sabato 30 maggio 2020

Commento all‟Apocalisse



Venerabile Servo di Dio Bartolomeo Holzhauser

Capitolo Primo 

***

Rivelazione di Gesù Cristo, la quale Dio gli diede per indicare ai suoi servi le cose che debbono accadere tra breve, e che egli fece conoscere con l‟invio del suo Angelo al suo servo Giovanni. 

VII. Vers. 4. Giovanni alle sette Chiese che sono nell‟Asia. Grazia a voi e pace da Colui che è, e che era, e che è per venire: e dai sette spiriti che sono dinanzi al trono di Lui. 
Vers. 5. E da Gesù Cristo, che è il testimone fedele, il primogenito di tra i morti, e il Prin- cipe dei Re della terra, il quale ci ha amati, e ci ha lavati dai nostri peccati col proprio sangue. 
Vers. 6. E ci fatti regno e sacerdoti a Dio suo Padre: a lui gloria e impero pei secoli dei secoli, e così sia. 
Vers. 7. Ed ecco che egli viene colle nubi, e ogni occhio lo vedrà, anche coloro che lo tra- fissero. E si batteranno il petto a causa di Lui tutte le tribù della terra. Così è. Amen. 
Vers. 8. Io sono l‟alfa e l‟omega, il principio e il fine, dice il Signore Iddio, che è, e che era, e che è per venire, l‟onnipotente. 

L‟Asia , di cui si parla, è una provincia dell‟Asia maggiore, dove v‟erano sette città, sedi d‟altrettante Chiese, con sette vescovi, la cui capitale era Efeso. San Giovanni scrisse e inviò il libro dell‟Apocalisse a queste sette Chiese, che gli furono affidate nella divisione degli Apostoli. Il numero sette, tra gli altri significati, indica bene l‟universalità di tutte le Chiese. S. Giovanni, volendo catturare la loro benevolenza, così che lo ascoltino e leggano, inizia col salutarle, anteponendo umilmente il suo semplicissimo titolo e nome, con le parole Giovanni alle sette Chiese ecc. Il suo nome, infatti, ovunque era udito, era graditissimo e riempiva di gioia spirituale. 

VIII. Al saluto segue l‟invocazione dei beni, come suole avvenire quando si cerca d‟attirare la benevolenza del lettore: Grazia a voi e pace, cioè, prego Dio che otteniate la grazia di perseverare nel bene, la consolazione nelle avversità, la fortezza nelle difficoltà, la pace interiore, l‟unità degli animi e della fede internamente ed esternamente, e il riposo eterno, che sono tutti doni di Dio, come insegna San Giacomo: Ogni bene dato e ogni dono perfetto viene dall’alto, scendendo dal Padre dei lumi (I, 17). Aggiunge subito la fonte della vera pace e della grazia, dicendo: Grazia a voi e pace da Colui che è, e che era, e che è per venire. Con queste parole viene a noi indicato, capaci di conoscere le cose solo discorsivamente, attraverso la diversità del tempo presente, passato e futuro, Dio, origine d‟ogni bene, e la Sua perfezione ed autorità. Il loro significato è pertanto questo: Grazia a voi e pace da Dio, che è ora, che era dall‟eternità, e che sta per venire per il giudizio per vincere con i suoi beati in eterno per sé, in sé, da sé e grazie a sé. 

IX. E dai sette spiriti che sono dinanzi al trono di Lui. Con i sette spiriti s‟intendono i doni dello Spirito Santo, che nel giorno della Pentecoste s‟effuse in sette forme sugli Apostoli, venne inviato in tutto il mondo, e da cui discende sulla Chiesa ogni grazia e vera pace. Benché infatti lo Spirito Santo, in quanto vero Dio, sieda in trono con il Padre e il Figlio nella medesima gloria e maestà, qui si dice tuttavia che è davanti al Trono, per la settiforme largizione dei suoi doni e grazie spirituali, che, secondo l‟eterno beneplacito della Sua volontà, ci vengono donati in vista della nostra salvezza. Allo stesso modo si dice della seconda Persona del Figlio: Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal Cielo. S‟intende poi con l‟espressione sette Spiriti l‟universalità degli Angeli, che dinanzi al Suo Trono sono pronti e incaricati da Dio fino alla fine del mondo come amministratori della grazia per la nostra salvezza, il governo e il soccorso della Sua Chiesa e dei Prelati, come la volontà della divina Bontà ordinò loro di fare nei diversi tempi dall‟eternità. 

X. E da Gesù Cristo che è il testimone fedele della gloria, maestà e verità del Padre. Testimone fedele della divina predicazione del Verbo, dei Suoi miracoli, dell‟effusione del Suo sangue prezioso, fatto obbediente fino alla morte, e alla morte di croce. Perciò è il primogenito tra i morti, ossia il primo fra i risorti dalla morte, affinché fosse la causa e il testimone fedele anche della nostra futura resurrezione, dopo i gemiti e le lacrime in questa valle di pianti. E il principe dei Re della terra, ossia: Principe delle potestà terrene, col potere di rimuoverle, sia ad utilità dei suoi eletti, che a castigo dei peccatori, loro permettendo di incrudelire e sovrastare, il che indicò in S. Matteo a consolazione della sua Chiesa, con le parole: Mi è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra (XXVIII, v. 18). Il quale ci ha amati da prima, essendo suoi nemici, e ci ha così amati da lavare i nostri peccati sia originali che attuali nel suo sangue innocente, del quale i nostri peccati furono per così dire i traditori e gli assassini. Nel suo sangue, poiché il sacramento del Battesimo e della Peni- tenza, con cui sono cancellati i peccati originale e attuale, traggono la loro efficacia dalla sua passione benedetta. Che ci ha fatti regno e sacerdoti: noi infatti eravamo dispersi ed espulsi dal Paradiso, il regno di Dio, e tenuti schiavi dalla catene dei nostri peccati, nella schiavitù del diavolo, ma Cristo nostro Re ci ha raccolto, e costituiti in un regno ossia in un principato monarchico, la Chiesa Cattolica, un regno santo, ammirevole, potente, su cui le porte dell‟inferno, per quanto s‟accaniscano, mai prevarranno. E ci ha fatti regno, poiché ci ha costituito sotto la santa legge del regno celeste, affinché Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo regni sopra di noi. Noi, infatti, siamo popolo suo per obbedienza, ed egli nostro Re per comando. E ci ha fatti regno, ossia volle farci cittadini del regno celeste, di modo che ormai non siamo più stranieri e ospiti, ma concittadini dei santi e amici di Dio, sopraedificati sul fondamento degli Apostoli, dei profeti e della stessa somma pietra angolare Cristo Gesù. E sacerdoti che offrono con Cristo ogni giorno sull‟altare della Santa Croce come sacrificio infinitamente santo e gradito, non il sangue di vitelli, ma il Suo prezioso corpo e sangue, sui cui gli Angeli bramano guardare, e grazie al quale si placa l‟ira di Dio contro noi peccatori. E sacerdoti, che più non si saziano, come nell‟Antico Testamento, della carne dei vitelli o della manna celeste, ma del prezioso corpo e sangue di Gesù Cristo, l‟Agnello Immacolato, che si offre a noi tutti in cibo e bevanda spirituale. E sacerdoti che offrono per lo stesso Dio accettabili vittime di lode, ossia a tutta la Santissima Trinità e al Padre suo, alla cui gloria il Figlio tutto ordina. A Lui gloria in se stesso e impero sopra ogni altra cosa, per i secoli dei secoli, ossia per l‟eternità. Amen, così sia. 

