domenica 2 agosto 2020

La guerra sta arrivando




Preparati per la guerra

VENERDI '6 APRILE 2012

Preparati alla guerra nella tua terra, popolo Mio, per questa generazione pagherà per tutto il sangue innocente che è stato versato da coloro che ti hanno preceduto. Anche i tuoi figli e nipoti pagheranno il prezzo dei peccati delle tue terre perché la fine è vicina e il giudizio è su tutte le terre.

La vita come la conosci non sarà più, poiché la mia bocca l'ha pronunciata. Io, il Santo d'Israele, ho decretato, e così sarà .

Glynda Lomax


Gen. 4:19 : E disse: Che cosa hai fatto? la voce del sangue di tuo fratello mi grida da terra.

Gen. 9: 6 : chiunque sparga il sangue dell'uomo, dall'uomo sarà versato il suo sangue, perché a immagine di Dio l'ha fatto uomo.

Deut. 19:10 : Quel sangue innocente non sia versato nella tua terra, che l'Eterno, il tuo DIO, ti dà in eredità, e così il sangue sia su di te.

Prov. 6: 16-18 : Queste sei cose odiano il Signore: sì, sette sono un abominio per lui: uno sguardo orgoglioso, una lingua bugiarda e mani che versano sangue innocente, un cuore che escogita immaginazioni malvagie, piedi che si muovono rapidamente correndo per malizia,

Hab. 2: 8 : poiché hai rovinato molte nazioni, tutto il resto del popolo ti rovinerà; a causa del sangue degli uomini e per la violenza della terra, della città e di tutto ciò che vi dimora.

Ps. 106: 36-38 : E servirono i loro idoli: che erano un laccio per loro. Sì, hanno sacrificato i loro figli e le loro figlie ai diavoli, e hanno versato sangue innocente, persino il sangue dei loro figli e delle loro figlie, che hanno sacrificato agli idoli di Canaan: e la terra è stata inquinata di sangue.

Isaia 59: 7 : I loro piedi corrono verso il male e si affrettano a versare sangue innocente: i loro pensieri sono pensieri di iniquità; spreco e distruzione sono sulla loro strada.

Ger. 32:18 : Hai visto la gentilezza amorevole verso migliaia di persone e ricompensare l'iniquità dei padri nel seno dei loro figli dopo di loro: il Grande, il Dio potente, il Signore degli eserciti, è il suo nome,

Ezechiele 35: 6Perciò, mentre vivo, dice il Signore Dio, ti preparerò al sangue, e il sangue ti perseguiterà: senza che tu abbia odiato il sangue, anche il sangue ti perseguiterà.

Gioele 3:19 : L'Egitto sarà una desolazione, ed Edom sarà un deserto desolato, per la violenza contro i figli di Giuda, perché hanno versato sangue innocente nella loro terra.


Salmo 91
 1 Chi dimora nel luogo segreto dell'Altissimo rimarrà all'ombra dell'Onnipotente.
 2 Dirò dell'Eterno: è il mio rifugio e la mia fortezza: il mio Dio; in lui mi fiderò.
 3 Sicuramente ti libererà dal laccio del prigioniero e dalla pestilenza rumorosa.
 4 Ti coprirà con le sue piume e sotto le sue ali ti fiderai: la sua verità sarà il tuo scudo e il tuo buckler.
 5 Non avrai paura per il terrore di notte; né per la freccia che lancia di giorno;
 6 Né per la pestilenza che cammina nelle tenebre; né per la distruzione che spreca a mezzogiorno.
 7 Mille cadranno al tuo fianco e diecimila alla tua destra; ma non ti verrà vicino.
 8 Solo con i tuoi occhi vedrai e vedrai la ricompensa dei malvagi.
 9 Perché tu hai creato il Signore, che è il mio rifugio, anche l'Altissimo, la tua dimora;
 10 Non ti accadrà alcun male, né vi verrà alcuna piaga vicino alla tua dimora.
 11 Perché ti darà i suoi angeli incaricati di proteggerti in tutte le tue vie.
 12 Ti prenderanno in mano, per non scuotere il piede contro una pietra.
 13 calpesterai il leone e il vipera; calpesterai il giovane leone e il drago sotto i piedi.
 14 Perché mi ha imposto il suo amore, quindi lo libererò: lo metterò in alto, perché ha conosciuto il mio nome.
 15 Mi chiamerà e io gli risponderò: sarò con lui nei guai; Lo libererò e lo onorerò.
 16 Con lunga vita lo soddisferò e gli mostrerò la mia salvezza.

sabato 1 agosto 2020

SULLA PREGHIERA



LA MEDITAZIONE


Preparazione alla meditazione  

La meditazione, come abbiamo detto, si basa sulla lettura. Il tema della lettura deve essere scelto e preparato per tempo, altrimenti lo spirito rimarrà in un’indecisione che porterà quasi infallibilmente il più grande pregiudizio alla sua preghiera. La negligenza a questo riguardo da parte di innumerevoli anime viene segnata dai maestri della vita spirituale come uno dei motivi principali dell’aridità di cui soffrono nella loro meditazione. Difatti il tema di meditazione deve essere scelto e preparato già alla veglia della preghiera. 


La meditazione discorsiva e la meditazione affettiva 

Ciò che abbiamo scritto sulla meditazione si riferisce a tutti e due i suoi tipi. Questi due tipi corrispondono a due vie spirituali. Come abbiamo già accennato, la meditazione discorsiva corrisponde alla via purgativa; la meditazione affettiva corrisponde alla via illuminativa. Il fedele che cammina sulla prima via sta lottando contro il peccato, è moralmente instabile, e non ha purificato ancora la sua volontà, cioè il suo amore. Il fedele che cammina sulla seconda via, invece, ha superato il peccato, almeno quello deliberato, è radicato nelle virtù, e ha liberato la sua volontà per poter amare Dio.  

