Commento teologico
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È verità eterna. Il Signore non giudica. Lui ti indica la via della vita e quella della morte. Neanche deve emettere la sentenza. Essa è già emessa fin dalle
origini della creazione dell’uomo, quando è ancora nello stato di purezza originale.
Non giudicare, non significa però indeterminatezza, confusione, non separazione, non distinzione tra bene e male, tra i frutti del bene e i frutti del male. Dal primo istante,
anzi la prima parola che secondo il racconto della Genesi Dio diede all’uomo fu una e una sola: “Attento, uomo! Non mangiare dell’albero della conoscenza del bene e del male.
Se ne mangerai di certo morirai”. Dio lascia all’uomo la decisione di vivere o di morire, di edificarsi o di distruggersi, di divenire vero uomo oppure disumano, antiumano, diabolico,
satanico, malvagio, crudele, spietato, nemico di se stesso e dell’umanità
La confusione del mondo cattolico attuale è una sola: la cancellazione delle due vie. È questo il peccato più grave commesso dal cristiano: aver dichiarato a se
stesso e al mondo intero che non vi è alcuna distinzione, separazione tra bene e male. Che il frutto del male è uguale a quello del bene: la salvezza, la vita, la benedizione eterna da parte del Signore. L’uomo
può anche stendere la mano verso il fuoco, lui però non si brucerà. Il fuoco non avrà alcun potere dinanzi alla misericordia di Dio. Questa spegnerà ogni fuoco e l’uomo godrà
la beatitudine eterna nel regno dei cieli.
Questa cancellazione della duplice scelta e della differente raccolta di frutti è lo svilimento di tutto il mistero della salvezza. Tutta la Parola del Signore viene cancellata,
annullata, resa una fiaba: dal primo rigo della Genesi all’ultimo rigo dell’Apocalisse. Si costruisce così una religione sul pensiero dell’uomo, su un Dio pensato dalla mente e non più sul Dio
che rivela se stesso e che rivela all’uomo qual è la via per costruire nella pace il suo presente e il suo futuro sia nel tempo che nell’eternità. La Scrittura, la Teologia, la Morale sono ridotti
a puro esercizio accademico, ad una guerra di parole, ad una strana filosofia o innocua ideologia. Tanto per tutti la verità è una: alla fine la catarsi sarà solo di paradiso e di gioia eterna.
Il Libro di Geremia è invece un fine trattato su come il Signore svolge il suo processo. Egli vede il suo popolo che rovinosamente sta procedendo verso la sua distruzione. Dinanzi
ad esso vi è il baratro del pieno dissolvimento. Sta per essere cancellato dalla storia. I popoli ne vogliono fare carne da macello. Lo vogliono uccidere, spogliare di ogni suo bene, ridurlo in schiavitù, condurlo
in terra straniera. Questo vede il Signore. Dinanzi a questa visione cosa fa il Creatore e il Signore del suo popolo?
Gli manda il suo profeta, Geremia, perché lo inviti alla conversione, al pentimento, al ritorno. Se il popolo ascolterà il suo profeta, se ritornerà, si pentirà,
si convertirà, diverrà nuovamente la sposa fedele, il Signore perdonerà il suo peccato, lo custodirà, lo proteggerà, lo libererà dalla furia distruttrice dei popoli che lo vogliono
abbattere, annientare, distruggere, decimare, deportare.
Questa trattativa non dura per un solo giorno, pochi mesi, pochi anni. Dura più di trenta anni. Il Signore ben trenta anni prima della distruzione di Gerusalemme ha mandato il
suo profeta per invitare il suo popolo alla conversione, al pentimento, al ritorno nella fedeltà e nell’osservanza dei Comandamenti. In ogni modo, con molte parole e anche molti segni, Geremia ha parlato. Ma il
popolo rimase sempre sordo, anche perché frastornato da un esercito di falsi profeti e condotto alla deriva da re consegnati al male e da sacerdoti stolti, insipienti, pieni solo di infedeltà, corrotti, privi
di ogni luce soprannaturale, ma soprattutto incapaci di vedere la verità nella parola del profeta.
È divinamente sorprendente il Signore. Lui era disposto a perdonare se avesse trovato in Gerusalemme un solo giusto. Tanto grande è la misericordia del nostro Dio.
Percorrete le vie di Gerusalemme, osservate bene e informatevi, cercate nelle sue piazze se c’è un uomo che pratichi il diritto, e cerchi la fedeltà, e io la
perdonerò.
Invece giurano certamente il falso anche quando dicono: «Per la vita del Signore!». I tuoi occhi, Signore, non cercano forse la fedeltà? Tu li hai percossi, ma
non mostrano dolore; li hai fiaccati,
ma rifiutano di comprendere la correzione. Hanno indurito la faccia più di una rupe, rifiutano di convertirsi.
