domenica 5 novembre 2023

"Ogni vita che vi dono ha la sua bellezza interiore" "Vedrete la bellezza della vita nuova venire a voi per amore" "Accettereste i bambini che stanno per nascere invece di commettere l'aborto"

 


Avola, 24 Aprile 2011 – Domenica di Pasqua - Messaggio privato del Signore Gesù


Giuseppe Auricchia:“Il giorno di Pasqua sono a letto tra i miei dolori e dentro di me medito la passione di Gesù. Le campane del paese suonano a festa, ma io non posso andare. Vedo Gesù vestito di bianco, trionfante nella Sua gloria, e così mi dice:”

“Figlio, ti dico che l'uomo ha solo un barlume della gloria che gli darò nella Risurrezione finale.
Vi porto il dono della vita che è l'Amore personificato, perché ogni vita che vi dono ha la sua bellezza interiore, che l'uomo non è in grado di apprezzare completamente.
Se pensate alla vostra esistenza, verrò e così potete riconoscere quanto siete fortunati per la Mia grazia, ad essere in vita.
Più comprenderete il Mio Amore per ciascuno di voi e più vedrete la bellezza della vita nuova venire a voi per amore.
E' questa gioia d'Amore che voglio condividere con tutto il Mio popolo.
Se i Miei figli potessero vedere il valore vero della vita, si amerebbero di più e non lotterebbero uccidendosi vicendevolmente per i beni di questo mondo.
Inoltre, se foste meno egoisti, accettereste i bambini che stanno per nascere invece di commettere l'aborto.
Come potete rifiutare la vita, quando è Mia volontà condividerla con tutti voi. Amatevi l'un con l'altro e abbracciatevi con amore, per i preziosi doni che vi ho fatto. Benedicendovi, Io Gesù Risorto”

Il dire umano che vale è solo nel Verbo incarnato e fatto uomo.

 


EPOPEA SALVIFICA DEL CRISTIANESIMO VITTORIOSO 


1. Il dire umano che vale è solo nel Verbo incarnato e fatto uomo. 


4/2/2005  

Il prodursi letterale della gnosi etica, confacentesi all’ordinato sviluppo spirituale dell’anima, espone la sostanza dottrinale del testo biblico a cui è dato di tutto contenere, nel merito della Parola e della Volontà di Dio in ordine alla stessa. 

Sapienza divina viva è dinamica potenza del vissuto umano per l’onnisciente pensiero del Padre, l’onnipotente Parola del Figlio, la trascendenza dell’amore dello Spirito Santo. 

Il mirar della scienza gli astri è comune appartenenza all’erudizione umana, ma poco o nulla può mutare l’uomo del tempo e della natura. 

Prosopopea assurda, dunque, a vanto sol di se stessa, la scienza che non sa collocarsi tra uno dei più bei doni di Dio, negando Dio che è grembo materno di ogni cosa creata. 

Supplice, la terra chiede a Dio di poter essere abbeverata nel mutar delle stagioni, per essere fertile ciclo evolutivo di sempre nuovi fiori, di sempre nuovi frutti. 

Non è il cielo, ma il Dio del cielo e della terra a donare risposta all’uomo che sa essergli figlio. 

Il dire umano che vale è solo nel Verbo incarnato e fatto uomo, a cui tutto s’arrende, purché Lui e Lui solo lo voglia. 

Preminenza delle preminenze è in Gesù fatto uomo, per indicare all’uomo la bassezza raggiunta e l’altezza che era e che ancora è chiamato a raggiungere. 

Sappia l ’uomo soffermarsi per vedere ciò che più non vede, a sentire ciò che più non sente, perché l’uomo è ingiuria al tempo della vita che lo vuol salvare dalla sua corsa di voler solo morire nella feccia del peccato, che gli vieta di poter risalire. 

La morte supina lo attende, lo avvolge, lo fa suo, nella brama che la morte, figlia del peccato, ha di coniugarsi con l’inferno per soddisfare le brame assassine di colui che è il male e che attenta ad ogni anima che Dio chiama a miglior vita. 

Postillografare della vita umana i momenti più belli è ormai di pochi eletti, che si sono lasciati scegliere dalla misericordia divina per seguire Gesù nell’arco dei secoli in cui s’è reso vita a coloro che hanno saputo eleggere regina della propria vita l’umiltà. 

Seriamente rivisitata e vissuta, la vita è ciò che di più bello potè e può donare di sé, quale alveo in cui deporre e far fiorire di Dio il suo essere Amore. 

Concordare appieno con ciò che la vita è, con ciò che la vita offre ad ognuno, è insito nella legge e nell’amore di Dio, che non manca di rendersi viva fonte dell’acqua viva della sua Parola per donare ad ogni anima il chiaro intendimento del suo valore d’essere vita al cospetto di Dio e dell’umanità. 

Il peccato è falce di morte che miete le anime che banalizzano i sacramenti e mancano di vigilanza, affinché al loro essere lampada non venga a mancare l’olio della sapienza divina e dell’amore in essa e per essa vissuto. 

Premio sia per la realtà dell ’Amore Divino, vissuto da ogni anima da Dio chiamata alla vita, per la vita inalterabile ed eterna. 

Mirare al compiacersi di Dio per la sua creatura è evincere la potenza divina che tutta sa dissolversi in una lacrima di commosso amore verso Dio, che ama annullarsi nella creatura e che, da perfetto Amore quale è, invita la creatura ad amare d’annullarsi in lui. 

Cosa brama di più la creatura che l’esser magistrale tocco divino del capolavoro universale? 

A capo di ciò è l ’amore, quale fine di ciò è l’amore, per la circolarità divina di tutto ascrivere in sé perché solo così l’amore può ampliarsi all’infinito. 

Dunque è in tale, benedetto evolversi del bene che tutto ciò che è bene ha ragione di essere e tutto ciò che è male debba essere riconosciuto tale e reso causa e fine in se stesso, perché è superbia contro Dio. 

La lacerante disperazione di coloro che riconoscono finalmente d’essersi lasciati turlupinare dal male è grido che le anime oranti presentano quotidianamente al cospetto di Dio perché la misericordia muti in conversione e gioia tale disperazione, per una sempre maggiore vittoria cristiana sul male. 

Al cristiano nuoce la superficialità d ’esser tale, perché nega a se stesso di vivere la ragione della sua stessa vita. 

      Potenziare la vita cristianamente è dare all'onnipotenza divina la possibilità di forgiare i cuori a mo' di lama a doppio taglio, perché la Parola vinca in ognuno l’impari battaglia al male. 

Come non riconoscere l’arma unica a difesa di ogni male, quale è Cristo Eucaristia e Cristo la Parola? 

Il pronunciamento di mille voci discordanti è militanza più o meno inconscia nelle vie del male che richiede il saper tacere, meditare, interiorizzare, per discernere ciò che è bene e trarre con cognizione di causa le logiche conseguenze. 

È partitocrazia di bassa lega ciò che crea voci infime legate alle finalità terrene e del malcostume ciò che è ritenuto diritto alla vita, nella sfera dell’illusione ritenuta base per coloro che affermano di voler comunicare coi piedi per terra. 

Non dimentichino i cristiani che Pietro da Gesù fu chiamato a camminare sulle acque perché ciò esige la fede e ciò  è ritenuta follia da coloro che tutto ritengono di sapere, pur non sapendo realizzare neppure una O col bicchiere. 

Mirare ad essere tutti di Cristo è follia delle più sopraffine, perché lui stesso abbracciò la follia della S. Croce per salvare tutta l’umanità. 

Letteralmente coinvolgente, l’amore di Cristo è veramente tale, per cui l’essere cristiani è possibilità reale e non solo mistica di vivere l’essere “Alter Christus”. 

Mercificare la propria vita è debolezza umana di non conoscere e capire il valore della vita stessa e la gravità del male che vorrebbe distruggerla. 

