sabato 30 marzo 2019

AVVISI DALL'ALTRO MONDO SULLA CHIESA DEL NOSTRO TEMPO



La difesa del cristiano 

Un’altra domanda: quale difesa, quale rimedio opporre alla azione del Demonio? la risposta è più facile a formularsi, anche se rimane difficile da attuarsi. Potremmo dire: tutto ciò che ci difende dal peccato ci ripara per ciò stesso dall’invisibile nemico. La grazia è la difesa decisiva. L’innocenza assume un aspetto di fortezza. E poi ciascuno ricorda quanto la pedagogia apostolica abbia simboleggiato nell’armatura d’un soldato le virtù che possono rendere invulnerabile il cristiano (cfr. Rom. 12, 12; Eph. 6, 11, 14, 17; I Thcss. 5, 8). Il cristiano deve essere militiate; dev’essere vigilante e forte (I Pet. 5, 8): e deve talvolta ricorrere a qualche esercizio ascetico speciale per allontanare certe incursioni diaboliche; Gesù lo insegna indicando il rimedio «nella preghiera e nel digiuno» (Mc. 9, 29). E l’Apostolo suggerisce la linea maestra da tenere: «Non lasciarti vincere dal male, ma vinci nel bene il male» (Rom. 12, 21; Mt. 13, 29). 
Con la consapevolezza perciò delle presenti avversità in cui oggi le anime, la Chiesa, il mondo si trovano, noi cercheremo di dare senso ed efficacia alla consueta invocazione della nostra principale orazione: «Padre nostro… liberaci dal male!». 
A tanto giovi anche la nostra Apostolica Benedizione. 

Bonaventura Meyer 

Sangue di Cristo, umiliato per noi



Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù (Fil 2,5).


Non hai risparmiato la tua stessa vita 
per farti dono d’amore 
nella forma più estrema dello schiavo.
Hai accettato di scendere 
nel silenzio agghiacciante della terra, 
come il chicco di grano che nel suo morire 
diventa fecondo di vita.
Ti sei abbassato, umiliato, mio Signore Dio,
non hai ritenuto un possesso geloso 
il tuo essere Dio. 
Hai effuso tutta la tua interiorità, 
rivelandoci 
le intenzioni più profonde di salvezza.
Il sangue versato ha veicolato tutto il tuo amore 
fattosi kenosi fino all’estremo limite. 
Da quella discesa Tu hai illuminato 
la notte del mondo 
e sei risalito vittorioso
per dare a tutti noi la certezza di una vita redenta, 
perché avvolta dal tuo Spirito di fuoco.
Donaci di vivere con il tuo stesso sentire, 
per continuare il nostro cammino sulle tue orme, 
restando saldi nella fedeltà a tutta prova. Amen.

Presto, apparirà un uomo il quale dichiarerà di rivelarvi la Verità della Mia Esistenza



Mia amatissima figlia, la Mia Saggezza è di origine divina e l‟uomo è incapace di comprendere la vastità di ciò che realmente Io Sono. 

Io trasmetto sufficienti conoscenze all‟umanità, tramite il Dono dello Spirito Santo. I Miei Insegnamenti furono dati al mondo in forma semplice, affinché ogni uomo potesse comprendere la Verità. La Sapienza che viene da Dio non è mai complicata e viene trasmessa in modo che l‟uomo ne riceva la chiarezza necessaria a preparare la sua anima per il Mio Regno. L‟amore è puro. L‟amore è semplice. Il vero amore è reciproco. Il Mio unico desiderio è che le anime rispondano al Mio Amore affinché, rafforzate dal Dono dello Spirito Santo, comprendano in un istante ciò che viene loro richiesto, in modo che possano far parte del Mio Regno. 

Vi mando i messaggeri affinché riceviate i chiarimenti necessari per capire. Tuttavia, la Verità non è facile da accettare nella vostra vita quotidiana a causa della confusione che esiste. La Mia Parola viene continuamente contraddetta, riesaminata, riapprofondita, rivalutata e mal interpretata, il che rende difficile aderire alla Vera Parola di Dio. Ben presto, nel momento in cui voi dichiarerete apertamente di credere nella Mia Parola, nei Miei Insegnamenti e nei Miei Sacramenti, sarete derisi a causa di ciò. 

Molti sedicenti studiosi della chiesa presto metteranno in discussione la Mia Vera identità e l‟Esistenza della Santissima Trinità. Useranno argomenti impressionanti per accecarvi alla Vera Parola di Dio e ricorreranno ad ogni genere di argomento teologico per dimostrare che tutte le religioni sono uguali. Presto rifiuteranno la Verità: la Parola di Dio. 
Essi profaneranno la Parola di Dio con delle dottrine complesse e contraddittorie, di conseguenza i frequentatori della Chiesa, in tutto il mondo, non capiranno più nulla essendosi nutriti di sole assurdità. La Mia Parola verrà nascosta e abbandonata ad accumulare polvere. 
Ricordate sempre che la Mia Parola deve essere interpretata così come vi fu trasmessa. I dettagli della Mia Divinità ed il Mistero di Dio non furono rivelati all‟umanità poiché ciò non era previsto fino all‟inizio della Nuova Era di Pace. Presto apparirà un uomo il quale dichiarerà di rivelarvi la Verità della Mia Esistenza e i dettagli della Mia Seconda Venuta. Egli incanterà il mondo e poi, pretenderà di essere Me. Molti gli crederanno in quanto non sono riusciti a comprendere la Parola come fu scritta nella Sacra Bibbia. 