***
Traduzione dal latino di Nicola Dino Cavadini

La santità sacerdotale



Un insegnamento sotto l’egida di san Tommaso

Tutta la filosofia canta la gloria di Nostro Signore Gesù Cristo, che ha creato le cose di questo mondo. La filosofia non è altro che la scoperta delle meraviglie che Dio ha fatto nel mondo, nel mondo materiale, nel mondo spirituale e nel mondo celeste, perché l’apice della filosofia, è la teodicea, è lo studio di Dio, di tutti gli attributi meravigliosi di Dio65. La teodicea ci fa conoscere il Creatore, Colui che è per se stesso, mentre noi non siamo che per Lui66. Il tutto di Dio ed il niente dell’uomo, è un soggetto di meditazione che i seminaristi dovranno seguire per tutta la vita e che dovranno manifestare al tempo stesso nella loro predicazione e nel loro comportamento. La filosofia in definitiva è quella luce del Verbo di Dio che illumina i seminaristi durante i propri studi.

Bisogna studiare e meditare le verità della filosofia alla luce della fede. In effetti, anche delle verità naturali sono oggetto di fede67. Le prime parole del Credo sono proprio delle parole che affermano delle verità della filosofia e quindi della ragione naturale: “Io credo in Dio, Creatore del Cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili”. La filosofia si riassume in questo. In definitiva, è tutta la teodicea68.

Dopo gli studi di filosofia, la teologia69 ci fa scoprire la Santissima Trinità, Nostro Signore, l’Incarnazione, la Redenzione, la Chiesa, i sacramenti: delle meraviglie che dovrebbero catturarci sempre di più ed aumentare la nostra carità70.

Che cose grandi, che cose belle, dovranno insegnare ai bambini ed ai fedeli i seminaristi, una volta diventati sacerdoti, per tutta la vita, la grandezza, la magnificenza della misericordia del buon Dio, della bontà di Dio per noi!

I seminaristi che si avvantaggiano dell’insegnamento tradizionale devono ringraziare Dio di far compiere loro questi studi sotto l’egida di san Tommaso d’Aquino, quel gran dottore che è stato posto a modello di scienza e di saggezza per tutti quelli che fanno degli studi ecclesiastici71. Quando pensiamo a cosa siano oggi gli studi in molti seminari e anche nelle università cattoliche…

 Essi dunque devono approfittare di questi anni di studi perché, più tardi, in mezzo alle loro occupazioni pastorali, non sarà loro quasi più possibile dedicarsi a questi libri72.

Possiamo dire che tutti gli studi del seminario fanno comprendere meglio ai seminaristi Dio e Nostro Signore Gesù Cristo, che è Dio, e tutta la Redenzione. Tutta la teologia ruota intorno a Nostro Signore Gesù Cristo, alla sua Messa ed alla sua Croce. Tutta la filosofia è in qualche sorta il sostrato, il piedistallo su cui è elevato il Sacrificio della Messa. Tutti gli studi sono orientati in questo senso. La sintesi della formazione dei seminaristi durante i loro anni di studio, è l’altare, è il Sacrificio della Messa73.

Mons. Marcel Lefebvre

Papa Leone XIII sugli angeli e il rosario



Pregare con i santi angeli

9. preghiamo gli angeli e gli uomini santi, non che Dio possa imparare la loro richiesta attraverso di loro, ma che con le loro preghiere e meriti le nostre preghiere possano essere efficaci. Pertanto, nell'Apocalisse si dice (viii., 4): "Il fumo dell'incenso delle preghiere dei santi saliva davanti a Dio dalla mano dell'angelo" (Summa Theol. 2a tae, q. Lxxxiii. A iv.).
10. Ogni volta che, recitando il Rosario, meditiamo sui misteri della nostra Redenzione, così spesso emuliamo in qualche modo i sacri doveri una volta affidati alle schiere angeliche. Gli Angeli rivelarono ciascuno di questi misteri a suo tempo; hanno giocato agran parte in loro; erano costantemente presenti a loro, con espressioni indicative ora di gioia, ora di dolore, ora di esultanza trionfante. Gabriele fu inviato per annunciare l'Incarnazione della Parola Eterna alla Vergine. Nella grotta di Betlemme, gli angeli cantavano la gloria del neonato Salvatore. L'Angelo diede a Joseph il comando di volare con il Bambino in Egitto. Un angelo consolò, con le sue parole amorevoli, Gesù nel suo sudore sanguinante nel giardino. Gli angeli annunciarono la sua risurrezione, dopo aver trionfato sulla morte, alle donne. Gli angeli lo portarono in cielo; e predisse la sua seconda venuta, circondata da schiere angeliche, alle quali assocerà le anime degli eletti e le porterà in alto con sé nei cori celesti, "sopra i quali è esaltata la Santa Madre di Dio". A quelli, quindi, che fanno uso delle pie preghiere del Rosario in questa Sodalità, possono essere ben applicate le parole con cui San Paolo si rivolse ai nuovi cristiani: "Siete venuti sul Monte Sion e nella città del Dio vivente, la Gerusalemme celeste e alla compagnia di molte migliaia di angeli "(Eb. XII., 22). Cosa più divino, cosa più delizioso che meditare e pregare con gli Angeli? Con quale fiducia non possiamo sperare che coloro che sulla terra si sono uniti agli Angeli in questo ministero apprezzeranno un giorno la loro beata compagnia in Paradiso? 
- da Augustissimae Virginis Mariae (1897) 

"LA MADONNA AMA FARSI PREGARE"



