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lunedì 28 novembre 2022

IL peccato sempre umilia e mai esalta, sempre distrugge e mai costruisce, sempre allontana e mai avvicina, sempre uccide e mai vivifica.

 


LIBRO DEL PROFETA DANIELE 

37 Ora invece, Signore, noi siamo diventati più piccoli di qualunque altra nazione, oggi siamo umiliati per tutta la terra a causa dei nostri peccati. 

Azaria vede i frutti di morte dei loro peccati e li presenta al Signore. Il peccato sempre impoverisce, mai arricchisce, sempre diminuisce mai moltiplica. 

Ora invece, Signore, noi siamo diventati più piccoli di qualunque altra nazione, oggi siamo umiliati per tutta la terra a causa dei nostri peccati. 

IL peccato sempre umilia e mai esalta, sempre distrugge e mai costruisce, sempre allontana e mai avvicina, sempre uccide e mai vivifica. 

Anche qui urge fare una piccola puntualizzazione storica. Non è a causa dei peccati che essi sono divenuti i più piccoli e i più umiliati. 

Sono in questa situazione di piccolezza e di umiliazione per l’ostinazione nei peccati, per aver voluto perseverare in essi con continua ribellione. 

Se lasciamo che parli la storia, capiremo quanto persistente è stata la loro ostinazione. Isaia ha profetizzato per circa 40 anni e Geremia per altri 40. 

Per circa un secolo il Signore ha invitato Giuda e Gerusalemme al rientro nell’obbedienza alla Legge dell’Alleanza ma con nessun risultato. 

Un esercito di falsi profeti e un altro esercito di cani muti distruggeva in un attimo ciò che il Signore con fatica e tanta sofferenza offriva loro. 

Se Giuda e Gerusalemme avessero ascoltato la voce del Signore, il loro peccato sarebbe stato subito perdonato e Giuda mai sarebbe finito in esilio. 

Ostinandosi nei peccati e ribellandosi ad ogni parola del loro Dio, il Signore nulla ha potuto fare per la salvezza del suo popolo. 

MOVIMENTO APOSTOLICO CATECHESI 

sabato 12 novembre 2022

Ogni vita viene dal Signore. Questa fede sempre deve albergare nel cuore dell’uomo. Se viene dal Signore, al Signore va chiesta con fede obbediente.

 


LIBRO DEL PROFETA DANIELE 

35 non ritirare da noi la tua misericordia, per amore di Abramo, tuo amico, di Isacco, tuo servo, di Israele, tuo santo, 

Ora la preghiera di Azaria si fa più accorata. Loro non meritano nulla. Hanno violato la sua Alleanza. Abramo è stato a Lui fedele, così Isacco e Giacobbe. 

Non ritirare da noi la tua misericordia, per amore di Abramo, tuo amico, di Isacco, tuo servo, di Israele, tuo santo… È vero! La Parola di Dio è eterna. 

Ma le modalità del suo compimento sono infinite. Non vi è solo una modalità, una forma, una via. Sempre le risorse dell’amore di Dio sono inesauribili. 

Qual è la misericordia che Dio mai dovrà ritirare da loro? Non farli perire in una fornace ardente perché hanno deciso di adorare il suo nome santo. 

Se tutti i figli di Abramo finiscono tra le fiamme, la Parola di Dio cadrà nel vuoto e il Signore si troverà non adempiente in ciò che ha promesso. 

Invece il Signore li libererà da questa fornace ardente che è l’esilio e la sua Parola potrà camminare nella storia e realizzarsi. 

Ma Azaria sta pensando che lui e i suoi amici sono solo un segno di ciò che lui sta facendo in Babilonia? Non è forse il Signore che li sta proteggendo? 

Ciò che il Signore sta operando con Daniele, lo sta anche compiendo con gli altri. Lui è solo un segno per tutti i figli di Israele.  

In Babilonia, nella fornace dell’esilio, per essi le fiamme non bruciano. È come se fossero senza calore. Ma per questo occorrono occhi di fede. 

Azaria fa appello ad una Parola immutabile di Dio proferita ad Abramo: “Nella tua discendenza saranno benedette tutte le nazioni e le tribù della terra”. 

La seconda Parola immutabile di Dio: “La tua discendenza sarà più numerosa delle stelle del cielo e dei grani di sabbia che sono sulla riva del mare”. 

Azaria chiede al Signore che non dimentichi questa Parola immutabile, perché è un giuramento, e trovi risorse nuove al suo amore per la loro liberazione. 

Concretamente, per la loro liberazione, poiché essi fanno parte della Legge dell’Alleanza, è necessaria la loro conversione. Ma oggi essi sono convertiti. 

36 ai quali hai parlato, promettendo di moltiplicare la loro stirpe come le stelle del cielo, come la sabbia sulla spiaggia del mare. 

Azaria ricorda al Signore quali sono i suoi obblighi. Li può ricordare perché loro stanno osservando tutti gli obblighi di giustizia derivanti dall’alleanza. 

Ai quali hai parlato, promettendo di moltiplicare la loro stirpe come le stelle del cielo, come la sabbia sulla spiaggia del mare. Chi può parlare così a Dio? 

Chi può ricordargli gli obblighi da Lui assunti perché li rispetti? Solo chi vive lui stesso i propri obblighi.  A Dio verità si parla dalla verità. 

Nessuno può parlare al Dio verità dalla falsità. Si può parlare dalla falsità della propria vita, ma solo perché ci aiuti a rientrare nella verità. 

Azaria è nella verità dei suoi obblighi. È nella fornace perché non ha voluto prostrarsi dinanzi agli idoli. Può dire al Signore che intervenga e liberi. 

Dio non ha il solo obbligo di perdonare, ma anche quello di far sì che la sua verità venga rispettata. Lui sempre perdona nel rispetto della sua verità. 

Una cosa rimane vera. Azaria sa che la salvezza viene per il suo popolo solo dal Signore. Se il Signore non libera e non salva, non c’è futuro per loro. 

Ma ogni vita viene dal Signore. Questa fede sempre deve albergare nel cuore dell’uomo. Se viene dal Signore, al Signore va chiesta con fede obbediente. 

MOVIMENTO APOSTOLICO CATECHESI 

domenica 23 ottobre 2022

Quando l’uomo invoca il suo Dio, Lui sempre risponde dal Cielo con amore sempre nuovo, con contenuti sempre nuovi. L’amore di Dio è infinito.

 


LIBRO DEL PROFETA DANIELE 

34 Non ci abbandonare fino in fondo, per amore del tuo nome, non infrangere la tua alleanza; 

Azaria e i suoi compagni si vedono allo stesso modo in cui si vedeva Mosè al momento di uscire dall’Egitto: non poteva né avanzare né tornare indietro. 

Non ci abbandonare fino in fondo, per amore del tuo nome, non infrangere la tua alleanza. Ciò che non può fare l’uomo, lo può fare il Signore. 

Il Signore può farci avanzare, nonostante vi sia il Mar Rosso che è invalicabile e il Signore può frenare le ruote del Faraone perché non avanzino. 

Azaria sa che ogni salvezza viene dal Signore. A Lui chiede umilmente aiuto. Chiede che non si dimentichi di loro. Chiede un aiuto per amore del suo nome. 

Il Signore non deve infrangere la sua Alleanza. Non solo. La deve riempire di nuovi contenuti di salvezza. Lui è il Dio della salvezza.  

Sappiamo che il Signore, attraverso il profeta Geremia, aveva preannunziato che lui avrebbe stipulato una Nuova Alleanza con contenuti nuovi. 


In quel tempo – oracolo del Signore –  io sarò Dio per tutte le famiglie d’Israele ed esse saranno il mio popolo. Così dice il Signore: Ha trovato grazia nel deserto un popolo scampato alla spada; Israele si avvia a una dimora di pace». Da lontano mi è apparso il Signore: «Ti ho amato di amore eterno, per questo continuo a esserti fedele. Ti edificherò di nuovo e tu sarai riedificata, vergine d’Israele. Di nuovo prenderai i tuoi tamburelli e avanzerai danzando tra gente in festa. Di nuovo pianterai vigne sulle colline di Samaria; dopo aver piantato, i piantatori raccoglieranno. Verrà il giorno in cui le sentinelle grideranno sulla montagna di Èfraim: “Su, saliamo a Sion, andiamo dal Signore, nostro Dio”. 