Io pensavo: «Sono certamente gente di bassa condizione, quelli che agiscono da stolti, non conoscono la via del Signore, la legge del loro Dio. Mi rivolgerò e parlerò
ai grandi, che certo conoscono la via del Signore, e il diritto del loro Dio».
Purtroppo anche questi hanno rotto il giogo, hanno spezzato i legami! Per questo li azzanna il leone della foresta, il lupo delle steppe ne fa scempio, il leopardo sta in agguato
vicino alle loro città: quanti escono saranno sbranati, perché si sono moltiplicati i loro peccati, sono aumentate le loro ribellioni.
«Perché ti dovrei perdonare? I tuoi figli mi hanno abbandonato, hanno giurato per coloro che non sono dèi. Io li ho saziati, ed essi hanno commesso adulterio,
si affollano nelle case di prostituzione. Sono come stalloni ben pasciuti e focosi; ciascuno nitrisce dietro la moglie del suo prossimo. Non dovrei forse punirli? Oracolo del Signore.
Di una nazione come questa non dovrei vendicarmi? Salite sulle sue terrazze e distruggetele, senza compiere uno sterminio; strappate i tralci, perché non sono del Signore.
Poiché si sono ribellate contro di me la casa d’Israele e la casa di Giuda». Oracolo del Signore.
Hanno rinnegato il Signore, hanno proclamato: «Non esiste! Non verrà sopra di noi la sventura, non vedremo né spada né fame. I profeti sono diventati vento,
la sua parola non è in loro». Perciò dice il Signore, Dio degli eserciti: «Poiché avete fatto questo discorso, farò delle mie parole come un fuoco sulla tua bocca e questo popolo sarà
la legna che esso divorerà.
Ecco, manderò da lontano una nazione contro di te, casa d’Israele. Oracolo del Signore. È una nazione valorosa, è una nazione antica! Una nazione di cui
non conosci la lingua e non comprendi che cosa dice. La sua faretra è come un sepolcro aperto. Sono tutti prodi. Divorerà le tue messi e il tuo pane, divorerà i tuoi figli e le tue figlie, divorerà
le greggi e gli armenti, divorerà le tue vigne e i tuoi fichi, distruggerà le città fortificate, nelle quali riponevi la tua fiducia. Ma anche in quei giorni – oracolo del Signore – non farò
di voi uno sterminio».
Allora, se diranno: «Perché il Signore Dio ci fa tutto questo?», tu risponderai loro: «Come avete abbandonato il Signore per servire nella vostra terra
divinità straniere, così sarete servi degli stranieri in una terra non vostra».
Annunciatelo nella casa di Giacobbe, fatelo udire in Giuda e dite: «Ascolta, popolo stolto e privo di senno, che ha occhi ma non vede, ha orecchi ma non ode. Non mi temerete?
Oracolo del Signore. Non tremerete dinanzi a me, che ho posto la sabbia per confine al mare, limite perenne che non varcherà? Le sue onde si agitano ma non prevalgono, rumoreggiano ma non l’oltrepassano».
Questo popolo ha un cuore indocile e ribelle; si voltano indietro e se ne vanno, e non dicono in cuor loro: «Temiamo il Signore, nostro Dio, che dona la pioggia autunnale e quella primaverile a suo tempo, che custodisce
per noi le settimane fissate per la messe».
Le vostre iniquità hanno sconvolto quest’ordine e i vostri peccati tengono lontano da voi il benessere; poiché tra il mio popolo si trovano malvagi, che spiano
come cacciatori in agguato, pongono trappole per prendere uomini. Come una gabbia piena di uccelli, così le loro case sono piene di inganni; perciò diventano grandi e ricchi. Sono grassi e pingui, oltrepassano
i limiti del male; non difendono la causa, non si curano della causa dell’orfano, non difendono i diritti dei poveri. Non dovrei forse punirli? Oracolo del Signore. Di una nazione come questa non dovrei vendicarmi?
Cose spaventose e orribili avvengono nella terra: i profeti profetizzano menzogna e i sacerdoti governano al loro cenno, e il mio popolo ne è contento. Che cosa farete quando verrà la fine? (Ger 5,1-31).
La misericordia del Signore verso il suo popolo è oltremodo grande. Quando l’ostinazione aveva raggiunto il punto del non ritorno, il Signore fa al suo popolo una promessa
che ha dell’incredibile. Chiese al suo popolo di aprire le porte di Gerusalemme e di arrendersi al re di Babilonia. Questa resa avrebbe risparmiato Gerusalemme e avrebbe conservato in vita i suoi abitanti.
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MOVIMENTO APOSTOLICO CATECHESI
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