sant’Agostino, il grande dottore della Chiesa, ha la teroria della illuminazione. In varie opere (Soliloqui I, 1, 3; Della felicità 4, 35 eccetera) parla di Dio come di un sole divino che illumina le nostre anime dal primo istante della loro creazione. la sua luce, che è verità, sapienza, bontà, bellezza, felicità... lasciò il marchio o sigillo nella nostra anima. perciò insiste molto sul fatto che siamo immagine di Dio e persino parla della “memoria Dei”, del ricordo di Dio; come se fosse nel più intimo di noi un ricordo inconscio di questa luce e di questa felicità che sentiamo nello stesso istante della creazione della nostra anima e che desideriamo fruire di nuovo.
La nostra anima tende naturalmente verso Dio, verso il bene, verso la felicità. Non vi è persona che non voglia essere felice. Tuttavia, quando l’anima è macchiata dal peccato, questa luce divina si annebbia e allora si cerca la felicità e il bene nelle cose materiali, nel piacere o nel denaro, con la conseguenza di allontanarsi da Dio.
Orbene, riguardo al tema che trattiamo, dei bimbi morti senza battesimo, essi, che non hanno colpe personali. portano con sé anche questa tendenza innata e naturale verso il bene, verso Dio e verso la felicità. Non soffrono, però “sentono” nell’intimo del loro essere che vi è qualcosa di più e, senza averne conoscenza, ricercano questo qualcosa in più che non sanno dove sia. Per loro il peccato originale è come una barriera o una specie di cecità che non gli fa vedere Dio o il cammino per giungere a lui.
Quanto tempo ci vorrà per loro per arrivare a Dio? Dipende. Forse alcuni lo incontrano immediatamente, quando muoiono, come se la fede e la preghiera dei loro genitori avessero dato loro un “battesimo di amore”, avessero loro illuminato il cammino e, in un attimo, avessero potuto riungere alla pienezza dell’amore di Dio. Altri potrebbero aver bisogno di maggior tempo, finché il loro peccato sia riparato e ricevano il “battesimo di amore” dei loro genitori o di altre persone buone in virtù della fede della Chiesa e del dogma della comunione dei santi. Quelli che avranno bisogno di più tempo sono coloro i cui genitori furono cattivi, li concepirono nel peccato o li abortirono, o peggio ancora, li offrirono a satana. Ad ogni modo la loro liberazione arriverà un giorno per la fede e l’amore di persone buone, poiché la solidarietà universale e la comunione dei santi raggiungerà anche loro, perché «tutti i credenti formano un solo corpo, il bene degli uni è comunicato agli altri» (Cat 947). «Il più piccolo dei nostri atti compiuto nella carità ha ripercussioni benefiche per tutti in forza di questa solidarietà con tutti gli uomini, vivi o morti» (Cat 953). E ancora «il cristiano veramente tale nulla possiede di così strettamente suo che non lo debba ritenere in comunione con gli altri» (Cat 952).
Questi bimbi, alla pari di tanti altri milioni di uomini che non hanno mai creduto in Cristo, sono stati egualmente redenti da Cristo e hanno Maria per madre, anche se non lo sanno. Essi, come dice il teologo Karl Rahner, sono cristiani anonimi ed «è lecito supporre che tali persone avrebbero desiderato esplicitamente il Battesimo. se ne avessero conosciuta la necessità» (Cat 1260). Per questo «la grande misericodia di Dio che vuole salvi tutti gli uomini e la tenerezza di Gesù verso i bambini [...] ci consentono di sperare che vi sia una via di salvezza per i bambini morti senza Battesimo» (Cat 1261). Qual è questo cammino, se il battesimo è necessario per la salvezza? Che tipo di battesimo ricevono? Possiamo parlare di questo “battesino di amore” in virtù della fede della Chiesa e della comunione dei santi? Cioè in virtù della fede, della preghiera e dell’amore della altre persone buone?
è importante sapere che hanno bisogno del nostro aiuto per giungere alla piena felicità del paradiso, perché la differenza fra il limbo e il cielo è abissale. Essi devono uscire da questo stato naturale in cui si trovano per vivere in uno stato soprannaturale al quale sono stati chiamati da tutta l’eternità: il palpito e l’anelito verso tale mondo soprannaturale si trova nel più profondo del loro essere. Noi possiamo aiutarli a trovare il loro cammino, possiamo aprire loro le porte del cielo, possiamo far loro scoprire la meraviglia del cielo e di essere figli di Dio in pienezza con la nostra preghiera e il nostro amore. Possiamo battezzarli con il nostro amore, con questo “battesimo d’amore” che sarà per loro come la chiave che apre loro le porte del cielo, dove incontreranno milioni di fratelli che li aspettano per essere felici con loro per tutta l’eternità.
P. Angel Peña
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