Poiché dice il Signore: Innalzate canti di gioia per Giacobbe, esultate per la prima delle nazioni, fate udire la vostra lode e dite: “Il Signore ha salvato il suo popolo, il resto d’Israele”. Ecco, li riconduco dalla terra del settentrione e li raduno dalle estremità della terra; fra loro sono il cieco e lo zoppo, la donna incinta e la partoriente: ritorneranno qui in gran folla. Erano partiti nel pianto, io li riporterò tra le consolazioni; li ricondurrò a fiumi ricchi d’acqua per una strada dritta in cui non inciamperanno, perché io sono un padre per Israele, Èfraim è il mio primogenito». 

Ascoltate, genti, la parola del Signore,  annunciatela alle isole più lontane e dite: «Chi ha disperso Israele lo raduna e lo custodisce come un pastore il suo gregge». Perché il Signore ha riscattato Giacobbe, lo ha liberato dalle mani di uno più forte di lui. Verranno e canteranno inni sull’altura di Sion, andranno insieme verso i beni del Signore, verso il grano, il vino e l’olio, i piccoli del gregge e del bestiame. Saranno come un giardino irrigato, non languiranno più. La vergine allora gioirà danzando e insieme i giovani e i vecchi. «Cambierò il loro lutto in gioia, li consolerò e li renderò felici, senza afflizioni. Nutrirò i sacerdoti di carni prelibate  e il mio popolo sarà saziato dei miei beni». Oracolo del Signore.  

Così dice il Signore: «Una voce si ode a Rama, un lamento e un pianto amaro: Rachele piange i suoi figli, e non vuole essere consolata per i suoi figli, perché non sono più». Dice il Signore: «Trattieni il tuo pianto, i tuoi occhi dalle lacrime, perché c’è un compenso alle tue fatiche – oracolo del Signore –: essi torneranno dal paese nemico. C’è una speranza per la tua discendenza – oracolo del Signore –: i tuoi figli ritorneranno nella loro terra. Ho udito Èfraim che si lamentava: “Mi hai castigato e io ho subito il castigo come un torello non domato. Fammi ritornare e io ritornerò, perché tu sei il Signore, mio Dio. Dopo il mio smarrimento, mi sono pentito; quando me lo hai fatto capire, mi sono battuto il petto, mi sono vergognato e ne provo confusione, perché porto l’infamia della mia giovinezza”. 

Non è un figlio carissimo per me Èfraim, il mio bambino prediletto? Ogni volta che lo minaccio, me ne ricordo sempre con affetto. Per questo il mio cuore si commuove per lui e sento per lui profonda tenerezza». Oracolo del Signore. 

Pianta dei cippi, metti paletti indicatori, ricorda bene il sentiero, la via che hai percorso. Ritorna, vergine d’Israele, ritorna alle tue città. Fino a quando andrai vagando, figlia ribelle? Poiché il Signore crea una cosa nuova sulla terra: la donna circonderà l’uomo! 

Così dice il Signore degli eserciti, Dio d’Israele: «Quando avrò cambiato la loro sorte, nella terra di Giuda e nelle sue città si dirà ancora questa parola: “Il Signore ti benedica, sede di giustizia, monte santo”. Vi abiteranno insieme Giuda e tutte le sue città, gli agricoltori e coloro che conducono le greggi. Poiché ristorerò chi è stanco e sazierò coloro che languono». 

A questo punto mi sono destato e ho guardato: era stato un bel sogno. 

«Ecco, verranno giorni – oracolo del Signore – nei quali renderò la casa d’Israele e la casa di Giuda feconde di uomini e bestiame. Allora, come ho vegliato su di loro per sradicare e per demolire, per abbattere e per distruggere e per affliggere con mali, così veglierò su di loro per edificare e per piantare. Oracolo del Signore. 

In quei giorni non si dirà più: “I padri hanno mangiato uva acerba e i denti dei figli si sono allegati!”, ma ognuno morirà per la sua propria iniquità; si allegheranno i denti solo a chi mangia l’uva acerba. 

Ecco, verranno giorni – oracolo del Signore –, nei quali con la casa d’Israele e con la casa di Giuda concluderò un’alleanza nuova. Non sarà come l’alleanza che ho concluso con i loro padri, quando li presi per mano per farli uscire dalla terra d’Egitto, alleanza che essi hanno infranto, benché io fossi loro Signore. Oracolo del Signore. Questa sarà l’alleanza che concluderò con la casa d’Israele dopo quei giorni – oracolo del Signore –: porrò la mia legge dentro di loro, la scriverò sul loro cuore. Allora io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo. 

Non dovranno più istruirsi l’un l’altro, dicendo: “Conoscete il Signore”, perché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande – oracolo del Signore –, poiché io perdonerò la loro iniquità e non ricorderò più il loro peccato». 

Così dice il Signore, che ha posto il sole come luce del giorno, la luna e le stelle come luce della notte, che agita il mare così che ne fremano i flutti e il cui nome è Signore degli eserciti: «Quando verranno meno queste leggi dinanzi a me – oracolo del Signore –,  allora anche la discendenza d’Israele cesserà di essere un popolo davanti a me per sempre». Così dice il Signore: «Se qualcuno riuscirà a misurare in alto i cieli e ad esplorare in basso le fondamenta della terra, allora anch’io respingerò tutta la discendenza d’Israele per tutto ciò che ha commesso. Oracolo del Signore. 

Ecco, verranno giorni – oracolo del Signore – nei quali la città sarà riedificata per il Signore, dalla torre di Cananèl fino alla porta dell’Angolo. La corda per misurare sarà stesa in linea retta fino alla collina di Gareb, volgendo poi verso Goa. Tutta la valle dei cadaveri e delle ceneri e tutti i campi fino al torrente Cedron, fino all’angolo della porta dei Cavalli a oriente, saranno sacri al Signore; non saranno più devastati né mai più distrutti» (Ger 31,1-40).  


Sappiamo che questa Nuova Alleanza con contenuti nuovi è un frutto del suo amore eterno per l’uomo. Dio è sempre nuovo nel suo amore. 

Ogni uomo è obbligato a chiedere al Signore che sempre riempia di contenuti nuovi il suo amore verso l’uomo, altrimenti non c’è speranza di salvezza. 

Quando l’uomo invoca il suo Dio, Lui sempre risponde dal Cielo con amore sempre nuovo, con contenuti sempre nuovi. L’amore di Dio è infinito. 

La grazia di Dio è infinita nei suoi contenuti e nelle sue forme. Sempre dobbiamo noi chiedere al Signore che ci rinnovi con il suo amore nuovo.  

MOVIMENTO APOSTOLICO CATECHESI 

domenica 9 ottobre 2022

Disonore e disprezzo sono toccati a quelli che ti servono, a quelli che ti adorano.

 


LIBRO DEL PROFETA DANIELE 

33 Ora non osiamo aprire la bocca: disonore e disprezzo sono toccati a quelli che ti servono, a quelli che ti adorano. 

Ci fosse almeno la libertà di poter adorare il Dio vivo e vero. Sarebbe un qualche conforto. Invece si è obbligati a prostrarsi dinanzi agli idoli. 

Ora non osiamo aprire la bocca: disonore e disprezzo sono toccati a quelli che ti servono, a quelli che ti adorano. Per gli esiliati ogni pace è negata. 

Se adorano il loro vero Dio, finiscono gettati in una fornace ardente. Se si prostrano dinanzi agli idoli, disprezzano il Signore e aumentano le loro colpe. 

Avendo Azaria e i suoi compagni deciso di servire solo il Signore e solo dinanzi a Lui prostrarsi, tocca loro solo disonore e disprezzo.  

Per gli esiliati non c’è salvezza. Per essi, da essi non c’è alcuna via di pace. Salvezza e pace possono venire solo dal loro Dio e Signore. 

Come Lui ha impedito alle fiamme di bruciare, così solo Lui potrà far sì che la fornace ardente di male che è il re di Babilonia renda innocua la sua fiamma. 

Se il Signore non interverrà, non avrà pietà dei suoi servi, per loro sempre ci saranno disonore e disprezzo. Nessun loro diritto sarà rispettato.  

MOVIMENTO APOSTOLICO CATECHESI 

giovedì 15 settembre 2022

Quando le cose in un popolo o anche in una religione non vanno, è segno che chi è posto in alto non va. Un falso pastore rende falso il suo popolo.

 


LIBRO DEL PROFETA DANIELE 

32 ci hai dato in potere dei nostri nemici, ingiusti, i peggiori fra gli empi, e di un re iniquo, il più malvagio su tutta la terra. 

Ora Azaria dona uno sguardo alla sua vita di esiliato. Essa è veramente misera. Non vede alcuna traccia di giustizia in questa terra. 

