(GFD/3)
Mahal confessa umilmente i suoi peccati e il Signore perdona lui ma anche perdonerà qualsiasi peccatore purché si penta dei suoi peccati. Il Giudizio del diluvio causato dagli uomini stolti. Il Signore chiama Satana nella grotta per vedere il frutto delle sue tentazioni. Gurat, Fungar-Hellan e Drohuit vengono condannati all’Inferno. Il Signore conduce Mahal all’arca.
1. Ma quando Mahal vide il Signore, egli andò dinanzi a Lui e, come un penitente pentito, si prostrò sulla sua faccia e disse:
2. «O Signore del Cielo e della Terra, Dio onnipotente e mio santo ed amorosissimo Padre! In questi miei ultimi giorni io ho peccato gravemente contro il Tuo Cuore; certo, ho peccato gravemente contro il Tuo Cuore santissimo che è colmo dell’infinitissimo, eterno Amore paterno! O Tu Padre santo, Tu eterno Amore, potrò io, un misero verme della polvere, del nulla, trovare di nuovo misericordia e grazia dinanzi al Tuo santissimo cospetto?»
3. Il Signore però gli disse: «Mahal, figlio Mio, che eri smarrito ma che ora ti sei lasciato di nuovo trovare e afferrare da Me, alzati! Infatti Io, tuo eterno e santo Padre, ti dico: “Dinanzi al Mio eterno ed infinito Amore nessuno è mai caduto così in basso da non poter venire riaccolto da Me qualora egli venga a Me nel pentito riconoscimento del suo peccato!
4. Ma chi non viene, costui si è scritto da solo il suo giudizio sulla sua fronte; infatti Io non trattengo nessuno contro la sua libera volontà che gli è stata infusa da Me, e non attiro nessuno a Me contro tale volontà!
5. Ma tutto ciò che Io, l’Onnipotente, faccio, quale l’unico, eterno e vero Padre, è chiamare i Miei figli che vengano da Me! Beati coloro che prestano ascolto alla Mia chiamata e che, uditala, si volgono ad essa!
6. Fino ad ora [cioè fino al tempo di Noè] sono trascorsi circa duemila anni durante i quali Io ho chiamato, istruito e ammonito i Miei figli; ma tali Mie giuste e amorevoli ammonizioni non sono state mai di loro gradimento, bensì essi hanno tenuto gli orecchi e il cuore rivolti solo all’antica bocca mentitrice di Satana, e costui ha indicato loro le vie della perdizione. Ed essi hanno camminato instancabilmente così a lungo su queste vie fino ad ottenere ciò che ora è giunto su di loro e su questo intero cerchio della Terra!
7. Non fui Io a chiamare questo Giudizio sopra la Terra e non sono Io il Creatore di tale Giudizio, ma lo sono questi tre! Questi vollero distruggere la Terra, e la loro opera sta ora davanti ai loro occhi!
8. Per rabbia contro di Me, il loro Creatore, essi hanno audacemente scavato nel terreno, e Satana li guidò diritti verso quei punti della Terra dove i suoi polsi si trovano alla minore profondità. Allora essi, con il loro [acido] mordente e con i loro grani [esplosivi] provenienti dall’Inferno, staccarono la solida pelle dalle vene della Terra, e potentissimi vapori e torrenti cominciarono ad irrompere fuori, costretti dalla pesantezza dell’epidermide della Terra. E questo diluvio, che devasta ed uccide ogni cosa sopra questo loro cerchio della Terra, è ora il frutto del loro zelo per l’Inferno!»
9. All’udire tali parole i tre cominciarono a tremare del tutto violentemente, perché risultava loro ben chiaro che il loro misfatto aveva apportato la morte a milioni di creature e che loro erano quasi i soli colpevoli di questo Giudizio.
10. Il Signore però chiamò qui Satana; e quando questo si presentò istantaneamente ardente di rabbia, allora il Signore gli disse: «Miserabile tentatore della Mia Indulgenza, del Mio Amore e della Mia Pazienza, guarda, qui stanno i tuoi tre servitori più fedeli; essi hanno magistralmente compiuto il tuo piano! Quale ricompensa intendi dare adesso a loro per questo?»
11. E Satana rispose: «Essi non hanno forse avuto sulla Terra tutto quello di cui il loro cuore aveva sete?! Quale ricompensa potrebbero essi ancora volere?! Sia la morte il loro destino!»