"La Madonna ama farsi pregare”. Con questa affermazione la piccola Bernadette spiegava perché aveva dovuto chiedere ben quattro volte alla bella Signora come si chiamava, prima che le rispondesse di essere l’Immacolata Concezione.
Perché la Madonna ama farsi pregare? Lo fa perché è una buona pedagoga e una mamma piena di sapienza. Facendoci aspettare nelle risposte, la Madonna ci fa esercitare nella virtù della fede e nella pratica della preghiera. Perseverando in questo esercizio, cresciamo nella fiducia e nell’abbandono e ci rendiamo conto che la risposta del Cielo è un dono di grazia.
*La Madonna ama farsi pregare affinché prendiamo coscienza…*
Così prendiamo coscienza di essere delle creature che non hanno nulla da esibire se non la propria miseria e che hanno tutto da sperare dalla divina misericordia. Nell’attesa piena di speranza le nostre richieste si affinano e comprendiamo che la cosa più importante da chiedere è la grazia inestimabile della conversione.
Con essa ci viene donato in sovrappiù tutto quel “resto” terreno al quale siamo fin troppo attaccati.
La Madonna ama farsi pregare…
*Maria è una sapiente educatrice*
perché abbiamo spesso l’impressione di non essere ascoltati? Che cosa fa la Madonna dopo che noi l’abbiamo pregata e Lei ci ha ascoltato col cuore traboccante di amore? Chiediamoci che cosa accadrebbe se la Madonna ci rispondesse subito, con la stessa rapidità con cui usiamo il telecomando per cambiare un programma televisivo.
Non c’è dubbio che la nostra fede e la nostra vita spirituale ne risulterebbero danneggiate. Invece di essere grati per la grazia donataci con tanta generosità, incominceremmo a pensare che noi siamo persone privilegiate, le quali, appena parlano, trovano il Cielo pronto a correre in loro soccorso.
Invece della gratitudine nel cuore si farebbe strada l’autocompiacimento e invece dell’umiltà la presunzione. Invece di sentirci dei mendicanti bisognosi di misericordia, incominceremmo a sentirci onnipotenti, come quei bambini capricciosi che impongono ai malcapitati genitori la legge del “tutto e subito”.
Ciò non toglie che la Madre possa rispondere subito e secondo le nostre richieste, ma ciò accade piuttosto raramente, perché l’uomo si dimentica presto della sua dimensione di indigente senza meriti.
*Maria è una madre che risponde*
quando i figli si rivolgono alla Madre celeste possono essere certi di trovarla sempre pronta ad ascoltarli col cuore. Però non di rado abbiamo la sensazione che le nostre domande cadano nel vuoto. Noi eleviamo le nostre preghiere e gridiamo il nostro bisogno di aiuto, ma nulla sembra muoversi.
La Madonna è forse insensibile o incapace ad aiutarci, come accade spesso alle nostre madri ? Maria è una madre che non ha problemi a tendere prontamente la sua mano ai figli che si rivolgono a Lei. La Madre di Gesù ha un potere assoluto sul Cuore del Figlio e non vi è grazia che Lei non possa ottenere.
Tutto ciò che chiede il Figlio gliela concede, fosse pure il cambiamento dell’acqua in vino a un banchetto di nozze. Non c’è madre terrena che non faccia tutto il possibile per accontentare i suoi figli nelle loro richieste.
La Madonna è più madre di tutte le madri e possiamo essere certi che non finge di non sentire quando bussiamo alla porta del suo Cuore materno.
*Padre Livio Fanzaga*

MONDO NUOVO PROFETIZZATO



L’Albero delle devozioni.

Avevo appena finito di leggere un articoletto, firmato da un certo Padre ***, cappuccino, che parlava della devozione allo Spirito Santo. Presentava questa devozione come “La Devozione delle devozioni”. La suddetta devozione, diceva l’articolo, è la prima in assoluto, e merita, rispetto alle altre, la precedenza totale . L’articolo mi aveva talmente sedotto, che mi ero messo a fare subito quello che l’autore del testo diceva di fare: pregare lo Spirito Santo, Lui, sempre Lui,  soltanto Lui. La mia coscienza era tranquilla, dato che la devozione allo Spirit o Santo era diventata per me la “Devozione delle devozioni”, come voleva quel caro Padre, autore dell’articolo.

Qualche tempo dopo mi si presenta l’occasione di pregare il mio Angelo custode.  Non ne sono più capace perché convinto che non devo più “sprecare” il mio tempo  con devozioni che non siano quella dello Spirito Santo: “la Devozione delle devozioni”. Sono convinto che lo Spirito Santo sia più importante, più prezioso, più  degno di encomio di tutti gli Angeli custodi messi insieme. Mi astengo quindi d al pregare l’Angelo perché ho il “santo” obbligo di consacrare tutte mie preghiere allo Spirito Santo.

Passano altri giorni, e le circostanze suggeriscono una novena in suffragio dell e anime del Purgatorio. Io la sostituisco con una novena allo Spirito Santo. Qualche tempo dopo avviene la stessa cosa con un’altra novena. La stessa cosa accade con tutte le mie pratiche di pietà, eccetto la santa Messa e il santo Rosario,  che offro comunque allo Spirito Santo, e in fretta, onde scongiurare ogni rischio di dimenticanza. Per diversi mesi prego solo lo Spirito Santo, ma ad un certo momento un dubbio inizia a spuntare nella mia mente. Mi sembra che il mio modo  di agire nasconda una mezza forma di squilibrio. Io, vittima di un’esagerazione?  ... A dire il vero non riesco ad escluderne del tutto la possibilità, anche se  la cosa mi ripugna. Allora chiedo consiglio. A chi? Alla “logica”, la mia cara logica, un’amica di casa. La mia “logica” mi conferma la legittimità dei miei sospetti, ma tutto finisce lì.

Arriva il 27 dicembre, festa del mio santo Patrono. Approfittando di un momento  di calma, favorevole al dialogo, riprendo il discorso con la mia “logica”, e le  dico: «Sono arrivato al punto che mi sento colpevole se prego il mio santo Patrono. Secondo te è normale?»  Risposta: «Ti comporti come se io fossi il Padre eterno, ma io non sono divina. Perché non lo chiedi allo Spirito Santo?»  Ed io, in  tono di scusa: «Accipicchia, è vero. Hai ragione. Come mai non ci ho pensato prima? Comincerò oggi stesso. »

La sera dello stesso giorno mi metto alla presenza dello Spirito Santo, in ginocchio. Penso a quello che a scuola mi hanno sempre insegnato su di Lui, e cioè che il suo compito è di mettere ordine là dove c’è disordine, non il contrario. Chiarisco il concetto, Glielo presento come a Chi di dovere, aggiungo che il mio modo di pensare è come quello dei miei insegnanti, e termino con una preghierina  con la quale invoco pace per la mia anima ed equilibrio per la mia mente.

