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Peccano i genitori nella educazione per debolezza, come peccò Eli, benchè sommo sacerdote per soverchia condiscendenza, Si dice nel primo libro de'Re, che i figliuoli di Eli erano figli del demonio, e che non temevano Iddio (2). Ma Eli era forse un idolatra, un ladro, un bestemmiatore, perchè i figliuoli avessero appresa da lui l'iniquità? No: ma era un padre troppo debole. Sapeva la cattiva vita che menavano i suoi figliuoli, e si contentava di dar loro un qualche piacevole avviso, in vece di raffrenarli, e di ritirarli coll'autorità paterna dai furti sacrilegi, e dall'abboninevole commercio, che avevano nell'istesso santuario. Udite, con che placidezza gli avvertiva: Perchè fate voi queste cose, cose pessime, che io sento sparse per tutto il popolo? Guardatevene, figliuoli miei, perocchè molto cattiva voce è quella che io ho udito, che voi fate prevaricare il popolo del Signore (1). E i figliuoli di questo troppo buon vecchio non ascoltarono la voce del padre loro (2). Colpa loro, direte voi ; ma per altro Eli aveva fatto il suo dovere; gli avea pure avvisati. Eh non bastava avvisarli ; era d'uopo correggerli: bisognava dire ad essi risolutamente: non voglio: e se non ubbidivano, cacciargli dal santuario : e se questo non bastava, punirli in faccia a tutto il popolo. Volete vedere se ciò è vero? Una notte chiama Iddio il giovinetto Samuele, e gli dice: sai tu, che cosa ho stabilito di fare? voglio giudicare, e rovinare la casa di Eli in eterno per le sue iniquità. Ma perchè, Signore ? che peccati -ha fatto Eli? Che peccati ? Perchè sapeva, che i suoi figli menavano una vita indegna, e non li correggeva, e non li castigava (5). Oimè che questo è il delitto di tanti padri, e di tante madri anche delle più saggie, e costumate de nostri giorni. Hanno per loro sventura un qualche figliuolo discolo, e se ne affliggono, e piangono. Ma quale è il rimedio, che vi si appresta? Nessun altro rimedio, che afflizione, e pianto, o qualche languida parola di sfuggita alla mensa, o qualche avviso per bocca altrui, come si farebbe con uno, di cui si abbia rispetto, e timore. Ahi debolezza! non basta piangere, bisogna dire: non voglio ; e se questo non basta, conviene venire ai fatti. Ma, dicono alcuni, con ciò farà di peggio. Rispondo: forse peggio per lui, ma certo non peggio per voi. Peggio per lui, se ciò non ostante diverrà incorreggibile, ma non peggio per voi, che avrete soddisfatto al debito vostro. Dio non domanda da voi la sua santità, ma vi domanda la vostra cura. E poi se si esaminasse il perchè di questo peggio, si troverebbe che ha la sua origine dalla debolezza mostrata coi figli nella prima loro tenera età. Lo avvisa a tutti i genitori lo Spirito Santo. Piaggia il figliuolo, e ti darà delle angosce: scherza con lui e ti arrecherà grandi dolori Non gli ridere in bocca, affinchè tu non abbi da ultimo a piangere e a digrignare i denti (1). Sicchè da qualunque parte si si volga, pur troppo si trova, che assai volte, i cattivi costumi de figliuoli mostrano la loro prima origine nella debolezza del padri. E questo basta per chiamare la vendetta di Dio sopra i padri, e sopra i figliuoli. I due figli scostumati di Eli restarono finalmente uccisi sul campo nella lor gioventù, e il debole padre alla trista novella cadde all'indietro dalla sua sedia, e si fracassò il capo ( 1. Reg. 4.). - Peccano infine i genitori pel pessimo esempio, che danno a lor figliuoli. Rende gran maraviglia il leggere, che i figlinoli di Samuele profeta sì santo eran per altro troppo dissimili dai costumi del padre loro. E i suoi figliuoli non batteron la strada ch'egli batteva (1). Ma sarebbe poi anche maggiore stravaganza, se si vedessero divenir buoni cristiani i figli di cattivi genitori. Come volete, che sieno modesti di lingua que figliuolini, che sin dalle fasce accostumarono in casa le orecchie a parole immodeste, e fors'anche a maledizioni, e bestemmie? Oh quanti di loro potrebbero dire con Isaia: Misero me! che vivo in casa di un popolo, che ha sempre le labbra immonde (2). Come volete che non sieno vane quelle fanciulle, se osservano continuamente la madre, che ad onta ancor dell'età, coltiva il crine oramai canuto per ore intiere dinanzi ad uno specchio, e si affanna dietro a tutte le mode, e intorno a tutte le femminili vanità? Come volete che imparino ad esser costumati que giovani, se in casa loro non trovano oramai più un buon libro di massime eterne, ma qua un romanzo, là una commedia, e fors'anche un qualche impuro librettino? Come volete che sieno cauti, e prudenti quegli altri, se i discorsi che odono d' ordinario alla mensa paterna, sono racconti di tutte le novelle che corrono per la città contro la fama, e l'onestà del pros simo? Come volete che sieno divoti quegli altri, se non veggono mai il padre a piegar le ginocchia colla sua famiglia dinanzi a Dio ; se non sanno, che ascolti almeno una messa ogni giorno; se sanno anzi, che non si accosta, che tre o quattro volte fra l'anno ai sacramenti, e quando è buon cristiano, una sola volta il mese ? Come volete che resti innocente quella fanciulla, se vede spesso la madre amoreg giare sotto i suoi occhi medesimi, e da lei impara lo scaltro linguaggio "occhi, delle mani e persin dei ventagli? Ci vuol altro poi che uscire una o un'altra volta in qualche languido avviso paterno, o con una fredda massima cristiana. Ci vuol i. che la predica di un giorno a distruggere l'impressione, che fa la predica quotidiana del cattivo esempio. Ma intanto dopo una educazione si poco cristiana che frutto può racccogliere Iddio dalle piante giovanili de nostri giorni? Non è egli quasi necessario, che il mondo si corrompa ogni giorno più, e che affretti sopra di se la vendetta di Dio?
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DEL CONTE CANONICO ALFONSO MUZZARELLI
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