mercoledì 11 marzo 2020

PERCHÉ DIO HA DETTO “BASTA!” ALL’UMANITÀ DI OGGI



(GFD/3)
Noè rimprovera suo fratello Mahal di mettere sempre alla prova la  Pazienza del Signore ma non ottiene nulla. La costruzione di una  piccola arca per Mahal e per i suoi. 

1. Dopo che Noè ebbe lodato e glorificato il Signore per un’ora,  perché Egli aveva accolto la figlia perduta di suo fratello in un modo  così straordinariamente benevolo nel Regno, eternamente vivente,  degli spiriti proveniente da Dio, egli si risollevò da terra, si rivolse a  suo fratello Mahal e gli disse: 

2. «Fratello, non vorrai mica litigare di nuovo con Dio, il Signore,  per averti Egli concesso una Grazia così infinitamente grande?!  Vedi, in te non c’è altro che la pura superbia nascosta! 

3. Vedi, tu in segreto ti irriti sempre per il fatto che il Signore  abbia scelto me e non te per costruire l’arca, e per il fatto che tu non  sia stato particolarmente chiamato e scelto da Lui in una qualche  occasione! E siccome non hai nessun altro con cui poter litigare a  causa di ciò, allora sfoghi la rabbia della tua superbia sul Signore  Stesso, e qualora se ne presenti una qualche occasione, tu Lo vuoi  addirittura sfidare! 

4. Però domanda a te stesso se ti sembra giusto ed equo un tale  comportamento verso Colui che, quattro anni fa, ti chiamò  amorevolissimamente “figlio Suo”! Ritieni forse che il Signore si  lascerà sfidare da te?! 

5. Vedi, Satana sta sfidando il Signore già da tempi immemorabilissimi! Ma che cosa ha egli ottenuto con ciò? Infatti tutto quello che  Satana vuole, il Signore non lo farà mai! E così Satana rimane  sempre lo schiavo bastonato della sua propria testardaggine, la quale  è un frutto della sua stoltezza; il Signore però rimane eternamente il  Signore e fa ciò che Egli vuole, senza voltarsi al chiasso dei pazzi  del mondo! 

6. Fratello, è dunque tanto difficile umiliarsi dinanzi al santo e  ottimo Padre e accettare gradevolmente il Suo santo Ordine?! 

7. Eppure il Signore ti ha dimostrato chiaramente come Egli non ti  abbia mai precluso l’arca del Suo Amore, della Sua Grazia e  Misericordia, e per conseguenza di certo neppure quest’arca! 

8. Ma se tu, mosso da rabbia segreta, vuoi escluderti da te stesso,  ritieni forse che il Signore vorrà poi tirarti dentro per i capelli?!  Oh, separati dalla tua stoltezza e non mettere la Pazienza del  Signore sempre e di nuovo alla prova, allora troverai presto anche  per te un posto qui nell’arca!». 

9. Queste parole di Noè, dette con le migliori intenzioni, ebbero  però poco effetto su Mahal, ed egli insistette perché venisse costruita  per lui una propria arca. 

10. E Noè allora fece secondo il desiderio di suo fratello e  dispose affinché per lui venisse costruita una piccola arca lunga  quattro klafter (7,6 m) e alta due (3,8 m), però senza scompartimenti all’interno. 


(GFD/3)
Noè consegna a Mahal la piccola arca della salvezza. La pretesa  insolente di Mahal al Signore. I tre figli di Mahal si dissociano dalle  bestemmie del loro padre contro Dio e perciò vengono istantaneamente consunti da un fuoco divino. 

1. Quando Noè fu pronto con la piccola arca destinata a Mahal,  egli gli disse: «Ebbene, ecco qui completata l’arca della tua  testardaggine! Vedi però che il Signore voglia benedirla per te e per  i tuoi tre figli; altrimenti essa potrà offrirti ben poca sicurezza! 

2. Io l’ho già benedetta mediante la costruzione; sennonché questa  benedizione sarà inutile senza la Benedizione del Signore! Perciò  presentati dinanzi al Signore, rendi a Lui onore e pregaLo affinché  Egli ti benedica l’arca per la tua sicurezza!» 