Ci hai dato in potere dei nostri nemici, ingiusti, i peggiori fra gli empi, e di un re iniquo, il più malvagio su tutta la terra. La giustizia è tutto per un uomo. 

Invece essi sono sotto il potere di gente ingiusta. Sono schiavi di iniqui che sono i peggiori fra gli empi. Anche il re è senza alcuna giustizia. 

Il re non solo è iniquo, è anche il più malvagio di tutta la terra. Queste parole hanno solo un significato: attestare la grande sofferenza in cui vivono. 

Verità teologica è questa: se il re è il più malvagio di tutta la terra anche i suoi sudditi saranno malvagi, i più malvagi di tutta la terra.  

Se chi è posto in alto è malvagio, malvagi saranno quelli che dipendono da lui. Apprendono da lui come essere malvagi, iniqui, ingiusti. 

Il popolo del Signore è in esilio per la malvagità dei suoi re, di suoi sacerdoti, dei suoi profeti, di ogni altro capo posto in alto per sorvegliare e custodire. 

Quando le cose in un popolo o anche in una religione non vanno, è segno che chi è posto in alto non va. Un falso pastore rende falso il suo popolo. 

Dove regna la confusione vi è assenza di verità, giustizia, esemplarità. Dove la socialità sbanda e scivola nel male, lì è la religione che è sbandata nel male. 

Quando la religione che governa lo spirito dell’uomo sbanda, scivola nella falsità, è allora che tutta la socialità dell’uomo sbanda, scivola nel male.  

Quale futuro vi potrà essere per la nostra socialità se oggi tutti sono accaniti distruttori della sola fede vera, quella in Cristo Gesù? Non ci sarà futuro. 

La religione vera dona vera vita allo spirito e all’anima dell’uomo. Chi priva di vera vita spirito e anima, condanna l’uomo ad ogni falsità. 

MOVIMENTO APOSTOLICO CATECHESI

lunedì 29 agosto 2022

Guai ai pastori d’Israele, che pascono se stessi! I pastori non dovrebbero forse pascere il gregge? Vi nutrite di latte, vi rivestite di lana, ammazzate le pecore più grasse, ma non pascolate il gregge.

 


LIBRO DEL PROFETA DANIELE 

Eppure, i figli del tuo popolo vanno dicendo: “Non è retta la via del Signore”. È la loro via invece che non è retta! Se il giusto si allontana dalla giustizia e fa il male, per questo certo morirà. Se il malvagio si converte dalla sua malvagità e compie ciò che è retto e giusto, per questo vivrà. Voi andate dicendo: “Non è retta la via del Signore”. Giudicherò ciascuno di voi secondo la sua condotta, o casa d’Israele». 

Nell’anno dodicesimo della nostra deportazione, nel decimo mese, il cinque del mese, arrivò da me un fuggiasco da Gerusalemme per dirmi: «La città è presa». La sera prima dell’arrivo del fuggiasco, la mano del Signore fu su di me e al mattino, quando il fuggiasco giunse, il Signore mi aprì la bocca. La mia bocca dunque si aprì e io non fui più muto. 

Mi fu rivolta questa parola del Signore: «Figlio dell’uomo, gli abitanti di quelle rovine, nella terra d’Israele, vanno dicendo: “Abramo era uno solo ed ebbe in possesso la terra e noi siamo molti: a noi dunque è stata data in possesso la terra!”. 

Perciò dirai loro: Così dice il Signore Dio: Voi mangiate la carne con il sangue, sollevate gli occhi ai vostri idoli, versate il sangue, e vorreste avere in possesso la terra? Voi vi appoggiate sulle vostre spade, compite cose nefande, ognuno di voi disonora la donna del suo prossimo e vorreste avere in possesso la terra? Annuncerai loro: Così dice il Signore Dio: Com’è vero ch’io vivo, quelli che stanno fra le rovine periranno di spada; darò in pasto alle belve quelli che sono per la campagna, e quelli che sono nelle fortezze e dentro le caverne moriranno di peste. Ridurrò la terra a una solitudine e a un deserto e cesserà l’orgoglio della sua forza. I monti d’Israele saranno devastati, non vi passerà più nessuno. Sapranno che io sono il Signore quando farò della loro terra una solitudine e un deserto, a causa di tutti gli abomini che hanno commesso. 

Figlio dell’uomo, i figli del tuo popolo parlano di te lungo le mura e sulle porte delle case e si dicono l’un l’altro: “Andiamo a sentire qual è la parola che viene dal Signore”. In folla vengono da te, si mettono a sedere davanti a te e ascoltano le tue parole, ma poi non le mettono in pratica, perché si compiacciono di parole, mentre il loro cuore va dietro al guadagno. Ecco, tu sei per loro come una canzone d’amore: bella è la voce e piacevole l’accompagnamento musicale. Essi ascoltano le tue parole, ma non le mettono in pratica. Ma quando ciò avverrà, ed ecco avviene, sapranno che c’è un profeta in mezzo a loro» (Ez 33,1-33).  

Mi fu rivolta questa parola del Signore: «Figlio dell’uomo, profetizza contro i pastori d’Israele, profetizza e riferisci ai pastori: Così dice il Signore Dio: Guai ai pastori d’Israele, che pascono se stessi! I pastori non dovrebbero forse pascere il gregge? Vi nutrite di latte, vi rivestite di lana, ammazzate le pecore più grasse, ma non pascolate il gregge. Non avete reso forti le pecore deboli, non avete curato le inferme, non avete fasciato quelle ferite, non avete riportato le disperse. Non siete andati in cerca delle smarrite, ma le avete guidate con crudeltà e violenza. Per colpa del pastore si sono disperse e sono preda di tutte le bestie selvatiche: sono sbandate. Vanno errando le mie pecore su tutti i monti e su ogni colle elevato, le mie pecore si disperdono su tutto il territorio del paese e nessuno va in cerca di loro e se ne cura. Perciò, pastori, ascoltate la parola del Signore: Com’è vero che io vivo – oracolo del Signore Dio –, poiché il mio gregge è diventato una preda e le mie pecore il pasto d’ogni bestia selvatica per colpa del pastore e poiché i miei pastori non sono andati in cerca del mio gregge – hanno pasciuto se stessi senza aver cura del mio gregge –, udite quindi, pastori, la parola del Signore: Così dice il Signore Dio: Eccomi contro i pastori: a loro chiederò conto del mio gregge e non li lascerò più pascolare il mio gregge, così non pasceranno più se stessi, ma strapperò loro di bocca le mie pecore e non saranno più il loro pasto. Perché così dice il Signore Dio: Ecco, io stesso cercherò le mie pecore e le passerò in rassegna. Come un pastore passa in rassegna il suo gregge quando si trova in mezzo alle sue pecore che erano state disperse, così io passerò in rassegna le mie pecore e le radunerò da tutti i luoghi dove erano disperse nei giorni nuvolosi e di caligine. Le farò uscire dai popoli e le radunerò da tutte le regioni. Le ricondurrò nella loro terra e le farò pascolare sui monti d’Israele, nelle valli e in tutti i luoghi abitati della regione. Le condurrò in ottime pasture e il loro pascolo sarà sui monti alti d’Israele; là si adageranno su fertili pascoli e pasceranno in abbondanza sui monti d’Israele. Io stesso condurrò le mie pecore al pascolo e io le farò riposare. Oracolo del Signore Dio. Andrò in cerca della pecora perduta e ricondurrò all’ovile quella smarrita, fascerò quella ferita e curerò quella malata, avrò cura della grassa e della forte; le pascerò con giustizia. 

A te, mio gregge, così dice il Signore Dio: Ecco, io giudicherò fra pecora e pecora, fra montoni e capri. Non vi basta pascolare in buone pasture, volete calpestare con i piedi il resto della vostra pastura; non vi basta bere acqua chiara, volete intorbidire con i piedi quella che resta. Le mie pecore devono brucare ciò che i vostri piedi hanno calpestato e bere ciò che i vostri piedi hanno intorbidito. Perciò così dice il Signore Dio a loro riguardo: Ecco, io giudicherò fra pecora grassa e pecora magra. Poiché voi avete urtato con il fianco e con le spalle e cozzato con le corna contro le più deboli fino a cacciarle e disperderle, io salverò le mie pecore e non saranno più oggetto di preda: farò giustizia fra pecora e pecora. 

Susciterò per loro un pastore che le pascerà, il mio servo Davide. Egli le condurrà al pascolo, sarà il loro pastore. Io, il Signore, sarò il loro Dio, e il mio servo Davide sarà principe in mezzo a loro: io, il Signore, ho parlato. Stringerò con loro un’alleanza di pace e farò sparire dal paese le bestie nocive. Abiteranno tranquilli anche nel deserto e riposeranno nelle selve. 