Una conseguenza di questa distinzione è che, malgrado il fatto che tutti e due i fedeli, in quanto meditano, godono sia della conoscenza che dell’amore di Dio, il primo fedele riesce a meditare coll’intelletto meglio che colla volontà, ossia conosce Dio tramite la meditazione discorsiva; il secondo fedele invece si sente piuttosto portato a meditare colla volontà, ossia ama Dio tramite la meditazione affettiva. Un’altra conseguenza è che il primo fedele parte spesso da uno sguardo su sé stesso, sulla propria peccaminosità, per poi salire alla meditazione di Dio; mentre il secondo è in grado di indirizzare subito il suo sguardo verso Dio.  


a)  La meditazione discorsiva 

i) In genere 

La meditazione discorsiva conviene a coloro che iniziano la vita spirituale. In vista dei bisogni particolari di costoro, l’oggetto più adatto della meditazione è il peccato in tutta la sua malizia, le cause dei loro errori, la mortificazione, i doveri del loro stato di vita, la Grazia, e Nostro Signore Gesù Cristo Stesso come modello dei penitenti.  

In questa ottica, possono meditare la Caduta e la Redenzione dell’uomo; la giustizia, la misericordia, e la santità di Dio; la radice triplice del peccato: cioè il mondo, la carne, e il demonio; la penitenza, i vizi, soprattutto quelli propri; i doveri della religione e quelli verso il prossimo; la vita della Grazia; e la povertà, l’obbedienza, la penitenza, e la Passione e la Morte del Signore. 

ii)  Metodo della meditazione discorsiva ignaziana 

A parte i metodi generali di meditazione ai quali abbiamo appena accennato, occorre brevemente esporre quello di sant’Ignazio. Con i suoi famosi Esercizi spirituali egli stabilisce un programma intenso di meditazioni discorsive che si può estendere su un periodo di giorni o anche settimane. Questi esercizi convengono soprattutto ai principianti, a persone recentemente convertite, e a coloro che cercano di approfondire la loro vita spirituale, ad esempio in vista di un’eventuale vocazione. 

La meditazione ignaziana comincia con una preghiera in cui si chiede che tutte le proprie intenzioni ed azioni siano indirizzate al servizio e alla lode della Divina Maestà. Seguono due preludi. Il primo è ‘la composizione del luogo’ che serve a fissare l’immaginazione o lo spirito sul soggetto della meditazione. Occorre rappresentarsi questo soggetto il più vividamente possibile, anche immaginando sé stessi presenti ad una determinata scena: alla caduta degli angeli per esempio. Il secondo preludio consiste nel chiedere a Dio la grazia che si vuole, per esempio la vergogna dei propri peccati passati. 

Il corpo della meditazione consiste nell’applicazione delle tre facoltà dell’anima – la memoria, l’intelletto, e la volontà – sui diversi elementi da meditare. Colla memoria si medita il soggetto nell’insieme; coll’intelletto lo si medita nel dettaglio; colla volontà si eccitano pii affetti, e si formulano buoni proponimenti di ammigliorarsi. Questi devono essere pratici e corrispondere alla nostra situazione attuale, proponimenti da porre in atto il giorno stesso, fondati su motivi solidi e umili, ed accompagnati dalla preghiera. Non è necessario applicare le tre facoltà su tutti i punti della meditazione, ma l’applicazione della volontà non deve mancare: anzi, è la parte la più importante dell’esercizio. 

La meditazione si conclude con una ricapitolazione dei proponimenti; con pii colloqui con Dio Padre, Nostro Signore Gesù Cristo, la Madonna, o qualche santo; e colla revisione della meditazione stessa o con un esame della maniera in cui si è svolta, di modo da accorgersi delle sue imperfezioni e per poterle rimediare in futuro. 

iii)  Le difficoltà della meditazione discorsiva 

La difficoltà della meditazione per coloro che iniziano deriva dalla mancanza di esperienza e di generosità, e dalle distrazioni.

L’inesperienza inclina tali persone all’eccessiva astrazione. Contro questa tendenza devono coinvolgersi più personalmente nella preghiera, esaminandosi sulle virtù in questione, compiendo atti di adorazione, di amore e di riconoscimento a Dio, atti di contrizione, e proponimenti di fare meglio moralmente nel corso della giornata.  

La mancanza di generosità le porta allo scoraggiamento se non ricevono subito consolazioni sensibili. Devono capire che ciò che Dio ci richiede nella meditazione non è il successo, bensì lo sforzo, e che sarebbe pusillanimità arrendersi senza impegno. 

Le distrazioni costituiscono la difficoltà più grande, poiché coloro che iniziano sono ancora in balìa delle loro fantasie e sensazioni, e dei loro attaccamenti troppo umani a persone e cose, così che sono soggetti ad una molteplicità di pensieri, immagini, ed idee inutili, se non proprio peccaminosi. Qui bisogna capire che solo le distrazioni volontarie sono peccaminose, e che, contrastandole prontamente, energicamente, e costantemente, si guadagnano molti meriti per il Cielo: più, di fatti, che se la preghiera fosse stata senza distrazioni. 

***
Padre Konrad zu Loewenstein

LEGGENDA PERUGINA



( COMPILAZIONE DI ASSISI )


LA CETRA ANGELICA

24. All’epoca in cui Francesco era presso Rieti, alloggiando per alcuni giorni in una  camera dl Tebaldo Saraceno per motivo del suo male d’occhi, disse una volta a uno dei  compagni che nel mondo aveva imparato a suonare la cetra: «Fratello, i figli di questo  secolo non sono sensibili alle cose divine. Usano gli strumenti musicali, come cetre,  arpe a dieci corde e altri, per la vanità e il peccato, contro il volere di Dio, mentre nei  tempi antichi gli uomini li utilizzavano per la lode di Dio e il sollievo dello spirito. Io  vorrei che tu acquistassi di nascosto una cetra da qualche onesto uomo, e facessi per me  una canzone devota. Ne approfitteremmo per accompagnare le parole e le lodi del  Signore. Il mio corpo è afflitto da una grande infermità e sofferenza; così, per mezzo  della cetra bramerei alleviare il dolore fisico, trasformandolo in letizia e consolazione  dello spirito».

