DIARIO SPIRITUALE DI ELISABETTA SZANTÓ 1961-1981
Mentre ero in ginocchio, con lo spirito ricolmo di un profondo pentimento dei miei peccati e di gratitudine verso di Lui, attendevo la sua voce come non mai! Dopo tanto tempo, io finalmente, ho interrotto il silenzio: "Gesù mio, sei contento che numerosi fedeli vengono devotamente da Te?"
"Sì", ha risposto Lui con tristezza, "ma si sbrigano tanto che non posso trasmettere loro la mia grazia". Ho capito e avrei voluto tanto consolarlo!
"O mio dolce Gesù, io vivo per te, muoio per Te, e sono eternamente tua".
Frattanto cercavo di pensare al modo con cui avrei potuto consolarlo nella sua immensa tristezza. Mi è successo come al piccolo pettirosso quando voleva tirare dalla santa testa di Gesù le spine; nello sforzo cadde su di lui il Sangue Santo del Signore e gli rimase il petto macchiato per sempre di rosso.
Per molto tempo mi sono trattenuta in chiesa e ho incominciato a sentire un po' di freddo. Volevo salutarlo per andare a casa. Allora nel profondo del mio spirito ha risuonato la voce implorante del Signore: "Non andare via".
Sono rimasta al mio posto. Dopo un po', nel silenzio del mio intimo, ho sentito una voce dolce: "Cara mia piccola fanciulla carmelitana!"
A queste parole un profondo pentimento ha invaso tutto il mio essere. Ancora per due volte, una dopo l'altra, ho sentito la dolce voce mentre io spargevo amare lacrime di contrizione. In seguito mi ha parlato la S. Vergine e, come per consolarmi, ha detto:
"Adora ed espia per il Mio Santo Figlio tanto offeso".
Riflettevo che queste non potevano essere parole del maligno perché non avrebbe parlato così. Allora in me si è creata un po' di confusione; come potrei io fare tutto ciò? Per qualche tempo sono rimasta ancora in chiesa; non ho pregato perché mi sarebbe piaciuto riordinare alquanto i miei pensieri, ma uno strano velo annebbiava la mia mente. Sono andata a casa e ho pregato la S. Vergine: "Mia Madre Celeste, se hai chiesto questo a me, allora indirizza la mia vita verso il Tuo Santo Figlio".
Nemmeno il giorno successivo sono riuscita a liberarmi da quel pensiero. Durante la S. Messa imploravo con fervore: "Mamma mia del Cielo, che cosa e come devo fare? Starai vicino a me? Io sono tanto debole senza il tuo aiuto".
Alla fine della S. Messa ho sentito un forte impulso per chiedere la chiave della casa del Signore, affinché potessi entrare a qualunque ora. Dopo la S. Messa mi sono fermata davanti alla suora sacrestana e le ho rivolto la mia richiesta. Ho descritto a lei la situazione della mia casa ed ella è rimasta sorpresa della serenità con la quale parlavo di questo, ma mi ha risposto che non poteva accontentarmi perché era necessario il permesso del Padre. Due giorni dopo, al primo mattino, la sorella mi è venuta incontro con la buona notizia ed ho avuto la desiderata chiave.
Quel giorno stesso sono entrata con la preziosa chiave e quando ho aperto la porta della casa del Signore il mio cuore batteva forte. Sentivo che il Signore divideva con me la sua dimora. Per casa aveva dato a me la sua, e perciò mi è tanto cara questa chiesa.
Quando sono entrata dall'ingresso laterale, mi sono trovata davanti all'altare dedicato alla sposa dello Spirito Santo, la grande Madre degli Ungheresi: "Ave Maria, mia dolce Madre! Con umiltà ti imploro: mantienimi sotto la tua particolare protezione e raccomandami al Tuo Santo Figlio. Io sono la tua infedele bambina carmelitana. Mia dolce Madre, (uso il nome con cui Tu mi hai chiamata) lo so che non ne sono degna e se anche vivessi per secoli non potrei guadagnare nemmeno lontanamente tanti meriti. Madre mia, vieni, accompagnami dal Tuo Santo Figlio!"