Io, Gesù Cristo, ritornerò a giudicare i vivi e i morti, ma questo non potrà, mai accadere su questa terra, 

Il vostro Gesù 

6 Settembre 2014



venerdì 29 marzo 2019


LA’ DOVE CIELO E TERRA SI INCONTRANO



 A voi che non pregate

Mi rivolgo prima di tutto a voi che non pregate più da molto tempo. E’ come se il Signore si fosse eclissato nel cielo della vostra anima.  Non voglio, qui, fermarmi sugli aspetti dottrinali del vostro problema - dovremmo farlo in altre circostanze -; voglio invece ricordarvi che tra voi e Dio avete messo un lungo silenzio, forse di anni, un silenzio che avete riempito con realtà puramente umane, anche se buone: la famiglia, la politica, la carriera professionale, ma talvolta mescolate a cose meno nobili: l’ambizione, l’interesse, la vanità del successo e forse, in qualche momento, anche macchiate da tristi debolezze - magari giustificate col pretesto delle circostanze, della solitudine, dell’umana fragilità - comunque, tutti surrogati con cui avete cercato di riempire il vostro silenzio con Dio.
Così avete camminato nella vostra vita con le provvisorie certezze del sapere umano, della buona salute, della sicurezza economica ma, in realtà, coprivate dentro il vostro cuore un profondo bisogno di luce e di certezza.  Avete camminato in una condizione molto simile alla cecità, come chi corre in un tunnel, senza sapere da dove viene né dove va.  E continuate a camminare nella nebbia più fitta, con una visibilità quasi nulla...; non pensate che a pochi metri sopra la vostra testa splende un sole stupendo.  Basterebbe un piccolo sforzo, un piccolo atto di umiltà - che è sapienza - per innalzarvi solo un poco sopra i vostri orizzonti umani così nebbiosi e incerti, per aprire l’anima verso l’alto e incontrare la luce, una luce piena, gioiosa, che inonda l’universo intero, perché gli occhi di Dio sono aperti su ogni angolo della nostra esistenza.

Ferdinando  Rancan

Quante meraviglie hai fatto per noi, Mio Signore!



Il mio Jahvè è buono con me,
il Suo Amore è eterno,
la Sua Fedeltà
dura di generazione in generazione,
Egli mi ha tratto dalla fossa
e m’ha guarita,
ha posto i miei piedi su una rocca
e resi sicuri i miei passi;
quante meraviglie
hai fatto per noi, Mio Signore!

Io sono sulla strada del Mio ritorno a voi; l’Amore sta ritornando



Io sono;
Io estenderò ancor più le Mie Vigne ora, poiché questa generazione manca tanto di spiritualità, incapace di distinguere la mano destra dalla sinistra; in quanto gli uomini sono accecati e vivono nell’oscurità, Io vengo in questo modo a visitarvi tutti; Io presto ritornerò e nessuno potrà fermarMi; anche quando quelli che vivono sotto il potere della bestia saranno mandati come in olocausto a calpestare le Mie Vigne, con la Mia Potenza continuerò ad estendere ancor più queste Vigne; questa è una Santa Battaglia fra i Santi e gli angeli decaduti dell’Abisso; inoltre, la terra sente il peso di questa Battaglia, nessuno Mi impedirà di nutrire i Miei agnelli;

Io non sono soltanto parole; Io, il Signore, sono la Potenza; non vengo a visitare la vostra generazione con minacce, vengo a chiedere la vostra conversione; vengo a risplendere su di voi; discendo su di voi, tutto Misericordioso e con Grande Amore vengo per riportarvi a Me; Io, il Signore, sono un Dio d’Amore e di Misericordia; non siate tardi nel capire che sono Io, il Signore, che trasformerò le vostre terre aride in vigneti;

ancora un po’, pochissimo tempo, e Colui che voi attendete verrà; non tarderò, la Mia Ora è imminente; non molto tempo fa vi ho fatto la Promessa del Mio Ritorno e dico a tutti, molto solennemente, che Io sono sulla strada del Mio ritorno a voi; l’Amore sta ritornando, l’Amore ritornerà a voi come Amore; Io, il Signore, Sono l’Amore e dimorerò fra voi; cercate di capire, sforzatevi d’intravvedere i Tempi;

solennemente vi dico che, a meno che non vi pentiate, digiuniate e preghiate incessantemente, sarete incapaci di vedere la Mia Luce; mangiate i Miei frutti fin tanto che c’è tempo; convertitevi e vivete santamente, non cessate mai di pregare; il Mio Santo Spirito continuerà ad effondersi sull’umanità; leggete i segni dei Tempi; Io sono Presente in tutti i Tempi;

8 Novembre, 1989

DIO VICINO ALL’UOMO NELLA GRANDE BATTAGLIA



L’uomo, considerato in se stesso, affidato alle sue sole capacità e poteri personali, di fronte al demonio è un pigmeo di fronte a un gigante, un agnellino di fronte a un leone, senza aiuto, senza difesa, esposto a tutte le violenze e soprusi dell’avversario, incapace di opporre con le sole sue forzela minima resistenza. Agli occhi del demonio l’uomo è un atomo che con un soffio si disperde, è un spirito legato alla materia e dipendente dalla materia, debole di mente e di corpo, che con piccolo sforzo si può dominare e maneggiare a piacere.

L’unica difesa dell’uomo contro il demonio e la possibilità di vittoria sopra di lui deriva dai mezzi soprannaturali che gli è dato di usare. L’uomo non è mai solo nella sua lotta contro l’avversario e appoggiandosi agli alleati che combattono davanti a lui, con lui e per lui, può, se vuole, riuscire a difendersi dagli assalti che lo colpiscono, a riportare vittoria e, in più, a rendere meritevole e positivo quello che facilmente poteva essere per lui causa di perdizione e di morte.

La guerra tra Michele e Lucifero scoppiata nel cielo non è stata un episodio transitorio, avvenuto una volta e non più rinnovato. Essa continua ancora e durerà fino alla fine dei tempi (Ap 12,7). Un aspetto di questa lotta, in piccolo, si realizza nella possessione diabolica. È un duello, una battaglia a due, che facilmente si inserisce in un altro duello di più vaste proporzioni e di più lunga durata checoinvolge tutta l’umanità e tutta la storia. Quale sarà la fase finale di questo duello tra giganti e la sua conclusione non può lasciar dubbi in colui che crede in Dio.

L’uomo dunque può difendersi dagli attacchi del demonio e riportare la vittoria su di lui rivestendo le armi spirituali che Dio non manca di fornirgli:

«Rivestitevi dell’armatura di Dio per poter resistere alle insidie del diavolo — ammonisce san Paolo— la nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti».

Di quale armatura si parla? San Paolo precisa:

«Prendete l’armatura di Dio perché possiate resistere nel giorno malvagio e restare in piedi dopo aver superato tutte le prove. State dunque ben fermi, cinti i fianchi con la verità, rivestiti con la corazza della giustizia e avendo come calzatura ai piedi lo zelo per propagare il vangelo della pace. 
Tenete sempre in mano lo scudo della fède con il quale potrete spegnere tutti i dardi infuocati del maligno. Prendete anche l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito, cioè la parola di Dio».