Farò di loro e delle regioni attorno al mio colle una benedizione: manderò la pioggia a tempo opportuno e sarà pioggia di benedizione. Gli alberi del campo daranno i loro frutti e la terra i suoi prodotti; abiteranno in piena sicurezza nella loro terra. Sapranno che io sono il Signore, quando avrò spezzato le spranghe del loro giogo e li avrò liberati dalle mani di coloro che li tiranneggiano. Non saranno più preda delle nazioni, né li divoreranno le bestie selvatiche, ma saranno al sicuro e nessuno li spaventerà. 

Farò germogliare per loro una florida vegetazione; non saranno più consumati dalla fame nel paese e non soffriranno più il disprezzo delle nazioni. Sapranno che io sono il Signore, loro Dio, ed essi, la casa d’Israele, sono il mio popolo. Oracolo del Signore Dio. 

Voi, mie pecore, siete il gregge del mio pascolo e io sono il vostro Dio». Oracolo del Signore Dio (Ez 34,1-31).  

Ma anche oggi, chi ascolta il cristiano? Solo i falsi profeti. I veri profeti sono così pochi che quasi si vergognano a far ascoltare la verità di Dio e la sua giustizia. 

MOVIMENTO APOSTOLICO CATECHESI 

giovedì 18 agosto 2022

Voi di questa generazione, fate attenzione alla parola del Signore!

 


LIBRO DEL PROFETA DANIELE

Invano ho colpito i vostri figli: non hanno imparato la lezione. La vostra spada ha divorato i vostri profeti come un leone distruttore. Voi di questa generazione, fate attenzione alla parola del Signore! Sono forse divenuto un deserto per Israele o una terra dov’è sempre notte? Perché il mio popolo dice: “Siamo liberi, non verremo più da te”? Dimentica forse una vergine i suoi ornamenti, una sposa la sua cintura? Eppure il mio popolo mi ha dimenticato da giorni innumerevoli.  

Come sai scegliere bene la tua via in cerca di amore! Anche alle donne peggiori hai insegnato le tue strade. Sull’orlo delle tue vesti si trova persino il sangue di poveri innocenti, da te non sorpresi a scassinare! Eppure per tutto questo tu protesti: “Io sono innocente, perciò la sua ira si è allontanata da me”.  Ecco, io ti chiamo in giudizio, perché hai detto: “Non ho peccato!”. Con quale leggerezza cambi strada? Anche dall’Egitto sarai delusa, come fosti delusa dall’Assiria. Anche di là tornerai con le mani sul capo, perché il Signore ha respinto coloro nei quali confidi; da loro non avrai alcun vantaggio (Ez 2,1-37). 

Mi fu rivolta questa parola del Signore: «Figlio dell’uomo, parla ai figli del tuo popolo e di’ loro: Se mando la spada contro un paese e il popolo di quel paese prende uno di loro e lo pone quale sentinella e questi, vedendo sopraggiungere la spada sul paese, suona il corno e dà l’allarme al popolo, se colui che sente chiaramente il suono del corno non ci bada e la spada giunge e lo sorprende, egli dovrà a se stesso la propria rovina. Aveva udito il suono del corno, ma non vi ha prestato attenzione: sarà responsabile della sua rovina; se vi avesse prestato attenzione, si sarebbe salvato. Se invece la sentinella vede giungere la spada e non suona il corno e il popolo non è avvertito e la spada giunge e porta via qualcuno, questi sarà portato via per la sua iniquità, ma della sua morte domanderò conto alla sentinella. O figlio dell’uomo, io ti ho posto come sentinella per la casa d’Israele. Quando sentirai dalla mia bocca una parola, tu dovrai avvertirli da parte mia. Se io dico al malvagio: “Malvagio, tu morirai”, e tu non parli perché il malvagio desista dalla sua condotta, egli, il malvagio, morirà per la sua iniquità, ma della sua morte io domanderò conto a te. Ma se tu avverti il malvagio della sua condotta perché si converta ed egli non si converte dalla sua condotta, egli morirà per la sua iniquità, ma tu ti sarai salvato. 

Tu, figlio dell’uomo, annuncia alla casa d’Israele: Voi dite: “I nostri delitti e i nostri peccati sono sopra di noi e in essi noi ci consumiamo! In che modo potremo vivere?”. Di’ loro: Com’è vero che io vivo – oracolo del Signore Dio –, io non godo della morte del malvagio, ma che il malvagio si converta dalla sua malvagità e viva. Convertitevi dalla vostra condotta perversa! Perché volete perire, o casa d’Israele? 

Figlio dell’uomo, di’ ai figli del tuo popolo: La giustizia del giusto non lo salva se pecca, e il malvagio non cade per la sua malvagità se si converte dalla sua malvagità, come il giusto non potrà vivere per la sua giustizia se pecca. Se io dico al giusto: “Vivrai”, ed egli, confidando sulla sua giustizia commette il male, nessuna delle sue azioni buone sarà più ricordata e morirà nel male che egli ha commesso. Se dico al malvagio: “Morirai”, ed egli si converte dal suo peccato e compie ciò che è retto e giusto, rende il pegno, restituisce ciò che ha rubato, osserva le leggi della vita, senza commettere il male, egli vivrà e non morirà; nessuno dei peccati commessi sarà più ricordato: egli ha praticato ciò che è retto e giusto e certamente vivrà. 

MOVIMENTO APOSTOLICO CATECHESI 

sabato 6 agosto 2022

La rovina del popolo del Signore è dovuta anche ai falsi pastori. Buona parte di responsabilità ricade su di essi. Non erano pastori di verità secondo Dio.

 


LIBRO DEL PROFETA DANIELE 

Mi fu rivolta questa parola del Signore: «Va’ e grida agli orecchi di Gerusalemme: Così dice il Signore: Mi ricordo di te, dell’affetto della tua giovinezza, dell’amore al tempo del tuo fidanzamento, quando mi seguivi nel deserto, in terra non seminata. Israele era sacro al Signore, la primizia del suo raccolto; quanti osavano mangiarne, si rendevano colpevoli, la sventura si abbatteva su di loro. Oracolo del Signore. 

Udite la parola del Signore, casa di Giacobbe, voi, famiglie tutte d’Israele! Così dice il Signore: Quale ingiustizia trovarono in me i vostri padri per allontanarsi da me e correre dietro al nulla, diventando loro stessi nullità? E non si domandarono: “Dov’è il Signore che ci fece uscire dall’Egitto, e ci guidò nel deserto, terra di steppe e di frane, terra arida e tenebrosa, terra che nessuno attraversa e dove nessuno dimora?”. Io vi ho condotti in una terra che è un giardino, perché ne mangiaste i frutti e i prodotti, ma voi, appena entrati, avete contaminato la mia terra e avete reso una vergogna la mia eredità.  

Neppure i sacerdoti si domandarono: “Dov’è il Signore?”. Gli esperti nella legge non mi hanno conosciuto, i pastori si sono ribellati contro di me, i profeti hanno profetato in nome di Baal e hanno seguito idoli che non aiutano. 

Per questo intenterò ancora un processo contro di voi – oracolo del Signore –  e farò causa ai figli dei vostri figli. Recatevi nelle isole dei Chittìm e osservate, mandate gente a Kedar e considerate bene, vedete se è mai accaduta una cosa simile. Un popolo ha cambiato i suoi dèi? Eppure quelli non sono dèi! Ma il mio popolo ha cambiato me, sua gloria, con un idolo inutile. O cieli, siatene esterrefatti, inorriditi e spaventati. Oracolo del Signore.  

Due sono le colpe che ha commesso il mio popolo: ha abbandonato me, sorgente di acqua viva, e si è scavato cisterne, cisterne piene di crepe, che non trattengono l’acqua. 

Israele è forse uno schiavo, o è nato servo in casa? Perché è diventato una preda? Contro di lui ruggiscono leoni con ruggiti minacciosi. Hanno ridotto la sua terra a deserto, le sue città sono state bruciate e nessuno vi abita. Persino le genti di Menfi e di Tafni ti hanno umiliata radendoti il capo. Non ti accade forse tutto questo perché hai abbandonato il Signore, tuo Dio, al tempo in cui era tua guida nel cammino? E ora, perché corri verso l’Egitto a bere l’acqua del Nilo? Perché corri verso l’Assiria a bere l’acqua dell’Eufrate?  

