martedì 3 dicembre 2019

Preziosità del silenzio



Quando ti chiedo di ascoltarmi
e tu cominci a darmi un buon consiglio,
allora non hai fatto quello che ti chiedo.

Quando ti chiedo di ascoltarmi
e tu cominci a spiegarmi perché
non dovrei sentire quel che provo,
allora tu calpesti i miei sentimenti.

Quando ti chiedo di ascoltarmi
e tu pensi di dover far qualcosa
per risolvere i miei problemi,
allora mi trascuri,
per quanto strano possa sembrare.

Forse per questo la preghiera
può aiutare qualcuno.
Perché Dio e’ silenzioso
e non da’ buoni consigli
o cerca di “sistemare” le cose.

Lui solo ascolta
e lascia che io mi prenda cura di me.
Allora, ti prego, ascoltami soltanto,
e se vuoi dire qualcosa, sii paziente.
Allora, ti prometto, ti ascolterò

Anonimo.



1Re 19 1Acab riferì a Gezabele tutto quello che Elia aveva fatto e che aveva ucciso di spada tutti i profeti. 2Gezabele inviò un messaggero a Elia per dirgli: «Gli dèi mi facciano questo e anche di peggio, se domani a quest’ora non avrò reso la tua vita come la vita di uno di loro». 3Elia, impaurito, si alzò e se ne andò per salvarsi. Giunse a Bersabea di Giuda. Lasciò là il suo servo. 4Egli s’inoltrò nel deserto una giornata di cammino e andò a sedersi sotto una ginestra. Desideroso di morire, disse: «Ora basta, Signore! Prendi la mia vita, perché io non sono migliore dei miei padri». 5Si coricò e si addormentò sotto la ginestra. Ma ecco che un angelo lo toccò e gli disse: «Àlzati, mangia!». 6Egli guardò e vide vicino alla sua testa una focaccia, cotta su pietre roventi, e un orcio d’acqua. Mangiò e bevve, quindi di nuovo si coricò. 7Tornò per la seconda volta l’angelo del Signore, lo toccò e gli disse: «Àlzati, mangia, perché è troppo lungo per te il cammino». 8Si alzò, mangiò e bevve. Con la forza di quel cibo camminò per quaranta giorni e quaranta notti fino al monte di Dio, l’Oreb. 9Là entrò in una caverna per passarvi la notte, quand’ecco gli fu rivolta la parola del Signore in questi termini: «Che cosa fai qui, Elia?». 10Egli rispose: «Sono pieno di zelo per il Signore, Dio degli eserciti, poiché gli Israeliti hanno abbandonato la tua alleanza, hanno demolito i tuoi altari, hanno ucciso di spada i tuoi profeti. Sono rimasto solo ed essi cercano di togliermi la vita». 11Gli disse: «Esci e férmati sul monte alla presenza del Signore». Ed ecco che il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento, un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. 12Dopo il terremoto, un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco, il sussurro di una brezza leggera. 13Come l’udì, Elia si coprì il volto con il mantello, uscì e si fermò all’ingresso della caverna. Ed ecco, venne a lui una voce che gli diceva: «Che cosa fai qui, Elia?». 14Egli rispose: «Sono pieno di zelo per il Signore, Dio degli eserciti, poiché gli Israeliti hanno abbandonato la tua alleanza, hanno demolito i tuoi altari, hanno ucciso di spada i tuoi profeti. Sono rimasto solo ed essi cercano di togliermi la vita». 15Il Signore gli disse: «Su, ritorna sui tuoi passi verso il deserto di Damasco; giunto là, ungerai Cazaèl come re su Aram. 16Poi ungerai Ieu, figlio di Nimsì, come re su Israele e ungerai Eliseo, figlio di Safat, di Abel-Mecolà, come profeta al tuo posto. 17Se uno scamperà alla spada di Cazaèl, lo farà morire Ieu; se uno scamperà alla spada di Ieu, lo farà morire Eliseo. 18Io, poi, riserverò per me in Israele settemila persone, tutti i ginocchi che non si sono piegati a Baal e tutte le bocche che non l’hanno baciato».
Note
v.12: “Dopo il terremoto un fuoco, non nel fuoco JHWH, e dopo il fuoco voce di calma leggera”. La traduzione letterale è più ricca della traduzione che ci propone la CEI. Innanzitutto si tratta di una voce, e la voce per la bibbia manifesta sempre la presenza di qualcuno anche se non visibile ed è una delle immagini usate per indicare la presenza di Dio (cf. Sal 29). La “calma leggera” è situazione di silenzio e di pace che segue una tempesta in mare (cf. Sal 107,29). È una voce silenziosa e di pace quella che rivela la presenza e l’identità di JHWH. La “voce” indica più una presenza che un contenuto o un messaggio, ed è presenza che ha bisogno di ulteriore specificazione