Francesco di fatti aveva composto alcune laudi al Signore durante la sua malattia e le  faceva talora cantare dai compagni a gloria di Dio e a conforto della sua anima, nonché  allo scopo di edificare il prossimo

Il fratello gli rispose: «Padre, mi vergogno di andare a chiedere una cetra, perché la  gente di questa città sa che io nel secolo sonavo la cetra, e temo che mi sospettino  ripreso dalla tentazione di suonare». Francesco concluse: «Bene, fratello, lasciamo  andare».

La notte seguente il Santo stava sveglio. Ed ecco sulla mezzanotte, fremere intorno alla  casa dove giaceva il suono di una cetra: era il canto più bello e dilettoso che avesse  udito in vita sua. L’ignoto musicista si scostava tanto lontano, quanto potesse farsi sentire, e poi si riavvicinava, sempre pizzicando lo strumento. Per una grande ora durò  quella musica. Francesco, intuendo che quella era opera di Dio e non di un uomo, fu  ricolmo di intensa gioia, e con il cuore esultante e traboccante di affetto lodò il Signore  che lo aveva voluto deliziare con una consolazione così soave e grande.

Al mattino, alzandosi, disse al compagno: «Ti avevo pregato, fratello, e tu non mi hai  esaudito. Ma il Signore che consola i suoi amici posti nella tribolazione, questa notte si  è degnato di consolarmi». E narrò l’esperienza avuta. Stupirono i fratelli, comprendendo  che si trattava di un grande miracolo, e conclusero che Dio stesso era intervenuto a  portare gioia a Francesco.

In effetti, non solo a mezzanotte, ma anche al terzo rintocco della campana, per ordine  del podestà, nessuno poteva circolare per la città. D’altronde, come Francesco riferì, la  cetra sonante andava e tornava nel silenzio, senza parole di bocca umana, e ciò per una  grande ora, a sollievo del suo spirito.

Traduzione di VERGILIO GAMBOSO

santa Veronica Giuliani



ANIME 
(peccatori salvati dalle pazzie d’amore – anime create da Dio - redenti) 


Noi nasciamo dal Cuore di Dio: Veronica ha compreso  profondamente che siamo opera Sua, ognuno di noi è  unico e irripetibile, oggetto di un amore straordinario da  parte di Dio. Rivestendoci di immortalità Egli ha innalzato  fino al cielo la nostra dignità. 

25- Il Signore mi fece comprendere la sua onnipotenza e in essa mi fece  anche capire un po’ di più quanto gli siamo graditi. Egli, con amore  ardente, ci vorrebbe tutti per Sè. E, mentre mi dava questo lume  sopra il suo amore, pareva che si andasse unendo sempre più con  l’anima mia. Mi pareva di stare così vicino al Signore, che, col suo  riflesso, provavo gioia di Paradiso. (D I, 261) 

26- Adesso, apprendo e conosco che Dio ci creò simili a Lui, perché  noi non dovevamo essere di questa terra, ma per il regno del cielo.  Noi siamo di Dio, non ci apparteniamo; siamo usciti dalle sue  viscere paterne; ci ha dotati d’infiniti doni. Costiamo tanto, quanto è  lo stesso Dio. Lui ci ha creati, Lui ci ha redenti col suo prezioso  sangue. Oh! quanto è grande questo beneficio della Redenzione!  Rinchiude in sè tutti i benefici che Dio ha fatto dal primo istante che creò il mondo, sino a che durerà. Tutti i beni, tutte le grazie, tutti i  doni, qualsisia cosa, togliendone il peccato, tutto è frutto del  beneficio della Creazione e della Redenzione. Dio ha fatto tutto, in  nostro favore. O anima mia, ora, Dio ti manifesta tutto quello che  Lui ha fatto per te e per la tua salvezza. Che pensi? Che fai? (D II,  1251-1252) 

27- Dico fra me stessa: Peccatori, animatevi, ricorrete a Dio, fate  penitenza dei vostri peccati, non dubitate, Dio è tutto pietà, io ne ho  fatto l’esperienza per me stessa, che sono la più ingrata creatura  che si trovi sopra la terra, eppure Dio benefica copiosamente  quest’anima... Non posso dire altro: Dio è pazzo, fa pazzie d’amore;  resto anch’io impazzita, attonita per tanto bene. (D V, 133) 

Silvia Reali 

Spirito di dolce splendore



Illuminaci con lo splendore dolce e umile dell'amore, così che la soavità insinuante della tua chiarezza impregni intimamente il nostro spirito,  
E penetri fin nell'intimo i nostri pensieri facendoci sentire tutta l'attrattiva del pensiero divino.  
Poiché il tuo splendore è soave, fa' che introduca in noi con la conoscenza la pace,  
Ci faccia riposare nella gioia: la gioia degli occhi che bevono l'irradiamento della tua luce.  
Ci porti a comprendere ciò che non vogliamo ammettere e poi ad ammettere quel che abbiamo compreso meglio.  
Possa il tuo splendore vincere le ribellioni del nostro spirito, domare le opposizioni che nascono dalle nostre passioni e dai nostri egoismi.  
Fa 'che ci disponga ad accogliere tutto il tuo insegnamento e ad amare la tua dottrina,  
Che ci spinga ad agire sull'itinerario tracciato da te, a vivere nella sincerità e nell'autenticità.  
Con l'incanto soave della tua luce afferra il nostro cuore e la nostra intelligenza così che sappiano aderire alla verità.  

LA FIAMMA D’AMORE DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA - ALLA SCUOLA DEL DIVINO MAESTRO



DIARIO SPIRITUALE DI ELISABETTA SZANTÓ 1961-1981 


Mentre ero in ginocchio, con lo spirito ricolmo di un profondo pentimento dei miei peccati e di gratitudine verso di Lui, attendevo la sua voce come non mai! Dopo tanto tempo, io finalmente, ho interrotto il silenzio: "Gesù mio, sei contento che numerosi fedeli vengono devotamente da Te?" 

"Sì", ha risposto Lui con tristezza, "ma si sbrigano tanto che non posso trasmettere loro la mia grazia". Ho capito e avrei voluto tanto consolarlo! 