Passano tre secondi, e lo schermo della mia immaginazione si apre sulla figura di un bellissimo albero, splendido all’inverosimile. La cosa più sorprendente, per me che sono goloso, è che l’albero è carico di frutta di tutti i generi. Ci sono mele, pere, ciliege, ma l’albero non è nè un melo, nè un pero, nè un ciliegio . Ci sono pure arance, mandarini, banane, fichi, datteri, pesche, albicocche, uva, frutti tropicali! Tutti questi frutti sono maturi e molto appetitosi. Ma a a mma, che meraviglia! Con un albero del genere nel mio giardino non troverei mai  il tempo di annoiarmi!

Prima che mi sfiori l’idea di pensare ad altro, una voce immateriale mi raggiunge dicendomi: 

«Bello. So che lo trovi bello. Questa immagine è per rispondere ai tuoi interrogativi. I frutti che vedi pendere dall’albero rappresentano le varie devozioni.  L’Albero sono Io, lo Spirito Santo. Quando ti senti spinto a prendere uno di questi frutti, e a mangiarlo, non sentirti in colpa. Non mi offendi se mangi di questi frutti, che sono tutti miei. Essi provengono da Me, sono tutti miei, tutti  parte di Me, e sono Io che li offro. Nulla tuttavia ti impedisce di continuare a  prender cura dell’Albero, a zappare un po’ all’intorno, a portargli acqua, a proteggerlo. Gli puoi anche parlare. Queste tue cure renderanno i suoi frutti ancora più appetitosi e ricchi di vitamine di ogni genere, e tutto ciò aumenterà la salute della tua anima. L’anima ha bisogno di nutrirsi tutti i giorni, come il corpo. Lo sai già, vero? ... »  

Silenzio da ambedue le parti. Poi: «Non ti sembra esatto quello che dico?» 

«Certo che mi sembra esatto! Certissimo. ... »

È mai possibile che lo Spirito Santo ci ami tanto da voler qualche volta giocare  con noi, divertirsi, scherzare un po’. Mezzo imbronciato gli rispondo:

«E perché avete permesso all’autore di quell’articolo di penetrare con le sue grosse dita nel “codice genetico” delle mie idee, e di crearvi quello squilibrio,  quegli spostamenti? Perché mai l’avete lasciato fare? … Oooh! Per prepararmi a ricevere le vostre spiegazioni! Insomma volevate essere sicuro che le avrei capite bene, capite del tutto, e a fondo. Mmm … Devo credere?».

Un bellissimo silenzio.

di: Johannes De Parvulis

LE GRANDEZZE DI MARIA



IL FIGLIO DI DIO UMILIA SE STESSO IN QUESTO MISTERO.

Come questa nuova vita del Verbo è tutta nostra, è pure tutta divina. È divina in quel bambino: perché essendo Egli composto di due nature, la natura e la persona del Verbo in certo quel modo fanno parte dell'essere e dello stato di questo divin Infante, Bambino e Dio tutt'assieme. È divina ancora nella sua umanità medesima, perché l'umanità di questo bambino, vale a dire il suo corpo e la sua anima non hanno altro essere, né altra sussistenza che quella della Divinità. La Divinità investe questo corpo e quest'anima, li sorregge, li penetra sino al più intimo della loro sostanza. Come adunque l'essere e la vita di questo corpicino è tutto santo, tutto divino, tutto adorabile, e quindi tutto adorato dagli angeli.

Quanta grandezza! Quanta potenza! Quante meraviglie si compiono in un istante e in un corpo così piccolo insieme e così grande! Corpo così piccolo se lo consideriamo nella sua quantità, e così grande se lo consideriamo nella virtù, nella dignità, nella santità e nella potenza!

Dio sta in questo piccolo corpo, e la pienezza della [93] Divinità vi abita corporalmente; è il corpo di Dio medesimo; e in questo, corpo prezioso e sacro, sacro per l'unione della Divinità, Dio ha posto la vita, la religione e la redenzione del mondo.

Questo corpo, per verità tiene sinora ben poco posto nell'universo ... ; ma pur così piccolo nel mondo e nella Vergine, nella sua piccolezza sorpassa la grandezza di tutti gli altri corpi assieme ed anche del cielo empireo. Il cielo fu fatto perché fosse la dimora degli angeli; ma questo corpo è formato per essere la dimora di un'anima che regge gli angeli tutti, di un'anima che in questo medesimo corpo possiede una gloria più sublime di quella di tutti gli angeli e di tutti gli uomini assieme. 

CARD. PIETRO DE BÉRULLE

PREGHIERA PER LA GUARIGIONE INTERIORE



Gesù, ti presento i tristi ricordi della mia mente sulla vita passata, dall'infanzia agli anni  recenti: eventi dolorosi che hanno colpito me o la mia famiglia, situazioni difficili,  disgrazie, insuccessi, malattie, traumi. Sono impressi nella mia memoria, sono ferite aperte  nella mia mente. Mi fanno soffrire e a volte mi rendono insensibile, aggressivo,  disimpegnato. Con le mie forze non riesco a dimenticarli, a non pensarci. Tu che hai detto:  "Il mio giogo è dolce e il mio carico leggero", liberami dal peso dei tristi ricordi. Fallo con il  ricordo delle grazie, dei doni, degli eventi lieti che hai sparso lungo tutti i giorni della mia  vita e con la certezza che anche le sofferenze hanno concorso al mio vero bene. Infondi in  me il tuo Spirito Santo che brucia il mio triste passato e dà alla mia mente uno sguardo  nuovo e sereno sulla mia vita.  
Cuore di Gesù, confido e spero in te.  

Don Leonardo Maria Pompei 

Il buon samaritano delle vittime del demonio



Progetto salvifico di Dio in Tobia! 