Soprattutto la preghiera:

«Pregate inoltre incessantemente con ogni sorta di preghiera e di suppliche nello Spirito, vigilando aquesto scopo con ogni perseveranza e pregando per tutti i santi — cioè i battezzati — e anche per me» (Ef 6, 11-19).

Ecco le armi che fanno invincibile il cristiano contro il demonio: la cintura della verità, la corazza della giustizia, la calzatura dello zelo per la propaganda del vangelo, lo scudo della fede, l’elmo della salvezza, la spada dello Spirito, e, ultima ma non ultima, la preghiera continua e perseverante: un arsenale completo, infallibile e invincibile, usato dall’uomo ma sotto la protezione e all’ombra di Dio che combatte a fianco dell’uomo e lo porta alla vittoria. Dio non abbandona l’uomo, a meno che l’uomo non rifiuti volontariamente l’aiuto e l’assistenza di Dio.

Il primo intervento viene da Cristo. Cristo è l’antagonista nato del demonio. La lotta contro satana fa parte della sua missione primordiale e fondamentale perché «Egli è apparso per distruggere le opere del diavolo» (1 Gv 3,8).

Il secondo intervento più frequente e più evidenziato è, dopo quello di Cristo, quello di Maria. È Cristo stesso che vuole far fare questa parte alla sua santissima Madre sia per onorarla davanti agli uomini, sia perché ancora all’inizio dell’umanità era stata destinata, quale nuova Eva che doveva riparare il male dell’antica, a ingaggiare la lotta col demonio e a riportare su di lui, a beneficio dell’umanità, una vittoria completa.

Lo riconoscono i demoni stessi che all’invocazione di Maria devono obbedire e uscire dal corpo dell’ossesso:

«Il Nazareno — diceva Lucifero nel corpo dell’ossessa Magda — vuole onorare la Madre di Dio riserbando a lei il potere di cacciarci, e mentre essa comanda a noi, è onorata e innalzata. Non per nulla è stato detto: La Donna ti schiaccerò. il capo. Quando eravamo in cielo avevamo creduto che dopo la nostra protesta Dio avrebbe rinunciato a farla sua Madre, ma Dio ha rifiutato e rigettato tutto quello che era collegato con la nostra protesta».26

Gli angeli ribelli avevano rifiutato Maria, «regina degli Angeli», come loro regina, ma Cristo ora le fa esercitare il suo potere regale su di essi. Questo è un primo aspetto dell’atteggiamento che egli tiene, per ora, coi demoni: l’atteggiamento definitivo lo farà vedere al giudizio finale. Non vuole peril momento onorarli o interessarsi personalmente di loro, ma ha affidato la cosa ad altre mani. 
Nell’allontanarsi dal corpo degli ossessi i demoni hanno più volte affermato di doverlo fare per l’ingiunzione di Maria:

«Siamo mandati via come un branco di vacche e di porci: fosse almeno il Nazareno a farlo! Ma no, è una donna. Da un uomo accetteremmo qualunque cosa, ma non da una donna. Essa non solo parla,ma comanda. E al suo comando dobbiamo obbedire senza poterci ribellare». In primo piano c’è sempre Maria, Cristo sembra nascondersi e restare dietro alle quinte.

Anche Maria però è troppo grande ed eccelsa perché debba abbassarsi e venire in contatto diretto col demonio. Essa sta sopra e fuori della lizza, si serve degli angeli buoni che sono al suo servizio. 
Non di tutti gli angeli, non ce n’è bisogno, ma di alcuni, tra i quali il capitano delle schiere celesti, l’arcangelo san Michele. Nessuna meraviglia pertanto quando, durante l’esorcismo, assistiamo alle violente reazioni suscitate dal solo nome del potente arcangelo. Egli generalmente non interviene mai visibilmente e apertamente, ma il suo influsso e la sua presenza si fa sentire sempre in maniera diversa, come i demoni stessi sono costretti a confessare.

L’8 maggio, festa di san Michele, l’ossessa Magda — di cui parleremo nella seconda parte — voleva confessarsi e il demonio voleva impedirlo a tutti i costi, ma non era riuscito perché Michele col suo intervento vi si era opposto.27

I santuari dedicati al santo arcangelo, e in primo luogo quello del Gargano (Foggia), sono punti di riferimento obbligatori per gli ossessi che vogliono essere liberati dai loro inopportuni ospiti. Altri santuari particolarmente frequentati per lo stesso scopo, e altri santi invocati contro le vessazioni diaboliche sono sant’Ubaldo a Gubbio (Perugia), san Vicinio a Sarsina (Forlì), san Valentino a Bientina (Pisa), per ricordare i più noti in Italia.

Dio non abbandona le povere vittime del diavolo, ma viene loro in aiuto quando e come vuole. Guai all’uomo se questo aiuto mancasse! Per lui non sarebbe più possibile la salvezza.

Paolo Calliari

Madre Teresa di Calcutta



Sin dall'inizio, impara ad obbedire. Ciò ti porterà diritto a Dio. Non devi lasciarti assillare da questa vita corrotta. C'è una strada maestra che porta al cuore di Gesù. Non andrai mai fuori strada, non commetterai sbagli, se capirai qual è la differenza. Il tuo superiore che ti dice di fare questo o quello, potrebbe anche sbagliare. Anch'io potrei sbagliare dicendo alle Sorelle di fare una data cosa e di andare qui o là. Ma quella Sorella che fa ciò che le dico non sbaglia di certo. Così è anche per voi Fratelli. Se siete convinti di questo capirete in che consiste l'abbandono totale. 

«La verità vi farà liberi» (Gv 8, 32)



Per la persona umana non esiste verità paragonabile alla ‘propria’ verità, quella che riguarda se stessa, in cui attinge la risposta alle domande ultime circa la sua esistenza.
«Lo sviluppo della scienza e della tecnica, splendida testimonianza delle capacità dell’intelligenza e della tenacia degli uomini, non dispensa dagli interrogativi religiosi ultimi l’umanità, ma piuttosto la stimola ad affrontare le lotte più dolorose e decisive, quelle del cuore e della coscienza morale» (Veritatis splendor, n. 1).

