Vita della Vergine Madre di Dio
SUOR MARIA DI GESÙ DI AGREDA (1602-1665)
direttori spirituali
Data la parte importante che i confessori e direttori spirituali svolsero nella vita spirituale della Venerabile, pare doveroso fermarsi su questo punto. Suor Maria fu un anima presa durante
tutta la vita da un «eccessivo timore»:
timore di sbagliare, di traviarsi. Per questo si assicurò saldamente all'obbedienza, alla direzione dei rappresentanti di Dio. «Mai - lei dirà - mi sono tranquillizzata
senza questa guida». Al direttore manifestava tutta la sua coscienza, le grazie e i favori del Signore, e non faceva niente senza la sua approvazione e il suo consiglio. Nel monastero di Agreda si conservano ancora inedite
le sabatine, ossia i resoconti di coscienza, che ogni sabato presentava per iscritto al direttore. Aveva molto fissa nell'anima la frase del Signore nel Vangelo: «Chi ascolta voi, ascolta me; chi obbedisce a voi,
obbedisce a me» (cf Lc 10,16)26.
Occorre dire che tutti i suoi direttori e confessori, così come i suoi superiori ecclesiastici, furono dell'Ordine francescano, poiché le religiose erano soggette alla
giurisdizione dei superiori religiosi dell'Ordine a cui appartenevano o a cui erano iscritte; e l'Ordine della Concezione, quasi dai suoi stessi inizi, si pose sotto la tutela dell'Ordine di san Francesco.
Durante il noviziato ebbe un confessore che a tutte le sue richieste di permesso per fare penitenza si opponeva con un «no». Suor Maria comprese in seguito il bene che le fece.
Durante il periodo delle «esteriorità» ebbe vari confessori, i cui nomi conosciamo per le loro risposte all'interrogatorio dell'Inquisizione: il già citato
fr. Giovanni di Torrecilla, fr Giovanni Battista di Santa Maria e fr. Tommaso Gonzalo.
Con l'intervento del provinciale, fr. Giovanni di Villalacre, per mettere ordine nelle cose della Venerabile, comincia un lungo periodo di ventiquattro anni in cui è diretta
da p. Francesco Andrea della Torre. Questo Padre la diresse poi dal 1623 fino al 1647, anno in cui morì. Durante il suo mandato, suor Maria scrisse per la prima volta la Mistica Città di Dio; in sua assenza, per indicazione di un altro confessore occasionale, la sospese, poi tornò a scriverla parzialmente e alla morte di lui tornò
a bruciarla. Samaniego ci informa che il re Filippo IV fece nominare vescovo questo Padre, però egli rinunciò per attendere meglio alla direzione della
Venerabile.
Tra le lettere di suor Maria al re ricorrono alcuni ordini che questo Padre le dava di consultare il cielo su alcune questioni, o di consegnare notizie con visioni soprannaturali. Anche
nella Mistica Città di Dio, come è risaputo, ricorrono domande che faceva a Dio o alla Vergine per ordine del confessore.
Dopo la morte di questo direttore, rimase per qualche tempo sola, ossia senza direttore. È questo il tempo in cui si lamenta con il re del fatto che l'Ordine francescano non
conserva, come dovrebbe, il segreto delle sue cose.
Fu altresì adesso, in questo interregno di direttori, che fu sottoposta all'interrogatorio dell'Inquisizione. In una lettera al re allude al fatto, e fa riferimento agli
eventi della sua gioventù, sui quali si svolse principalmente detto interrogatorio:
«Nella mia attività non ci sono altre novità oltre a quella che scrissi a V M.; quando giunsi a quella visita rimasi tanto sola e senza consiglio, che mi sembrò
necessario ricorrere alla protezione del prelato, che è il p. Manero. Il Signore mi mandò questa prova quando non c'era confessore né alcun religioso che conoscesse il mio interno, essendo morto quello
a cui lo avevo manifestato. Ho affidato la mia difesa all'Altissimo e alla Regina del cielo; se chiedono che soffra, gioiosissima abbraccerò la croce. Poiché amo e stimo V. M., le chiedo di dichiarare che,
per la sola bontà di Dio, mi lasciò libera la coscienza e la volontà nelle materie spirituali, sebbene temessi di fare errori, essendo una donna ignorante. Ma fece così, perché avevo cominciato
il cammino della virtù quando ero molto piccola, all'epoca in cui Dio mi manifestò la sua misericordia».
Infine, lo stesso anno 1650, comincia a dirigerla p. Andrea di Fuenmayor; che la diresse fino all'ora della morte. Di lui ella dice che è contenta, perché custodisce il
segreto:
«Il mio confessore distribuì già la sua giornata; è molto dotto e ha tenuto due volte l'ufficio di Provinciale, e ciò che mi consola è che
conserva grande segreto nelle mie cose»
Suor Maria si trovava sotto la direzione di questo Padre, quando, per ordine suo, scrisse la redazione definitiva della Mistica Città di Dio. Il p. Fuenmayor sopravvisse alcuni anni alla sua diretta, scrisse una vita di lei e deposizioni testificali, che esistono manoscritte.
di Suor Maria di Gesù
Abbadessa del Monastero dell’Immacolata di Agreda dell’Ordine dell’Immacolata Concezione
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