La tua stessa malvagità ti castiga e le tue ribellioni ti puniscono. Renditi conto e prova quanto è triste e amaro abbandonare il Signore, tuo Dio, e non avere più timore di me. Oracolo del Signore degli eserciti. 

Già da tempo hai infranto il giogo, hai spezzato i legami e hai detto: “Non voglio essere serva!”. Su ogni colle elevato e sotto ogni albero verde ti sei prostituita. Io ti avevo piantato come vigna pregiata, tutta di vitigni genuini; come mai ti sei mutata in tralci degeneri di vigna bastarda? Anche se tu ti lavassi con soda e molta potassa, resterebbe davanti a me la macchia della tua iniquità. Oracolo del Signore. 

Come osi dire: “Non mi sono contaminata, non ho seguito i Baal”? Guarda nella valle le tracce dei tuoi passi, riconosci quello che hai fatto, giovane cammella leggera e vagabonda! Asina selvatica, abituata al deserto: quando ansima nell’ardore del suo desiderio, chi può frenare la sua brama? Quanti la cercano non fanno fatica: la troveranno sempre disponibile. Férmati prima che il tuo piede resti scalzo e la tua gola inaridisca! Ma tu rispondi: “No, è inutile, perché io amo gli stranieri, voglio andare con loro”. 

Come viene svergognato un ladro sorpreso in flagrante, così restano svergognati quelli della casa d’Israele, con i loro re, i loro capi, i loro sacerdoti e i loro profeti. Dicono a un pezzo di legno: “Sei tu mio padre”, e a una pietra: “Tu mi hai generato”. A me rivolgono le spalle, non la faccia; ma al tempo della sventura invocano: “Àlzati, salvaci!”. Dove sono gli dèi che ti sei costruito? Si alzino, se sono capaci di salvarti nel tempo della sventura; poiché numerosi come le tue città sono i tuoi dèi, o Giuda!  Perché contendete con me? Tutti vi siete ribellati contro di me. Oracolo del Signore. 

MOVIMENTO APOSTOLICO CATECHESI

martedì 26 luglio 2022

“Pace!”, e la pace non c’è; mentre il popolo costruisce un muro, ecco, essi lo intonacano di fango. Di’ a quelli che lo intonacano di fango: Cadrà! Scenderà una pioggia torrenziale, cadrà una grandine come pietre, si scatenerà un uragano ed ecco, il muro viene abbattuto.

 


LIBRO DEL PROFETA DANIELE 

31 Ora, quanto hai fatto ricadere su di noi, tutto ciò che ci hai fatto, l’hai fatto con retto giudizio: 

Sempre si deve ricordare che il linguaggio è quello dell’Antico Testamento. Dio non è mai autore del male. Non può impedirne i suoi effetti. 

Ora, quanto hai fatto ricadere su di noi, tutto ciò che ci hai fatto, l’hai fatto con retto giudizio: Lui però sempre ti avvisa che i suoi frutti sono avvelenati. 

È disposto anche a darti il siero della guarigione, ma sei tu che devi prenderlo. Il siero di Dio è solo nella sua Legge, nella sua Parola, nella sua Alleanza. 

Se uno si ostina nella disobbedienza, e continua a mangiare frutti di morte, poi sarà difficile trovare la via della vita e di certo si muore. 

Qual è allora il retto giudizio di Dio? È l’aver detto al suo popolo con ripetuti appelli che la strada da essi presa stava conducendo alla morte.  

Dov’è la nostra non retta giustizia e non retto giudizio? È nel dire che la via di morte è via di progresso, civiltà, benessere, pienezza di vita. 

Dio sempre ha avvisato il popolo dell’inganno dei falsi profeti. Ma il popolo ha ascoltato ha ascoltato più i falsi profeti che i suoi veri profeti. 

Mi fu rivolta questa parola del Signore: «Figlio dell’uomo, profetizza contro i profeti d’Israele, profetizza e di’ a coloro che profetizzano secondo i propri desideri: Udite la parola del Signore: Così dice il Signore Dio: Guai ai profeti stolti, che seguono il loro spirito senza avere avuto visioni. Come volpi fra le macerie, tali sono i tuoi profeti, Israele. Voi non siete saliti sulle brecce e non avete costruito alcun baluardo in difesa della casa d’Israele, perché potessero resistere al combattimento nel giorno del Signore. Hanno avuto visioni false, vaticini menzogneri coloro che dicono: “Oracolo del Signore”, mentre il Signore non li ha inviati. Eppure confidano che si avveri la loro parola! Non avete forse avuto una falsa visione e preannunciato vaticini bugiardi, quando dite: “Oracolo del Signore”, mentre io non vi ho parlato? 

Pertanto dice il Signore Dio: Poiché voi avete detto il falso e avuto visioni bugiarde, eccomi dunque contro di voi, oracolo del Signore Dio. La mia mano sarà sopra i profeti dalle false visioni e dai vaticini bugiardi; non faranno parte dell’assemblea del mio popolo, non saranno scritti nel libro della casa d’Israele e non entreranno nella terra d’Israele, e saprete che io sono il Signore Dio. Ingannano infatti il mio popolo dicendo: “Pace!”, e la pace non c’è; mentre il popolo costruisce un muro, ecco, essi lo intonacano di fango. Di’ a quelli che lo intonacano di fango: Cadrà! Scenderà una pioggia torrenziale, cadrà una grandine come pietre, si scatenerà un uragano ed ecco, il muro viene abbattuto. Allora non vi si chiederà forse: “Dov’è l’intonaco che avete adoperato?”. Perciò dice il Signore Dio: Con ira scatenerò un uragano, per la mia collera cadrà una pioggia torrenziale, nel mio furore per la distruzione cadrà grandine come pietre; demolirò il muro che avete intonacato di fango, lo atterrerò e le sue fondamenta rimarranno scoperte; esso crollerà e voi perirete insieme con esso, e saprete che io sono il Signore. 

Quando avrò sfogato l’ira contro il muro e contro coloro che lo intonacarono di fango, io vi dirò: Il muro non c’è più e neppure chi l’ha intonacato, i profeti d’Israele che profetavano su Gerusalemme e vedevano per essa una visione di pace, mentre non vi era pace. Oracolo del Signore Dio. 

Ora tu, figlio dell’uomo, rivolgiti alle figlie del tuo popolo che profetizzano secondo i loro desideri e profetizza contro di loro. Dirai loro: Dice il Signore Dio: Guai a quelle che cuciono nastri a ogni polso e preparano veli di ogni grandezza per le teste, per dar la caccia alle persone. Pretendete forse di dare la caccia alla gente del mio popolo e salvare voi stesse? Voi mi avete disonorato presso il mio popolo per qualche manciata d’orzo e per un tozzo di pane, facendo morire chi non doveva morire e facendo vivere chi non doveva vivere, ingannando il mio popolo che crede alle menzogne. 

Perciò dice il Signore Dio: Eccomi contro i vostri nastri, con i quali voi date la caccia alla gente come a uccelli; li strapperò dalle vostre braccia e libererò la gente che voi avete catturato come uccelli. Straccerò i vostri veli e libererò il mio popolo dalle vostre mani e non sarà più una preda nelle vostre mani; saprete così che io sono il Signore. Voi infatti avete rattristato con menzogne il cuore del giusto, mentre io non l’avevo rattristato, e avete rafforzato il malvagio perché non desistesse dalla sua vita malvagia e vivesse. Per questo non avrete più visioni false né più spaccerete vaticini: libererò il mio popolo dalle vostre mani e saprete che io sono il Signore» (Ez 13,1-23).  

MOVIMENTO APOSTOLICO CATECHESI 

venerdì 1 luglio 2022

Se il profeta avesse trovato un solo giusto in Gerusalemme, Lui, il Signore, a causa di quel giusto avrebbe perdonato tutta la città.

 


LIBRO DEL PROFETA DANIELE 

28 Giusto è stato il tuo giudizio per quanto hai fatto ricadere su di noi e sulla città santa dei nostri padri, Gerusalemme. Con verità e giustizia tu ci hai inflitto tutto questo a causa dei nostri peccati, 

Ora Azaria legge secondo principio di purissima fede la loro storia di esiliati. C’è forse in questa storia qualche mancanza o negligenza nel loro Dio? 

Giusto è stato il tuo giudizio per quanto hai fatto ricadere su di noi e sulla città santa dei nostri padri, Gerusalemme. Con verità e giustizia tu ci hai inflitto tutto questo a causa dei nostri peccati… A Dio va data ogni giustizia e verità. 

Giuda è in esilio in Babilonia, lontano dalla sua terra. Vi è forse una qualche responsabilità da parte del loro Dio e Signore? Vi sono state omissioni in Lui? 