Il Concilio Vaticano II, nella Dichiarazione Dignitatis Humanae sulla libertà religiosa, ricorda che «tutti gli esseri umani sono tenuti a cercare la verità, specialmente in ordine a Dio e alla sua Chiesa, e sono tenuti ad aderire alla verità man mano che la conoscono e a renderle omaggio»:
«Dichiara che il diritto alla libertà religiosa si fonda realmente sulla stessa dignità della persona umana»; che «gli esseri umani, in quanto persone, dotate di ragione e libera volontà, investite di personale responsabilità, sono dalla loro stessa natura e per obbligo morale tenuti a cercare la verità, in primo luogo quella concernente la religione.
E sono pure tenuti ad aderire alla verità una volta conosciuta e ad ordinare tutta la loro vita secondo le sue esigenze» (n. 1.2).

Gesù parla di libertà a un popolo suddito dei romani, ma orgoglioso della propria identità.
Il disprezzo reciproco fra oppressori e oppressi, l’indifferenza e l’ostilità per la cultura dei ‘nemici’ si rendevano manifesti in modi più o meno violenti.
Il popolo d’Israele aveva un nazionalismo molto marcato, alimentato dalla convinzione d’essere stato investito di un compito particolare tra tutte le nazioni, affidatogli da Dio stesso: si sentivano popolo eletto, il popolo dell’Alleanza, il popolo della Promessa. Le invasioni subìte lungo i secoli, invece di mortificare questa coscienza, l’avevano rinfocolata: l’idolatria imposta con la forza aveva provocato per reazione un senso di distinzione, non privo di disprezzo, tra loro e gli altri popoli.
Benché fossero dominati duramente, non si riconoscevano schiavi, e conservavano un senso di interiore libertà e fierezza che nessuna persecuzione sembrava in grado di piegare.
Il sapersi discendenza di Abramo e di tenere in conseguenza strettamente in pugno le promesse di Jahvè, li proiettava verso un futuro nel quale finalmente si sarebbe affermato il Regno di Dio, che avrebbe restituito loro la piena indipendenza e una certa forma di supremazia nei confronti degli altri popoli.
L’attesa del Regno di Dio, attorno alla quale si coagulava ogni speranza, con il tempo andava però acquistando in prevalenza le caratteristiche di un rovesciamento politico-militare a loro vantaggio.
Su questo terreno si spiega la risposta entusiasta ai vari messianismi e il ricorso alla violenza nel tentativo di una rivolta, puntualmente soffocata nel sangue dalle potenze dominanti.

Immaginiamo l’effetto dirompente quando arriva Gesù, e con la sua autorità comincia ad avanzare riserve sul fondamento di tutte le loro certezze, facendo presente che per vedere il Regno di Dio non basta «essere figli di Abramo» (cf. Gv 8, 33).
Quando poi prospetta ai connazionali una liberazione attraverso la strada della verità (cf. Gv 8, 32), ne restano altamente offesi per il fatto che essa presupponeva il riconoscimento di uno stato di schiavitù. E questo i Giudei non intendevano assolutamente ammetterlo, e prontamente ribattono nel modo più risentito:

«Noi siamo discendenza di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno» (Gv 8, 33).

Il Regno di Dio richiedeva molto di più che il discendere da Abramo!
Questo “di più” il Maestro lo trova, stranamente!, non tra i figli d’Israele, ma tra i pagani.
Del centurione romano, al quale guarisce il servo, dirà «ammirato e rivolgendosi alla folla» per indicarlo come esempio: 

«Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande!» (Lc 7, 9).

Davanti alla donna siro-fenicia, che lo insegue per strappargli umilmente la guarigione della figlia indemoniata, esclamerà commosso:

«Donna, davvero grande è la tua fede! 
Ti sia fatto come desideri»  (Mt 15, 28).

Il Maestro non riconosce distinzioni tra Giudei e pagani: per lui esiste un solo Regno, quello del Padre, e tutti sono chiamati ad entrarvi.
La separazione è provocata, piuttosto, unicamente dalla Fede.
Chi crede ‘vede’ il Regno di Dio e in esso riconquista la piena libertà.

Non tagliatevi fuori da Me. Se lo farete, sarà grande pianto



Mia amatissima figlia, rendi noto che la morte non ha alcun potere su coloro che Mi appartengono, la cui fede li ha sostenuti fino al loro ultimo respiro. Queste anime non hanno alcuna paura della morte fisica, perché sanno che la Vita Eterna inizia in quel momento. Io attendo queste anime con le braccia aperte ed esse corrono come i bambini verso la Luce del Mio Amore. Le abbraccio e le porto nel Mio Regno, dove ognuna di esse è attesa alla presenza della Gerarchia degli Angeli e di tutti i Santi: allora ci sarà una grande gioia. 

Io le riunisco alle loro famiglie e tutto avviene con grande gioia, amore ed eccitazione. Niente più lacrime, nessun ricordo delle sofferenze che hanno sopportato sulla terra. Tutte le preoccupazioni, la tristezza e la disperazione saranno spazzate via e dimenticate in un istante. La morte apre la porta a coloro che muoiono in stato di Grazia, e nel contempo ha inizio una nuova vita. Per ogni anima che viene accolta nel Mio Regno, c‟é un diverso livello, e ad ognuna è concessa la propria ricompensa in base alla Gloria che ha dato a Dio. 

Per le anime che muoiono in stato di peccato, sappiate che Io Sono Pietoso e che, dopo la loro purificazione, le accoglierò nel Mio Regno. Pregate sempre per tali anime poiché, arrivate ad essere in quello stadio, non possono pregare per se stesse. Le vostre preghiere saranno esaudite ed Io attenderò tutte loro con le braccia aperte e piene d‟amore. È importante che ogni figlio di Dio capisca una cosa fondamentale sulla vita dopo la morte: dovete chiedere a Me, il vostro Gesù, di perdonarvi per le vostre mancanze, le vostre debolezze e le vostre iniquità, prima di morire, poiché è allora che la Mia Misericordia è al suo apice. Se non credete in Dio, voi rifiutate la Vita Eterna. Senza amore per Dio, non vi può essere amore dopo la morte. Io Sono l‟Amore e, senza di Me, non proverete altro che dolore. Dovete temere la separazione da Dio. Se vi sentite confusi circa la Mia Esistenza, allora dovete semplicemente chiederMi di mostrarvi un segno del Mio Amore ed Io vi risponderò. 