La fiera incandescenza dei cuori convertiti all ’amore di Dio è realtà, quale peculio che Dio stesso arroga a sé, per il divenire della conclamata vittoria del bene sul male. 

Il recupero dell ’originaria verginità del cuore è dato alla provenienza divina, che a tempo debito innova tutte le cose. 

Saturare di velleità umane la vita è di coloro che s’accorgono, ahimé troppo tardi, che Gesù bussa al cuore umano, attende ed è dato solo all’anima aprirsi o meno alla grandezza del suo amore. 

Proclamare la vita effetto di qualsivoglia big-bang è modo sbrigativo di liberarsi della realtà dell’anima, che pure è l’unico effetto e realtà di vita per il corpo stesso, sia in vita che dopo la morte. 

Provvida è la certezza dell ’esistere dell’anima, perché è possibile perfezione di vita eterna. 

Brandire le colpe come cimeli di vittoria è d ’uso negli stolti, che con molto rumore, a mo’ dei cembali stonati, procacciano teorie blasfeme, dimentichi di ciò che sono i veri valori della vita cristiana. 

Nel richiamo materno, vigile e potente di Maria SS. all’errato procedere delle anime in modo non cristiano, pur professandosi tali, vi è la “Donna vestita di sole” che conclama in sé la realtà della luce, che del giorno della vita universale indica la nascita ed il tramonto, segno di un giorno che muore e di una nuova aurora che tutto innova, ove vivere sarà con Dio regnare. 

Scritti di Anna Maria Ossi 

LE ANIME DEL PURGATORIO

 


(Da Gesù):

…“Non c’è alcuna anima che non abbia bisogno di questo aiuto!  Solo attraverso la preghiera trovano l’uscita da questa orrenda profondità.

La Mia vicinanza le ucciderebbe. In questo stato non si resiste  davanti a Dio. E’ troppa la Mia Luce.

Aiutatele allora! - L’aiuto ha così tanta forza! Attraverso il vostro  aiuto giunge loro il Mio aiuto. - Vi aiutate reciprocamente. - Non fate  passare alcuna giornata senza quest’atto d’amore verso le Povere  Anime!

Oh, come sono riconoscenti, queste Povere Anime! Danno molto in cambio!

Pregano anche in Cielo, anche giornalmente, per voi. Non dimenticano più nessun aiuto, tanto sono felici! Vedono in modo completamente diverso.

Alcune possono mostrarsi agli uomini e pregarli di dare loro aiuto.  Questa è un’eccezione perché in vita, questi uomini, non avevano  dimenticato le Povere Anime nel bisogno.

Quanto si potrebbe aiutare! - Ma gli uomini si perdono nel  mondo, fino allo sfacelo. - Per molti sono tutte morte e dimenticate.

Oh, se poteste vedere la loro pena! Tutto quanto le circonda è  come pietra. Si credono eternamente perse poiché sono così dimenticate.

Figlia, hanno bisogno d’Amore! - Come alzano le mani supplicando!

Sacrifica tutto ciò che puoi per loro! L’Amore può alleviare la loro  pena. - Devono essere purificate. Questa è la loro dura sorte.

Non si dice: “Chiedete e riceverete?” - Come verrà esaudita la vostra preghiera! -

Date loro acqua benedetta, spesso! Devono sottoporsi ad una  purificazione che dura a lungo ed è molto dura. - Molte si credono  perse e sono prive di qualunque aiuto. - Questa pena farebbe pietà ad  ogni cuore. Bruciano come nel fuoco.

Ogni peccato ha una diversa pena. - Non c’è una pena corporale  che possa essere presa a confronto. - DIO ha dato loro la Grazia della  Purificazione, altrimenti sarebbero come per sempre abbandonate.  Portano la maledizione del peccato che diminuisce solo lentamente,  tanto sono deformate.

Pensate allora a queste Povere Anime! - Sanno quello che fecero a  DIO. Sono le anime senza speranza. Non si sentono degne di alcuna  Misericordia. - Così diminuisce la loro cattiveria.

DIO vi ha donato Amore, per mezzo della preghiera. - Nessuno è  così riconoscente come le Povere Anime.

Si dovrebbero trasmettere ad altri questi messaggi.

Pensate ai vostri morti, che sono il vostro Prossimo! - A molte  non posso avvicinarMi perché ciò aumenterebbe la loro pena. Vi  prego di dare loro il vostro aiuto.

E’ una nostalgia che ancora nessun uomo conosce. Vi toglierebbe il  respiro. - Camminano spesso come se indossassero abiti bagnati, che non permettono alcun passo. Così grande è il loro dolore.

Trovano così poco aiuto! - Solo poche hanno una Luce, in paragone alle molte che sono dimenticate.

Molto aiuto proviene dalle Povere Anime del Purgatorio!

Ognuno necessiterà, una volta, di questo aiuto. Pensateci allora! Accettate il Mio aiuto, a voi abbondantemente offerto! Non esiste  nessun portone e nessuna profondità in cui non abbia accesso l’Amore.

Devo insegnare di nuovo agli uomini la preghiera. Inizia dalle  Povere Anime del Purgatorio. - A chi prega verranno perdonati molti  peccati. Vi mando aiuto tramite Sion!

Non verrà dimenticato quello che si fa per le Povere Anime.  Pregano sempre per coloro che le aiutano. - Amerebbero persino i  loro nemici! - Questo lo possono ancora capire.

Sono separate dal peccato: quanto manca, deve essere sostituito. 

Nessuna ne è libera.

Procuratevi amici che durino ben più in là della tomba.

L’Amore è una buona semenza, che praticate verso le Povere Anime.

Come si sono separate poveramente dalla vita alcune anime! Per  questo sono come derubate da ogni aiuto! - Nessun uomo può immaginarsi questa pena. Questa povertà ferisce il Mio Cuore.

Nessuno conosce la Miseria di un’Anima dimenticata, Io dico -  NESSUNO - Finché l’uomo vive.

Non per nulla ho dato il Sangue del Mio Cuore, fino all’ultima goccia.

Dovessi dimenticarlo, nessuno potrebbe salvarsi dall’inferno.

Già domani, ogni aiuto potrebbe essere invano. - Chi ascolta le  vostre preghiere, quelle che voi non avete fatto? - L’Amore può saperlo, anzi, deve!

Quanto vi giova la ricchezza della grazia! Non c’è più nulla da  ottenere, è eternamente passato! - Per questo non tardate! - Agite  Finché è giorno!

Cercate amici, quelli che il mondo non crede più di trovare! - 

Come vi amano per l’Amore che donate loro.

DIO ama la vostra pietà. Verrete ascoltati volentieri. - Ancora è  tempo di Grazia - ed Essa viene accordata ad ognuno. - Questo bisogna rivelarlo al mondo! - Dovete essere al corrente di questa situazione. - Ognuno versa in questo pericolo!

Dovete volgervi all’Amore e dividerlo con i più poveri perché  la Grazia obbliga ancora all’Amore. - Questa protezione per ogni  anima che ne ha bisogno vi sarà un giorno di aiuto. - Con ciò l’uomo  impara di nuovo a valorizzare e ad amare la preghiera.