Normalmente noi vediamo i danni fisici che il demonio  produce sul posseduto e non sono pochi, ma non sempre afferriamo i danni spirituali che vorrebbe portare all’anima.  
Il nostro giovane Tobia con l’aiuto di Dio e la guida spirituale di esorcisti e confessori ha fatto un forte cammino di  conversione: da una vita mondana e senza Dio è passato ad  una vita spirituale, ad una pratica cristiana molto intensa e coerente come abbiamo già visto. 
Questo non piace al demonio perché in contrasto con il suo  obiettivo di allontanarlo da Dio per portarlo alla dannazione  eterna. Il giovane ha compreso questo e lotta con tanta preghiera perché vuole condurre a buon fine la battaglia contro il  demonio.  
Vive con ricchezza di grazia e profonda coerenza la vita di  fede, pur provenendo da una famiglia povera di fede e di grazia di Dio. Se il demonio fosse intelligente avrebbe favorito la  vita di peccato per portarlo alla dannazione, senza torturarlo  con le malattie e le sofferenze.  
Tobia ha un carattere forte, volitivo e ama impegnarsi. Prima ha usato questo suo temperamento in una vita libera e  spensierata, impegnandosi in molti sport. Ora porta avanti un  forte impegno di pratica religiosa, di preghiera per ottenere da  Dio la liberazione dal demonio. 
Il demonio tenta di indebolire la sua volontà creandogli  confusione nella mente e nella coscienza. Usa lo stesso pensiero che ha espresso a Dio nel chiedere la prova per Giobbe:  “Quello fa tutto per interesse, per la tua benedizione sui greggi  e raccolti. Prova percuoterlo, vedrai come ti benedirà in faccia” (Gb 1,11). Il nostro Tobia, essendo stato percosso, ha  guardato in faccia Dio, si è avvicinato, si è impegnato nella  preghiera, nella fedeltà al Vangelo e nella vita di grazia.
Ora il demonio gli suscita pensieri di sfiducia in Dio, lo  tortura con ossessioni. È provato da pensieri inesprimibili, teme di fare tante pratiche religiose sotto la spinta del male, della sofferenza per avere la liberazione e non per amore a Dio.  Si domanda: “A che servono? Chiunque al mio posto sotto la  spinta di tanta sofferenza si sarebbe convertito. Sfido chiunque  a non convertirsi sotto il peso di tanti dolori!”.  
Prima attraverso dei segni da parte della Madonna e del  Signore intuiva la loro presenza, vicinanza e da questi segni si  sentiva incoraggiato a soffrire e lottare con la speranza di uscire dal tunnel. Dopo la morte di Renato Baron sente il peso del  silenzio di Dio, quasi si disinteressi, lo abbia abbandonato.   “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”(Mt 27,46). È tentato di dubitare, di perdere la fiducia in Dio. Altra  ossessione riguarda il moltiplicarsi di fantasie e tentazioni sessuali che gli martellano la mente, lo sconvolgono e disorientano. Con il suo forte carattere e la grazia di Dio, Tobia cerca di  vivere secondo le parole di Gesù a S.Paolo: 
“Ti basti la mia grazia”!     
Il demonio crea nella coscienza di Tobia un clima di sconforto, ma gli fa nascere anche la voglia di lottare. Si rende conto che quanto passa per la sua mente è una strategia del demonio. Per questo continua nei suoi impegni di preghiera pur sentendosi bastonato fisicamente e psicologicamente dal demonio, che gli fa sentire il peso della sua rabbia.  Tobia e Sara hanno tanta voglia di uscire dal tunnel, e la  speranza di sentire rinascere l’amore per formare una famiglia  secondo Dio, di veder ritornare la salute per realizzare insieme  la vita, ma non conoscono i tempi e i momenti di Dio.  
Oltre tutte le sofferenze fisiche e psicologiche, il tormento  maggiore sta proprio nel tempo che passa senza vedere dei  frutti. Dopo otto anni di sofferenza e di preghiera, si avvicinano ai 40 anni di età. Temono di non arrivare in tempo per realizzare i propri sogni e una famiglia con propri figli.   
Il maggior vantaggio che hanno ottenuto dalla sofferenza è  il cammino di una intensa vita di grazia e di preghiera, di una  coerente vita cristiana nella purezza, come stanno vivendo.  Sono le fondamenta più sicure per sostenere un amore e una  famiglia e meritare la benedizione di Dio sul loro matrimonio.   C’è da credere che Dio premierà il loro impegno dimostrato nella prova e coronerà il loro cammino. Valorizzerà i tanti  meriti acquistati con la preghiera e la santificazione delle sofferenze. 
Tutto questo al demonio non piace, ostacola le preghiere  per impedire di realizzare il loro sogno, si ostina a dire che lui  rimarrà fino alla rovina di Tobia. Ha solo l’odio e la volontà di  fargli del male e di portarlo alla rovina eterna. Ma Dio la pensa diversamente e non abbandona certo il figlio che lotta e soffre lungo la strada della sua volontà.  
Non conosciamo quali altri progetti Dio abbia per valorizzare la sofferenza di questi due giovani. Dio si è un po’ nascosto con il silenzio, forse per rafforzare e rendere più adulta e  più meritoria la loro fede.  
Certamente vuole il loro vero bene e forse aspetta da loro  una risposta di piena fiducia e abbandono nelle sue mani, fidandosi completamente della sua paterna Provvidenza.  
Dato il rapporto dei due giovani con Dio e con la Regina  dell’Amore da una parte, e con il demonio dall’altra, c’è da  credere che Maria eserciterà la sua missione di vincere satana,  e proteggere i suoi figli. Le preghiere di Renato alla Regina  dell’Amore, già in terra e continuate in cielo per Tobia, concluderanno felicemente la dolorosa storia. 
Il demonio “nel nome di Cristo” mi ha confermato le apparizioni della Madonna a S. Martino. Come Tobia, anch’io  tengo buone relazioni con la Regina dell’Amore e la ringrazio  della sua fiducia.  
Il fatto di avere incontrato nella esperienza di esorcista,  per primo il giovane Tobia, di avere fatto un tratto di cammino insieme, di avere aperto con l’esorcismo delle finestre per illuminare anche la mia vita, mi induce a pensare che questo faccia parte di un meraviglioso disegno di Dio che sta per realizzarsi con Maria! 

FRATELLO ESORCISTA

Oggi sono necessari coloro che pregano per quanti non pregano.



Ama, prega, supplica! Oggi sono necessari coloro che pregano per quanti non pregano.

MADRE ORSOLA LEDÓCHOWSKA

La preghiera è una cosa potente...



Angelo custode


Per mesi, la mia pronipote di 4 anni, Ellie, stava avendo incubi. Notte dopo notte, si svegliava urlando e piangendo. Mia nipote, Debbie, ha detto che era come avere un neonato di nuovo. Debbie (ed Ellie) stavano facendo un controllo e lei era pronta a portarla dal medico. Vedi, quando Ellie aveva due anni, ha contratto un'infezione virale e per poco non è morta. È rimasta in ospedale per mesi ed è stata intubata per un po' di tempo, il che è stato terrificante per tutti noi.