Non tagliatevi fuori da Me. Se lo farete, sarà grande pianto e non potrete mai essere consolati, poiché Io non sarò in grado di aiutarvi. Il Mio Regno vi darà la Vita Eterna, ma voi dovete richiedere il Mio Aiuto recitando questa preghiera: 

Crociata di Preghiera (165) Per il Dono della Vita Eterna 

Gesù aiutami a credere nella Tua Esistenza. 
Dammi un segno, affinché il mio cuore Ti possa rispondere. 
Riempi la mia anima vuota con la Grazia di cui ho bisogno per aprire la mia mente 
ed il mio cuore al Tuo Amore. 
Abbi Misericordia di me e purifica la mia anima da ogni malefatta commessa 
durante la mia vita. 
Perdonami per averTi respinto, ma Ti prego di colmarmi dell’amore di cui ho 
bisogno per esser reso degno della Vita Eterna. 
Aiutami a conoscerTi, a scorgere la Tua Presenza nelle altre persone e ricolmami 
con la Grazia di riconoscere il Segno di Dio nei magnifici Doni che Tu hai concesso 
al genere umano. 
Aiutami a discernere le Tue Vie e salvami dalla separazione e dal dolore delle 
tenebre che sento nella mia anima.  
Amen. 

Non permettete che l‟orgoglio umano, l‟analisi intellettuale o l‟opinione vi distolgano dalla Verità. In qualità di figli di Dio siete molto preziosi per Me. Non lasciate che Io vi perda. Venite, Io Sono qui, Io Sono Reale. Lasciate che Io riempia la vostra anima con la Mia Presenza poiché a quel punto, troverete difficile ignorarMi. 

Io vi amo tutti e vi benedico. Aspetto una vostra risposta. 

Il vostro Gesù 

5 Settembre 2014




giovedì 28 marzo 2019

LE GRANDEZZE DI MARIA



IL CONSENSO DI MARIA


NOME E QUALITÀ DELL'ANGELO MANDATO ALLA VERGINE.

I. - Essendo la Vergine assorta in quei santi desideri, l'Angelo arride e la trova in tale stato tutto celeste; entra in quella cella come in un santuario molto più santo e venerabile che quel recinto del Tempio che porta il nome di Santo dei santi; entra pieno di rispetto, apparendo in forma di uomo perché assume la livrea di Colui ch'egli viene ad annunciare e che sarà Uomo-Dio.

San Gabriele saluta la Vergine con profondissima umiltà, perché viene a trattare del mistero più sublime, ma insieme più umile che mai vi sarà; sul suo volto e nel suo contegno si sarebbe potuto leggere l'impressione della dignità, della purezza e dell'umiltà del divino mistero di cui doveva parlare.

L'Angelo dice alla Vergine parole sublimi, perché Ella sta per entrare in uno stato talmente sublime che non v'è nulla di uguale. Quel mistero, quel colloquio, quelle persone, tutto ciò è divinamente descritto dal pennello dello Spirito Santo nel quadro che ci presenta il santo Vangelo. [23]

Ci basta prendere in mano la narrazione di S. Luca e leggerla con un'attenzione ed una considerazione particolare senza lasciarne cadere neppur una parola, perché sono tutte parole d'oro e degne del peso del santuario.

Dice adunque S. Luca: L'Angelo Gabriele venne mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, ad una Vergine per nome Maria, fidanzata a Giuseppe. (Luc., I, 26).

Osservo che Dio medesimo invia l'Angelo, direttamente e non secondo l'ordine da Lui stabilito tra i suoi angeli, dove gli inferiori sono, da parte sua, mandati dagli angeli superiori. Si tratta di una missione straordinaria, ed il mandato ne emana direttamente dalla mano di Dio. Questo dimostra il pregio del messaggio e la dignità dell'ambasciatore, il quale riceve lui stesso il suo mandato direttamente da Dio e in questa missione pertanto non dipende che da Dio.

Dio manda alla Vergine, non un angelo della terra, vale a dire qualche profeta, ma un angelo del cielo, perché questa Vergine è tutta angelica e celeste. Che se Dio le vuole parlare per mezzo di interposta persona, ciò deve avvenire per mezzo delle sue persone celesti. Parlare a quella gran Vergine, e parlare in questo stato così elevato mentre trovasi assorta in sentimenti e pensieri così santi e sopra un argomento così celeste, è cosa che spetta ad angeli e non ad uomini mortali.

Si tratta del Figlio di Dio che vuole incarnarsi su la terra; dal cielo deve essere comunicata al mondo una verità così, elevata, una notizia così felice. Per la terra è già troppa gloria riceverla senza aver l'autorità di annunciarla; poiché questo mistero, quantunque tutto celeste e tutto divino, si compie su la terra e non in cielo, il cielo abbia almeno la grazia di annunciarlo alla terra, affinché il cielo e la terra onorino i vari uffici di questo mistero [24] e ne siano reciprocamente onorati: il cielo nell'annunciarlo e la terra nel riceverlo.

In tal modo Dio divide le grandezze tra le sue creature, e così procede in un mistero che deve essere la benedizione del cielo e della terra.

Da quel momento gli angeli entrano in relazione con Gesù, incominciando a servirlo non soltanto nelle sue ombre e nei suoi servi come prima, ma in Lui medesimo e nella sua propria persona. E questo servizio che gli angeli prestano a Gesù è il punto più sublime, più elevato, più delizioso nella dignità e felicità angelica.

L'angelo, inviato per quell'imbasciata insigne e straordinaria, porta il nome di Gabriele, come ci rivela S. Luca; ed è questa la terza circostanza che dobbiamo notare nella breve narrazione evangelica. Orbene, Gabriele nel nostro linguaggio significa Forza di Dio; quell'angelo, infatti, annuncia quel grande Mistero in cui Dio esercita la sua forza e la sua potenza nel salvare gli uomini, sconfiggere il demonio, e stabilire su la terra la sua grazia, nel cielo la sua gloria e nell'inferno, il terrore del suo nome. Parecchi, tra i grandi Dottori antichi dicono persino, come si legge negli Atti del Concilio di Efeso 17 che questo nome di Gabriele significa Homo et Deus, Uomo e Dio, come se il nome di quel grand'angelo fosse la sigla del suo messaggio e che nel suo nome portasse un segno perpetuo della più insigne legazione che mai egli potesse avere.