12. A questo punto il Signore disse: «Avete sentito ora come il vostro maestro ricompensa i suoi servitori? Ne siete dunque soddisfatti?»
13. Allora i tre cominciarono ad urlare dalla paura e dall’angoscia, e invocarono aiuto dal Signore.
14. Il Signore però disse: «La temuta ricompensa crea ora l’angoscia in voi, eppure voi non avete alcun pentimento! Perciò via da Me, servitori di Satana, e con lui scontate nel suo fuoco il vostro misfatto!».
15. Dopo queste parole, un potente fulmine attraversò la grotta e uccise i tre, e la Potenza del Signore respinse poi nell’Inferno i quattro spiriti.
16. Mahal però si aggrappò al Signore; Egli però lo condusse subito fuori dalla grotta, verso l’arca.
(GFD/3)
Le benefiche parole del Signore a Mahal, intirizzito e oppresso dall’angoscia. Mahal ritrova la guarigione nel suo amore riaccesosi per il Padre santo. Mahal, redento, viene trasfigurato come uno splendente Serafino.
1. Giunti vicino all’arca, Mahal pregò il Signore di concedergli la morte del corpo, poiché non gli era più possibile sopportare la sensazione di quella potente pioggia che si riversava sul suo debole corpo e di essere febbricitante in tutte le sue fibre a causa del grande freddo.
2. Ma il Signore gli disse: «Mahal, come puoi lamentarti della pioggia e del freddo in tale Mia straordinaria vicinanza? Non sono forse Io che, attingendo da Me, diedi al Cherubino il suo ardore, al Serafino il suo splendore, e a tutti i Soli diedi il fuoco, la luce e il calore?!
3. Credi che questa pioggia ti bagnerebbe e farebbe gelare le tue membra, se tu ti trovassi pienamente vicino a Me nel tuo cuore?!
4. Oh, affatto! Io ti dico: “Ciascuna goccia che cade sul tuo capo ti sarebbe di tanto ristoro, come essa lo è per la Terra stanca ed ora mezza morta, sopra la quale dovette venire proprio questo diluvio affinché essa non morisse e non svanisse tra il sacrilegio degli uomini!”
5. Questi flutti guariranno e cicatrizzeranno di nuovo le ferite della Terra, ed essa si ristabilirà e guarirà, e servirà nuovamente da dimora agli uomini e agli animali!
6. Ma altrettanto deve accadere di te! Anche sopra di te deve prima giungere un diluvio tramite la grande attività del tuo amore che genera il pentimento; questo ti guarirà e ti riscalderà nel tuo spirito per l’eterna vita proveniente da Me!
7. Come è il tuo amore, così è il tuo spirito! Se il tuo amore è vivente in Me, così anche il tuo spirito sarà reso vivente da Me; e questo è quello stesso vero calore che non può mai venire raffreddato tramite tutto il freddo che la morte ha sparso nell’intera Infinità tramite il potere della menzogna che è in lei!»
8. A questo punto Mahal divampava e, dal nuovo ardore attizzatosi nel suo cuore, disse: «O Tu ultrasanto, o Padre colmo di supremo Amore! Come devi essere infinitamente buono nel Tuo Essere per volerTi occupare con così tanta amorevolezza di me, un peccatore senza nessun valore, come se nell’intera l’Infinità Tu non avessi più nessun altro essere!
9. Oh, quanto inconcepibilmente mi pento ora di aver potuto misconoscerTi così tanto e di avere, con tanta ingratitudine, litigato con Te, o Tu santo, eterno Amore, come fa un ragazzo sfrenato con i suoi simili! O Padre, Tu santo, eterno Amore, è proprio possibile ancora che Tu mi perdoni un tale sacrilegio?».
10. A questo punto il Signore toccò Mahal con un dito, e nello stesso istante il suo corpo mortale si dissolse in polvere e cenere; ma lo spirito trasfigurato di Mahal stava come uno splendente Serafino accanto al Signore e lodò e glorificò con labbra immortali l’eterno Amore del Padre, il quale Amore è già nel Giudizio della stessa infinitissima pienezza come nella Pace dell’eterno Ordine.
