Alla luce delle Rivelazioni a Maria Valtorta
IL QUINTO COMANDAMENTO: “NON UCCIDERE”.
“La vita umana è sacra perché, fin dal suo inizio, comporta l'azione
creatrice di Dio e rimane per sempre in una relazione speciale con il
Creatore, suo unico fine. Solo Dio è il Signore della vita dal suo inizio alla sua
fine: nessuno, in nessuna circostanza, può rivendicare a sé il diritto di
distruggere direttamente un essere umano innocente”60.
Come ci testimonia la Sacra Scrittura, al gravissimo peccato commesso dai Progenitori, si va ad aggiungere, dopo pochi anni, un altro tremendo peccato quello dell’uccisione di un innocente e non da parte di uno sconosciuto ma dello stesso fratello.
La Bibbia, nel riportarci l’uccisione di Abele da parte del fratello Caino61, ci rivela che fin dagli albori della storia umana, le conseguenze sull'uomo del peccato originale sono terribili. Collera, ira, invidia, cupidigia fanno ormai parte del genere umano. L'uomo non è più amico e fratello del suo simile. Ma ne è diventato il nemico più crudele.
Dio dichiara la scelleratezza di questo fratricidio: “Che hai fatto?
La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo! Ora sii maledetto lungi da quel suolo che per opera della tua mano ha bevuto il sangue di tuo fratello”62.
L'alleanza di Dio e dell'umanità è intessuta di richiami al dono divino della vita umana e alla violenza omicida dell'uomo:
“Del sangue vostro, ossia della vostra vita, io domando conto…
Chi sparge il sangue dell'uomo, dall'uomo il suo sangue sarà sparso, perché ad immagine di Dio egli ha fatto l'uomo63.
L'Antico Testamento ha sempre ritenuto il sangue come un segno sacro della vita64. Questo insegnamento è quindi sempre valido in ogni luogo e per ogni tempo.
Riflessioni di Giovanna Busolini
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