Il disertore di Noes (1809-1811).
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«Questo giovane - dicevano tra loro - non sarà mai un soldato, morirà prima di arrivare alla Spagna»; e lo compiangevano con pensiero più caritatevole che prudente, perché presto doveva ripartire. Ma egli rispondeva rassegnato:
- Mie buone Suore, è ben giusto che io obbedisca alla legge.
- Voi rendereste più servizio alla Francia, pregando che andando alla' guerra.
- Vi sono riconoscente delle vostre buone parole; vogliate ricordarvi di me.
Il 5 gennaio 1810, un'ordinanza del capitano di reclutamento Blanchard fece noto al soldato Vianney che farebbe parte del gruppo che il giorno seguente doveva partire per la Spagna, coll'ordine di passare ad un'ora fissa del pomeriggio nell'ufficio del capitano per ricevere il suo foglio di via: Giovanni Maria, inquieto e pensieroso, uscì dall'ospedale un poco prima dell'ora prescritta e, cammino facendo, vide una chiesa e vi entrò. Là il seminarista-soldato pregò, confidando a Dio tutte le preoccupazioni ed i desideri, e là, secondo le sue parole, «le pene si sciolsero come neve al sole», Intanto, gustando la felicità di questo novello Tabor, il santo giovane non si accorgeva del tempo che passava, e quando si presentò all'officio ne trovò la porta chiusa16.
L'indomani, 6 gennaio, giorno dell'Epifania, Giovanni Maria non ancora troppo robusto si preparò per la partenza ed all'alba, col sacco sulle spalle, si congedò dalle buone Suore infermiere, che, colle lagrime agli occhi, lo accompagnarono fino al cancello esterno dell'ospedale 17. Si diresse di nuovo all'officio di reclutamento ed i primi soldati di servizio che incontrò gli resero noto che la sua compagnia era partita senza aspettarlo. Non mancarono scherzi di cattivo gusto sulla sua situazione, ma questo era ancora poco, perché un'accoglienza ben peggiore gli era riservata all'ufficio, ove il capitano Blanchard gli parlò di gendarmi e di catene. A queste minacce il nostro coscritto, che «compiangeva quei giovani disertori che venivano condotti incatenati, fra imprecazioni e grida» 18, si sentì fremere. Ma appunto in quel momento un subalterno interveniva in favore di lui: «È un povero giovane che non ha mai pensato a fuggire; è uscito ora dall'ospedale e si presenta spontaneamente ai suoi Superiori! ...». Blanchard non insistette, ma gli consegnò il foglio di via, intimandogli di raggiungere almeno la retroguardia 19.
Il pallido convalescente, sulla via di Clermont, tutto solo, non aveva neppure l'aspetto del soldato. Il sacco pesava sulle sue povere spalle e contribuiva a rallentare il suo passo ancora incerto. Vedendo l'impossibilità di raggiungere gli altri alla prima fermata, fu preso da estremo cordoglio, elevò il suo pensiero a Dio ed estrasse la corona del Rosario. «Forse non lo recitai mai più così volentieri» confidò egli alcun tempo dopo ad alcune persone d'Ars 20.
Il 6 gennaio, la sorella Margherita, dopo di avere fatto il viaggio da sola da Ecully fino a Roanne, si presentava all'ospedale per visitare Giovanni Maria, ma con affannosa sorpresa si sentiva dire che il fratello era partito in quel medesimo giorno 21 Giovanni Maria dopo di avere passato Villemontais, raggiunse i monti del Forez, ora squallidi ora ameni, ma sempre contemplati con piacere dal viaggiatore. La nostra giovane recluta era però animata da uno spirito ben diverso da quello d'ogni altro viaggiatore, e cedendo alla sua estrema stanchezza, che lo obbligava a camminare curvo sulle sue gambe attrappite, pensò di cercare un rifugio nel bosco vicino, ove sarebbe protetto dal gelido vento della stagione. Si allontanò un cento passi dalla strada maestra 22 ed attraversò un campo coltivato 23, e, sedutosi sul suo sacco, si concesse un istante di riposo, vicino ad un sentiero che conduceva alla montagna. Per allontanare un momento i suoi tristi pensieri prese di nuovo fra le mani la corona del Rosario ed incominciò a pregare con confidenza la Santa Vergine, suo rifugio, perché non lo abbandonasse24.
Se ne stava appunto in questi pensieri ed in questa occupazione, quando, d'improvviso comparve uno sconosciuto che gli chiese: «Che fate voi qui?... venite con me», e, prendendogli il sacco pesante, gli indicò di seguirlo. I due viaggiarono a lungo nella notte oscura, attraverso gli alberi della montagna, con pena immensa di Giovanni Maria che già stanco seguiva il compagno a fatica 25.
Questo sconosciuto, vestito da contadino, si chiamava Guido ed era un disertore di Saint-Priest-la-Prugne nei monti di Bois-Noir, che viveva nei boschi di Forez 26, con altri compagni fuggiti per evitare la coscrizione: l'incontro casuale avrebbe determinato anche per il nostro coscritto, tutto solo, un destino simile. Giovanni Maria Vianney, stanco ed arso dalla febbre, lo seguì fidente, col desiderio e la speranza di avere un ricovero per la notte, rammaricandosi che il drappello di soldati, del quale faceva parte, fosse ancora molto lontano.