3. Mahal però disse: «Tu parli secondo il tuo punto di vista e non  conosci la mia necessità! Non sono io forse un uomo come te, e  non abbiamo un padre e una madre?! A te il Signore ha ordinato  perfino di costruire questa tua arca, indicandone le misure, per la  tua salvezza, a te che non Lo avevi tuttavia pregato; per quanto  riguarda me, invece, Egli ha lasciato che io me ne andassi in giro sulla Terra come una bestia selvaggia per amore dei miei figli, e  non mi ha detto niente riguardo al fatto che anch’io mi dovevo  costruire un’arca della salvezza! 

4. Egli certamente mi parlò attraverso il sentimento e laggiù nella  pianura mi indicò quello che avrei dovuto fare e che io poi feci  sempre, ma Egli non mi disse mai qualcosa di determinato di una  salvezza, eppure io ero tuttavia altrettanto puro come lo sei tu! 

5. E vedi, in ciò consiste la necessità del mio cuore; ed io perciò  non farò nulla ed attenderò che il Signore voglia espressamente  pronunciarsi! Quando Egli mi rivolgerà determinate parole, allora  anch’io agirò con determinazione secondo la Sua parola! Io però  non intendo costringere il Signore a fare qualcosa, né con preghiere,  né con sacrifici; piuttosto che influenzare il Signore nella Sua libertà  d’azione, io voglio andare incontro alla rovina! 

6. Se Egli vuole benedire quest’arca per me, allora Egli lo farà  anche senza la mia preghiera, nella stessa maniera di come, senza la  tua preghiera, ha comandato a te di costruire l’arca; se però Egli non  lo vuole, allora io non farò uso dell’arca, bensì condividerò  coraggiosamente con la mia famiglia l’aspro destino di milioni di  creature e per di più sarò ancora un testimone di come gli uomini  cattivi espieranno i loro misfatti! Amen». 

7. E detto questo Mahal si alzò e con i suoi tre figli si recò in un  bosco e rimase là in attesa della parola del Signore. 

8. Il Signore lasciò che egli vagasse per tre giorni, ma il quarto  giorno il cielo cominciò a ricoprirsi di nubi. 

9. Allora l’irritazione di Mahal scoppiò contro il Signore e si mise  a litigare violentemente con Dio, e questo in un tono che non deve  mai più essere reso noto sulla Terra. 

10. Quando Mahal ebbe dato sfogo alle sue bestemmie fino ad  avere la voce roca, allora un fuoco dalle nubi scese a terra dinanzi a  Mahal, e fuori dal fuoco una Voce disse: 

11. «Mahal, tu degenerato! Io sono stanco delle tue bestemmie! Se  tu non ritieni Me, tuo Dio e Signore, degno di alcun onore, allora  neppure Io ti ritengo degno di salvezza! 

12. E allora rimani dunque qui, e sii un testimone della Mia Ira  sopra la Terra e sopra di te; però i tuoi figli, dato che essi non si  sono uniti alla tua “canzone” [di bestemmie], Io li toglierò via da te e così tu dovrai imparare a conoscerMi almeno nella Mia Ira, dato  che non hai voluto riconoscerMi nel Mio Amore! Così avvenga!».  

13. A questo punto il fuoco afferrò i tre figli e li consunse in un  attimo. E Mahal rimase ora solo e del tutto ammutolito dal terrore.  


(GFD/3)
La fuga di Mahal verso un’alta rupe e poi nella grotta di Adamo.  Mahal si scusa con il Signore per le sue liti contro di Lui e il Signore  gli promette che egli non morirà annegato nei flutti del diluvio. Il  Signore dice a Noè di entrare nell’arca con i suoi familiari. 

1. Noè intanto aveva mandato qualcuno in cerca di Mahal, però il  Signore non volle che costui venisse nuovamente trovato da Noè sul  terreno. 

2. Mahal salì invece su un’alta rupe dopo aver preso con sé delle  radici, del pane e del formaggio per una ventina di giorni; e siccome  da quella rupe scaturiva una sorgente, allora egli si trovò provvisto,  per quel che riguarda il vitto, tanto di cibo che di bevanda. 

3. Su quella rupe egli trascorse sette giorni. Ma siccome il cielo  andava sempre più ottenebrandosi di giorno in giorno, allora Mahal  si alzò dalla sua rupe, prese le sue vettovaglie e andò nella famosa  grotta di Adamo. 

