giovedì 5 dicembre 2019

L'ARALDO DEL DIVINO AMORE



DOTTRINA E MISSIONE DI S. GELTRUDE

L'elogio delle opere di S. Geltrude ci sembra inutile ripetizione: ci limiteremo dunque a domandare rispettosamente alla nostra cara Santa, ov'Ella attinse la sua dottrina, e a scrutarne l'importanza nella storia religiosa.
Non sarà tuttavia inutile ripetere, almeno per i lettori che conoscono poco S. Geltrude, il giudizio che ne diede qualche anno fa, Don Guéranger, nella prefazione dei suoi « Esercizi spirituali ».
« L'enumerazione degli ammiratori di S. Geltrude sarebbe lunga e imponente. A capo si potrebbe scrivere il nome di S. Teresa che, secondo la narrazione del P. Ribera, suo confessore, l'aveva presa per maestra e per guida. Luigi Blois la raccomanda nel suo « Monile spirituale » con espressioni del più vivo entusiasmo: S. Francesco di Sales ne parla con ammirazione, il sapiente Cornelio A, Lapide nel suo commentario sulla Scrittura, chiama S. Geltrude perfettissima maestra di spirito. Ci sarebbe facile continuare a lungo tale enumerazione: la concluderemo invece col giudizio dell'Olier, tolto dalle sue opere inedite: ecco come si esprime quel grande Servo di Dio.
«S. Geltrude, con l'incantevole sua semplicità e profonda umiltà, ha indotto Nostro Signore a trattarla e ad arricchirla con divina generosità. La lettura delle sue opere guida l'anima a unione sempre più stretta con Gesù; tale dottrina è assai diversa da quei libri contemplativi che si sforzano di allontanare l'anima dall'unione con la santa Umanità di Nostro Signore.
Il carattere di S. Geltrude venne studiato e definito da giudici assai competenti, tanto che sarebbe difficile trovare un altro libro che abbia avuto elogi così numerosi ed eminenti. C'è però un'autorità ancor più sicura e decisiva: quella della santa Chiesa, la quale, diretta dallo Spirito Santo, ha espresso il suo giudizio, mediante l'organo della santa Liturgia. L'Ufficio solenne della Santa contiene accenti di glorificazione sublime ».
Riguardo poi allo spirito che animava S. Geltrude, l'illustre abate Olier aggiunse:
«Grandi sono i vantaggi che risultano dalla spiritualità geltrudiana, la quale mediante la libertà dello spirito, produce nelle anime, senza rigidezza di metodi, disposizioni eccellenti di cui non posseggono il segreto i moderni sistemi. Nessuno può leggere gli scritti dell'antica Scuola Benedettina, senza sentirsi penetrato da un senso di libertà e di gioia. S. Geltrude, seguace di S. Benedetto, ne rappresenta un magnifico esempio. Lo spirito della religione cattolica è uno spirito facile, dilatato, sereno, uno spirito, di libertà, come dimostrano, gli scrittori ascetici della vecchia Scuola Benedettina: i moderni invece hanno cercato di restringere, le anime, e queste, metodo, ha fatto più male che bene».
Lo spirito di S. Geltrude è dunque quello della Chiesa cattolica, attinto alle sorgenti più pure: la sacra Scrittura e la Liturgia. Per capir bene gli scritti della nostra Santa, bisogna cercarvi la semplice e sublime armonia di un'anima, le cui facoltà equilibrate vibrano al tenue soffio dello Spirito Santo: da ciò deriva la sua ammirabile libertà, perchè « ove vi è lo spirito del Signore, là vi è la libertà », (Cor. III, 17) da ciò pure deriva quell'autorità dolce « che non s'impone, ma trascina » (Esercizi di S. Geltrude, Prefaz. p. XX).
Nei primi tempi della Chiesa, essere cristiani e vivere della Sacra Scrittura e delle verità divine, era tutt'uno. L'Apostolo, ne constatava l'evidenza, quando diceva: « La parola di Cristo abiti in voi, con pienezza e con sapienza. Istruitevi, esortatevi gli uni gli altri, con salmi, con inni, con cantici spirituali, cantando a Dio nei vostri cuori con edificazione » (Coloss. III, 16); e ancora « Intrattenetevi con salmi, con inni, con cantici spirituali, cantando e salmeggiando al Signore, nei vostri cuori » (Ef. V, 19).
A quei tempi la vita sociale, come la vita privata, subiva l'influenza del ciclo liturgico, e nessuno avrebbe mai pensato d'isolare la pietà dal centro di luce e di calore della Chiesa, e di nutrirla d'altro alimento che non fosse il pane soprasostanziale della divina parola, distribuita dalla santa Chiesa. Per lunghi secoli i cristiani vegliarono con la loro Madre, consacrando alla preghiera pubblica un tempo che, nel nostro secolo dinamico, si stimerebbe perduto. Quando, col dilatarsi della Chiesa, il fervore cominciò a raffreddarsi, la perfezione cristiana si rifugiò nei Monasteri, ove assunse un'altezza che stupisce e quasi spaventa.
Ma tale stupore cresce se si studia da vicino la grande semplicità di quelle esistenze: « I santi dottori dei primi secoli, i divini patriarchi della solitudine - dice Don Guéranger - attingevano luce e calore dalla recita dei salmi nelle lunghe ore di salmodia, durante le quali la verità semplice e multiforme, passando davanti agli occhi della loro anima, li riempiva di luce e d'amore » (Anno liturgico - Prefazione).
Ora che abbiamo colto il segreto della sua vita e la chiave della sua dottrina, ritorniamo alla nostra cara Santa. Geltrude ha vissuto la vita de' suoi padri: pietà e doni sono quelli dei primi cristiani. La sua preghiera privata era nutrita dalla preghiera della Chiesa, perciò poco importa che le sue rivelazioni non seguano un ordine strettamente cronologico.

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RIVELAZIONI DI S. GELTRUDE

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