Questo angelo è veramente grande e beato, sia nella sua persona, sia nei suoi uffici. È uno di quegli spiriti che stanno davanti al trono di Dio: Asto ante Deum, Sto davanti a Dio, dice Lui medesimo in un altro luogo (Luc., I, 19): è questo uno dei più grandi uffici che vi [25] siano in Paradiso, come l'ufficio ch'egli compie ora è l'ufficio più sublime che gli angeli possano esercitare su la terra. Quell'angelo certo è un serafino e uno dei più elevati tra i serafini.

Quel mistero di amore, che contiene il più gran segreto dell'amore di Dio fuori di sé medesimo, meritava bene di venire annunciato da un angelo serafico, e da uno dei maggiori tra i Serafini. Che se ardissi proporre un mio pensiero in un punto così segreto, direi volentieri che quell'angelo è assolutamente il maggiore dopo san Michele. Questi due angeli sono i primi del Paradiso ed esercitano le più degne funzioni angeliche: Michele è preposto alla Chiesa di Gesù, Gabriele alla Madre di Gesù; e quest'ultimo in tale qualità è ora l'angelo che annuncia e serve Gesù su la terra, perché è l'angelo tutelare della Vergine destinata ad essere Madre di Gesù.

San Gabriele nell'Antico Testamento, come per prevenire questa sua gloriosa missione, si prendeva cura, insieme con san Michele, della liberazione del popolo di Dio contro l'Angelo della Persia perché quel popolo era il popolo di Gesù.

San Gabriele inoltre rivelò a Daniele le settantadue settimane tanto memorabili nella Sacra Scrittura, perché indicavano il tempo preciso fissato per l’avvento di Gesù.

San Gabriele infine compare a Zaccaria e gli predice la nascita di san Giovanni Battista, perché questo doveva essere il Precursore di Gesù.
In una parola, san Gabriele è l'Angelo di Gesù e di Maria, addetto in ogni tempo agli uffici che riguardano il Figlio di Dio e la sua santissima Madre, e lo sarà più ancora in avanti. Mansione insigne tra le più illustri mansioni angeliche. [26]

II. - Da un angelo così insigne e in un argomento così sublime, che cosa dobbiamo aspettarci se non una luce insigne con parole tutte sublimi e divine? Onorando dunque l'angelo e il suo ufficio, ascoltiamolo volentieri.

Egli apporta la migliore notizia che il cielo e la terra possano mai sentire; parla ad una Vergine, la quale nell'universo intero è la più degna di udirlo e quella che è meglio disposta a rispondergli divinamente. Il loro colloquio è tutto celeste e divino in tutte le sue parti, né può darsi al mondo argomento più dolce, più delizioso e più salutare. È una conversazione privata e intima tra due cittadini, l'uno del cielo, l'altro della terra; un colloquio sacro tra un angelo ed una Vergine, Vergine più celeste e più divina dell'angelo medesimo. Si tratta di elevare questa Vergine ad essere feconda di Dio ed origine della salvezza del mondo. L'Angelo adunque parla a questa gloriosa e beata Vergine; la saluta come piena di grazia, come quella che ha il Signore con sé; ed è benedetta fra tutte le donne. Pronunciando parole così sublimi, Gabriele, parla da angelo e non già come l'uomo parla all'uomo; non proferisce soltanto il suono delle parole, ma, come spirito di gloria e di luce, diffonde la sua luce nella mente della Vergine; e la eleva ad intendere le grandezze nascoste in quelle parole sublimi.

La Vergine, ascolta, ed accoglie ciò che l'Angelo le dice e le imprime nella mente, ma non gli dà risposta e l’Angelo si ferma. L'umiltà della Vergine è sorpresa e stupita di tali parole ed illuminazioni; nella sua celeste prudenza quell'anima divina vuole ponderarle. L'Angelo nel suo contegno è così affabile e rispettoso, verso la Vergine; è tanto deferente verso la sua prudenza e la sua umiltà, che ad ogni modo, benché parli da parte di Dio ed abbia cose grandi, importanti e urgenti da aggiungere, [27] crede bene di lasciare a quella mente divina il tempo di riflettere.

Tutt'e due stanno così in un rispettoso silenzio, l'Angelo sta ossequioso davanti alla Vergine e la Vergine riflette alle parole dell'Angelo.

Poiché l'Angelo si ferma, fermiamoci noi pure e parliamo alla Vergine intanto che l'Angelo le rivolga di nuovo la parola. 

CARD. PIETRO DE BÉRULLE

PADRE PIO E IL DIAVOLO



Gabriele Amorth racconta... 

È cambiato, temporaneamente, il tipo di agguati: vedendo che il fraticello è particolarmente sensibile al timore di aver offeso Dio, il suo avversario si insinua in questa debolezza, e cerca di convincerlo che ciò che teme è vero. Tanto che padre Benedetto a più riprese deve usare la sua autorità per farlo uscire dalla trappola: «... Inchino a credere che la rappresentazione fosca della vita passata, col martirio acuto dello spirito e del corpo susseguente, non sia un'operazione divina, ma piuttosto uno strazio di Satana, specialmente se la cognizione del passato si versa su di colpe gravi attuali, o mortali atti di ingratitudine... 
Nella prima ipotesi però devi uscir fuori di martirio e non credere al quadro perché è bugiardo» (San Marco la Catola, luglio 1917). 

«... Se dunque a voi si presenta la visione d’una vita peccaminosa e ingrata sino al grado d’aver meritato alcuna volta lo sdegno di Dio e d'averlo mortalmente offeso, questa visione è falsa e perciò diabolica, e lo strazio che ne consegue non può attribuirsi che alla stessa causa e quindi da disprezzarsi ed evitarsi.» (San Marco la Catola, 6 agosto 1917). 