Ha tralasciato qualcosa che avrebbe potuto compiere e non l’ha compiuta? Lo si può accusare di una qualche ingiustizia nei suoi obblighi di alleanza. 

Se si volesse esaminare tutta la storia, dal primo istante della chiamata di Abramo fino al presente, mai una sola ingiustizia si troverebbe in Lui.  

Il Signore non ha potuto aiutare il suo popolo, perché esso si è ostinato nella ribellione. Conosciamo noi la promessa fatta da Dio al profeta Geremia. 

Se il profeta avesse trovato un solo giusto in Gerusalemme, Lui, il Signore, a causa di quel giusto avrebbe perdonato tutta la città. 

Percorrete le vie di Gerusalemme, osservate bene e informatevi, cercate nelle sue piazze se c’è un uomo che pratichi il diritto, e cerchi la fedeltà, e io la perdonerò. Invece giurano certamente il falso anche quando dicono: «Per la vita del Signore!». I tuoi occhi, Signore, non cercano forse la fedeltà? Tu li hai percossi, ma non mostrano dolore; li hai fiaccati, ma rifiutano di comprendere la correzione. Hanno indurito la faccia più di una rupe, rifiutano di convertirsi. Io pensavo: «Sono certamente gente di bassa condizione, quelli che agiscono da stolti, non conoscono la via del Signore, la legge del loro Dio. Mi rivolgerò e parlerò ai grandi, che certo conoscono la via del Signore, e il diritto del loro Dio». Purtroppo anche questi hanno rotto il giogo, hanno spezzato i legami! 

Per questo li azzanna il leone della foresta, il lupo delle steppe ne fa scempio, il leopardo sta in agguato vicino alle loro città: quanti escono saranno sbranati, perché si sono moltiplicati i loro peccati, sono aumentate le loro ribellioni. «Perché ti dovrei perdonare? I tuoi figli mi hanno abbandonato, hanno giurato per coloro che non sono dèi. Io li ho saziati, ed essi hanno commesso adulterio, si affollano nelle case di prostituzione. Sono come stalloni ben pasciuti e focosi; ciascuno nitrisce dietro la moglie del suo prossimo. Non dovrei forse punirli?  Oracolo del Signore. Di una nazione come questa non dovrei vendicarmi? Salite sulle sue terrazze e distruggetele, senza compiere uno sterminio; strappate i tralci, perché non sono del Signore. Poiché si sono ribellate contro di me la casa d’Israele e la casa di Giuda».  Oracolo del Signore. 

Hanno rinnegato il Signore, hanno proclamato: «Non esiste! Non verrà sopra di noi la sventura, non vedremo né spada né fame. I profeti sono diventati vento, la sua parola non è in loro». Perciò dice il Signore, Dio degli eserciti:  «Poiché avete fatto questo discorso, farò delle mie parole come un fuoco sulla tua bocca e questo popolo sarà la legna che esso divorerà. Ecco, manderò da lontano una nazione contro di te, casa d’Israele.  Oracolo del Signore. 

È una nazione valorosa, è una nazione antica! Una nazione di cui non conosci la lingua e non comprendi che cosa dice. La sua faretra è come un sepolcro aperto. Sono tutti prodi. Divorerà le tue messi e il tuo pane, divorerà i tuoi figli e le tue figlie, divorerà le greggi e gli armenti, divorerà le tue vigne e i tuoi fichi, distruggerà le città fortificate, nelle quali riponevi la tua fiducia. Ma anche in quei giorni  – oracolo del Signore –  non farò di voi uno sterminio». 

Allora, se diranno: «Perché il Signore Dio ci fa tutto questo?», tu risponderai loro: «Come avete abbandonato il Signore per servire nella vostra terra divinità straniere, così sarete servi degli stranieri in una terra non vostra». 

Annunciatelo nella casa di Giacobbe, fatelo udire in Giuda e dite: «Ascolta, popolo stolto e privo di senno, che ha occhi ma non vede, ha orecchi ma non ode. Non mi temerete?  Oracolo del Signore. Non tremerete dinanzi a me, che ho posto la sabbia per confine al mare, limite perenne che non varcherà? Le sue onde si agitano ma non prevalgono, rumoreggiano ma non l’oltrepassano». Questo popolo ha un cuore indocile e ribelle; si voltano indietro e se ne vanno, e non dicono in cuor loro:  «Temiamo il Signore, nostro Dio, che dona la pioggia autunnale e quella primaverile a suo tempo, che custodisce per noi le settimane fissate per la messe». 

Le vostre iniquità hanno sconvolto quest’ordine e i vostri peccati tengono lontano da voi il benessere; poiché tra il mio popolo si trovano malvagi, che spiano come cacciatori in agguato, pongono trappole per prendere uomini. Come una gabbia piena di uccelli, così le loro case sono piene di inganni; perciò diventano grandi e ricchi. Sono grassi e pingui, oltrepassano i limiti del male; non difendono la causa, non si curano della causa dell’orfano, non difendono i diritti dei poveri. Non dovrei forse punirli?  Oracolo del Signore. Di una nazione come questa non dovrei vendicarmi? Cose spaventose e orribili avvengono nella terra:  i profeti profetizzano menzogna e i sacerdoti governano al loro cenno, e il mio popolo ne è contento. Che cosa farete quando verrà la fine? (Ger 5,1-31).  

Il linguaggio di Azaria è di sapore antico. Così si parlava nell’Antica Alleanza. Dio non ha fatto ricadere su di loro e sulla città la pena dell’esilio. 

Non è stato Lui a infliggere “tutto questo” a causa dei nostri peccati. Il peccato, anzi l’ostinazione nel peccato, ha impedito che il Signore potesse salvarli. 

Il peccato produce sempre un frutto di morte. Questa è la verità. Il Signore non ha potuto dare l’antidoto contro il peccato a causa dell’ostinazione del popolo. 

29 poiché noi abbiamo peccato, abbiamo agito da iniqui, allontanandoci da te, abbiamo mancato in ogni modo. Non abbiamo obbedito ai tuoi comandamenti, 

Se i figli di Gerusalemme e di Giuda sono in esilio, è solo loro ed esclusiva responsabilità. L’esilio è il frutto del loro peccato, stoltezza, disobbedienza. 

Poiché noi abbiamo peccato, abbiamo agito da iniqui, allontanandoci da te, abbiamo mancato in ogni modo. Non abbiamo obbedito ai tuoi comandamenti… 

È giusto dare a Dio ciò che è di Dio e agli uomini ciò che è degli uomini. A Dio va data ogni giustizia, santità, verità, amore, luce, grazia, pietà, compassione. 

All’uomo vanno dati empietà, stoltezza, insipienza, disobbedienza, ribellione, ostinazione del cuore e della mente. Va dato ogni rifiuto di essere dalla Legge. 

Azaria dona a Dio ogni compassione verso il suo popolo. Dona al suo popolo ogni responsabilità dell’esilio, a causa della sua ostinazione nel peccato.  

30 non li abbiamo osservati, non abbiamo fatto quanto ci avevi ordinato per il nostro bene. 

Viene ancora una volta dato a Dio ciò che è di Dio, all’uomo ciò che è dell’uomo. Dell’uomo è la non osservanza della Legge, la disobbedienza. 

Non li abbiamo osservati, non abbiamo fatto quanto ci avevi ordinato per il nostro bene. All’uomo va data la stoltezza di non aver agito per il suo bene. 

Il bene dell’uomo è nella Legge. La Legge traccia per l’uomo la via della vita. Uscendo dalla via della vita, si entra necessariamente su una via di morte. 

Dio ha dato la via della vita, l’uomo vuole la via della morte. Dio invita a tornare nella Legge. L’uomo si ostina a percorrere vie di morte. 

Questa è la sola verità per cui essi sono in esilio. Volere trovare altre cause è stoltezza, insipienza, menzogna più grande. Si vuole rimanere nell’errore. 

MOVIMENTO APOSTOLICO CATECHESI 

giovedì 2 giugno 2022

La fede, quando è vera nella sua origine, è sempre vera nei suoi frutti. Quando è falsa nella sua origine, è falsa anche nei suoi frutti.

 


LIBRO DEL PROFETA DANIELE 

27 Tu sei giusto in tutto ciò che ci hai fatto; tutte le tue opere sono vere, rette le tue vie e giusti tutti i tuoi giudizi. 

Il Dio benedetto, il Dio che è Bene eterno, opera solo il bene. Mai Lui potrà fare cose non buone. Sarebbero contro la sua natura e questo è impossibile. 