DELLE CAUSE DEI MALI PRESENTI E DEL TIMORE DE' MALI FUTURI E SUOI RIMEDI AVVISO AL POPOLO CRISTIANO

 



***

Peccano i genitori nella educazione per debolezza, come peccò Eli, benchè sommo sacerdote per soverchia condiscendenza, Si dice nel primo libro de'Re, che i figliuoli di Eli erano figli del demonio, e che non temevano Iddio (2). Ma Eli era forse un idolatra, un ladro, un bestemmiatore, perchè i figliuoli avessero appresa da lui l'iniquità? No: ma era un padre troppo debole. Sapeva la cattiva vita che menavano i suoi figliuoli, e si contentava di dar loro un qualche piacevole avviso, in vece di raffrenarli, e di ritirarli coll'autorità paterna dai furti sacrilegi, e dall'abboninevole commercio, che avevano nell'istesso santuario. Udite, con che placidezza gli avvertiva: Perchè fate voi queste cose, cose pessime, che io sento sparse per tutto il popolo? Guardatevene, figliuoli miei, perocchè molto cattiva voce è quella che io ho udito, che voi fate prevaricare il popolo del Signore (1). E i figliuoli di questo troppo buon vecchio non ascoltarono la voce del padre loro (2). Colpa loro, direte voi ; ma per altro Eli aveva fatto il suo dovere; gli avea pure avvisati. Eh non bastava avvisarli ; era d'uopo correggerli: bisognava dire ad essi risolutamente: non voglio: e se non ubbidivano, cacciargli dal santuario : e se questo non bastava, punirli in faccia a tutto il popolo. Volete vedere se ciò è vero? Una notte chiama Iddio il giovinetto Samuele, e gli dice: sai tu, che cosa ho stabilito di fare?  voglio giudicare, e rovinare la casa di Eli in eterno per le sue iniquità. Ma perchè, Signore ? che peccati -ha fatto Eli? Che peccati ? Perchè sapeva, che i suoi figli menavano una vita indegna, e non li correggeva, e non li castigava (5). Oimè che questo è il delitto di tanti padri, e di tante madri anche delle più saggie, e costumate de nostri giorni. Hanno per loro sventura un qualche figliuolo discolo, e se ne affliggono, e piangono. Ma quale è il rimedio, che vi si appresta? Nessun altro rimedio, che afflizione, e pianto, o qualche languida parola di sfuggita alla mensa, o qualche avviso per bocca altrui, come si farebbe con uno, di cui si abbia rispetto, e timore. Ahi debolezza! non basta piangere, bisogna dire: non voglio ; e se questo non basta, conviene venire ai fatti. Ma, dicono alcuni, con ciò farà di peggio. Rispondo: forse peggio per lui, ma certo non peggio per voi. Peggio per lui, se ciò non ostante diverrà incorreggibile, ma non peggio per voi, che avrete soddisfatto al debito vostro. Dio non domanda da voi la sua santità, ma vi domanda la vostra cura. E poi se si esaminasse il perchè di questo peggio, si troverebbe che ha la sua origine dalla debolezza mostrata coi figli nella prima loro tenera età. Lo avvisa a tutti i genitori lo Spirito Santo. Piaggia il figliuolo, e ti darà delle angosce: scherza con lui e ti arrecherà grandi dolori Non gli ridere in bocca, affinchè tu non abbi da ultimo a piangere e a digrignare i denti (1). Sicchè da qualunque parte si si volga, pur troppo si trova, che assai volte, i cattivi costumi de figliuoli mostrano la loro prima origine nella debolezza del padri. E questo basta per chiamare la vendetta di Dio sopra i padri, e sopra i figliuoli. I due figli scostumati di Eli restarono finalmente uccisi sul campo nella lor gioventù, e il debole padre alla trista novella cadde all'indietro dalla sua sedia, e si fracassò il capo ( 1. Reg. 4.). - Peccano infine i genitori pel pessimo esempio, che danno a lor figliuoli. Rende gran maraviglia il leggere, che i figlinoli di Samuele profeta sì santo eran per altro troppo dissimili dai costumi del padre loro. E i suoi figliuoli non batteron la strada ch'egli batteva (1). Ma sarebbe poi anche maggiore stravaganza, se si vedessero divenir buoni cristiani i figli di cattivi genitori. Come volete, che sieno modesti di lingua que figliuolini, che sin dalle fasce accostumarono in casa le orecchie a parole immodeste, e fors'anche a maledizioni, e bestemmie? Oh quanti di loro potrebbero dire con Isaia: Misero me! che vivo in casa di un popolo, che ha sempre le labbra immonde (2). Come volete che non sieno vane quelle fanciulle, se osservano continuamente la madre, che ad onta ancor dell'età, coltiva il crine oramai canuto per ore intiere dinanzi ad uno specchio, e si affanna dietro a tutte le mode, e intorno a tutte le femminili vanità? Come volete che imparino ad esser costumati que giovani, se in casa loro non trovano oramai più un buon libro di massime eterne, ma qua un romanzo, là una commedia, e fors'anche un qualche impuro librettino? Come volete che sieno cauti, e prudenti quegli altri, se i discorsi che odono d' ordinario alla mensa paterna, sono racconti di tutte le novelle che corrono per la città contro la fama, e l'onestà del pros simo? Come volete che sieno divoti quegli altri, se non veggono mai il padre a piegar le ginocchia colla sua famiglia dinanzi a Dio ; se non sanno, che ascolti almeno una messa ogni giorno; se sanno anzi, che non si accosta, che tre o quattro volte fra l'anno ai sacramenti, e quando è buon cristiano, una sola volta il mese ? Come volete che resti innocente quella fanciulla, se vede spesso la madre amoreg giare sotto i suoi occhi medesimi, e da lei impara lo scaltro linguaggio "occhi, delle mani e persin dei ventagli? Ci vuol altro poi che uscire una o un'altra volta in qualche languido avviso paterno, o con una fredda massima cristiana. Ci vuol i. che la predica di un giorno a distruggere l'impressione, che fa la predica quotidiana del cattivo esempio. Ma intanto dopo una educazione si poco cristiana che frutto può racccogliere Iddio dalle piante giovanili de nostri giorni? Non è egli quasi necessario, che il mondo si corrompa ogni giorno più, e che affretti sopra di se la vendetta di Dio?

***

DEL CONTE CANONICO ALFONSO MUZZARELLI


VIVERE CON SATANA

         Chi non sa chiedere non può ricevere nulla. La gratitudine deve venire prima di tutto. Tutti ringraziano per qualsiasi dono ricevuto da qualcuno, tranne che per me, che sono il loro Salvatore. Sento pochi ringraziamenti. Quando mangiate un frutto, vi sento dire solo: "Che buono!". Quando avete sete e prendete un bicchiere d'acqua dalla fontana, non vi rendete conto che sono stato io a crearlo per dissetarvi e ripetete la stessa cosa: "Che bello!". Vi sedete su una sedia fatta di materiale creato da Me e vi sento dire: "Che bello! Posso riposare un po'", e io sto al tuo fianco aspettando che tu mi ringrazi, ma tu non mi dici nulla.

          Benedetto, mio amato figlio, questo gesto che hai fatto qui con Me, ringraziandomi per tutto ciò che ho creato nel mondo, lo sento molto poco. Gli altri chiedono e non ringraziano. È un peccato! Quelli che si dimenticano di me, alcuni fanno baldoria e non hanno il tempo di fermarsi, a volte portandoli alla morte. Altri preferiscono essere fortunati al gioco d'azzardo piuttosto che chiedere di me, e alla fine, quando non sono più in salute, a volte si ricordano di me e altri mi rimproverano. Tutto questo fa sì che i miei figli di fede perdano la strada. È allarmante come molti si lascino illudere da queste disgrazie. La maggior parte affoga nel bere, altri nelle droghe, e così anche coloro che sono sul mio sentiero si lasciano illudere per qualche ora di illusione. Per Me, sono bambini che potrebbero perdersi, perché una pecora cattiva smarrisce un gregge. Io Gesù, il tuo Salvatore, ti chiedo figlia mia: non bere, non dire parolacce e tanto meno litigare con tuo fratello, perché in un momento come questo potrebbe toccare a te regolare i conti con Me. Come arriverai davanti a Me ubriaco? Con le mani sporche del sangue di tuo fratello? Cosa dirai? C'è solo una cosa che posso dirti, figlio mio: non accetto questo tipo di persone qui in Paradiso, e non c'è posto per loro. C'è un posto che ti accetta, ma lì la tua sofferenza è eterna e non si può tornare indietro. Tutti coloro che sono lì erano figli e figlie disobbedienti. Questo mio Messaggero ha visto un po' di questo luogo: non solo è buio, ma il fetore è insopportabile; gli insetti non smettono di rosicchiare la carne; le unghie del tiranno sono più affilate di un rasoio; le grida di aiuto sono terrificanti, e così tutti quelli che ci vivono.