É il momento in cui una nuova prova aspetta Padre Pio, e ne parla nelle lettere a cavallo far gli ultimi mesi del 1917 e quelli all’inizio del 1918. «Ancora una volta poi l'anima mia in questi giorni è discesa nell’inferno; ancora una volta il Signore mi ha esposto al furore di Satana. I di lui assalti sono violenti e assidui; si tratta di ciò che questo apostata infame vuole strapparmi dal cuore ciò che in esso vi è di più sacro: la fede. Mi assale di giorno in tutte le ore; mi amareggia il sonno nelle ore della notte. Fino a questo punto che scrivo ho la piena coscienza di non avergliela data mai per vinta; ma nell’avvenire?!... Sento forte la volontà che è attaccata al suo Dio, ma debbo ancora confessare che le forze fisiche e morali, per la lotta che si sostiene, si vanno sempre più debilitando». 

MARCO TOSATTI 

SPIRITO SANTO



Considera, o Cristiano, che sebbene lo Spirito Santo sia Luce, e Luce divina, Luce delle menti e dei cuori, che vince e dissipa qualunque ombra d'errore, d'ignoranza e d'inganno, pure vi ha tre classi di persone che non possono essere illuminate da sì preziosa Luce, e sono 1° coloro che voglion tenere chiusi gli occhi dello spirito; cioè, che non si curano di conoscere Dio e le sante verità da Lui rivelate; 2° coloro che bramosí delle soddisfazioni dei sensi, si fanno schiavi delle esigenze della gola, e si ravvolgono nel fango d'immondi piaceri; 3° quelli, che, infingardi nel corrispondere alla divina grazia, vorrebbero che in esso tutto facesse Dio da se medesimo, perchè non vogliono darsi la pena di cooperare alla grazia col vincere le ripugnanze della natura, col mortificare le passioni e praticare l'annegazione indispensabile a chi vuol salvarsi. Vedi ora, o Cristiano, a quale di queste tre classi di persone tu appartenga; e pensa che cosa devi fare per ottenere che il celeste lume del Paracleto ti rischiari, e ti sia nella presente vita scorta sicura alla beata eternità. 

Molti templi saranno chiusi e ci sarà una grande dittatura religiosa.




Cari figli, sono la vostra Madre Addolorata. Camminate per un futuro di grandi persecuzioni. Gli uomini e le donne di fede berranno il calice amaro della sofferenza. Cercheranno il Prezioso Alimento e in molti luoghi non Lo troveranno. Adoreranno il Signore in luoghi segreti. Molti templi saranno chiusi e ci sarà una grande dittatura religiosa. Coraggio. Il Mio Gesù sarà con voi. Non c'è vittoria senza croce. La Chiesa del Mio Gesù tornerà ad essere come Egli l'affidò a Pietro. Curate la vostra vita spirituale. Non tiratevi indietro. Coloro che rimarranno fedeli fino alla fine saranno proclamati Benedetti dal Padre. DateMi le vostre mani e Io vi condurrò alla vittoria. Avanti nella difesa della verità. Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto nel nome della Santissima Trinità. Grazie per avermi permesso di riunirvi qui ancora una volta. Vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Rimanete nella pace.

mercoledì 27 marzo 2019

A Gesù Eucaristia



Ecco il pane degli angeli, pane dei pellegrini,
vero pane dei figli.

Buon pastore, vero pane, o Gesù, pietà di noi:
nutrici e difendici, portaci ai beni eterni
nella terra dei viventi.

Tu che tutto sai e puoi, che ci nutri sulla terra, 
conduci i tuoi fratelli  alla tavola del cielo
nella gloria dei tuoi santi.

(S. Tommaso d’Aquino)

Satana brama le anime, il suo appetito è insaziabile e la sua volontà implacabile.



Mia amatissima figlia, tutte le profezie annunciate molto tempo fa e date da Dio ai profeti, veggenti e visionari, sia attraverso rivelazioni pubbliche che private, ora si compiranno. 

L‟uomo scettico metterà in dubbio l‟autenticità della Parola di Dio, ma quando vedrà accadere, con i suoi occhi, tutto ciò che fu predetto nel Libro della Rivelazione, allora diverrà silenzioso poiché, quando questi eventi colpiranno l‟umanità, l‟unico conforto che troverà sarà quello di cercarMi. Quando il vostro cuore sarà colmo di dolore a causa delle cattive azioni perpetrate dagli uomini malvagi, contro i figli di Dio, voi piangerete lacrime di angoscia. Allora vedrete fino a che punto il male possa diffondersi all‟interno delle anime di coloro i cui cuori sono diventati di pietra. Quando vedrete quanto poca sia l‟attenzione ed il rispetto che questi nemici di Dio hanno per la vita umana, allora potrete finalmente capire quanto è grande il potere che il maligno esercita sull‟umanità. 
Nelle sue ultime ore, Satana, si manifesterà nelle anime, pervadendole con i suoi orribili comportamenti; egli mostrerà al mondo quanto intenso sia il suo odio per il genere umano. 

A causa di tutte le scuse diffuse dall‟uomo per giustificare il male, coloro che perpetrano delle malvagità riveleranno tutto l‟odio che hanno nei loro cuori per i figli di Dio. Essi compiranno delle orribili atrocità nel nome di Dio essendo privi d‟amore nelle loro anime, ma nonostante essi covino odio, la maggior parte di loro non capisce perché il proprio odio per gli altri sia così intenso. Mentre molte persone non credono nell‟esistenza del maligno, dovete sapere che egli non può resistere alla tentazione di rivelare se stesso attraverso coloro che infesta. I suoi miasmi si diffondono fino a quando egli non ha divorato ogni nazione, ogni anima debole ed i potenti leader, il cui amore per l‟ambizione li espone alla sua influenza. 

Presto assisterete ad atti malvagi presenti in ogni ambito della vostra società, in molte nazioni e in diversi modi. Satana brama le anime, il suo appetito è insaziabile e la sua volontà implacabile. Quando il suo odio si manifesta concretamente nelle anime, queste persone non sono in grado di nascondere le loro azioni. Solo in queste situazioni molti di voi potranno vedere davvero il male per ciò che è realmente, e questo attraverso le azioni di quelle povere anime che si sono sottomesse alla sua volontà. 

Non dovete mai compiacervi di voi stessi quando gli atti e le azioni malvagie, tra cui le guerre e i disordini, irrompono nel mondo. È allora che le vostre preghiere sono maggiormente necessarie. 