Tu sei giusto in tutto ciò che ci hai fatto; tutte le tue opere sono vere, rette le tue vie e giusti tutti i tuoi giudizi. Il Dio Bene fa ogni cosa buona.  

Può il sole creare oscurità, diffondere tenebre? Non sarebbe più sole. Può Dio fare cose non buone, non perfette, non sante, non giuste? Non sarebbe Dio.  

Attribuire a Dio qualcosa di ingiusto, non vero, non retto, non santo significherebbe dichiararlo non Bene Eterno. È vera impossibilità metafisica. 

Questa confessione retta, vera, santa, giusta obbliga l’uomo a vedere ogni momento della propria storia con occhi di purissima fede.  

Se Dio ha giudicato che Azaria e i suoi compagni devono essere gettati nella fornace, il suo giudizio è retto, vero, giusto. Deve essere accolto e vissuto. 

La fede, quando è vera nella sua origine, è sempre vera nei suoi frutti. Quando è falsa nella sua origine, è falsa anche nei suoi frutti. 

Solo chi possiede la vera fede nella sua origine, sa vedere i frutti di essa e li accoglie con vero spirito di obbedienza e di sottomissione. 

Sempre quando la fede è falsa nelle sue origini, sarà necessariamente falsa nei suoi frutti. È allora che si grida: “Ho perso la fede!”. 

Non si perde la fede. Essa mai c’è stata nel cuore e nella mente. Chi cresce di fede in fede, mai la perde, mai cade da essa. La quercia non cade per il vento. 

Essere in una fornace di fuoco e vedere che tutto è per giusto giudizio di Dio, è frutto di purissima fede. La vera fede dona alla mente sapienza sempre nuova. 

Spetta a chi è di fede forte, alimentata da sapienza e intelligenza nello Spirito Santo, aiutare quanti sono di fede debole, malata, inferma, zoppicante. 

MOVIMENTO APOSTOLICO CATECHESI 


sabato 30 aprile 2022

È l’uomo che trasforma l’inferno da grande bene per la sua salvezza in grande male di disperazione e di morte eterna. Ma è l’uomo, non Dio.

 


LIBRO DEL PROFETA DANIELE

26 «Benedetto sei tu, Signore, Dio dei nostri padri; degno di lode e glorioso è il tuo nome per sempre. 

La benedizione è la confessione che il bene di cui si gode è solo un dono del Signore. Se loro sono vivi tra le fiamme, è purissima grazia del loro Dio. 

«Benedetto sei tu, Signore, Dio dei nostri padri; degno di lode e glorioso è il tuo nome per sempre. Ogni bene è un grande miracolo del Signore. 

È un grande miracolo perché è un suo dono. Questa verità oggi è sparita dal cuore dell’uomo. La sua superbia gli fa pensare che tutto è da se stesso. 

I tre giovani riconoscono che la loro vita è da Dio, è in Dio, è per Lui, con Lui e benedicono il Signore. A Lui attribuiscono ogni bene.  

Il nome del Signore è degno di lode ed è glorioso perché tutto ciò che esiste di bene nell’universo è solo opera sua. Questa è la prima confessione della fede. 

Dio è benedetto. Se è benedetto, è solo fonte di bene. Chi è bene in sé, mai potrà fare il male. La sua natura è bene. Per il bene che è va lodato. 

Non va lodato per il bene che fa, ma per il bene che è. Se è bene, farà sempre bene. Se è  bene, nessuna opera da lui è fatta male. 

Se loro sono nella fornace e Dio lo ha permesso, ciò che Lui ha fatto è bene, anche se loro non conoscono ancora il perché. Questa verità va gridata. 

Da Colui che è bene, e Dio è il Bene Eterno, mai potrà venire il male. Tutto allora va visto come bene, sommo bene. Anche l’inferno è sommo bene. 

Qualcuno potrebbe pensare: come può essere bene l’inferno? Come può essere bene la morte? Come può essere bene ogni altro male per l’uomo? 

Tutto è bene perché serve perché l’uomo si conservi nel bene. Mai si consegni al male. Mai si abbandoni alla disobbedienza e alla trasgressione.  

L’inferno è sommo bene per l’uomo che ha fede, che crede nella Parola del suo Dio. Lui sa che se uscirà dalla Parola finirà in esso. Ecco il bene. 

È bene l’inferno per l’uomo perché è potente aiuto, è grazia di Dio perché l’uomo mai si allontani dal suo Signore. Finirebbe nella morte eterna. 

Tutto è bene, perché tutto è stato pensato e voluto per il più grande bene dell’uomo. È l’uomo che trasforma in male ogni bene di Dio. 

È l’uomo che trasforma l’inferno da grande bene per la sua salvezza in grande male di disperazione e di morte eterna. Ma è l’uomo, non Dio. 

Chi è il Signore che va benedetto, lodato, esaltato? È il Dio dei nostri padri? È Lui che va lodato e benedetto perché è Lui il solo Dio vivo e vero. 

Il nome di Dio è glorioso, perché gloriose sono tutte le sue opere. Solo Lui compie opere grandi e prodigiose. Solo Lui salva e redime i suoi figli. 

Se i tre giovani sono vivi nella fornace tra le fiamme, è solo opera del loro Dio. La loro vita è un dono del loro Dio non solo oggi, ma ogni giorno.  

MOVIMENTO APOSTOLICO CATECHESI 

mercoledì 20 aprile 2022

Dinanzi a Israele, tutta la creazione si pone a suo servizio per volontà di Dio.

 


LIBRO DEL PROFETA DANIELE


Cantico di Azaria nella fornace

24 Essi passeggiavano in mezzo alle fiamme, lodavano Dio e benedicevano il Signore. 

Qual è la prima notizia che il testo sacro ci rivela? I tre giovani non sono più legati. Essi passeggiano in mezzo alle fiamme. Sono liberi nei movimenti. 

Essi passeggiavano in mezzo alle fiamme, lodavano Dio e benedicevano il Signore. È già questo un primo miracolo. Da legati divengono liberi. 

Il secondo miracolo è che la fiamma nulla può contro di essi. I giovani passeggiano tra le fiamme lodando e benedicendo il Signore. 

È come se loro non fossero in mezzo alle fiamme, ma in un giardino all’ombra di grandi alberi e con un vento leggero e soave che accarezza il loro viso. 

Ma il re queste cose non le sa e nel suo palazzo è sicuro di aver vinto la sfida contro Daniele. Il suo Dio non è superiore a lui. Lui è il vero Dio sopra gli dèi. 

25 Azaria si alzò e fece questa preghiera in mezzo al fuoco e aprendo la bocca disse: 

Ora Azaria si alza ed eleva al Signore una preghiera. La eleva di mezzo al fuoco. Ancora una volta si vuole attestare il grande miracolo. 

Azaria si alzò e fece questa preghiera in mezzo al fuoco e aprendo la bocca disse: La preghiera è innalzata mentre essi sono avvolti dalle fiamme. 

Essi sono nelle fiamme, ma le fiamme non hanno alcun potere su di essi. È come se Dio avesse messo una barriera invisibile tra loro e le fiamme. 

Le fiamme restano fiamme. Non possono né toccare, né lambire, né accarezzare i tre giovani. Dove essi giungono le fiamme si tirano indietro.  

Può aiutarci a comprendere quanto avviene nella fornace il Salmo. Dinanzi a Israele, tutta la creazione si pone a suo servizio per volontà di Dio.  

Quando Israele uscì dall’Egitto, la casa di Giacobbe da un popolo barbaro, Giuda divenne il suo santuario, Israele il suo dominio. Il mare vide e si ritrasse, il Giordano si volse indietro, le montagne saltellarono come arieti, le colline come agnelli di un gregge. Che hai tu, mare, per fuggire, e tu, Giordano, per volgerti indietro? Perché voi, montagne, saltellate come arieti e voi, colline, come agnelli di un gregge? Trema, o terra, davanti al Signore, davanti al Dio di Giacobbe, che muta la rupe in un lago, la roccia in sorgenti d’acqua (Sal 114 (113A).  

Non solo le fiamme, ma tutto l’universo si trasforma in ciò che il Signore vuole che esso sia per il più grande bene dei suoi figli.  

MOVIMENTO APOSTOLICO CATECHESI

lunedì 28 marzo 2022

Ma chi muore e chi vive? Vive chi è di Dio, è con Dio, è per il Signore. Muore chi non è con Dio e lo sfida per attestare la sua superiorità.