Appena mi sono trovata così sola nell'immensa chiesa, mi sono prostrata davanti al Signore Gesù come non ho mai fatto fino ad ora nella mia vita e gli ho domandato "Siamo noi due soli?" "Purtroppo" ho sentito la sua triste voce nel fondo della mia anima. "Fa' che siamo in tanti!" Non si possono esprimere con parole la gratitudine e il pentimento che sono scaturiti dal mio spirito verso il Signore. "Oh, mio dolce Salvatore! Tu sai bene quanto ho tentennato fino al momento in cui sono arrivata a Te con la tua grazia. Signore mio, ora che hai tolto le scorie esterne del mio spirito sento che mi invade l'abbondanza della tua misericordia. O mio dolce Gesù, togli la rudezza del mio spirito anche se questo mi dovesse fare male. Quando dovrò fermarmi davanti a Te nel giorno della mia morte riconoscerai in me il lavoro delle Tue Sante Mani! Vorrei pentirmi dei miei peccati come nessun peccatore pentito ha mai fatto e Ti voglio amare tanto come nessun convertito Ti ha amato. Mio dolce Gesù, con profonda umiltà T'imploro: non passi neppure un giorno che dai miei occhi non sgorghino lacrime di pentimento e nel mio animo non senta riconoscenza e affetto per Te. Umiliami, Signore mio Gesù, in ogni momento della mia vita, affinché io senta sempre quanto sono povera e miserabile. O mio Signore Gesù, il mio cuore si stringe se penso che qui sulla terra posso vivere unita a Te, ma che dopo la mia morte, per un certo periodo, mi dovrò separare da Te per espiare i miei peccati. Dimmi, mio dolce Gesù, cosa sarà dei miei innumerevoli peccati?"
Un'impensabile angoscia mi aveva invasa e così imploravo il Signore. Egli allora mi ha fatto sentire per un momento che i peccati si disperdevano nel suo Amore misericordioso. Chissà quanto tempo sarei stata lì in ginocchio ai piedi del Signore dimenticando me stessa, se non mi avesse distolta la sorella sacrestana che alle sette e mezza doveva chiudere il portone, per il quale non avevo la chiave. Non ho potuto distaccarmi dal Signore Gesù e l'ho pregato di venire con me. Mi sono avviata a casa girando per i vicoli silenziosi con la sensazione che il Signore mi era accanto. Non abbiamo scambiato parola. Avrei voluto prostrarmi nella polvere della strada tanto sentivo la sua presenza. Da quando Egli mi ha dato questa casa così grande io, per gratitudine e umile pentimento, l'ho visitato ogni sera e, secondo il desiderio della Santa Vergine sono stata in adorazione ed espiazione davanti al S.S. Sacramento. Che gioia andare da Lui! Mi attende sempre nella sua casa. Non tento di descrivere queste ore intime perché è impossibile farlo. L'anno 1961 è passato con tali conversazioni, che in quel tempo non avevo ancora scritte; ho incominciato quando il Signore mi ha invitata a farlo e, allorché il dolce Redentore mi ha rivolto discorsi più brevi, ho fissato anche questi sulla carta. Durante l'Ora Santa è avvenuto spesso che le sue parole sono passate di sfuggita nella mia mente e dopo non sono più riuscita a trascriverle. In una occasione ho ringraziato il Signore che mi ha assicurato un eterno rifugio: "Mia piccola carmelitana, anche tu assicuri un eterno rifugio a Me! Non senti che noi due ci apparteniamo? Il tuo amore non deve fermarsi mai!"
In un'altra occasione mi ha pregata di fare di lunedì una veglia di preghiera per le anime sofferenti dei sacerdoti. Un giorno mi sono trovata a casa di alcune mie conoscenti, dove c'era anche una cappella. Quando mi sono congedata da loro, non sono andata a salutare Gesù ed Egli con dolce rimprovero mi ha detto che spesso sono troppo disattenta con Lui. "Perdonami, mio dolce Gesù! Vedi, ti ho chiesto tante volte di togliere la rozzezza della mia anima!" Egli con la sua amorevolezza mi ha parlato così: "Figliola mia, devi amarmi giorno e notte!" Un'altra volta ancora Gli ho chiesto di farmi sentire la sua affettuosa completa presenza: "Figliola mia, non chiedermela per te, perché la concedo a coloro per i quali hai offerto sacrifici e preghiere!"
"Perdonami mio Gesù, vedi come sono egoista?"
"Figliola mia, conosco le tue imperfezioni e la tua miseria, ma non per questo devono diminuire le tue attenzioni, perché ciò costituisce una ragione di più per rendere maggiore la dedizione al Mio Amore".
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