          Figli e figlie, obbedite ai vostri genitori per non pentirvi in seguito. Genitori, amate i vostri figli come amate me (Col 3,20-21), ma il vostro amore deve essere molto più grande per me, perché io sono l'unica sicurezza della vostra vita, perché non cadiate in tentazione. Se mi ringraziate sempre, io vi ascolterò sempre. Non disperate se ci vuole un po' di tempo, perché so quando darvi quello che chiedete. Quindi, figli miei, sono felice se continuate a obbedirmi.

          Grazie, figli e figlie. Non dimenticate ciò che vi chiedo. Rimanete con la mia pace.

GESÙ

31/07/1995

I SEGNI DI DIO NELLA VITA DI UN BAMBINO AFRICANO

 


Ancora una volta, vediamo quanto gli Spiritani siano stati importanti nella sua vita. Come definirebbe la spiritualità che le hanno trasmesso?


Fin dalla mia prima infanzia, anche prima degli anni della catechesi, credo che ciò che mi ha colpito di più degli Spiritani sia stata la loro regolare vita di preghiera. Non dimenticherò mai la disciplina spirituale della loro vita quotidiana.

La giornata degli Spiritani era organizzata come quella dei monaci. Al mattino si riunivano molto presto in chiesa per pregare insieme e individualmente. Poi ognuno celebrava la messa al proprio altare, assistito da un chierichetto. Dopo la colazione si mettevano al lavoro. A mezzogiorno si ritrovavano in chiesa per l'ora sesta e l'angelus. Appena finito di mangiare, tornavano in chiesa per il ringraziamento e la visita al Santissimo Sacramento. Dopo una breve pausa, li ho osservati con curiosità mentre, verso le quattro, pregavano ciascuno a turno, leggendo un piccolo libro. Come avrete capito, recitavano il breviario... Alla fine della giornata, verso le sette, hanno pregato tutti insieme i vespri e poi hanno cenato. Alle nove, intorno alla croce, uno di loro ci raccoglieva intorno a sé e rispondeva alle nostre domande, con l'intento di iniziarci alla vita cristiana, ai valori umani e alla storia sacra. Concludevamo sempre la serata con una canzone. Ricordo ancora quello che concludeva la nostra giornata, intitolato "Prima di andare a dormire sotto le stelle": quel canto ci preparava a inginocchiarci umilmente davanti a Dio per ricevere il suo perdono e la sua protezione per la notte. Ho ancora quella melodia nel cuore.

Ourous ha conosciuto grandi e santi missionari: tutti sono stati divorati dal fuoco dell'amore di Dio. Le loro qualità umane, intellettuali e spirituali erano straordinarie, ma sono tutti morti giovani.

Come ho già detto, padre Firmin Montels, il fondatore, si è arreso il 2 settembre 1912, sei mesi dopo aver fondato la parrocchia. Mentre stava morendo, non ha mai smesso di cantare: "O Salutaris Hostia, quae coeli pandis ostium. Bella praemunt hostilia, da robur, fer auxilium" ("O salutaris Hostia, che apri la porta del cielo: negli attacchi del nemico dacci forza, concedici il tuo aiuto"). Questo padre era un grande artista e, secondo numerose testimonianze, un santo. Era impegnato tutto il giorno, insegnando catechismo per quattro ore al giorno. Non lasciava mai passare un giorno senza fare la Via Crucis e ogni settimana dedicava diverse ore all'adorazione del Santissimo Sacramento. Per non parlare dell'apprendimento della nostra lingua locale, che era una pratica quotidiana.

Quando guardo al passato e agli inizi della missione, o alla Guinea in generale; quando penso, uno per uno, agli straordinari doni della Provvidenza, non ho dubbi che Dio ci abbia guidato e adottato. Ricordo che ero soggiogato nel vederli camminare la sera leggendo il breviario... Ero stupito e non mi stancavo di guardarli. Mezzo secolo dopo, può sembrare ingenuo, ma non rinnego ciò che Dio mi ha fatto conoscere.

Gli Spiritani vivevano ogni giorno al ritmo dell'ufficio divino, della messa, del lavoro, del rosario, e non venivano mai meno al loro impegno di uomini di Dio. Da bambino, mi diceva che se i genitori andavano così spesso in chiesa, era perché erano sicuri di trovarvi qualcuno con cui parlare in confidenza. Quasi logicamente, la mia ambizione era quella di poter incontrare anche Cristo. Quando sono entrato in seminario, il mio impegno è nato dalla certezza che un giorno, come i missionari, avrei avuto il dono di incontrare Gesù nella preghiera.

Quante volte non sono stato sopraffatto dal silenzio che regnava in chiesa mentre i sacerdoti pregavano? All'inizio mi mettevo in fondo all'edificio e guardavo gli uomini chiedendomi cosa stessero facendo, inginocchiati o seduti nell'ombra, senza dire una parola... Eppure sembravano ascoltare e parlare con qualcuno nella penombra della chiesa illuminata dalle candele. Sono rimasto affascinato dalla pratica della preghiera e dall'atmosfera di pace che crea. Credo sia giusto dire che c'è una vera e propria forma di eroismo, grandezza e nobiltà in questa vita di preghiera abituale. L'uomo è grande solo quando si inginocchia davanti a Dio.

È vero che non erano perfetti. Avevano i loro sbalzi d'umore e i loro limiti umani, ma voglio rendere omaggio alla generosa dedizione della loro vita, all'ascetismo e all'umiltà di questi religiosi. In tutti i seminari di questi missionari - quello di Sebikotane, per esempio - ho trovato il desiderio di cercare intensamente Cristo in quel quotidiano cuore a cuore. Il loro modo di stabilire un contatto con la gente era un modello di dolcezza e intelligenza pratica. Senza questa intimità con il cielo, il lavoro missionario non può essere fruttuoso.

Le sofferenze che hanno affrontato non sono state vane. La mia parrocchia, la più remota del Paese, è stata quella che ha dato il maggior numero di vocazioni in tutta la Guinea". Questo conferma le parole profetiche che padre Orcel scrisse al suo vescovo il 15 agosto 1925, tredici anni dopo la fondazione di Sainte-Rose: "Non mi stupirei affatto di vedere vocazioni tra i nostri ragazzi. Per me le vocazioni sono la ricompensa di una solida formazione in famiglia e nella missione".

Gli Spiritani hanno lasciato un segno profondo nel cattolicesimo guineano: come dimenticare il modo in cui i padri si prendevano cura di tutti, anche dei lebbrosi più malati? Li toccavano e li curavano quando emanavano un odore insopportabile. Insegnavano loro il catechismo, perché pensavano che anche i malati avessero il diritto di essere istruiti sui misteri cristiani e di ricevere i sacramenti di Cristo.

Nonostante le sofferenze politiche che seguirono la dittatura marxista di Séku Turé, la Chiesa guineana resistette perché era fondata sulla roccia, sui sacrifici dei missionari e sulla gioia del Vangelo. La dottrina comunista non avrebbe mai potuto sconfiggere quei sacerdoti che attraversavano i villaggi più piccoli, accompagnati da qualche catechista, con la valigetta in testa per celebrare la messa. L'umiltà del cristianesimo degli Spiritani era il miglior baluardo contro le deviazioni egualitarie dell'ideologia marxista rivoluzionaria del Partito-Stato guineano. Un manipolo di sacerdoti guineani coraggiosi e abnegati manteneva viva la fiamma del Vangelo.

