CHE SIGNIFICA L'ESPRESSIONE: "DIO È IL PADRE"?
L'espressione ha due fondamentali significati:
1. I termini "Dio" e "Padre" si identificano: il Padre, come ci è rivelato nel Nuovo Testamento, è veramente Dio. Quel Padre che Gesù ha annunciato nell'intero Nuovo Testamento è lo stesso Dio, l'unico vero Dio che si
è rivelato nell'Antico.
2. Il Padre rivelato da Gesù ha un carattere di "primarietà" rispetto alle altre due Persone. E la Fonte assolutamente prima, perché, mentre il Figlio e lo Spirito Santo scaturiscono da Lui, Egli non ha origine da nessuno.
La fede monoteista dell'Antico Testamento culmina così nella fede nel «Dio Padre del Signore nostro Gesù Cristo» (Col 1, 3).
Padre è il nome proprio di Dio nel Nuovo Testamento, ed è un annuncio così carico di conseguenze ideali e pratiche da doverlo considerare il vertice di tutta la Rivelazione.
E proprio per questo, Filippo, chiedendo a Gesù di fargli vedere il Padre, si esprime così: «Signore, mostraci
il Padre, e ci basta!» (Gv 14, 8).
Evidentemente aveva capito che, una volta compreso il ruolo del Padre, tutto viene a cambiare e ad acquistare un senso nuovo, una dimensione nuova.
COL PADRE GESÙ HA UN RAPPORTO UNICO E IRRIPETIBILE
Il rapporto fra Gesù e il Padre riveste un carattere di assoluta unicità e irripetibilità.
Il modo di comportarsi, le parole e le preghiere al Padre, sono quelle tipiche di uno che si sente figlio; di un figlio che ha la consapevolezza di essere stato da Lui generato alla vita
divina; e Gesù, col Padre, ha
- un rapporto unico, esclusivo, non confondibile con altri.
Quando invita i discepoli a mettersi in rapporto col Padre, non dice mai: "nostro Padre", ma "il Padre vostro", "il Padre loro", "il Padre tuo"... E apparendo a Maria Maddalena, dopo la risurrezione: «non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre. Ma va' dai miei fratelli e dì
loro: "io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro"» (Gv 20, 17-18);
- un rapporto irripetibile, perché Gesù è l'unico figlio che procede dal Padre per via di naturale generazione: Dio da Dio, luce da luce, Dio vero da Dio vero.3
Tutti gli altri, come vedremo, diventeranno figli per partecipazione, Lui per naturale generazione.
UN RAPPORTO DOLCE CHE LO PORTA A DIRE "ABBÀ"
Gli ebrei dell'Antico Testamento usarono il nome di Padre applicandolo a Dio in senso metaforico e collettivo.
Spetta a Gesù il merito di aver portato sulla terra la nozione vera di Dio-Padre, e di averla accostata a una persona singola.
Anzi, Gesù va oltre.
Rivolgendosi al Padre, spesso usa il termine aramaico "Abbà", che era la parola usata dal bambino ebreo quando chiamava il suo papà.
Il Talmud afferma che un bimbo si doveva slattare solo quando era capace di dire immà (mamma) e abbà (papà).
L'evangelista Marco dice che Gesù, nel Getsemani, pregava così: «Abbà... tutto è possibile a te, allontana da me questo calice» (Mc 14, 36).
Se non fosse stata un'espressione abituale sulla bocca di Gesù, Marco non l'avrebbe usata in un momento tanto solenne e tragico!
Il rivolgersi a Dio con la parola abbà era impensabile per gli ebrei, ma Gesù sapeva di poterla usare, perché il Padre era per lui intimo e familiare.
Lui solo poteva dire: «Tutto mi è stato dato dal Padre mio, nessuno conosce il Figlio se non il Padre e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare» (Mt 11, 27).
«Io e il Padre siamo una cosa sola» (Gv 10, 30).
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