Una notte, mentre Debbie rimboccava le coperte a Ellie, le disse di chiedere aiuto a Dio. Disse: "Quando scendo, chiedi a Dio di mandare il Suo Angelo Custode a stare con te stanotte e a tenere lontani i cattivi pensieri e i brutti sogni." Debbie la sentì pregare mentre stava rimboccando le coperte dei ragazzi nella stanza adiacente. Pregò fervidamente per Ellie quella notte.

La mattina dopo, Debbie si svegliò e corse di sopra nel panico perché era la prima volta dopo mesi che Ellie non si era svegliata piangendo nel bel mezzo della notte. Eccola lì, che dormiva profondamente e russava!

Due settimane dopo ed Ellie non aveva avuto un incubo! Ogni notte, chiede protezione a Dio e al suo angelo. Quando Debbie chiese a Ellie perché pensava che gli incubi si fossero fermati, disse: "Credevo che Dio mi avrebbe aiutato e sapevo che Dio mi avrebbe aiutato e l'ha fatto, perché mi ama."

Debbie ha pianto a letto quella notte. Il giorno dopo, ha detto ad Ellie che Dio non sempre risponde ad ogni preghiera perché potrebbe non essere quello che Lui ha pianificato, ma quando ha paura o ha bisogno di aiuto, Dio ascolterà sempre e sarà lì per aiutare. La preghiera è una cosa potente e questa bambina di 4 anni la ottiene. Dio e il Suo Angelo Custode le hanno mostrato che è amata e importante.

Jude A.


venerdì 29 maggio 2020

Domande frequenti sugli angeli



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4. Il nostro Angelo custode verrà riassegnato a qualcun altro dopo la nostra morte?
È generalmente concordato che il nostro Angelo custode non verrà riassegnato a un'altra persona dopo la nostra morte, perché il nostro Angelo custode è stato abbinato in modo univoco a noi da tutta l'eternità da Dio stesso al fine di aiutarci a svolgere la missione speciale nella nostra vita terrena per che ci ha creati. Per questo motivo, sembrerebbe improbabile che il nostro Angelo custode venga assegnato a un'altra persona dopo che avrà finito di guidarci. E così, dopo la nostra morte, si ritiene che il nostro Angelo Custode continuerà i suoi normali compiti nelle file degli eserciti celesti.

Se riceviamo la grazia di entrare in paradiso, adoreremo il Signore insieme al nostro Angelo custode, fianco a fianco nella liturgia celeste. Come scrisse San Tommaso d'Aquino, "Quando arriverà alla fine della vita non avrà più un Angelo custode, ma nel regno avrà un angelo per regnare con lui" (Summa Theologica, I, 113, 4). Ma se abbiamo la sfortuna di andare all'inferno, allora il nostro Angelo custode tornerà in paradiso da solo. Se andiamo in purgatorio, il nostro Angelo Custode aspetterebbe in paradiso, e poi verrà a scortarci in paradiso una volta che il nostro tempo in quel luogo di punizione sarà finito. Perché, come afferma San Giovanni Crisostomo, "se abbiamo bisogno di una guida per passare da una città all'altra, quanto più l'anima avrà bisogno di qualcuno che indichi la strada quando rompe i legami di carne e passa alla vita futura" (cfr Omelia su Lazzaro, 2,2).

5. I santi angeli o i diavoli possono conoscere i nostri pensieri segreti?
No non possono. Perché solo Dio stesso può sapere cosa stiamo pensando in ogni momento; solo Dio stesso può conoscere le profondità della nostra anima. Per questo motivo, San Tommaso d'Aquino afferma senza mezzi termini che "gli angeli non conoscono i segreti dei cuori" (Summa Theologica, I, 57, 4). Tuttavia, come continua a spiegare, a volte angeli e diavoli possono capire cosa potremmo pensare. E possono farlo in due modi: perché "il pensiero a volte viene scoperto non solo da un atto esteriore, ma anche dal cambiamento di espressione" (Summa Theologica, I, 57, 4). Ad esempio, il nostro viso può sembrare felice o triste, se stiamo pensando a pensieri edificanti o deprimenti. Inoltre, i nostri pensieri su altre persone possono riflettersi non solo in ciò che diciamo su di loro, ma anche dal modo in cui appaiono e reagiamo quando entriamo in loro presenza.

Dobbiamo tenere presente, quindi, che gli angeli e i diavoli hanno non solo un intelletto sovrumano, ma anche migliaia di anni di esperienza nell'osservare il comportamento degli esseri umani in tutti i tipi di condizioni e circostanze. Per questo motivo, possono apprezzare uno psicologo più abile ed esperto che spesso discerne ciò che potremmo pensare senza effettivamente conoscere i nostri pensieri o essere in grado di leggere le nostre menti. Potremmo quindi dire che, sebbene siano bravi a leggere i nostri volti, non sono in grado di leggere le nostre menti.

In questo contesto, è importante menzionare che, se volessimo dirigere volentieri i nostri pensieri verso un angelo (ad esempio nella preghiera mentale o nella conversazione interiore), allora l'angelo può "sentire" quei pensieri. Proprio come gli angeli comunicano tra loro con un atto della volontà, così possiamo comunicare con loro con un atto interiore della volontà.

6. Diventeremo come angeli in paradiso?
A volte questa domanda sorge perché Gesù ci ha rivelato nei Vangeli che "Nella risurrezione non si sposano né si danno in matrimonio, ma sono" come "angeli in cielo" (Mt 22:30; cfr. Mc 12,25; Lc 20:36). Qui bisogna sottolineare che non siamo chiamati ad essere angeli, ma ad essere come angeli. Per somiglianza indica somiglianza che è diversa dall'identità. Dio non intende, quindi, eliminare la differenza naturale tra uomini e angeli; in cielo saranno sempre distinti e complementari. L'uomo e l'angelo saranno quindi l'uno come l'altro in certi aspetti, mentre entrambi mantengono la loro natura. Quali sono questi aspetti?

Innanzitutto , va sottolineato che sia gli angeli che gli uomini sono stati creati a immagine e somiglianza di Dio. Inoltre, questa perfezione originale di natura e grazia è portata a una perfezione superiore di natura e grazia in coloro che arrivano in paradiso. E così, poiché l'assimilazione dei santi angeli in cielo, quindi, è già completata nel loro stato di gloria quando finalmente arriveremo in paradiso, diventeremo come loro, non solo nella gloria personale che attualmente possiedono, ma anche in la loro divinità somigliante a Dio.