CARDINALE ROBERT SARAH

AMORE PURO

 


          Quando si parla di amore vero, la questione è ben diversa da quella dell'amore falso, poiché l'amore puro scaturisce da Me, che sono tutta la Potenza e la Gloria; l'amore falso è bugiardo e ingannatore. Appena dà, toglie. Per esempio, se si vince molto denaro al gioco, si diventa vanitosi; si vuole possedere tutto, facendo sì che il cuore si riempia di desideri, soprattutto del piacere della carne, portando l'anima dritta all'inferno. È come quello che ha fatto Giuda: ha scambiato la sua umiltà con trenta pezzi d'argento. Ora, chi mi ama veramente si accontenta di ciò che ha, perché sa che la ricchezza più grande è in Me, dove, in questa Fonte, non manca mai l'acqua, e il mio cibo è eterno, sazia tutti, così che non avranno mai più fame.

          Bento, caro figlio, chi cerca di vivere onestamente non ha nulla di cui vergognarsi. Parlare male di questa persona è una condanna per chi la commette. Gli occhi delle persone malvagie sono più forti di una bomba da decine di megatoni, e lo sguardo d'invidia raggiunge anche lo spirito dell'innocente, mentre una bomba può solo finire il corpo.

          Figlio mio, come puoi dire: "Oggi faccio questo, domani continuerò a farlo", senza dire: "Se Dio vuole"? Quelli che parlano così non sono nati dallo Spirito; rappresentano soltanto, per ingannare molti, tranne me. A ognuno viene data una strada diversa, ma sempre legata alla stessa cosa. Chi ha una casa, per quanto debole possa essere, vuole avere il suo angolino in cui vivere, ma se quella dimora non ha la vera Luce che sono Io Gesù, è vuota e buia; la cosa principale non ce l'ha; può anche avere una culla d'oro, ma non rappresenta nulla. Il proprietario stesso non vive, vegeta. Così come coloro che vivono ingannando i più deboli, come fa l'uccello chupim: depone le uova nel nido di qualcun altro per non doversi prendere la briga di allevarle. A causa di questo tipo di uccello, la terra si sta riempiendo di falsi pastori, che costruiscono i loro templi per ingannare i più deboli con le loro false promesse. E così sono quasi tutti coloro che cercano di ottenere un posto al primo e al più alto posto, che, una volta saliti, si dicono l'un l'altro: "Il mio è garantito; al diavolo gli altri". Ogni tanto fanno qualcosa per non essere così demoralizzati.

          Cari figli, io, Gesù, il vostro Salvatore, sono l'unico di cui potete fidarvi completamente, perché la mia giustizia è pura e vera.  Il mio sguardo è sempre rivolto ai più deboli, che non hanno nessuno che si prenda cura delle loro sofferenze.

          Vengo a chiedervi, attraverso questo mio Messaggero: cercate di stare lontani, quando è possibile, da chi fa false promesse e da chi usa un linguaggio peccaminoso, perché chi commette la più grande frode nel suo lavoro può distruggere i miei diritti, dove non c'è male o ingiustizia. Chi dice quello che vuole non sa di cosa parla, perché è più facile vedere la trave nell'occhio del prossimo che nel proprio (Mt 7,3).

          Abbi la mia pace, figlio mio, perché tu possa essere sempre libero da coloro che ti perseguitano.

GESÙ

30/07/1995

L'inferno delle anime consacrate

 


L'inferno delle anime consacrate 4 settembre 1922

 

Appendice

Qualche altra nota di Josefa sull'Inferno:

"Mi sembra che le anime si accusino soprattutto di peccati contro la purezza, di furto, di commercio ingiusto, e che la maggior parte dei dannati siano dannati per questo". (6 aprile 1922).

Josefa notò che la maggior parte delle anime religiose immerse nell'abisso si accusava l'un l'altro di peccati spaventosi contro la castità...

Il 25 ottobre 1922, la Beata Vergine le aveva detto: "Tutto ciò che Egli ti permette di vedere o di soffrire dalle pene dell'inferno è... perché lo facciate conoscere alle vostre Madri [le superiori di Suor Joséfa] senza pensare a voi stesse, ma solo alla Gloria del Cuore di Gesù e alla salvezza delle anime. »

Alcuni stralci di queste note sono citati nella sua biografia (Cap. V:

"Entrare nell'oscurità dell'aldilà.") Molti altri sono aggiunti qui.

Annota, prima e spesso, il più grande tormento dell'inferno: quello di non poter più amare.

"Una delle anime dannate gridò:

"'Questo è il mio tormento...' voler amare e non poterlo più fare. Tutto ciò che mi rimane è l'odio e la disperazione. Se qualcuno di noi qui potesse pronunciare una sola volta, un atto d'amore... Non sarebbe più l'inferno... Ma non possiamo, il nostro cibo è odiare e aborrire... (23 marzo 1922).

È un'altra di quelle anime sfortunate che parla:

"Il più grande tormento qui è che non possiamo amare Colui che dovremmo odiare. La fame d'amore ci consuma, ma è troppo tardi... Anche voi sentirete la stessa fame: di odiare, di aborrire, di desiderare la perdita delle anime... Questo è il nostro unico desiderio! (26 marzo 1922).

Josefa Menendez:

"In tutti questi giorni, quando vengo trascinato all'inferno, quando il diavolo ordina ad altri di martirizzarmi, essi rispondono: 'Non possiamo... i suoi membri si sono già martirizzati per Lui... (e additano Nostro Signore con bestemmie); Perciò comanda che mi sia dato da bere un po' di zolfo... E rispondono di nuovo: "È perché si è privata di bere..." - Cerca, cerca di trovare alcune delle sue membra, qualche parte del suo corpo a cui ha dato soddisfazione e godimento... »

"Ho anche notato che quando mi incatenano per condurmi all'inferno, non possono mai legarmi dove ho portato i miei strumenti di penitenza.

Tutto questo lo scrivo in obbedienza. (1º aprile 1922).

Sottolinea anche le accuse con cui queste anime sfortunate si ricoprono:

"Alcuni ruggiscono per il martirio che sentono nelle loro mani. Penso che abbiano rubato, perché dicono: "Dove hai preso?... Mani maledette... Perché questa ambizione di avere ciò che non era mio, dal momento che non potevo tenerlo? Solo pochi giorni?... »

"Altri danno la colpa al loro linguaggio, ai loro occhi... ognuno, che era il motivo del suo peccato: "Ora ben pagate sono le delizie che hai dato a te stesso, corpo mio... Ed eri tu a volerlo... (2 aprile 1922).

"Mi sembra che le anime si accusino soprattutto di peccati contro la purezza, di furto, di commercio ingiusto, e che la maggior parte dei dannati siano dannati per questo". (6 aprile 1922).

"Ho visto molte persone del mondo cadere in questo abisso, ed è impossibile spiegare o capire il grido che hanno lanciato, e come immediatamente hanno ruggito in modo spaventoso:

"Eterna maledizione... Ho sbagliato, mi sono perso... Sono qui per sempre... non c'è più una cura... maledizione a te... »

"E alcuni incolpavano questa persona, altri questa circostanza, e tutte le occasioni della loro caduta". (Settembre, 1922.)

"Oggi ho visto un gran numero di anime cadere all'inferno, credo che fossero persone del mondo. Il demone gridò:

"Ora il mondo è maturo per me... Conosco il modo migliore per afferrare le anime... è quello di suscitare in loro il desiderio di godere... No!... prima di tutto... Io prima di tutto... Soprattutto, non l'umiltà, ma il divertimento! Questo è ciò che mi assicura la vittoria, ciò che li fa cadere qui in abbondanza! (4 ottobre 1922).

"Udii il demonio, da cui un'anima era appena fuggita, costretto a confessare la sua impotenza:

"'Confusione!' confusione!... Come fanno così tante anime a fuggire? erano miei... (ed enumerava i loro peccati...) Lavoro senza sosta eppure mi sfuggono... È che c'è qualcuno che soffre e fa ammenda per loro... (15 gennaio 1923).