 


LIBRO DEL PROFETA DANIELE 


23 E questi tre, Sadrac, Mesac e Abdènego, caddero legati nella fornace di fuoco ardente. 

Sadrac e i suoi compagni non vengono bruciati vivi al contatto con la fiamma. Essi vengono gettati nella fiamma e cadono nella fornace  ardente. 

E questi tre, Sadrac, Mesac e Abdènego, caddero legati nella fornace di fuoco ardente. Dio fa sempre la differenza tra chi gli appartiene e chi non è suo. 

I servi del re sono del re, ci pensi il re a salvarli dalla fiamma. Il re non li salva ed essi vengono bruciati, arsi al solo contatto con la fiamma. 

Sadrac e i suoi compagni sono di Dio e Dio subito interviene. Essi vengono gettati vivi nella fiamma. Ecco il primo segno. Chi muore e chi vive. 

Ma chi muore e chi vive? Vive chi è di Dio, è con Dio, è per il Signore. Muore chi non è con Dio e lo sfida per attestare la sua superiorità. 

Altro piccolo segno profetico attraverso il quale si manifesta l’opera di Dio. I giovani vengono gettati in prigione legati. Essi dovranno restare immobili.  

Pur volendo, pur avendo ogni mezzo per uscire, mai potranno perché sono legati. Non possono usare il loro corpo. La fiamma li consumerà di certo. 

MOVIMENTO APOSTOLICO CATECHESI 

giovedì 3 marzo 2022

Tutti i superbi sono avvisati. Tu ti pensi dio e Dio lascia che tu ti pensi. Ma solo per il tempo di pensarti. Poi rovinosamente viene la fine.

 


LIBRO DEL PROFETA DANIELE 

19 Allora Nabucodònosor fu pieno d’ira e il suo aspetto si alterò nei confronti di Sadrac, Mesac e Abdènego, e ordinò che si aumentasse il fuoco della fornace sette volte più del solito. 

Nabucodònosor, che si credeva dio sopra tutta la terra, non tollera che a lui si possa parlare in quel modo, mettendo il Dio del cielo sopra di lui. 

Allora Nabucodònosor fu pieno d’ira e il suo aspetto si alterò nei confronti di Sadrac, Mesac e Abdènego, e ordinò che si aumentasse il fuoco della fornace sette volte più del solito. Le parole di Sadrac sono vera offesa di lesa maestà. 

Nessuno è più grande del re. Neanche il Dio del cielo è più grande. La mano di Nabucodònosor è più che onnipotente. Lui comanda e le cose avvengono. 

Se per gli altri la fiamma saliva fino ad un metro dalla bocca, per Sadrac e i compagni deve essere sette volte più alta. Così con ci sarà speranza di vita. 

Il re di certo, preso dall’indignazione e dall’ira perché si è visto declassato al rango di non dio da Daniele, si è fermato solo alla prima verità annunziatagli. 

“Il mio è capace di liberarmi dalla tua mano” . Non considera per nulla l’altra parola: “Se non ci libererà siamo pronti a morire per lui”.  

Se avesse ascoltato questa seconda parola, avrebbe di certo compreso che a loro nulla interessava né della fornace e della fiamma. La loro vita è di Dio. 

Essi sono pronti ad ogni obbedienza a quanto la divina sapienza deciderà per loro. Possono vivere anche in un inferno di fiamme e possono morire. 

Qualsiasi cosa il re ordini, per loro è insignificante, indifferente. Per essi ha già deciso il Signore. Alla sua decisione essi sono già consegnati. 

È questa la libertà della fede. Ci si consegna non solo alla Parola, alla verità, alla giustizia, ma anche alla divina Sapienza che decide ogni cosa. 

Anche Gesù si consegnò volontariamente alla crocifissione. Anche Lui si affidò alla Decisione del Padre. Chi crede sempre si consegna alla Sapienza eterna. 

20 Poi, ad alcuni uomini fra i più forti del suo esercito, comandò di legare Sadrac, Mesac e Abdènego e gettarli nella fornace di fuoco ardente. 

Ora il re ordina che Sadrac e i suoi compagni vengano gettati nella fornace ardente, dalla fiamma sette volte più alta del solito. Non c’è ritorno da essa. 

Poi, ad alcuni uomini fra i più forti del suo esercito, comandò di legare Sadrac, Mesac e Abdènego e gettarli nella fornace di fuoco ardente. 

Inizia la sfida. Sadrac ha sfidato il re nel nome del suo Dio e della sua libertà di morire per Lui, il re sfida Sadrac e il Dio nel quale lui crede. 

Nabucodònosor si crede così forte, così saggio, così intelligente da essere sicuro della vittoria. Ora il Dio di Sadrac nulla potrà fare. Lui è il re. 

21 Furono infatti legati, vestiti come erano, con i mantelli, i calzari, i copricapi e tutti i loro abiti, e gettati in mezzo alla fornace di fuoco ardente. 

L’ordine del re viene subito eseguito. La sfida tra Nabucodònosor e il Dio del cielo inizia. Il re possiede una fornace ardente. Dio come interverrà? 

Furono infatti legati, vestiti come erano, con i mantelli, i calzari, i copricapi e tutti i loro abiti, e gettati in mezzo alla fornace di fuoco ardente. 

Sadrac i suoi compagni vengono legati, così come essi erano, e gettati nella prigione. Anche per gli esecutori dell’ordine del re ormai tutto è finito. 

La rapidità, l’immediatezza, l’istantaneità nel seguire l’ordine del re deve farci pensare sulla certezza di tutti che la sfida sarebbe stata vinta dal re. 

Invece Sadrac e i suoi compagni vengono gettati vivi e vestiti, con mantelli e calzari nella prigione, perché da essa sarebbero tornati vivi. 

In questo gesto di lasciare loro gli abiti è già un segno di vittoria che il Signore dona agli esecutori degli ordini e allo stesso re.  

Infatti sarebbe stata per Sadrac e compagni una grande umiliazione se fossero usciti nudi dalla fornace. Ma il Signore tutto sa e a tutto provvede. 

A Sadrac e ai suoi compagni questa umiliazione viene risparmiata. Essi dovranno uscire dalla fornace ben vestiti e con grande onore. 

Gesù invece è spogliato delle sue vesti, perché Lui non torna dal sepolcro così come vi è entrato. Il corpo di carne viene trasformato in luce. 

Alla luce non servono i vestiti e di conseguenza lui può essere spogliato. Deve essere spogliato. Anche questo è un segno profetico sul suo futuro. 

Vi sono segni profetici quasi invisibili. Allo Spirito Santo sempre dobbiamo chiedere luce perché tutto di Dio parla nella Scrittura e tutto va compreso.  

22 Poiché l’ordine del re urgeva e la fornace era ben accesa, la fiamma del fuoco uccise coloro che vi avevano gettato Sadrac, Mesac e Abdènego. 

Le fiamme erano così alte e potenti da raggiungere e uccidere quanti si erano avvicinati per eseguire l’ordine del re. È già questo un primo forte segno. 

Poiché l’ordine del re urgeva e la fornace era ben accesa, la fiamma del fuoco uccise coloro che vi avevano gettato Sadrac, Mesac e Abdènego. 

Se la fiamma ha ucciso coloro che si erano avvicinati ad essa solo per qualche istante, vi sarà possibilità di vita per quanti erano stati precipitati in essa? 

Apparentemente la sfida è vinta. Di certo la fiamma avrà già divorato e ridotto in cenere Sadrac e i suoi compagni. Lo attesta la morte di questi uomini.  

Nabucodònosor può gioire e rallegrarsi. Il Dio di Sadrac non è diverso dagli altri dèi. È il re che erige statue di dèi ed è lui che le abbatte.  

È Lui che decide quale dio deve vivere e quale morire. Non c’è onnipotenza oltre la sua. È bello che per qualche istante Dio lascia che l’uomo pensi così. 

Lascia che Lucifero si pensi Dio e poi lo scaraventa nell’inferno. Lascia che la donna si creda Dio ma solo per il tempo di tentare l’uomo. 

Poi anche la donna e l’uomo sono consegnati nelle braccia della morte, di ogni morte. La superbia è brutta perché dura solo un istante. 

La superbia dura l’istante di pensarsi dio, superiore al vero Dio. Finito il pensiero, Dio interviene e prende il suo governo nella storia. 

Tutti i superbi sono avvisati. Tu ti pensi dio e Dio lascia che tu ti pensi. Ma solo per il tempo di pensarti. Poi rovinosamente viene la fine. 

La storia ci attesta che sempre il superbo dura nella storia solo il tempo di pensarsi superiore a Dio, al vero Dio, poi scompare e tutto finisce. 

MOVIMENTO APOSTOLICO CATECHESI