per essere qualificata e riconosciuta (cfr. Is 65,19; 24,18; 1Sam 4,14; Sal 47,2). Sul Sinai il popolo udiva il suono delle parole di Dio (Dt 4,12) senza vedere una figura, ed era l’annunzio dell’Alleanza (Dt 4,13ss). La voce indicava una presenza e un messaggio, ma Dio non era visibile. In Es 19,19, invece, mentre la “voce del corno” si faceva sempre più forte Dio risponde a Mosè nel tuono ed in Es 20,18 la voce è “vista” (è la “voce del corno”?), ed il popolo chiede a Mosè di parlare lui con Dio per non morire, perché incapace di ascoltare la sua parola (Es 20,19). La Parola (anche solo umana) è molto di più: è presenza/rivelazione della persona che cerca un rapporto, una relazione di amore.
Commento
1. La solitudine che vive Elia ha in un primo momento una connotazione solo negativa. È solitudine che nasce da una separazione: è il solo rimasto fedele all’Alleanza. Per lui però questo è motivo di sconforto e la minaccia di morte diventa in lui motivo di fuga e di disperazione. “Non sono migliore dei miei padri”. La sua fedeltà è messa in dubbio dalle conseguenze delle sue azioni di fedeltà a Dio.
2. Il dialogo con l’Angelo riconduce la solitudine ad una dimensione di incontro con il divino. Nel silenzio Elia trova la strada per giungere al monte dell’incontro, l’Oreb, il monte dell’Alleanza. Nel silenzio della disperazione si apre una strada che conduce al silenzio della rivelazione. Dio non ci abbandona mai alla tragedia dell’isolamento, occorre solo ascoltare la sua voce, il suo messaggio di presenza fedele.
3. Sul monte la Parola di Dio apre un’ulteriore strada per giungere a gustare la presenza di Dio. La Parola allora più che scaturire dal silenzio apre al silenzio dell’incontro. Negli ultimi anni la chiesa ha sommerso di parole ogni aspetto della propria vita ed in particolare la liturgia dimenticando che invece la parola ha la funzione di giungere al silenzio. Il rumore delle parole può essere interrotto dalla Parola che apre al silenzio della presenza di Dio. Per questo dopo l’omelia e dopo la comunione c’è un breve tempo di silenzio, un tempo per gustare l’incontro con il Signore Gesù.
4. Il cammino di fede così si configura come ascolto della Parola di Dio per interrompere il rumore delle parole e giungere alla “voce” di Dio che è “calma leggera”. L’ostacolo principale in questo cammino di fede è il nostro mondo affettivo dove le emozioni (le risposte immediate alla situazione del nostro mondo interiore) rumoreggiano e diventano ostacolo all’accogliere la voce di calma leggera. Le emozioni di Elia (paura della regina, solitudine, disperazione e desiderio di morte, fatica…) sono vinte dall’invito dell’angelo a mangiare e bere, simbolo dell’interiorizzare i doni di Dio per poi camminare in silenzio verso la meta che Dio stesso propone. Sul monte la Parola ancora una volta fa emergere il mondo affettivo di Elia e Dio aiuta Elia a eliminare gli ostacoli che restano stimolando i sensi, il corpo. L’incontro con Dio giunge in questo silenzio della mente, dell’affettività e del corpo: di tutto ciò che noi siamo. E l’incontro avviene fuori dalla caverna, fuori dal ristretto mondo dell’io, e con il volto coperto come a dire che Elia ha rinunciato ad ogni pretesa di essere lui colui che si avvicina a Dio, colui che è fedele a Dio, per riconoscere che è Dio che si fa prossimo all’uomo.
5. Dopo l’incontro ancora una volta la Parola fa emergere il mondo interiore di Elia ed Elia ripete quanto già detto, ma ora è pronto per accogliere la missione che Dio gli affida. Il silenzio così più che far emergere una parola nuova, fa emergere una meta nuova, un nuovo orientamento della vita che è missione e consegna. Elia infatti è chiamato a ungere anche il suo successore Eliseo. Quella morte che Elia cercava come termine della sua solitudine diventa ora, grazie all’intervento di Dio, l’ultimo passo per incontrare il suo Signore.

Dopo questa introduzione mettiti in silenzio e ascolta ciò che ti succede nel “cuore” e annotalo qui sotto, poi cerca di comprendere qual è il messaggio che Dio ti rivolge e la missione che ti affida. Infine gusta la bellezza del lasciarsi incontrare da Dio.


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