"O mio dolce Gesù, io vivo per te, muoio per Te, e sono eternamente tua". 

Frattanto cercavo di pensare al modo con cui avrei potuto consolarlo nella sua immensa tristezza. Mi è successo come al piccolo pettirosso quando voleva tirare dalla santa testa di Gesù le spine; nello sforzo cadde su di lui il Sangue Santo del Signore e gli rimase il petto macchiato per sempre di rosso. 

Per molto tempo mi sono trattenuta in chiesa e ho incominciato a sentire un po' di freddo. Volevo salutarlo per andare a casa. Allora nel profondo del mio spirito ha risuonato la voce implorante del Signore: "Non andare via". 

Sono rimasta al mio posto. Dopo un po', nel silenzio del mio intimo, ho sentito una voce dolce: "Cara mia piccola fanciulla carmelitana!" 

A queste parole un profondo pentimento ha invaso tutto il mio essere. Ancora per due volte, una dopo l'altra, ho sentito la dolce voce mentre io spargevo amare lacrime di contrizione. In seguito mi ha parlato la S. Vergine e, come per consolarmi, ha detto: 

"Adora ed espia per il Mio Santo Figlio tanto offeso". 

Riflettevo che queste non potevano essere parole del maligno perché non avrebbe parlato così. Allora in me si è creata un po' di confusione; come potrei io fare tutto ciò? Per qualche tempo sono rimasta ancora in chiesa; non ho pregato perché mi sarebbe piaciuto riordinare alquanto i miei pensieri, ma uno strano velo annebbiava la mia mente. Sono andata a casa e ho pregato la S. Vergine: "Mia Madre Celeste, se hai chiesto questo a me, allora indirizza la mia vita verso il Tuo Santo Figlio". 

Nemmeno il giorno successivo sono riuscita a liberarmi da quel pensiero. Durante la S. Messa imploravo con fervore: "Mamma mia del Cielo, che cosa e come devo fare? Starai vicino a me? Io sono tanto debole senza il tuo aiuto". 

Alla fine della S. Messa ho sentito un forte impulso per chiedere la chiave della casa del Signore, affinché potessi entrare a qualunque ora. Dopo la S. Messa mi sono fermata davanti alla suora sacrestana e le ho rivolto la mia richiesta. Ho descritto a lei la situazione della mia casa ed ella è rimasta sorpresa della serenità con la quale parlavo di questo, ma mi ha risposto che non poteva accontentarmi perché era necessario il permesso del Padre. Due giorni dopo, al primo mattino, la sorella mi è venuta incontro con la buona notizia ed ho avuto la desiderata chiave. 

Quel giorno stesso sono entrata con la preziosa chiave e quando ho aperto la porta della casa del Signore il mio cuore batteva forte. Sentivo che il Signore divideva con me la sua dimora. Per casa aveva dato a me la sua, e perciò mi è tanto cara questa chiesa. 
Quando sono entrata dall'ingresso laterale, mi sono trovata davanti all'altare dedicato alla sposa dello Spirito Santo, la grande Madre degli Ungheresi: "Ave Maria, mia dolce Madre! Con umiltà ti imploro: mantienimi sotto la tua particolare protezione e raccomandami al Tuo Santo Figlio. Io sono la tua infedele bambina carmelitana. Mia dolce Madre, (uso il nome con cui Tu mi hai chiamata) lo so che non ne sono degna e se anche vivessi per secoli non potrei guadagnare nemmeno lontanamente tanti meriti. Madre mia, vieni, accompagnami dal Tuo Santo Figlio!" 

Appena mi sono trovata così sola nell'immensa chiesa, mi sono prostrata davanti al Signore Gesù come non ho mai fatto fino ad ora nella mia vita e gli ho domandato "Siamo noi due soli?" "Purtroppo" ho sentito la sua triste voce nel fondo della mia anima. "Fa' che siamo in tanti!" Non si possono esprimere con parole la gratitudine e il pentimento che sono scaturiti dal mio spirito verso il Signore. "Oh, mio dolce Salvatore! Tu sai bene quanto ho tentennato fino al momento in cui sono arrivata a Te con la tua grazia. Signore mio, ora che hai tolto le scorie esterne del mio spirito sento che mi invade l'abbondanza della tua misericordia. O mio dolce Gesù, togli la rudezza del mio spirito anche se questo mi dovesse fare male. Quando dovrò fermarmi davanti a Te nel giorno della mia morte riconoscerai in me il lavoro delle Tue Sante Mani! Vorrei pentirmi dei miei peccati come nessun peccatore pentito ha mai fatto e Ti voglio amare tanto come nessun convertito Ti ha amato. Mio dolce Gesù, con profonda umiltà T'imploro: non passi neppure un giorno che dai miei occhi non sgorghino lacrime di pentimento e nel mio animo non senta riconoscenza e affetto per Te. Umiliami, Signore mio Gesù, in ogni momento della mia vita, affinché io senta sempre quanto sono povera e miserabile. O mio Signore Gesù, il mio cuore si stringe se penso che qui sulla terra posso vivere unita a Te, ma che dopo la mia morte, per un certo periodo, mi dovrò separare da Te per espiare i miei peccati. Dimmi, mio dolce Gesù, cosa sarà dei miei innumerevoli peccati?"  