Secondo , gli angeli sono "creature puramente spirituali", "hanno intelligenza e volontà: sono creature personali" (CCC 330). Le nostre anime sono anche di natura spirituale. Siamo creati per lo stesso obiettivo finale e abbiamo ricevuto la stessa grazia santificante di Cristo. Questi sono i motivi per cui chiediamo agli angeli nella nostra preghiera di consacrazione, "illuminare la mia mente e il mio cuore in modo che io possa sempre conoscere e realizzare la volontà di Dio". Queste somiglianze ci aiutano a comprendere meglio il nostro "essere come gli angeli".

Terzo , saremo eternamente benedetti con la visione di Dio "come gli angeli", con la contemplazione, l'amore e il possesso perpetuo di Dio, la fonte di ogni bene; Lo adoreremo nella resa totale. Godremo tutti della comunione della Santissima Trinità. Perché "tutti noi, con i nostri volti svelati come specchi che riflettono la gloria del Signore, ci stiamo trasformando nell'immagine che riflettiamo in una gloria sempre più luminosa; questa è l'opera del Signore che è lo Spirito" (2 Cor 3 : 18).

Quarto , godremo della comunione dei santi, degli angeli e degli uomini, perché entrambi sono uniti a Dio, l'unico che è infinitamente santo nel suo stesso essere (naturale). Ecco perché chiediamo agli angeli nella preghiera di consacrazione "portami all'unione con Dio Padre, Figlio e Spirito Santo".

In quinto luogo , in cielo ci saremo uniti alla compagnia dei santi angeli. Pertanto, non solo godremo del perfetto riposo e della realizzazione di tutti i desideri in modo che saremo "come gli angeli" - in pace, immacolati, pieni di gioia, luce e vita - ma parteciperemo anche alla perfezione, ricchezza, bellezza e gloria. Perché "i giusti brilleranno come il sole" (Mt 13:43) e si troveranno in paradiso liberi da dolori, lacrime, tristezza, sofferenza e morte.


Infine , in cielo vivremo per sempre in intima comunione con Gesù e tutti gli angeli per la glorificazione di Dio (cfr Gv 17, 24; Ef 1, 12,14), come descrive il Libro dell'Apocalisse: "Ho guardato, e Ho sentito intorno al trono e alle creature viventi e agli anziani la voce di molti angeli, numerando miriadi di miriadi e migliaia di migliaia, dicendo ... "Degno è l'agnello ..." e gli anziani caddero e adorarono "(Ap 5: 11-14). La vita in cielo sarà una gloriosa liturgia di lode che unirà sia gli angeli che i santi nel canto incessante della gioia: "Santo, Santo, Santo" sei Tu, "Signore, Dio degli eserciti" (cfr Ap 4, 8) -10).

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Opus Angelorum

L’umanità non cammina, non procede a passo fermo, passa soltanto, senza lasciare tracce di Vita Eterna.



GOVERNO UNICO, MONETA UNICA, RELIGIONE UNICA


NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO

L’umanità non cammina, non procede a passo fermo, passa soltanto, senza lasciare tracce di Vita Eterna. Si sono associati con la malvagità, con l’affanno di far sparire il Mio Popolo, questa è la consegna del maligno, che in alleanze con le grandi Nazioni, alle spalle dell’umanità, ha stretto la mano per impossessarsi del potere mondiale, ma poi tradirà quelli che gli hanno stretto la mano per instaurare il governo unico, la religione unica, la moneta unica. 


28.06.2015

SE MI APRI LA PORTA...



La pace innanzitutto

Fatti un po' di coraggio, anima cara, e non ripiegare tanto su te stessa, comunque tu sia. Non importa che sia grande la tua miseria, se è grande anche la tua buona volontà.
Ogni pensiero che ti turba, scaccialo risolutamente e reagisci con un pensiero buono. Il turbamento è il fumo della superbia. Sia consolazione per te il far morire subito, per mio amore, qualunque artificio dell'amor proprio.
La pace è la prima cosa che vi ho augurato nella notte del mio Natale, perché è indispensabile per il benessere dell'anima. Fatti animo, amami tanto, anche se ti sembra che sia un amore che non valga nulla.
Io lo gradisco così e lo desidero tanto. Lo sai che Io non faccio preferenze di persone; chiunque mi cerca, con purità d'intenzione, mi trova, anche se avesse trascorso una vita di peccati e di infedeltà. Concesso il perdono, dopo una buona confessione, l'anima ritorna nell'innocenza.
Offrimi la sofferenza che provi nell'essere tentata e nel sentirti tanto miserabile, a salvezza dei peccatori che non hanno il più piccolo rimorso e, benché adagiati sull'orlo di una possibile eterna dannazione, vivono tranquilli.
Le aridità e le apparenti apatie del tuo animo non indispongono il mio amore verso di te; anzi mi animano a starti doppiamente vicino, per essere pronto a ogni tuo pericolo di cadere e di raffreddare il nostro amore.

Non turbarti quando le forti tentazioni sembrano macchiare la coscienza e allontanarti da Me, con i loro insistenti assalti.
Non tutti i movimenti interni sono da te voluti e quindi non costituiscono peccato.
È la battaglia del cristiano, che decide del suo valore intrinseco. Io sono sempre vicino all'anima combattente. Lascio sola soltanto l'anima superba che crede di non aver bisogno di Me.

All'anima debole, ondulante per infermità fisica o morale, non rifiuto i miei soccorsi. Un solo sguardo di implorazione mi fa essere premuroso medico di tutte le sue debolezze. Me lo cerco Io questo ufficio di pietoso infermiere; ringrazio quelle anime che ricorrono prontamente a Me.

DON RENZO DEL FANTE

Regina della Famiglia



Apparizioni a Ghiaie 


Lucia Dos Santos 

Lucia di Fatima dubitò dell'autenticità delle apparizioni,  dopo che fu interrogata dal parroco del suo paese, alla presenza  della mamma. 
Essa scrive: "L'interrogatorio fu molto minuzioso, quasi  oserei dire, estenuante. Il reverendo mi fece una piccola avvertenza, perché diceva: "Non mi pare una rivelazione del Cielo.  Quando queste cose succedono, di solito il Signore ordina alle  anime a cui si rivela di riferire quanto succede ai loro confessori  o parroci; ma questa, al contrario, si nasconde il più possibile.  Ciò può anche essere un inganno del demonio. Vedremo. Il  futuro ci dirà quel che dobbiamo pensarne". 

