sabato 1 agosto 2020

SULLA PREGHIERA



LA MEDITAZIONE


Preparazione alla meditazione  

La meditazione, come abbiamo detto, si basa sulla lettura. Il tema della lettura deve essere scelto e preparato per tempo, altrimenti lo spirito rimarrà in un’indecisione che porterà quasi infallibilmente il più grande pregiudizio alla sua preghiera. La negligenza a questo riguardo da parte di innumerevoli anime viene segnata dai maestri della vita spirituale come uno dei motivi principali dell’aridità di cui soffrono nella loro meditazione. Difatti il tema di meditazione deve essere scelto e preparato già alla veglia della preghiera. 


La meditazione discorsiva e la meditazione affettiva 

Ciò che abbiamo scritto sulla meditazione si riferisce a tutti e due i suoi tipi. Questi due tipi corrispondono a due vie spirituali. Come abbiamo già accennato, la meditazione discorsiva corrisponde alla via purgativa; la meditazione affettiva corrisponde alla via illuminativa. Il fedele che cammina sulla prima via sta lottando contro il peccato, è moralmente instabile, e non ha purificato ancora la sua volontà, cioè il suo amore. Il fedele che cammina sulla seconda via, invece, ha superato il peccato, almeno quello deliberato, è radicato nelle virtù, e ha liberato la sua volontà per poter amare Dio.  

Una conseguenza di questa distinzione è che, malgrado il fatto che tutti e due i fedeli, in quanto meditano, godono sia della conoscenza che dell’amore di Dio, il primo fedele riesce a meditare coll’intelletto meglio che colla volontà, ossia conosce Dio tramite la meditazione discorsiva; il secondo fedele invece si sente piuttosto portato a meditare colla volontà, ossia ama Dio tramite la meditazione affettiva. Un’altra conseguenza è che il primo fedele parte spesso da uno sguardo su sé stesso, sulla propria peccaminosità, per poi salire alla meditazione di Dio; mentre il secondo è in grado di indirizzare subito il suo sguardo verso Dio.  


a)  La meditazione discorsiva 

i) In genere 

La meditazione discorsiva conviene a coloro che iniziano la vita spirituale. In vista dei bisogni particolari di costoro, l’oggetto più adatto della meditazione è il peccato in tutta la sua malizia, le cause dei loro errori, la mortificazione, i doveri del loro stato di vita, la Grazia, e Nostro Signore Gesù Cristo Stesso come modello dei penitenti.  

In questa ottica, possono meditare la Caduta e la Redenzione dell’uomo; la giustizia, la misericordia, e la santità di Dio; la radice triplice del peccato: cioè il mondo, la carne, e il demonio; la penitenza, i vizi, soprattutto quelli propri; i doveri della religione e quelli verso il prossimo; la vita della Grazia; e la povertà, l’obbedienza, la penitenza, e la Passione e la Morte del Signore. 

ii)  Metodo della meditazione discorsiva ignaziana 

A parte i metodi generali di meditazione ai quali abbiamo appena accennato, occorre brevemente esporre quello di sant’Ignazio. Con i suoi famosi Esercizi spirituali egli stabilisce un programma intenso di meditazioni discorsive che si può estendere su un periodo di giorni o anche settimane. Questi esercizi convengono soprattutto ai principianti, a persone recentemente convertite, e a coloro che cercano di approfondire la loro vita spirituale, ad esempio in vista di un’eventuale vocazione. 

La meditazione ignaziana comincia con una preghiera in cui si chiede che tutte le proprie intenzioni ed azioni siano indirizzate al servizio e alla lode della Divina Maestà. Seguono due preludi. Il primo è ‘la composizione del luogo’ che serve a fissare l’immaginazione o lo spirito sul soggetto della meditazione. Occorre rappresentarsi questo soggetto il più vividamente possibile, anche immaginando sé stessi presenti ad una determinata scena: alla caduta degli angeli per esempio. Il secondo preludio consiste nel chiedere a Dio la grazia che si vuole, per esempio la vergogna dei propri peccati passati. 

Il corpo della meditazione consiste nell’applicazione delle tre facoltà dell’anima – la memoria, l’intelletto, e la volontà – sui diversi elementi da meditare. Colla memoria si medita il soggetto nell’insieme; coll’intelletto lo si medita nel dettaglio; colla volontà si eccitano pii affetti, e si formulano buoni proponimenti di ammigliorarsi. Questi devono essere pratici e corrispondere alla nostra situazione attuale, proponimenti da porre in atto il giorno stesso, fondati su motivi solidi e umili, ed accompagnati dalla preghiera. Non è necessario applicare le tre facoltà su tutti i punti della meditazione, ma l’applicazione della volontà non deve mancare: anzi, è la parte la più importante dell’esercizio. 

La meditazione si conclude con una ricapitolazione dei proponimenti; con pii colloqui con Dio Padre, Nostro Signore Gesù Cristo, la Madonna, o qualche santo; e colla revisione della meditazione stessa o con un esame della maniera in cui si è svolta, di modo da accorgersi delle sue imperfezioni e per poterle rimediare in futuro. 

iii)  Le difficoltà della meditazione discorsiva 

La difficoltà della meditazione per coloro che iniziano deriva dalla mancanza di esperienza e di generosità, e dalle distrazioni.

L’inesperienza inclina tali persone all’eccessiva astrazione. Contro questa tendenza devono coinvolgersi più personalmente nella preghiera, esaminandosi sulle virtù in questione, compiendo atti di adorazione, di amore e di riconoscimento a Dio, atti di contrizione, e proponimenti di fare meglio moralmente nel corso della giornata.  

La mancanza di generosità le porta allo scoraggiamento se non ricevono subito consolazioni sensibili. Devono capire che ciò che Dio ci richiede nella meditazione non è il successo, bensì lo sforzo, e che sarebbe pusillanimità arrendersi senza impegno. 

Le distrazioni costituiscono la difficoltà più grande, poiché coloro che iniziano sono ancora in balìa delle loro fantasie e sensazioni, e dei loro attaccamenti troppo umani a persone e cose, così che sono soggetti ad una molteplicità di pensieri, immagini, ed idee inutili, se non proprio peccaminosi. Qui bisogna capire che solo le distrazioni volontarie sono peccaminose, e che, contrastandole prontamente, energicamente, e costantemente, si guadagnano molti meriti per il Cielo: più, di fatti, che se la preghiera fosse stata senza distrazioni. 

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Padre Konrad zu Loewenstein

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