Un'impensabile angoscia mi aveva invasa e così imploravo il Signore. Egli allora mi ha fatto sentire per un momento che i peccati si disperdevano nel suo Amore misericordioso. Chissà quanto tempo sarei stata lì in ginocchio ai piedi del Signore dimenticando me stessa, se non mi avesse distolta la sorella sacrestana che alle sette e mezza doveva chiudere il portone, per il quale non avevo la chiave. Non ho potuto distaccarmi dal Signore Gesù e l'ho pregato di venire con me. Mi sono avviata a casa girando per i vicoli silenziosi con la sensazione che il Signore mi era accanto. Non abbiamo scambiato parola. Avrei voluto prostrarmi nella polvere della strada tanto sentivo la sua presenza. Da quando Egli mi ha dato questa casa così grande io, per gratitudine e umile pentimento, l'ho visitato ogni sera e, secondo il desiderio della Santa Vergine sono stata in adorazione ed espiazione davanti al S.S. Sacramento. Che gioia andare da Lui! Mi attende sempre nella sua casa. Non tento di descrivere queste ore intime perché è impossibile farlo. L'anno 1961 è passato con tali conversazioni, che in quel tempo non avevo ancora scritte; ho incominciato quando il Signore mi ha invitata a farlo e, allorché il dolce Redentore mi ha rivolto discorsi più brevi, ho fissato anche questi sulla carta. Durante l'Ora Santa è avvenuto spesso che le sue parole sono passate di sfuggita nella mia mente e dopo non sono più riuscita a trascriverle. In una occasione ho ringraziato il Signore che mi ha assicurato un eterno rifugio: "Mia piccola carmelitana, anche tu assicuri un eterno rifugio a Me! Non senti che noi due ci apparteniamo? Il tuo amore non deve fermarsi mai!" 

In un'altra occasione mi ha pregata di fare di lunedì una veglia di preghiera per le anime sofferenti dei sacerdoti. Un giorno mi sono trovata a casa di alcune mie conoscenti, dove c'era anche una cappella. Quando mi sono congedata da loro, non sono andata a salutare Gesù ed Egli con dolce rimprovero mi ha detto che spesso sono troppo disattenta con Lui. "Perdonami, mio dolce Gesù! Vedi, ti ho chiesto tante volte di togliere la rozzezza della mia anima!" Egli con la sua amorevolezza mi ha parlato così: "Figliola mia, devi amarmi giorno e notte!" Un'altra volta ancora Gli ho chiesto di farmi sentire la sua affettuosa completa presenza: "Figliola mia, non chiedermela per te, perché la concedo a coloro per i quali hai offerto sacrifici e preghiere!" 

"Perdonami mio Gesù, vedi come sono egoista?" 

"Figliola mia, conosco le tue imperfezioni e la tua miseria, ma non per questo devono diminuire le tue attenzioni, perché ciò costituisce una ragione di più per rendere maggiore la dedizione al Mio Amore". 

O Sangue, mi abbandono alla tua virtù rivelatrice



IL MISTERO DEL SANGUE DI CRISTO


Ah! noi non intendiamo questi Misteri perché, dinanzi a Dio, conserviamo le facoltà umane. Bisogna annullare tutto, credersi impotenti della più piccola elevazione, della più semplice intuizione e abbandonarsi alla sola virtù del Sangue di Cristo.
Esso ci rivelerà tutti i Misteri.
Quando Gesù, salendo sulla Croce, rappresentò l'elevazione più sublime, il Sangue discese a rivelare gli abbassamenti della sua anima. Sulla Croce era il compendio della divina carità ed il Sangue uscì a profusione a denotarne la forza, la potenza, l'estensione e la continuità.
O Sangue del mio Gesù, io mi abbandono alla tua virtù rivelatrice!
Accogliendoti in me, con la fede profonda, con una speranza ardente e con la carità operativa, intendo di ascoltare tutti gli insegnamenti luminosi, di partecipare alla vita intima di Cristo, a' suoi abbassamenti, alle sue umiliazioni, a' suoi patimenti, alla sua carità.
Intendo di offrire ad ogni istante queste glorie sconosciute alla Maestà del Padre: intendo di offrirle per tutto il mondo, e, con le intenzioni, con l'amore, con la virtù, con il merito con cui le offrì Gesù stesso. O Sangue del mio Gesù, Tu sei Verbo e Luce, Grazia e Gloria del mio Redentore. Tu sei la mia speranza, la mia vita, il mio amore. q. 17: 21 aprile

SR. M. ANTONIETTA PREVEDELLO

ALL’IMPROVVISO SUCCEDERÀ L’INFERNO SULLA TERRA



Amati figli, è Dio che nel suo infinito dolore vi urla il suo disprezzo per la vostra cattiva condotta!
Ravvedetevi ora, o uomini, perché la mia giustizia è già in atto. Non fatevi trascinare all’Inferno da Satana, ponetevi in ginocchio davanti al Crocifisso e chiedete perdono dei vostri peccati.
Siete giunti al momento della scelta. Non osate mettervi contro il vostro Creatore per non essere cacciati lontano dai suoi Occhi.
Non attendete di svegliarvi una mattina e capire che la vostra vita è finita, che non avete la possibilità di rimediare. Dio vi parla ora e vi richiama ora alla sua sequela, ravvedetevi ora, o uomini, non attendete di vedere sorgere quel mattino che per voi segnerà l’ultimo vostro giorno di vita.
Rinunciate a Satana, tornate alla Vita, il pericolo è costante e si aggira intorno a voi. La Terra sta per vomitarvi addosso tutto il suo male, il dolore sarà grande, o uomini, voi non volete capire, siete ancora spavaldi nonostante ciò che già state attraversando.
Non sperate in un futuro migliore perché non ci sarà futuro per chi non si accompagnerà al suo Dio Amore.
Dio chiama alla conversione urgente! Non c’è più tempo figlioli, all’improvviso succederà l’inferno sulla Terra e, per chi si troverà in stato di peccato, Dio lo lascerà al suo destino, volgerà lontano il suo sguardo.
Quando meno ve lo aspettate, il cielo si tingerà di rosso e la Terra comincerà a tremare. Si udranno urla di demoni bramosi di possedere più anime possibili, strapparle a Me. Perciò non attendete altro tempo, rimediate ora ai vostri errori. Dio attende il ravvedimento dei suoi figli per poterli abbracciare a Sé e donargli a godere di Sé nelle meraviglie del suo Creato.
Meditate su questo mio appello di salvezza, o uomini, abbandonatevi a Me, rinunciate a Satana, desiderate vivere e non morire.
Bramo il vostro ritorno a Me.
Vi attendo figli miei per iniziare con voi il tempo dell’amore infinito.
Carbonia 31.07.2020

LA VITA DI SAN BENEDETTO



Le monache riconciliate per mezzo del Sacrificio

Gregorio: Era difficile, Pietro, che anche il parlare ordinario del santo non fosse  pieno di prodigiosa efficacia, perché il suo cuore era elevato a cose alte e quindi  non c'era parola della sua bocca che cadesse invano. Anche quando gli capitò di  pronunciare qualcosa anche di non decisivo ma di semplice minaccia, anche allora la sua parola aveva tanta forza, come se l'avesse pronunziata non con  animo esitante o condizionato, ma come una vera espressione di volontà.