Quanto mi fece soffrire questa riflessione, solo nostro  Signore può saperlo, perché solo Lui può penetrare nel nostro  intimo. Cominciai allora a dubitare che le manifestazioni fossero  del demonio, che cercava con quel mezzo di condurmi alla  perdizione. E siccome avevo sentito dire che il demonio porta  sempre la guerra e il disordine, cominciai a pensare che, realmente, da quando vedevo quelle cose, non c'era più stata allegria  né benessere in casa nostra. Che angoscia ne provavo! Manifestai  il mio dubbio ai cugini. Giacinta rispose: "Non è il demonio, no!  Il demonio dicono che è molto brutto e che sta sotto terra, nell'inferno; invece quella signora è così bella, e noi l'abbiamo  vista salire al cielo!". 
Dio si servì di queste parole per dissipare un po' il mio  dubbio. Ma, nel corso di quel mese, perdetti l'entusiasmo per la  pratica del sacrificio e della mortificazione, ed ero in dubbio se  decidermi a dire che avevo mentito, per finirla così del tutto. 
Giacinta e Francesco mi dicevano: "Non fare così! Non  vedi che proprio adesso tu stai per mentire, e mentire è peccato". 
Stando io così, ebbi un sogno che aumentò ancor di più le  tenebre del mio spirito: vidi il demonio che , ridendo perché mi  aveva ingannato, si sforzava di trascinarmi all'inferno... Questo  sogno lasciò nel mio spirito una nuvola di vera paura e preoccupazione. L'unico mio sollievo era rimaner sola, in qualche cantuccio solitario, per piangere liberamente. Cominciai a sentir noia  perfino della compagnia dei miei cugini e perciò cominciai a  schivarmi anche da loro... 
Si avvicinava il 13 luglio e io ero in dubbio se andarci  ancora o no... Giacinta e Francesco facciano quel che vogliono; io  non torno più alla Cova d'Iria. La decisione era presa, e io ben  decisa a metterla in pratica" (v. Memorie di Suor Lucia —Vice —  Postulazione della beatificazione dei veggenti — Fatima maggio  1980, pp. 68-69). 
Lucia, spinta da una forza cui non le era facile resistere, 
andò il 13 luglio all'appuntamento con la Vergine. 
Dopo la lettura di queste pagine delle Memorie di Lucia,  viene alla mente una considerazione ovvia; se il solo dubbio  avanzato dal parroco sull'origine diabolica delle apparizioni, ha  messo in crisi Lucia fino a indurla a chiedersi se fosse il caso di  dire che aveva mentito, e a farla decidere di non andare più alla  Cova d'Iria, non ci si può meravigliare se Adelaide ha negato di  avere visto la Vergine, considerate le condizioni in cui si è trovata, e senza l'aiuto morale che ricevette Lucia dai cugini Giacinta e Francesco. 

Severino Bortolan

Guarda la stella, invoca Maria



O chiunque tu sia, che nel mare di questo mondo ti senti come sballottato in mezzo alla tempesta, se non vuoi essere sommerso dalle onde, non distogliere lo sguardo dal fulgore di questa Stella. Se insorgono i venti delle tentazioni, se vai contro gli scogli delle tribolazioni, guarda la stella, invoca Maria! Se, turbato dal pensiero delle tue colpe, stai per lasciarti vincere dalla tristezza, e sei per cadere nell' abisso della disperazione, pensa a Maria. Nei pericoli, nelle difficoltà, nei dubbi, pensa a Maria, invoca Maria. Seguendo lei, non devierai; invocandola, non ti smarrirai; pensando a lei, non peccherai; tenendoti stretto a lei, non cadrai; affidandoti a lei, più nulla temerai. Con il suo aiuto, ogni fatica sarà per te leggera, sotto la sua guida giungerai facilmente alla Patria Beata.

È L’ORA DI “FATIMA!”. PREPARATEVI ALLO SCONTRO DI DUE COMETE NEL CIELO! È IL SEGNO DEL MIO RITORNO TRA VOI.



Preparatevi allo scontro di due comete nel cielo! … È il segno del mio ritorno tra voi.
Chiedo con tutto il mio amore il vostro ravvedimento. O uomini, che non credete in Me, convertitevi a Me perché solo in Me è la salvezza.
Oggi andate per il mondo alla ricerca di cose buone ma in verità sappiate che mai più le troverete perché tutto è marcio, il Demonio si è preso tutto, il buono è stato trasformato in male, perciò, se vi amate e amate la vostra vita e quella dei vostri cari tornate in fretta a Colui che tutto può.
Oggi posso richiamarvi ancora alla conversione, poi non ci sarà altro tempo; il mio dire finisce qui. … Ci incontreremo faccia a faccia, Io giudicherò ogni uomo.
Pregate e digiunate dalle cose del mondo, … venite a rifocillarvi al mio Petto.
Io, quale Padre e quale Madre, verrò a voi per stringervi forte a Me, donarvi protezione e conforto.

Ho il cuore dolorante a causa di questa Umanità incancrenita nel peccato, non vedo il suo ritorno a Me, non c’è ravvedimento, il suo andare è nella vita di questa Terra che oggi si spegnerà per sempre.
È tempo di dire Basta alle cose della Terra, è giunta l’ora di pregare e supplicare la misericordia del Padre.
Mostratevi accoglienti di questo mio appello e fatevi avanti, venite a Me rinunciando a Satana, preferite le Cose di Dio a quelle del mondo.
Questo tempo è breve, non avrete altra occasione per tornare a Me se non in questi ultimi istanti di vita che vivete ancora su questa Terra.
Il Cielo è giunto al suo Basta, il braccio del Padre già si abbassa a questa Umanità malvagia che verrà distrutta a causa del peccato al quale non ha saputo rinunciare.
Le stelle in cielo si allineano, … alla luce di questo movimento noterete cose nuove.
Affrettatevi, figli miei, non abbiate timore di tornare a Me, voltate le spalle a Satana!
Chi sarà con Me avrà la vita eterna!
Chi sceglierà Satana andrà con lui nella perdizione eterna.

Sollevatevi in fretta da tutto il male che è intorno a voi.
Dichiaratevi figli del Dio vivente ed entrate in battaglia.

L’ora è rumoreggiante, il Cielo già si abbassa alla Terra!
… È l’ora di “Fatima!”.
Amen!
Carbonia 27-05-2020

IL MISTERO DEL SANGUE DI CRISTO



Come canteremo le glorie del Sangue?

Il Sangue di Cristo [...] è il cibo della mente per la verità; è il cibo del cuore per l'amore che profonde; è la veste regale che ricopre le nostre membra piagate; è la chiave misteriosa di tutti i tesori del Cuore di Gesù; la mistica corrente per cui si sale al Mistero; la meravigliosa forza per cui ci si unisce a Dio! Come canteremo le glorie del Sangue di Cristo?
Con il dolore e con l'amore, così come l'ha versato Gesù. q. 14 

SR. M. ANTONIETTA PREVEDELLO