4. E quando vi fu faticosamente giunto, egli parlò così tra sé: «Io  sono diventato vecchio e stanco, e il Signore mi ha privato di ogni  appoggio; vuole forse Egli essere ringraziato, lodato e glorificato  anche per questo? 

5. Sì, Signore! Adesso, che attraverso la Tua oppressione sono  diventato peccatore dinanzi a Te, adesso soltanto io voglio esaltarTi,  lodarTi e glorificarTi! Infatti quando mi schiacciasti, io ne risentii  dolore, e mi contorsi come un verme dinanzi a Te; adesso però il  grande dolore mi ha reso insensibile! Io non sento più né dolore, né  afflizione, e per conseguenza neppure più rabbia e ira; perciò, o  Signore, io posso certo esaltarTi, lodarTi e glorificarTi di nuovo! 

6. E così siano dunque rese esaltazione, lode e gloria a Te, mio Dio e  Signore, e mio onnipotente e santo Creatore e Padre! Io ho litigato con Te dato che provavo dolore; adesso però non voglio litigare, e non  litigherò mai più con Te, perché io non ho più alcun dolore! 

7. Finché io dimoravo presso di Te nel cielo di Noè, nemmeno  allora io avevo dolore, ed io potei essere giusto dinanzi a Te, o  Signore, e potei sempre lodarTi, esaltarTi e glorificarTi; ma quando  Tu mi facesti scendere all’Inferno, allora io divenni colmo di rabbia  e colmo di dolore, ed io dovetti mettermi a litigare contro di Te!  Adesso però io sono di nuovo senza dolore; perciò io Ti posso ora di  nuovo esaltare, lodare e glorificare! 

8. Perciò non farmi mai più scendere di nuovo all’Inferno dove  nessuno Ti può lodare, esaltare e glorificare, poiché là vi è solo un  fuoco, un’ira, una maledizione e un dolore! 

9. Ma siccome io ora, o Signore, ho già ripreso a esaltarTi, lodarTi  e glorificarTi, allora io Ti prego anche che Tu voglia togliere ora  anche me dal mondo e che Tu mi conceda di non essere testimone  del giusto flusso della Tua Ira sopra tutte le Tue creature! Che sia  fatta sempre la Tua Volontà! Amen» 

10. Quando Mahal ebbe finito di parlare in questo modo, dal vuoto  interno della grotta risuonò come un eco: «Mahal, Io Mi sono  mitigato nella Mia Ira contro di te, poiché tu ti sei mitigato in  seguito alle violente percosse che Io dovetti infliggerti a causa della  tua durezza contro di Me; ma tuttavia tu devi espiare sulla Terra la  tua molteplice stoltezza prima che Io possa accoglierti, perché il tuo  sacrilegio contro di Me è stato assai grande! 

11. Sii dunque paziente in tutto ciò che verrà sopra di te, e attendi  Me, ed Io non ti lascerò soffocare dai flutti; però le piante dei tuoi  piedi dovranno tuttavia venire lambite dal flutto prima che Io ti liberi  dalla tua carne! Così avvenga!». 

12. Mahal però riconobbe bene la Voce del Signore in quest’eco e  si abbandonò ora al Volere del Signore. 

13. Ma quando egli ebbe trascorso sette giorni nella grotta  solitamente chiara, ecco che non si vedeva più fare giorno, poiché il  firmamento era già tutto offuscato da uno strato di nubi così dense,  cupe e nere che nessun raggio di sole vi poteva penetrare. 

14. Perciò Mahal abbandonò anche la sua grotta e andò dove egli  potesse trovare una luce; però egli vagò invano qua e là. A causa  delle tenebre fittissime egli non poté più trovare alcuna via; tuttavia egli non mormorò, bensì restò ora in paziente attesa di quello che  sarebbe venuto sopra la Terra. 

15. Questo però era anche già il tempo nel quale il Signore disse a  Noè di rifugiarsi nell’arca con i suoi. 

16. Ma come avvenne questo? Ciò sta già scritto dettagliatamente  nel primo libro di Mosè, 7° capitolo, ma tuttavia ciò deve venire  descritto, prossimamente, in modo ancora più particolareggiato! 

Jakob Lorber – Giuseppe Vesco

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