martedì 8 ottobre 2019

MISTICA CITTA’ DI DIO



Vita della Vergine Madre di Dio


Saluto alla Beata Vergine Maria

Ave, Signora, santa regina, santa Madre di Dio, Maria, che sei vergine fatta Chiesa
ed eletta dal santissimo Padre celeste che ti ha consacrata
insieme col santissimo suo Figlio diletto e con lo Spirito Santo Paraclito;
tu in cui fu ed è ogni pienezza di grazia e ogni bene.
Ave, suo palazzo ave, suo tabernacolo, ave, sua casa.
Ave, suo vestimento, ave, sua ancella, ave, sua Madre.
E saluto voi tutte, sante virtù,
che per grazia e illuminazione dello Spirito Santo venite infuse nei cuori dei fedeli, perché da infedeli
fedeli a Dio li rendiate.

San Francesco d’Assisi


SUOR MARIA DI GESÙ DI AGREDA (1602-1665)

Infanzia e gioventù

I genitori di suor Maria furono Francesco Coronel e Caterina de Arana. La madre, sebbene nata in Agreda, era oriunda di Vizcaya, come la stessa Venerabile ricorda. Nel convento di Agreda si conserva infatti ancora il documento di nobiltà degli Arana, del 1540.
Francesco e Caterina ebbero undici figli, però sette morirono in età precoce. Sopravvissero soltanto due figli e due figlie: Francesco, Giuseppe, Maria e Geronima.
La Venerabile stessa ci ha lasciato un ritratto dei suoi genitori: aspetto, costumi e altre caratteristiche. Dice che la madre aveva un carattere molto più attivo e vivace del padre, ma entrambi erano profondamente religiosi.
 La famiglia Coronel-Arana frequentava molto i francescani di San Giuliano; così si chiamava l'antico convento francescano, situato alla periferia della città. La madre aveva lì il suo confessore e andava ogni giorno alla Messa nella chiesa del convento. Così non passava giorno senza che frati francescani visitassero la famiglia.
La Venerabile confessa che, nella sua prima infanzia, sembrava molto timida e incapace e, allo scopo di stimolarla, sua madre la trattava con durezza. «In verità posso dire che nella mia vita li vidi (i genitori) col volto sereno solo dopo che fui religiosa». La spiegazione che suor Maria ci dà di questo suo comportamento nella sua prima infanzia è molto diversa da quello che i suoi buoni genitori potevano comprendere. Ci dice, infatti, che in età che lei non può precisare, che dovette però coincidere con lo spuntare dell'uso di ragione, senza che precedesse informazione esteriore né insegnamento di creature, perché ancora non aveva l'età conveniente, ricevette una conoscenza di Dio, del mondo e della condizione dell'uomo peccatore i cui effetti le sarebbero rimasti per tutta la vita.
Come reazione a quella conoscenza, concepì un timore che mai l'abbandonò: timore di offendere Dio e perdere la grazia. Al cessare dell'insegnamento passivo rimase come sospesa. Si vedeva circondata da pericoli, piena di miserie, non osava parlare con le creature che riteneva tutte superiori a sé. Atterrita da tale conoscenza, si recava in luoghi nascosti. Per tutto questo, i genitori la giudicavano insensata e vana e tenevano con lei l'atteggiamento burbero che abbiamo detto. «Che dobbiamo fare di questa creatura che non è adatta per il mondo né per la religione?».
A tutto questo si aggiunsero diverse infermità, che a tredici anni la condussero alle soglie della morte: «Si scavò la fossa per la mia sepoltura», dice lei. Però sopportava tutte le sofferenze con grande forza d'animo, perché riconosceva di essere figlia di una razza peccatrice, obbligata a soddisfare Dio per i suoi peccati".
Dunque, al principio la trascuravano e non apprezzavano la sua riservatezza e poca grazia, però presto impararono a rispettarla; dopo imparò a leggere con prontezza, ed era obbediente.
Quando compì dodici anni, cominciò a parlare di farsi religiosa. La prima idea fu di prendere l'abito tra le carmelitane scalze di Tarazona; i suoi genitori se ne stavano già interessando, quando sopraggiunse una circostanza totalmente imprevista, che avrebbe cambiato il corso della sua vita.
La madre della Venerabile, Caterina de Arana, ebbe una rivelazione, confermata dal suo confessore, fr. Giovanni di Torrecilla, secondo la quale avrebbero dovuto trasformare la casa in convento ed entrare in esso, come religiose, la madre con le due figlie, mentre il padre e i due figli sarebbero entrati come religiosi nell'Ordine di san Francesco. In realtà i due figli maschi erano già religiosi in detto Ordine. Prima di questo, Maria si conformò al nuovo piano e decise di non andare a Tarazona. Però l'idea era così strana che incontrò la resistenza del padre e più ancora quella di un fratello di lui, Medel. Anche l'opposizione del vicinato fu, in un primo tempo, generale. Dicevano «che era un'offesa al santo matrimonio»
Così trascorsero tre anni. Tuttavia, a poco a poco si superarono le opposizioni e le difficoltà; il padre cambiò parere e nel 1618, dopo alcuni lavori di adattamento, la casa di Francesco Coronel fu trasformata in convento di monache. Francesco, seguito poi dal fratello Medel, entrò francescano, in qualità di fratello laico, nel convento di Nalda (Soria).
Suor Maria considera il tempo trascorso, prima che il progetto della nuova fondazione si trasformasse in realtà, come un periodo di dispersione. L’entusiasmo per il progetto e i lavori vari la distraevano troppo dalla sua vita spirituale, e arrivò al punto di cedere alla tentazione di vanità.
Il nuovo convento doveva essere dell'Ordine della Immacolata Concezione. Senza dubbio il fervore immacolista, che in Spagna conosceva allora uno dei suoi momenti migliori, fu la causa di questa preferenza. Però tra le Concezioniste c'erano due rami: uno di calzate e l'altro di scalze. Madre e figlia si decisero per l'istituto delle scalze. Ma siccome nell'area della provincia francescana di Burgos, alla quale apparteneva la fondazione di Agreda, non c'erano Concezioniste scalze ma solo calzate, si commise l'anomalia di far venire da Burgos tre monache Concezioniste calzate, in qualità di fondatrici di un convento che doveva appartenere all'altro ramo scalzo. Per questa ragione suor Maria dirà che la fondazione non ebbe buon principio, poiché le fondatrici venute da Burgos dovevano insegnare un modo di vita che esse non avevano professato né praticato.
Quando prese l'abito, insieme alla madre e alla sorella, suor Maria aveva sedici anni. Subito ci furono nuove vocazioni. In questa prima epoca la abbadessa era tra quelle venute da Burgos in qualità di fondatrici.
Una volta vestito l'abito, suor Maria reagisce contro la dissipazione precedente e si dedica tutta alla vita spirituale. Fatta la professione nel 1620, comincia nella sua vita un periodo di infermità, tentazioni e straordinarie fatiche, che sarà seguito peraltro da fenomeni spirituali rilevanti.

di Suor Maria di Gesù

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