(GFD/3)
Il primo incarico dell’angelo Mahal è quello di proteggere l’arca. Il Signore dimora nella Luce inaccessibile del Sole dei Cieli. Il continuo salire delle acque. L’Asia centrale fu la regione principale del diluvio. Il lago di Aral e il Mar Caspio sono i resti del diluvio. A 1900 metri sotto il Mar Caspio sarebbe tutt’oggi possibile trovare i resti della gigantesca città di Hanoch. Descrizione delle nazioni del mondo che vennero colpite dalle acque del diluvio.
1. Ma quando il Signore ebbe liberato Mahal dal suo corpo, il diluvio era già durato sette giorni, e l’acqua era salita con tanta rapidità che in questo tempo aveva già raggiunto il luogo dove Mahal con il Signore si trovava presso l’arca; e così fu anche adempiuta la predizione del Signore a Mahal, secondo la quale egli non sarebbe stato liberato dal suo corpo prima che l’acqua non avesse lambito i suoi piedi.
2. Ma quando il liberato Mahal ebbe reso onore al Signore, allora il Signore gli disse: «Siccome tu ora sei liberato, il tuo primo servizio di angelo consista nel fatto che tu guidi questo piccolo mondo [arca] sopra i flutti e che non lo abbandoni finché tutti i flutti non si siano ritirati ed Io non venga e non stenda l’arco della pace sopra la nuova Terra! Soltanto da quel momento in poi ti verrà assegnato un altro servizio! Sia la Mia Volontà eternamente la tua forza!»
3. E dette queste parole, il Signore scomparve nella Sua straordinaria Personalità, e Mahal, similmente agli altri spiriti angelici, vide poi soltanto il Sole dei Cieli, nel quale il Signore dimora da eternità ad eternità nella Luce inaccessibile.
4. E così dunque Mahal guidò fedelmente l’arca secondo la Volontà del Signore.
5. Però l’acqua saliva così tanto sulla Terra che il settimo giorno, dal tempo della liberazione di Mahal, già sollevò l’arca e cominciò a portarla. E allora Mahal guidò l’arca affinché essa non vacillasse per effetto dell’ondeggiare dell’acqua, bensì galleggiasse procedendo tranquilla come procede un cigno sul tranquillissimo specchio senza onde delle acque di un lago.
6. Sette giorni più tardi, l’acqua inondò di già le più alte montagne di questo cerchio della Terra fino a giungere sulle supreme montagne dell’Himalaya, montagne queste che dividevano il paese dei Sihiniti da tutto il resto dell’Asia.
7. E soltanto questa montagna rimase emergente per quindici braccia al disopra del massimo livello dell’acqua, mentre tutte le altre montagne, per quanto altissime, furono del tutto sommerse dalle acque. Naturalmente, a seconda delle diverse dimensioni, alcune montagne più basse rimasero sommerse per parecchie centinaia di klafter (centinaia di metri).
8. Ma come e da che parte trovarono sfogo le acque del diluvio?
Ebbene, la parte principale del cataclisma fu l’Asia centrale, dove ancora oggi il lago di Aral ed il Mar Caspio sono i resti di natura più memorabile, perché dove ora si trova il Mar Caspio, là sorgeva una volta l’immensa e superba Hanoch, e ancora oggigiorno sarebbe possibile trovare dei resti di questa città, ma certo ad una profondità di più di mille klafter (1900 m).
9. E al posto del lago di Aral si trovava allora quel lago con i suoi dintorni e con la sua isola del dio dell’acqua, che noi anche conosciamo bene; altrettanto il lago Baikal, ovvero ora il lago Balkasch, e il lago Tsany, sono similmente anch’essi dei monumenti che accolgono in sé i resti peccaminosi del tempo precedente al diluvio.
10. Da questi punti principali si riversarono abbondantissimamente le acque verso la Siberia, come pure verso l’Europa, che però allora non era ancora popolata. Una parte irruppe verso il Sud inondando l’odierna India orientale e più violentemente ancora sull’Arabia; anche l’Africa settentrionale fu fortemente danneggiata fino all’altopiano, oltre il quale questo paese subì solo piccole inondazioni. L’America fu solo un po’ danneggiata nella regione settentrionale [partendo] dalla Siberia; il Meridione rimase invece del tutto libero dalle acque del diluvio come la maggior parte delle isole del grande Mare(17).
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