lunedì 14 ottobre 2019

BERNADETTE E LE APPARIZIONI DI LOURDES



UN COMUNISTA GUARITO A LOURDES

- Io a Lourdes? Ma se non credo né a Dio, né ai suoi miracoli! Perché dovrei andare a Lourdes?
Questa era la risposta, accompagnata da una cattiva risata, di Luigi Olivari, al prete che gli aveva proposto un pellegrinaggio alla città dell'Immacolata.
Comunista convinto e praticante ateo, Olivari trovava assurdo chiedere alla Madonna che intervenisse con un miracolo, per restituirgli i movimenti del braccio e della gamba destra, paralizzati in seguito alla caduta da una scala.
I medici avevano detto che egli non avrebbe mai più riacquistato l'uso degli arti. Quella sentenza era dura, sia per lui, sia per la moglie ed i quattro figli, che vedevano profilarsi sulla loro casa l'ombra della miseria...
Ma la SS. Vergine lavorò in quel cuore e così Olivari si recò a Lourdes.
Quello che avvenne ai piedi di Maria lo racconta egli stesso: Mentre mi portavo alla vasca, incontrai un ragazzo cieco che andava a pregare la Madonna miracolosa per la quinta volta. Il bimbo pregava accanto a me e mi esortava a fare altrettanto. Io non avevo voglia: ero disgustato dall'ingenuità di tutta quella gente, che aspettava l'intervento divino. Quando toccò a me entrare nella piscina, rifiutai con sdegno; ma un'infermiera mi costrinse a bagnarmi. Due altri infermieri mi spogliarono e mi immersero nell'acqua fredda. Accanto a me il bimbo cieco implorava la grazia.
- Dio mio, - gridai -, se veramente esisti, guarisci questo bimbo che lo merita molto più di me!
Subito dopo cominciai a camminare e istintivamente presi i miei vestiti con il braccio destro.
Al dispensario venni esaminato da una ventina di medici: ero guarito!».
La Madonna aveva voluto premiare la sua preghiera di bontà per quel bimbo, col miracolo della sua guarigione.
Olivari tornò a Nizza perfettamente guarito. Andò a salutare i compagni di cellula ed affermò loro che i suoi ideali politici non erano per nulla mutati. Ma è un fatto - soggiunse - che, se sono guarito, miracolo o no, lo devo a Lourdes!».
I vecchi compagni, nemmeno a dirlo, non gli vollero credere; lo chiamarono «traditore» e minacciarono di espellerlo dal partito, se non avesse ritrattato ogni cosa. Cosicché, secondo questi signori, egli avrebbe dovuto rifiutare la guarigione miracolosa e distendersi nuovamente sul letto delle sue sofferenze, anziché riprendere la sua vita ed il suo lavoro. Logica... progressista!
I giornali (1956) hanno molto parlato di questa singolare guarigione avvenuta a Lourdes. (Sunteggiato da  “Madre e Regina”, 1956).

p. Luigi Chierotti

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