Il vostro Gesù 

4 Settembre 2014


AVVISI DALL'ALTRO MONDO SULLA CHIESA DEL NOSTRO TEMPO




Presenza dell’azione del Maligno 

La risposta alla prima domanda impone molta cautela, anche se i segni del Maligno sembrano talora farsi evidenti (cfr. Tertulliano, Apol. 23). Potremo supporre la sua sinistra azione là dove la negazione di Dio si fa radicale, sottile ed assurda, dove la menzogna si afferma ipocrita e potente, contro la verità evidente, dove l’amore è spento da un egoismo freddo e crudele, dove il nome di Cristo è impugnato con odio cosciente e nocuo? (Cfr. I. Cor. 16, 22; 12, 3), dove lo spirito del Vangelo è mistificato e smentito, dove la disperazione si afferma come l’ultima parola ecc. Ma è diagnosi troppo ampia e difficile, che noi non osiamo ora approfondire e autenticare, non però priva per tutti di drammatico interesse, a cui anche la letteratura moderna ha dedicato pagine famose (cfr. ad es. le opere di Bernanos, studiate da Ch. Moellcr, Littér. du XX siècle. I. p. 397 ss.: P. Macchi, Il volto del male in Bernanos; cfr. poi Satan, Etudes Carmélitaines, Desclée de Br., 1948). Il problema del male rimane uno dei più grandi e permanenti problemi per lo spirito umano, anche dopo la vittoriosa risposta che vi dà Gesù Cristo. «Noi sappiamo, scrive l’Evangelista S. Giovanni, che siamo (nati) da Dio, e che tutto il mondo è posto sotto il maligno» (I Gv. 5, 19). 

Bonaventura Meyer

PADRE PIO DA PIETRELCINA



 Collaboratore di Cristo redentore.


Padre Pio aveva coscienza d'essere stato scelto da Dio come collaboratore dell'opera redentrice di Cristo e che questa collaborazione non si sarebbe realizzata che attraverso la croce. E la croce fu il faro che illuminò i passi della sua via dolorosa e la sorgente inesauribile della fortezza, generosità, fedeltà e perseveranza richieste dalla sua vocazione. Egli era persuaso che tutta la sua vita, come quella del Maestro, sarebbe stata "un martirio": 
"Altre volte poi, senza che neppure vi penso, mi si accende nell'anima un vivissimo desiderio di possedere intieramente Gesù, ed allora con una chiarezza tale, che il Signore comunica all'anima mia, e che io non so ritrarla in iscritto, mi fa vedere, come in uno specchio, tutta la mia vita futura non essere altro che un martirio" (lett. 130: giugno 1913).  
Ma questa visione così chiara dell'incerto e tormentoso avvenire, né lo impensieriva, né lo scoraggiava. Anzi nell'intimo dell'anima si rallegrava vivamente di essere stato chiamato a cooperare alla salvezza delle anime con la sofferenza che trae valore ed efficacia dalla reale partecipazione alla croce di Gesù:  
"Soffro e soffro assai, ma, grazie al buon Gesù, sento ancora un altro po' di forza, e di che cosa non è capace la creatura aiutata da Gesù? Io non bramo punto di essere alleggerita la croce, poiché soffrire con Gesù mi è caro; nel contemplare la croce sulle spalle di Gesù mi sento sempre più fortificato ed esulto di una santa gioia. Sento però nel mio cuore il grave bisogno di gridare sempre più forte a Gesù col dottore della grazia: Da quod iubes, et iube quod vis 7. Quindi, mio caro padre, l'idea del mio soffrire non metta né sulla vostra fronte, né nei vostri occhi, un'ombra che potrebbe rattristare il vostro cuore. 
Si, non piangiamo, babbo mio; è d'uopo celare, finalmente, le nostre lacrime a colui che le manda, a colui che ne ha versate e ne versa tutti i giorni per l'ingratitudine umana. Egli si sceglie delle anime e tra queste, contro ogni mio demerito, ha scelto anche la mia per essere aiutato nel grande negozio dell'umana salvezza. E quanto più queste anime soffrono senza verun conforto tanto più si alleggeriscono i dolori del buon Gesù. Ecco tutta la ragione perché desidero soffrire sempre più e soffrire senza conforto; e di ciò ne faccio tutta la mia gioia" (20 9 1912).  

LA PASSIONE



GESÙ SI PREPARA  

Ci sono Anime che riflettono sulla Mia Passione, ma sono molto poche quelle che pensano alla preparazione della Mia Vita pubblica: la Mia solitudine!  
I quaranta giorni, che ho trascorso sui fianchi della montagna, sono stati i giorni più angosciosi della Mia Vita, perché li ho passati completamente solo, preparando il Mio Spirito per ciò che sarebbe accaduto: ho sofferto la fame, la sete, LO scoraggiamento ed L’amarezza.  
Sapevo che, per quel popolo, il Mio Sacrificio sarebbe stato inutile, visto che non Mi hanno riconosciuto. In quella solitudine, ho percepito che, né la Mia nuova Dottrina, né i Sacrifici ed i Miracoli, avrebbero potuto salvare il Popolo Ebreo, che si sarebbe trasformato in deicida (uccisore di Gesù Cristo).  
Nondimeno, dovevo compiere il Mio Dovere, la Mia Missione Divina.  
Dovevo, innanzitutto, lasciare loro la Mia semenza e dopo… morire.  
Quanto è triste tutto questo, considerandolo sul piano umano!  
Anch'Io sono stato uomo e ho provato dolore ed angoscia.  
Quanto Mi sono trovato solo!  
Ho mortificato il Mio Corpo con il digiuno, il Mio Spirito con la preghiera.  
Ho pregato per tutta l'Umanità, che non Mi avrebbe riconosciuto, che Mi avrebbe sacrificato tante volte...  
Sono stato tentato come qualsiasi altro mortale, e Satana non ha mai avuto una curiosità tanto grande come quella di sapere chi era l'uomo che stava in tanta solitudine ed abbandono.  
Pensate a tutto ciò che ho dovuto patire, per salvare l'uomo, per poter regnare nel suo cuore, per rendergli possibile l'ingresso nel Regno del Padre Mio.  

Messaggi dettati a Catalina RIVAS