I due viaggiatori si inoltrarono nei monti per gole sinuose, attraversate dal piccolo torrente delle Crèches, allora abbondante di acque per le piogge invernali. Passarono all'altezza del villaggio di Noés, lasciandolo alla loro destra e giunsero nella foresta della Madeleine, ai confini dell'Allier e della Loire. Oggi solo le cime sono coperte di alberi, ma allora Noés non era che un'isola sperduta in un mare di verde.
Nel viaggio i due pellegrini non rimasero muti, e Guido, per il servizio che rendeva a Vianney, portandogli il sacco, ne guadagnò quella fiducia che dispone alla confidenza, ed in breve fu a cognizione di una storia molto dolorosa.
- Ma voi non avete l'aspetto di un soldato - gli osservò Guido.
- È vero, ma io debbo obbedire.
- Se volete seguirmi, potrete vivere in questo villaggio, ben nascosto dalle foreste.
- Questo no, i miei genitori hanno già avuto abbastanza fastidi.
- State pure tranquillo! Ce ne sono altri nascosti in questo luogo.
Che fare? Il disgraziato ritardatario pensò di seguire Guido almeno per la notte, rimandando la decisione al giorno seguente e mettendosi nelle mani della Divina Provvidenza.
Il villaggio di Noes è situato a 660 metri sul livello del mare. Poiché Guido conosceva molto bene i sentieri 27, i due erranti poterono salire ancora finché giunsero alla capanna di uno zoccolaio, di nome Agostino Chambonnière, che abitava lassù in quella solitudine colla sua giovane sposa. Guido si annunciò bussando alla porta e dicendo il suo nome e tosto la porta della povera casupola si aprì. Gustin (lo zoccolaio era conosciuto con questo nome) diede subito qualche cosa da mangiare al giovane soldato affamato e stanco, e la sua sposa gli apparecchiò l'unico letto disponibile. Pochi minuti dopo Giovanni Maria dormiva profondamente nel letto preparatogli, mentre il padrone, la sua Sposa e Guido si rassegnavano a prendere il loro riposo sopra poca paglia. Il giorno dopo Guido pensò di pone Giovanni Maria Vianney nella condizione di guadagnarsi il pane e lo condusse alla cascina di Claudio Tornaire, che impiegò entrambi a segare tronchi di faggio; due giorni dopo, tuttavia, benché avesse molto lavoro, non ritenne che il più forte, che era Guido 28, mentre Giovanni Maria fu costretto a cercare altrove lavoro. Discese allora al Pont, nel comune di Noés, e scelse per sé la professione di maestro) indirizzandosi ad Antonietta Mivière, vedova Préfolle, la quale con molto rincrescimento non lo poté accettare, avendo già un altro maestro.
La sua situazione intanto si complicava, perché, abbandonato e sperduto nelle montagne, era diventato, senza premeditazione alcuna, un disertore. Era sindaco a Noés il signor Paolo Fayot, semplice contadino che abitava sulla montagna, a due chilometri dal paese, nella cascina dei Robins ed è a lui che si rivolse Giovanni Maria Vianney. Paolo Fayot, sindaco, è ricordato a Noés come uomo distinto, unitamente alla sua discendenza ed al suo parentado nel quale si scelse la maggior parte dei suoi successori 29, ma aveva un modo tutto proprio e personale per applicare le leggi dell'impero. Nel 1810, quando dovette interessarsi di Giovanni Maria Vianney, nascondeva già nelle vicinanze della sua casa due disertori 30 e questa fu forse una delle ragioni per la quale la nuova visita non gli fu soverchiamente gradita. Aveva lui stesso una numerosa famiglia da mantenere, ma soprattutto temeva perché i gendarmi esploravano ogni tanto quei boschi, rifugio di disertori, e si fermavano da lui, sindaco di Noés, per il riposo ed i pasti.
Abbandonerebbe egli dunque il povero giovane senza asilo? Non pensava neppure alla possibilità di denunciarlo, in quanto, circa il servizio militare, condivideva le idee di molti suoi contemporanei 31. Le sorti di questo giovane stavano ora nelle sue mani ed egli lo rassicurò, spiegandogli che era troppo tardi perché tentasse di raggiungere il suo gruppo, che ormai veniva considerato come un disertore e che non gli rimaneva altro che sottrarsi colla vigilanza alle ricerche dei gendarmi. E con singolare e rinnovata audacia, gli assegnò come dimora la casa di sua cugina Claudina Fayot 32, vedova con quattro figli, di cui il maggiore aveva quattordici anni appena, ovunque conosciuta come donna buona e caritatevole, assicurandole che egli stesso le sarebbe di aiuto nel mantenere il suo protetto; - il quale però, per ragioni evidenti di prudenza' non si chiamerebbe più Giovanni Maria Vianney, ma Gerolamo Vincent 33.
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Canonico FRANCESCO TROCHU
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