"La scorsa notte non ero all'inferno, ma sono stato trasportato in un luogo dove non c'era luce, ma al centro, una specie di fuoco ardente, rosso. Mi sdraiai e legai senza riuscire a fare un solo movimento. Tutt'intorno a me c'erano sette o otto figure senza vestiti, e i cui corpi neri erano illuminati solo dai riflessi del fuoco, erano seduti e parlavano.

"Uno disse: 'Bisogna fare molta attenzione a non conoscere la nostra mano, perché siamo facilmente scoperti'.

"Il demone rispose: 'Puoi entrare attraverso il sentimento dell'indifferenza... Sì, credo che potete, nascondendovi in modo che non se ne accorgano, renderli indifferenti al bene e al male, e inclinare gradualmente la loro volontà verso il male. Gli altri, tentandoli con l'ambizione, lasciano che cerchino solo il proprio interesse. che l'aumento delle loro fortune, indipendentemente dal fatto che sia lecito o meno.

"Questi eccitano in loro l'amore per il piacere, la sensualità. Che si accechino nel vizio! (Qui stava dicendo parole oscene.)

"Questi altri ancora... entra attraverso il cuore... Sai dove si inchinano quei cuori... Dai... Vai fermo... che amano! di cui sono appassionati... Fai bene il tuo lavoro, senza riposo, senza pietà, devi perdere il mondo... e che queste anime non mi sfuggano! »

"E gli altri rispondevano di tanto in tanto:

"Noi siamo i vostri schiavi... Lavoreremo senza sosta. Sì, molti ci stanno facendo la guerra, ma lavoreremo notte e giorno senza sosta. Riconosciamo il tuo potere, ecc. »

"Così parlarono tutti, e quello che credo sia il diavolo disse parole orribili. Udii in lontananza il rumore di tazze o bicchieri, ed egli gridò:

"Che si abbuffino... allora tutto sarà facile per noi... Che finiscano il loro banchetto, loro che amano tanto godere... Questa è la porta attraverso la quale entrerete. »

"Ha aggiunto cose così terribili che non possono essere né dette né scritte. Poi, come se si precipitassero nel fumo, scomparvero. (3 febbraio 1923).

"Il demonio gridò di rabbia perché un'anima gli sfuggì:

"'Suscita in lei timore!' Disperatela. Ah! se confida nella Misericordia di questo... (e bestemmiò Nostro Signore), sono perduto! Certo che no! Riempitela di paura, non lasciatela un attimo e soprattutto disperatela. »

"Allora l'inferno si riempì di un solo grido di rabbia, e quando il diavolo mi gettò fuori da quell'abisso, continuò a minacciarmi. Tra le altre cose, ha detto:

"È possibile?... Potrebbe essere che le creature deboli abbiano più potere di me, che sono così potente? Ma mi nasconderò per passare inosservato... Mi basta il più piccolo angolo per piazzare la tentazione: dietro un orecchio, tra le pagine di un libro, sotto un letto... Alcuni di loro non mi prestano attenzione, ma io sì... Sto parlando... E a forza di parlare, poche parole rimangono... Sì, mi nasconderò dove non sarò scoperto! (7-8 febbraio 1923).

Sulla via del ritorno dall'inferno, Josefa annotò ancora:

"Ho visto molte anime cadere. Tra loro c'era una ragazza di quindici anni che malediceva i suoi genitori perché non le avevano insegnato il timore di Dio o le avevano insegnato che c'è l'inferno! Disse che la sua vita, anche se così breve, era stata piena di peccati, perché si era concessa tutte le soddisfazioni che il suo corpo e le sue passioni le richiedevano. Soprattutto, si accusava di aver letto brutti libri... (22 marzo 1923)

Continua a scrivere:

« ... Le anime maledicevano la vocazione che avevano ricevuto e alla quale non avevano corrisposto... la vocazione che avevano perduto  che non avevano voluto vivere sconosciuti e mortificati... (18 marzo 1922).

"Una volta che ero all'inferno, ho visto molti sacerdoti, religiosi e religiose, che maledicevano i loro Voti, i loro Ordini, i loro Superiori e tutto ciò che avrebbe potuto dare loro la luce e la grazia che hanno perso...

"Ho visto anche dei prelati... Uno si è accusato di aver usato illegittimamente beni che non erano suoi... (28 settembre 1922).

« ... I sacerdoti maledicevano la loro lingua che consacrava, le loro dita che reggevano Nostro Signore, le assoluzioni che davano senza sapere come salvarsi, l'occasione che li faceva cadere all'inferno... (6 aprile 1922).

"Un prete diceva: 'Ho mangiato il veleno, ho usato i soldi che non mi appartenevano... E si è accusato di aver usato i soldi dati per le messe senza dirle. »

"Un altro ha detto che apparteneva a una società segreta in cui aveva tradito la chiesa e la religione, e che, per denaro, aveva facilitato orribili profanazioni e sacrilegi".

"Un altro ha detto che si era dannato per aver assistito a spettacoli profani dopo i quali non avrebbe dovuto celebrare la Messa... e che aveva vissuto in questo modo quasi sette anni... »

Josefa notò che la maggior parte delle anime religiose immerse nell'abisso si accusava l'un l'altro di peccati spaventosi contro la castità... peccati contro il Voto di Povertà... uso illegittimo di beni comunitari... passioni contro la Carità (gelosia, risentimento, odio, ecc.), indolenza e tiepidezza... delle comodità che si erano concesse e che li avevano condotti a colpe più gravi... cattive confessioni per rispetto umano, mancanza di coraggio e sincerità, ecc. 

Infine, ecco il testo integrale degli appunti di suor Josefa su "L'inferno delle anime consacrate". (Vedi Biografia, cap. VII, 4 settembre 1922).

"La meditazione di oggi è stata sul giudizio peculiare dell'anima religiosa. La mia anima non poteva separarsi da questo pensiero, nonostante l'oppressione che stava vivendo. All'improvviso mi sentii legato e appesantito da un tale peso, che in un istante seppi più chiaramente che mai che cos'è la santità di Dio e come Egli aborrisce il peccato.

"Vivo in un lampo tutta la mia vita davanti a me, dalla mia prima confessione ad oggi. Tutto era presente: i miei peccati, le grazie che ho ricevuto, il giorno in cui sono entrato in religione, il mio vestire l'abito, i miei voti, le letture, gli esercizi, i consigli, le parole, tutto l'aiuto della vita religiosa. Non c'è espressione che possa esprimere la terribile confusione che l'anima sta vivendo in questo momento: "Ora tutto è inutile, mi sono persa per sempre!"

Come nelle precedenti discese agli inferi, Josefa non si accusa di alcun peccato che possa averla portata a tale sventura. Nostro Signore vuole solo che ne sperimenti le conseguenze come se lei stessa se le fosse meritate. E continua:

"All'istante mi sono ritrovato all'inferno, ma non trascinato lì come in altre occasioni. L'anima vi si precipita dentro di sua spontanea volontà, vi si getta dentro come se volesse scomparire dalla vista di Dio per poterlo odiare e maledire!

"La mia anima è sprofondata in un abisso, il cui fondo non si vede, perché è immenso... Immediatamente, sentii altre anime gioire nel vedermi in quegli stessi tormenti. Già è un martirio udire queste grida orribili, ma credo che nulla sia paragonabile nel dolore alla sete di una maledizione che afferra l'anima, e più si maledice, più questa sete aumenta!

Non avevo mai sperimentato nulla di simile. In passato, la mia anima era presa dal dolore per queste terribili bestemmie, sebbene essa stessa non potesse produrre alcun atto d'amore. Ma oggi è stato tutto il contrario!

"Ho visto l'inferno come sempre, i lunghi corridoi, le cavità, il fuoco... Ho sentito le stesse anime gridare e bestemmiare, perché - l'ho già scritto molte volte - anche se non vediamo forme corporee, i tormenti sono come se i corpi fossero presenti e le anime si riconoscessero. Gridavano: "Oh mio Dio! Sei qui... Tu e noi! Eravamo liberi di fare questi voti o no... Ma ora... E maledissero i loro voti.