Non lontano dal suo monastero, due religiose, appartenenti a famiglie nobili,  vivevano l'osservanza religiosa nella loro casa; per le cose necessarie all'esterno  prestava loro servizio un buon uomo, molto religioso e zelante.

Purtroppo capita spesso che la nobiltà dei natali provochi in alcuni una specie  di volgarità d'animo, forse perché ripensando che sono stati un po' più degli altri,  più difficilmente disprezzano se stessi in questo mondo.

Queste due religiose insomma non ancora avevano stretto bene i freni alla  propria lingua, anche portando l'abito monastico, e spesso con le loro sgarbate  parole provocavano ad ira quel pio uomo che le serviva. Questi per un bel pezzo  riuscì a tollerarle, ma alla fine si presentò all'uomo di Dio e gli raccontò le molte  insolenze che doveva subire. L'uomo di Dio porse bene l'orecchio a quanto gli  veniva narrato e immediatamente mandò a dire a quelle così: "Tenete un po' più a  freno la vostra lingua, perché, se non vi emenderete vi tolgo la comunione". Certo  non intendeva con queste parole di lanciare la scomunica, ma soltanto di  minacciarla.

Quelle però continuarono, senza mutare affatto le vecchie abitudini. Di li a  pochi giorni morirono e furono sepolte in chiesa.

Successe allora questo: tutte le volte che in quella chiesa si celebrava la  Messa solenne, quando il diacono ordinava: "Chi è scomunicata esca!", la loro  vecchia nutrice, che soleva offrire oblate in loro suffragio, le vedeva venir fuori dal  loro sepolcro e uscire di chiesa. Avendo osservato più volte che proprio alla voce  del diacono non potevano restare in chiesa, si ricordò del comando che l'uomo di  Dio aveva loro mandato, mentre vivevano, e cioè che le avrebbe private della  comunione se non si fossero emendate nei modi e nelle parole.

Informò allora addolorata il servo di Dio, il quale, proprio di sua mano le diede  un'offerta dicendo: "Andate e fate offrire per loro al Signore questa oblazione e  saranno sciolte dalla scomunica". Difatti, dopo che fu sacrificata per loro l'offerta,  quando il diacono intimava agli scomunicati di uscir fuori, quelle non furon viste  uscirsene mai più.

Da ciò apparve evidente che il Signore le aveva riammesse alla sua  comunione per intercessione del servo di Dio, perché non lasciavano più il loro  posto in chiesa, come persone scomunicate.

Pietro: a me pare proprio inverosimile che un uomo, per venerabile e  santissimo che sia, ma ancora vivente in questa carne mortale, abbia potuto  assolvere anime che si erano già presentate all'invisibile giudizio.

Gregorio: Pietro caro, e non era in questa vita colui che si sentì dire: "Tutto ciò  che legherai sulla terra sarà legato in cielo, e quel che scioglierai sopra la terra,  sarà sciolto anche nel cielo"? In questo ufficio di legare e sciogliere gli succedono  ora coloro che degnamente e con fede sono costituiti nel sacro governo. Ma  perché l'uomo terrestre potesse avere tanta potestà, il Creatore del cielo e della  terra è disceso dal cielo in terra e fattosi uomo per gli uomini - egli che era Dio - si  è degnato concedere all'uomo composto di carne la facoltà di giudicare anche  sulle cose dello spirito. Nel momento stesso in cui la potenza di Dio scendeva fino  a farsi debolezza, proprio in quel momento la nostra debolezza veniva elevata al  di sopra di sé.

Pietro: i tuoi ragionamenti armonizzano perfettamente con i prodigi che mi hai raccontato.

tratto dal Libro II° dei "Dialoghi" di San Gregorio Magno

TRISTEZZA E DEPRESSIONE



Gesù, ti presento tutte le tristezze, le angosce, gli affanni, il senso di solitudine, di  isolamento, di fallimento; tutti gli stati di depressione, disperazione, sfiducia,  abbattimento, avvilimento... in cui tanto spesso mi trovo. 
Con le mie forze non riesco a uscire da questi stati d'animo di tristezza e di depressione.  Intervieni Tu. Come sei apparso a due ai discepoli di Emmaus lungo la strada e hai  rimesso speranza nei loro cuori e sorriso sui loro volti, così vieni accanto a me. Liberami da  questi stati d'animo. Riempi il vuoto del mio cuore e della mia vita, fammi emergere da  ogni tristezza e abbattimento. Infondi in me lo Spirito Santo, Spirito di conforto e di gioia,  di speranza e di forza. 
Cuore di Gesù, confido e spero in te. 

Don Leonardo Maria Pompei

SVEGLIATEVI! CON GLI EVENTI CHE SI STANNO APPROSSIMANDO, CERCHERANNO DI CONFONDERVI. CHE NE SARÀ DEI MIEI FIGLI SE VI LASCERETE TURBARE?



MESSAGGIO DI NOSTRO SIGNORE GESÚ CRISTO
ALLA SUA AMATA FIGLIA LUZ DE MARIA
30 LUGLIO 2020

Amato Popolo Mio:

Vi porto sempre nel Mio Sacro Cuore.

COME POPOLO CHE SI SFORZA DI RIMANERE SULLA MIA VIA, TENETE PRESENTE CHE “IL MIO REGNO NON È DI QUESTO MONDO” (Gv 18,36)

Se Mi cercate con la logica umana, non Mi troverete e vi confonderete.
Io Mi mostro in quello che per il mondo è incomprensibile.
Sono venuto a trasformare le anime, a cercare quello che il mondo disprezza, per trovare la pietra preziosa e portarla ad essere luce per i propri fratelli. 

