LIBRO DEL PROFETA DANIELE
19 Allora Nabucodònosor fu pieno d’ira e il suo aspetto si alterò nei confronti di Sadrac, Mesac e Abdènego, e ordinò che si aumentasse il fuoco della fornace sette volte più del solito.
Nabucodònosor, che si credeva dio sopra tutta la terra, non tollera che a lui si possa parlare in quel modo, mettendo il Dio del cielo sopra di lui.
Allora Nabucodònosor fu pieno d’ira e il suo aspetto si alterò nei confronti di Sadrac, Mesac e Abdènego, e ordinò che si aumentasse il fuoco della fornace sette volte più del solito. Le parole di Sadrac sono vera offesa di lesa maestà.
Nessuno è più grande del re. Neanche il Dio del cielo è più grande. La mano di Nabucodònosor è più che onnipotente. Lui comanda e le cose avvengono.
Se per gli altri la fiamma saliva fino ad un metro dalla bocca, per Sadrac e i compagni deve essere sette volte più alta. Così con ci sarà speranza di vita.
Il re di certo, preso dall’indignazione e dall’ira perché si è visto declassato al rango di non dio da Daniele, si è fermato solo alla prima verità annunziatagli.
“Il mio è capace di liberarmi dalla tua mano” . Non considera per nulla l’altra parola: “Se non ci libererà siamo pronti a morire per lui”.
Se avesse ascoltato questa seconda parola, avrebbe di certo compreso che a loro nulla interessava né della fornace e della fiamma. La loro vita è di Dio.
Essi sono pronti ad ogni obbedienza a quanto la divina sapienza deciderà per loro. Possono vivere anche in un inferno di fiamme e possono morire.
Qualsiasi cosa il re ordini, per loro è insignificante, indifferente. Per essi ha già deciso il Signore. Alla sua decisione essi sono già consegnati.
È questa la libertà della fede. Ci si consegna non solo alla Parola, alla verità, alla giustizia, ma anche alla divina Sapienza che decide ogni cosa.
Anche Gesù si consegnò volontariamente alla crocifissione. Anche Lui si affidò alla Decisione del Padre. Chi crede sempre si consegna alla Sapienza eterna.
20 Poi, ad alcuni uomini fra i più forti del suo esercito, comandò di legare Sadrac, Mesac e Abdènego e gettarli nella fornace di fuoco ardente.
Ora il re ordina che Sadrac e i suoi compagni vengano gettati nella fornace ardente, dalla fiamma sette volte più alta del solito. Non c’è ritorno da essa.
Poi, ad alcuni uomini fra i più forti del suo esercito, comandò di legare Sadrac, Mesac e Abdènego e gettarli nella fornace di fuoco ardente.
Inizia la sfida. Sadrac ha sfidato il re nel nome del suo Dio e della sua libertà di morire per Lui, il re sfida Sadrac e il Dio nel quale lui crede.
Nabucodònosor si crede così forte, così saggio, così intelligente da essere sicuro della vittoria. Ora il Dio di Sadrac nulla potrà fare. Lui è il re.
21 Furono infatti legati, vestiti come erano, con i mantelli, i calzari, i copricapi e tutti i loro abiti, e gettati in mezzo alla fornace di fuoco ardente.
L’ordine del re viene subito eseguito. La sfida tra Nabucodònosor e il Dio del cielo inizia. Il re possiede una fornace ardente. Dio come interverrà?
Furono infatti legati, vestiti come erano, con i mantelli, i calzari, i copricapi e tutti i loro abiti, e gettati in mezzo alla fornace di fuoco ardente.
Sadrac i suoi compagni vengono legati, così come essi erano, e gettati nella prigione. Anche per gli esecutori dell’ordine del re ormai tutto è finito.
La rapidità, l’immediatezza, l’istantaneità nel seguire l’ordine del re deve farci pensare sulla certezza di tutti che la sfida sarebbe stata vinta dal re.
Invece Sadrac e i suoi compagni vengono gettati vivi e vestiti, con mantelli e calzari nella prigione, perché da essa sarebbero tornati vivi.
In questo gesto di lasciare loro gli abiti è già un segno di vittoria che il Signore dona agli esecutori degli ordini e allo stesso re.
Infatti sarebbe stata per Sadrac e compagni una grande umiliazione se fossero usciti nudi dalla fornace. Ma il Signore tutto sa e a tutto provvede.
A Sadrac e ai suoi compagni questa umiliazione viene risparmiata. Essi dovranno uscire dalla fornace ben vestiti e con grande onore.
Gesù invece è spogliato delle sue vesti, perché Lui non torna dal sepolcro così come vi è entrato. Il corpo di carne viene trasformato in luce.
Alla luce non servono i vestiti e di conseguenza lui può essere spogliato. Deve essere spogliato. Anche questo è un segno profetico sul suo futuro.
Vi sono segni profetici quasi invisibili. Allo Spirito Santo sempre dobbiamo chiedere luce perché tutto di Dio parla nella Scrittura e tutto va compreso.
22 Poiché l’ordine del re urgeva e la fornace era ben accesa, la fiamma del fuoco uccise coloro che vi avevano gettato Sadrac, Mesac e Abdènego.
Le fiamme erano così alte e potenti da raggiungere e uccidere quanti si erano avvicinati per eseguire l’ordine del re. È già questo un primo forte segno.
Poiché l’ordine del re urgeva e la fornace era ben accesa, la fiamma del fuoco uccise coloro che vi avevano gettato Sadrac, Mesac e Abdènego.
Se la fiamma ha ucciso coloro che si erano avvicinati ad essa solo per qualche istante, vi sarà possibilità di vita per quanti erano stati precipitati in essa?
Apparentemente la sfida è vinta. Di certo la fiamma avrà già divorato e ridotto in cenere Sadrac e i suoi compagni. Lo attesta la morte di questi uomini.
Nabucodònosor può gioire e rallegrarsi. Il Dio di Sadrac non è diverso dagli altri dèi. È il re che erige statue di dèi ed è lui che le abbatte.
È Lui che decide quale dio deve vivere e quale morire. Non c’è onnipotenza oltre la sua. È bello che per qualche istante Dio lascia che l’uomo pensi così.
Lascia che Lucifero si pensi Dio e poi lo scaraventa nell’inferno. Lascia che la donna si creda Dio ma solo per il tempo di tentare l’uomo.
Poi anche la donna e l’uomo sono consegnati nelle braccia della morte, di ogni morte. La superbia è brutta perché dura solo un istante.
La superbia dura l’istante di pensarsi dio, superiore al vero Dio. Finito il pensiero, Dio interviene e prende il suo governo nella storia.
Tutti i superbi sono avvisati. Tu ti pensi dio e Dio lascia che tu ti pensi. Ma solo per il tempo di pensarti. Poi rovinosamente viene la fine.
La storia ci attesta che sempre il superbo dura nella storia solo il tempo di pensarsi superiore a Dio, al vero Dio, poi scompare e tutto finisce.
MOVIMENTO APOSTOLICO CATECHESI
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