"Poi fui spinto in questa nicchia, fiammeggiante e schiacciato come tra assi roventi, e come se ferri e spuntoni fossero arrossati dal fuoco stavano affondando nel mio corpo. »

Qui, Josefa ripete i molteplici tormenti da cui nessun membro è escluso:

"Mi sentivo come se volessero strapparmi la lingua, ma non ci riuscivano, il che mi ridusse a un dolore lancinante, gli occhi sembravano uscire dalle orbite, penso che fosse a causa del fuoco che li bruciava così tanto! Non c'è nemmeno un chiodo che non subisca un orribile tormento. Non puoi nemmeno muovere un dito per cercare un po' di sollievo, o cambiare posizione, il corpo è come se fosse appiattito e piegato in due. Le orecchie sono sopraffatte da queste grida di confusione che non cessano un solo istante. Un odore nauseabondo e ripugnante asfissia e invade ogni cosa, è come carne putrefatta che brucia di pece, zolfo... Un mix che non può essere paragonato a nulla al mondo.

"Tutto questo l'ho sentito come in altre occasioni, e sebbene questi tormenti fossero terribili, non sarebbe nulla se l'anima non soffrisse. Ma soffre in un modo che non si può descrivere. Fino ad ora, quando sono scesa all'inferno, ho avuto un dolore intenso perché pensavo di essere uscita dalla religione e dannata per quella causa. Ma questa volta no. Ero all'inferno con un segno speciale di una suora, quello di un'anima che conosceva e amava il suo Dio, evidi altre anime di religiosi e religiose che portavano lo stesso segno. Non so dirti da cosa si riconosce, forse gli altri dannati e i demoni li insultano in modo speciale... Ci sono anche molti preti! Non so spiegare che cosa fosse questa sofferenza, molto diversa da quella che ho sperimentato in altre epoche, perché se il tormento di un'anima del mondo è terribile, tuttavia non è nulla in confronto a quello di un'anima religiosa. Senza sosta per un momento, queste tre parole, "Povertà, castità, obbedienza", si imprimono nell'anima come un rimorso struggente. »

« -Povertà! Eravate liberi e l'avete promesso! Perché, allora, ti sei procurato questo benessere? "Perché sei rimasto attaccato a questo oggetto che non era tuo?" "Perché hai dato questa comodità al tuo corpo?" "Perché vi siete presi questa libertà di disporre delle cose che erano il bene della Comunità?" "Non sapevi che non avevi più alcun diritto di proprietà?" che tu stesso vi avevi rinunciato liberamente? "Perché quei sussurri quando ti mancava qualcosa, o quando ti sentivi come se fossi trattato meno bene?"

Altro__________?... Per quale motivo?

« - Castità! Tu stesso hai fatto il voto di farlo, liberamente e con piena consapevolezza di ciò che richiedeva... Tu stesso ti sei obbligato... Tu stesso l'hai voluto... E poi, come l'hai mantenuta?... Perché, allora, non siete rimasti dove potevi indulgere e indulgere? »

[In un matrimonio cattolico, è santo unirsi tra i coniugi per fare figli e anche permettere ai coniugi di santificarsi nella castità (da non confondere con la continenza che è l'assenza di qualsiasi unione o atto sessuale), l'unione coniugale tra marito e moglie cattolici è un atto santo e meritorio quando l'intenzione di superare la lussuria, per mostrare tenerezza o per accogliere una nuova vita.]

"E l'anima risponde incessantemente con un tormento inesprimibile:

"Sì, ho fatto quel voto ed ero libero. Non avrei potuto farlo, ma l'ho fatto da solo ed ero libero... »

«Non c'è parola che possa esprimere il martirio di questo rimorso», scrive Josefa, «unito alle ingiurie degli altri dannati!». E continua:

« - Obbedienza! Tu stesso ti sei obbligato ad obbedire liberamente alla tua Regola, ai tuoi Superiori. Allora perché hai giudicato ciò che ti è stato comandato? "Perché hai disobbedito alla voce delle regole?" "Perché avete dispensato da questo obbligo di vivere insieme?... Ricorda la dolcezza della tua Regola... E tu non l'hai voluto... E ora, ruggiscono le voci infernali, devi obbedirci, e non per un giorno, non per un anno, non per un secolo... ma per sempre... per l'eternità... Eri tu a volerlo: eri libero! »

"L'anima ricorda costantemente di aver scelto il suo Dio come Sposo e di amarlo sopra ogni cosa... che per Lui aveva rinunciato ai piaceri più legittimi e a tutto ciò che le era più caro al mondo, che all'inizio della sua vita religiosa aveva gustato la dolcezza, la forza e la purezza di questo Amore divino, e ora, per una passione disordinata... deve odiare eternamente il Dio che l'ha scelta per amarlo!

"Questa necessità di odiare è una sete che la consuma... Non un ricordo che potesse dargli il minimo sollievo...

«Uno dei suoi più grandi tormenti», aggiunge, «è la vergogna che lo avvolge. Sembra che tutte le anime dannate intorno a lui gridino incessantemente:

"'Che noi avessimo perso noi stessi, noi che non avevamo il tuo stesso aiuto, che cosa è straordinario?... Ma tu! Cosa ti mancava? Tu che vivevi nel Palazzo del Re... tu che hai mangiato alla Mensa degli Eletti... »

«Tutto ciò che scrivo», concluse, «non è che un'ombra accanto a quella che l'anima soffre, perché non ci sono parole che possano spiegare un tale tormento». (4 settembre 1922).

P.S.: Se la maggior parte dei sacerdoti e dei religiosi sono dannati, è perché i loro peccati sono più maligni di quelli dei semplici fedeli. San Giovanni Crisostomo spiega la difficoltà della vita di un sacerdote rispetto a quella di un semplice cattolico dicendo che si tratta di attraversare l'oceano invece di attraversare un fiume. La confessione getta i sacerdoti nella disperazione e nel relativismo morale, e poi indulgono nella convinzione che Dio non può dannare così tante persone. Dio non ha mai condannato nessuno, solo il peccato condanna le anime. All'inferno i dannati non accusano Dio, accusano se stessi. Molti sacerdoti sono condannati per aver ingannato i cattolici mascherando le vere esigenze del Vangelo, specialmente in materia sessuale ed emotiva.

 suor Josefa Menéndez


VITA! DONO DI DIO

 


          La felicità, figliolo, è il frutto del mio Gesù. Chi crede in Lui ed è obbediente, non ha motivo di avere paura di nulla. Tutto è costituito, dato dalla prova di chi ama. L'amore è al di sopra di tutto. Ogni fonte di ricchezza si completa in Lui, perché la sua sapienza e le sue potenzialità sono ineguagliabili. Nessuno ha il potere di conoscere i suoi più grandi segreti, nemmeno Lucifero, che era l'angelo più vicino a Lui. Il suo dolore va oltre i limiti per le vittime che muoiono di fame, di freddo e di aborto. Questo è ciò che gli causa il più grande dolore.

          Benedetto, mio piccolo figlio, come Regina della Pace, le mie mani sono sempre piene di rose, per donarle a coloro che le accettano con amore. Sono anime create da Dio, che si trasformano in bellissimi bambini. Al momento della fecondazione per una madre, dono spontaneamente a colei o colui che me lo chiede, sempre con il permesso del Mio Santo Figlio Gesù. È attraverso il mio amore che si possono ottenere buoni frutti; altrimenti, i bambini nascono senza alcuna sicurezza, a causa della mancanza di riconoscimento da parte dei loro genitori, che non si rispettano in casa, e la loro morale è pessima. Le strade che percorrono, il mio Gesù non è presente, perché Satana si è già impadronito di quella famiglia. Lì, la pornografia è come quella che si vede all'inferno: donne nude, uomini malvagi, droghe di ogni tipo; si fa sempre più grande. È una perdita enorme. È come scuotere un albero di jaboticaba pieno di frutti: quelli maturi cadono e anche quelli acerbi.