Figli, se Mi cercate nelle cose superficiali che vedete con gli occhi umani, non Mi troverete. Io Mi trovo nel profondo delle anime degli umili e dei semplici di cuore, non in quelli che dicono di avere la verità assoluta.

SVEGLIATEVI!
CON GLI EVENTI CHE SI STANNO APPROSSIMANDO,
CERCHERANNO DI CONFONDERVI.
CHE NE SARÀ DEI MIEI FIGLI SE VI LASCERETE TURBARE?

Vi chiedo di essere fermi, convinti e convertiti, di non titubare in questo momento in cui il male sta sussurrando all’orecchio dei Miei fedeli per sviarli dal Mio Cammino e portarli a comportarsi e ad agire al di fuori del Primo Comandamento e a non rispettare il resto del Decalogo.

Non venite meno nella Fede, mantenete la pace interiore senza lanciare la prima pietra e rimanete saldi, guardate dentro di voi, lì dove Mi trovo Io.

Stanno cercando di distrarvi: le chiese sono chiuse, i banchi sono vuoti e la solitudine all’interno delle Mie Chiese presagisce il futuro:

LA SOPPRESSIONE DEL MISTERO EUCARISTICO.

Vi Ho chiesto di prestare attenzione all’avanzata del comunismo, che non è sopito, ma sta avanzando assieme a quelli che in questo momento stanno orchestrando la schiavitù dell’umanità e, all’ombra della carestia, andranno in cerca del caos mondiale.

Pregate figli Miei, dalla Mia Chiesa uscirà la confusione per i Miei, voi rimanete fedeli al Magistero della Mia Vera Chiesa. (1)

Pregate figli Miei, pregate, l’ombra della morte raggiungerà il seno della Mia Chiesa.

Pregate figli Miei, la terra tremerà con forza, con grande forza.

Mia Madre, come Maestra dei Miei figli, vi ha chiamati costantemente ad
“AMARMI IN SPIRITO E VERITÀ”.
IO CONTINUO AD ESSERE PRESENTE IN CIASCUNO DI VOI, IN QUELLI CHE LAVORANO PER IL MIO REGNO, IN QUELLI NEI QUALI MI COMPIACCIO.

Non temete, per quanto duro sarà il momento, Io manderò le Mie Legioni Angeliche a proteggere i Miei. Mantenete la pace.

Pregate Mia Madre con il Santo Rosario, pregate San Michele Arcangelo.

Ricevetemi totalmente in pace, puri di cuore.

NON ABBIATE PAURA!
VI BENEDICO.

Il vostro Gesù

AVE MARIA PURISSIMA, CONCEPITA SENZA PECCATO
AVE MARIA PURISSIMA, CONCEPITA SENZA PECCATO
AVE MARIA PURISSIMA, CONCEPITA SENZA PECCATO



COMMENTO DI LUZ DE MARIA

Fratelli:

Considerando il futuro di subbuglio verso il quale come umanità siamo diretti, questo Appello di Nostro Signore Gesù Cristo ci porta e guardarci dentro e a prendere atto di quello che come generazione stiamo vivendo.

La schiavitù mascherata alla quale stiamo venendo portati in questo momento di incertezza, è una schiavitù sociale, religiosa, tecnologica, ideologica e morale.

Meditando le Parole di Nostro Signore, mi è venuto in mente il passaggio della Sacra Scrittura, Matteo 24, che vi invito a meditare.

Amen.

In tempi di follia, solo i relativamente pazzi hanno il coraggio di essere sani di mente.