          Cari figli, io, Maria, vostra Madre, vi chiedo con tutto il cuore: non buttate via la vostra vita, è una sola, non ce ne sono due; la reincarnazione avverrà solo al momento del giudizio del vostro corpo; l'anima se ne va per entrare in un corpo incorruttibile, per vivere in eterno, perché non ci sarà più la morte; chi muore è colui che non potrà più rivedere Dio, il suo Creatore. Tutto questo accade a causa della disobbedienza di coloro che non hanno cercato di amare veramente; hanno fatto solo ciò che non è buono. Dico questo, figlioli, perché il tempo sta arrivando per tutti. La scelta viene fatta ovunque arrivino questi Messaggi. Chiunque li legga può confidare che questo mio figlio, Benedetto, è molto caro a mio Figlio Gesù, il suo Salvatore. Io, Maria, mi rendo disponibile a parlare con questo fedele Messaggero ogni volta che mi è permesso. Lo trasmetto a tutti voi che siete anche miei seguaci. Parlate sempre con Gesù. Piegate le ginocchia davanti a una croce e dite: "Tesoro, quanto mi piace stare qui! È ora che io apra gli occhi e mi renda conto che solo tu, mio Gesù, puoi darmi tutto ciò che ho sempre desiderato di più: la mia salvezza e quella della mia famiglia; il resto lo sai solo tu. Abbi pietà, mio Dio! Siamo deboli e umili, ma nelle tue mani possiamo essere forti e intelligenti. Amen.

          Ogni preghiera che ti trasmetto, mio piccolo figlio, è una sicurezza per molti che confidano nella potenza di Jahvé e ti accettano come uomo inviato da Lui.

          Grazie, figliolo. Tu sei per Me la pietra che Gesù mi ha fatto scegliere. Sii con la Mia Pace.

MARIA REGINA DELLA PACE

29/07/1995

Da custodi della verità di Dio si trasformano in custodi della parola di Satana. La menzogna è sempre da Satana. La verità è sempre da Dio.

 


LIBRO DEL PROFETA GEREMIA


29Non dovrei forse punirli? Oracolo del Signore. Di una nazione come questa non dovrei vendicarmi?

Può il Signore abbandonare il suo popolo alla deriva morale? Può lasciarlo navigare nel vasto mare dell’immoralità e della disonestà?

Non dovrei forse punirli? Oracolo del Signore. Di una nazione come questa non dovrei vendicarmi? Può il Signore abbandonare il suo popolo alle tenebre?

Il suo amore lo obbliga ad intervenire. Ma può intervenire solamente attraverso la distruzione, la devastazione, la deportazione, l’esilio.

È il solo modo perché il suo popolo possa giungere ad una vera conversione. Solo il Signore conosce le vie per la conversione di ciascun uomo.

30Cose spaventose e orribili avvengono nella terra:

Ancora una volta il Signore per mezzo del suo profeta rivela tutto il disastro spirituale nel quale versa il suo popolo.

Cose spaventose e orribili avvengono nella terra. La terra è quella del suo popolo. Queste cose spaventose e orribili avvengono nella terra santa.

31 I profeti profetizzano menzogna e i sacerdoti governano al loro cenno, e il mio popolo ne è contento. Che cosa farete quando verrà la fine?

Ecco le cose spaventose e orribili che avvengono nella terra: i profeti profetizzano menzogna. Essi sono i custodi della verità di Dio.

Da custodi della verità di Dio si trasformano in custodi della parola di Satana. La menzogna è sempre da Satana. La verità è sempre da Dio.

I sacerdoti governano al loro cenno, e il mio popolo ne è contento. I sacerdoti sono i custodi della santità, della sacralità, della trascendenza di Dio.

Dalla sacralità, santità, trascendenza di Dio devono attingere ogni santità, sacralità, trascendenza dell’uomo. Invece sono i garanti della menzogna.

I profeti proferiscono menzogna e i sacerdoti danno il sigillo di verità, anziché gridare contro ogni loro falsità. Anzi spesso i sacerdoti soffocavano la verità.

Il profeta parlava e il sacerdote soffocava la sua Parola. Invitava a non parlare nel nome del Signore. Lo obbligava a tacere.

Ora il Signore chiede al suo popolo: che cosa farete quando verrà la fine? Di certo i falsi profeti aiuteranno e neanche i falsi sacerdoti daranno una mano.

Tutti i mali del popolo vengono dai sacerdoti. Essi sono i soli garanti della verità, della sacralità, della trascendenza, della Legge, della profezia del Signore.

Se il sacerdote è cieco, tutto il popolo è cieco. Senza la sua luce, tutto il mondo precipita nelle tenebre. Questa verità è eterna e immodificabile. 

MOVIMENTO APOSTOLICO CATECHESI


PREGHIERA ALLA SACRA FAMIGLIA PER LE ANIME DEL PURGATORIO

 


1. Dagli abissi profondi della terra, ascoltate, o Famiglia Santissima, le grida dolorose che le anime purganti mandano al cielo. O Gesù, sono tue spose, o Maria, sono tue figlie, o Giuseppe, sono tue protette, donate loro la pace eterna. L'eterno riposo…

2. Da tutta la terra, o Famiglia santissima, si sollevano le preghiere delle anime pie, che si interessano per la liberazione degli spiriti prigionieri del Purgatorio.

Guardate, o Gesù, Maria, Giuseppe, quanto soffrirono questi giusti, quante penitenze incontrano volentieri per soddisfare ai debiti di quelle misere, con quanta generosità hanno fatto donazione ad esse di tutte le opere soddisfattorie. Accogliete l'eroismo di queste vittime della carità cristiana, e aprite presto le porte di quel carcere doloroso. L'eterno riposo..

3. Dalla vostra sacra casa di Nazareth, o Gesù, o Maria, o Giuseppe, quale gradito profumo si innalza al cielo per implorare la libertà alle povere schiave del Purgatorio! Voi finché viveste vi offriste, vittime perpetue per i vivi e per i defunti. Le vostre preghiere, i vostri sacrifici nella vita mortale abbracciarono tutti i tempi e tutte le anime.

Applicate pertanto agli spiriti tormentati nel Purgatorio il tesoro dei vostri meriti, mostratevi presto a loro e conducete tutte quelle prigioniere con voi a cantare l'inno eterno del ringraziamento. L'eterno riposo...

4. Accettate, o Famiglia santissima di Gesù, Maria e Giuseppe, la piena e totale donazione che vi facciamo di tutte le nostre opere soddisfattorie a favore dei poveri defunti. Noi vogliamo compiere questo atto di carità con le intenzioni medesime che voi aveste vivendo, e con quelle medesime, che voi avete ora nel cielo. Affrettate il riposo eterno a quelle anime desolate, e fate che con voci gioiose possano cantare: "Noi ci siamo tutte rallegrate all'annuncio che Sacra Famiglia ci ha recato: Andremo nella Casa del Signore". L'eterno riposo...

5. Per quella dolce soavità ed amabilità ineffabile, con cui voi, o Famiglia Santissima, accoglieste i pastori di Betlemme e le persone di Nazareth e perfino gli Egiziani infedeli; per quelle tenere parole e maniere dolcissime con cui consolaste ogni anima afflitta, che a voi ricorreva, noi vi supplichiamo di voler confortare ugualmente le anime purganti. Soprattutto, solleva, o Gesù, le anime più devote del tuo Cuore; o Maria, le anime più devote dei tuoi dolori; o Giuseppe, le anime più fiduciose nel tuo patrocinio: sollevate anche le anime per le quali siamo tenuti maggiormente a pregare; quelle dei parenti, degli amici, dei benefattori; quelle più dimenticate, più tormentate, e a voi più gradite. L'eterno riposo...