Sant'Ignazio di Loyola


In tempi di follia, solo i relativamente pazzi hanno il coraggio di essere sani di mente. In questo paradosso sta il paradosso della salvezza stessa: che i matti apparentemente sono quelli che salvano il mondo dalla follia. Sant'Ignazio di Loyola fu un cavaliere errante per la Madonna che caricò i giganteschi mulini a vento della sua vita con l'inarrestabile valore di Don Chisciotte, dimostrandosi, sebbene spesso malconcio e contuso, un potente campione che guidò un esercito per la maggiore gloria di Dio.
In un tumultuoso secolo per la Chiesa cattolica, in cui papa Leone X si agitò quando Lutero divenne popolare, e Adriano VI si agitò contro i turchi, e Clemente VII si agitò con gli Asburgo, e Paolo III agitò per le commissioni di Michelangelo, un cavaliere nacque al Chiesa nel castello di Loyola a Guipuscoa, Spagna, 1491. Ignazio fu allevato dalla sua fanciullezza nelle arti cavalleresche nella corte di Ferdinando V d'Aragona.
Conosciuto per i suoi occhi che trafiggevano come spade, Ignazio era guidato da giovani sogni ad occhi aperti di prodezza militare. Dopo il suo servizio turbolento e amoroso a corte, fu di stanza nella caserma di Pamplona nel 1517. Dopo essersi stabilito lì come un soldato selvaggio e accattivante, guidò eroicamente i suoi compagni nella difesa della città contro l'assedio della Francia, cadendo solo dopo un palla di cannone frantumò la sua gamba destra. Con la perdita di Ignazio, la città si arrese presto e i suoi conquistatori francesi dimostrarono la loro ammirazione per il loro valoroso nemico portandolo con cortesia e cura al Castello di Loyola per riprendersi.
La convalescenza di Ignazio fu prolungata e dolorosa: la sua gamba rotta aveva bisogno di rompersi e reimpostarsi in due occasioni. Il cavaliere chiassoso giaceva a terra, irrequieto e tormentato; e sebbene fino a quel momento la sua lettura fosse stata interamente dedicata alle romantiche avventure di Amadis of Gaul, El Cide quei tomi di cavalleria che hanno spezzato il cervello del Cavaliere della Mancia, tutto ciò che aveva in quel momento erano due storie sconosciute: la vita di Gesù Cristo e la vita dei Suoi santi. La riluttanza e la noia gettarono ostacoli nella sua mente, ma la sua immaginazione ad alto passo trovò presto il suo ritmo nelle scappatelle degli eroi della Chiesa. Ignazio vide dispiegarsi davanti a sé una meravigliosa miriade di battaglie cavalleresche e fini estasiati che facevano vergognare tutte le sue amate leggende - o meglio, dava loro uno scopo in un dramma che non aveva mai sognato. Le Crociate furono riaccese nel ferito Cavaliere di Loyola mentre giurò di competere con i santi in santità. Giurò di prendere Gerusalemme dalle mani dei pagani. I suoi occhi penetranti si restrinsero. Appoggiò la spada nuda sulle ginocchia e attese il suo giorno di guarigione.
Ma anche i fuochi dello spirito di Ignazio dovevano essere reindirizzati. Mentre giaceva sul suo divano, una Signora gli apparve più splendente di qualsiasi signora di qualunque cavaliere errante prima. Ignazio prese il suo favore con timore reverenziale, e tutta la concupiscenza fuggì dal suo corpo lasciandolo con una nuova visione della conquista marziale. Il cavaliere avrebbe conquistato il mondo in nome della Signora che serviva - la Vergine Madre di Dio - non attraverso il puro militarismo, ma misticismo militante. Appena riuscì a camminare, Ignazio andò al monastero benedettino di Santa Maria de Montserrat,posò la sua armatura davanti a un'immagine di Maria, e poi andò a piedi in una caverna isolata nelle solitudini di Manresa dove trascorse dieci mesi in rigida automorfizzazione. Lì in quella grotta, Ignazio preparò il suo cuore per un nuovo tipo di battaglia, allenandosi tra le braccia dello spirito e rafforzando la sua determinazione a servire il cielo attraverso la preghiera e il digiuno. Lì, in quella grotta, Ignazio imparò le arti segrete dell'ascetismo e scoprì le fondamenta di quelle che sarebbero diventate le sue famose meditazioni, Esercizi spirituali . Emerse dall'oscurità di quella grotta e dall'oscurità della sua anima, magro e malconcio, ma felice, pronto a marciare per la Terra Santa.
I due anni successivi, tuttavia, furono colpiti da battute d'arresto, malattia e gravità. I francescani pensarono che Ignazio fosse un pazzo e si rifiutarono di sostenere la sua missione per riprendersi Gerusalemme. Alla fine Ignazio si ritrovò a Barcellona nel 1524, dove decise che, date le sue lotte, lo studio era l'opzione migliore. Intraprese i rigori di formarsi la mente con la stessa rigore con cui aveva formato il suo corpo per diventare un soldato, e colui che aveva combattuto e abbattuto in battaglie infuocate e duelli, si sedette accanto ai giovani piegati sui libri latini nonostante la beffa degli uomini. Presto iniziò gli studi all'Università di Parigi, ma fu sempre assillato dalle difficoltà derivanti dal suo zelo missionario all'angolo della strada, come i ruffiani che lo picchiavano per aver cercato di proteggere le prostitute e persino la prigione due volte dall'Inquisizione per sospetto che fosse un membro di un gruppo eretico.
Per tutte queste prove, tuttavia, fu a Parigi che un piccolo gruppo di seguaci si radunò attorno allo strano e sorprendente asceta, e li condusse a fare opere per i poveri, negli studi e nella preghiera della comunità come un ufficiale militare. Fu con questi compagni che Ignazio rinnovò la sua determinazione a predicare in Terra Santa. Insieme, questi sette uomini hanno promesso il lavoro permanente come missionari. Nacque la Compagnia di Gesù. Questi crociati, i primi gesuiti, marciarono poi sulle Alpi verso Gerusalemme, ma, con loro sgomento, trovarono Venezia devastata dalla guerra con i turchi. Il loro passaggio fu bloccato e la missione di Ignazio fu sventata ancora una volta.
Ricevettero il permesso di essere ordinati al sacerdozio mentre erano a Venezia, dopo di che, fecero i loro passi verso Roma per mettersi a disposizione del Papa. Presentandosi a Paolo III, alcuni furono incaricati di insegnare, altri di svolgere mansioni ospedaliere, altri ancora di fondare scuole, mentre Ignazio redigeva e ampliava la regola ufficiale per la sua comunità appena fondata, un compito che continuò per tutta la sua vita. La regola consisteva nei soliti voti di povertà, castità e obbedienza, ma, in linea con il bagliore militare di Ignazio, l'obbedienza al superiore e al papa era enfatizzata sugli altri due. Inoltre, ai membri veniva impartito un addestramento parallelo all'addestramento militare, completo di ordini, esercitazioni e una gerarchia o gradi, poiché Ignazio pensava ai suoi fratelli come soldati che avrebbero avuto bisogno della forza della disciplina e delle sottigliezze della saggezza per condurre e vincere guerre sui campi di battaglia spirituali. Il papa approvò l'ordine nel 1540 e Ignazio fu eletto primo superiore generale.
I gesuiti crebbero rapidamente per diventare un potere con cui fare i conti nella Chiesa cattolica. La loro spiritualità era una fede incrollabile, indomitabilità e acume intellettuale. Si scontrarono con i protestanti, salvarono cattolici assediati in Inghilterra, difesero i confini della Francia dall'eresia e conquistarono la lealtà di migliaia di persone a Dio e alla sua Chiesa. Nessuna sfida era troppo scoraggiante, difficile o pericolosa, poiché ogni membro della Società desiderava mettersi alla prova in un lavoro scoraggiante, difficile e pericoloso. Marciarono in India, Cina e Giappone. Hanno navigato verso il Nuovo Mondo. Hanno conquistato innumerevoli anime per Cristo.
Sant'Ignazio di Loyola addestrò corpi e menti a servire meglio nell'esercito del Signore. Il suo misticismo di livello militare preparava, proteggeva e preservava i gesuiti da qualsiasi nemico, non importa quanto terribile, rendendo Sant'Ignazio uno di quei pazzi quixotici e cavallereschi che si rifiutano con una cretina determinazione di arrendersi ai deliri di un mondo impazzito, e quindi servire nel cavaliere del cielo.

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