martedì 3 marzo 2020

La Corredentrice



Gesù parla della Corredentrice negli scritti di Maria Valtorta

“Conosceva la sua sorte, perché non ignorava il destino del Redentore e le profezie  che parlavano del suo grande soffrire. Lo Spirito di Dio congiunto a Lei la illuminava  anche di più di quanto le profezie non dicessero. Quanto dolore sentire e già vedere  che gli uomini avrebbero preso il Bene, fattosi carne, per farne a sé un male” (“Quaderni del ‘44”, p. 359) . 

Quale strazio dell’anima sua dinanzi al patire di Giuseppe a causa della sua misteriosa  maternità! “Quella fu la prima grande passione, durata tanti giorni” (“Poema”, vol. I, p.  165). “Se Dio non le avesse suggerito di tacere, avrebbe forse osato –con il volto  contro il suolo– dire a Giuseppe: «Lo Spirito mi ha penetrata ed in Me vi è il Germe di  Dio», ed egli la avrebbe creduta perché la stimava e perché, come tutti coloro che non  mentono mai, non poteva credere che altri mentisse. Per mesi, da quel momento,  Maria ha sentito la prima ferita insanguinarle il cuore. Il primo dolore della sua sorte  di Corredentrice  è stato sofferto e offerto per riparare…”  (“Poema”, vol. I, p. 125).  

“Chi può dire la intima e silenziosa intensità? Il dolore nel constatare che il Cielo  non l’aveva ancora esaudita, rivelando a Giuseppe il mistero. Che egli l’ignorasse era  chiaro. Se egli avesse saputo che Maria portava in sé il Verbo di Dio, egli avrebbe  adorato quel Verbo con atti di adorazione che sono dovuti a Dio. Chi può dire la  battaglia di Maria contro lo scoramento che voleva soverchiarla per persuaderla che  aveva sperato invano nel Signore? Fu certamente rabbia di Satana! Sentire il dubbio  sorgere, allungare le sue branche gelide per imprigionare l’anima e tentare di arrestare  la preghiera. Il dubbio che è così pericoloso, letale allo spirito. Letale, perché è il  primo agente della malattia mortale che ha nome “disperazione” e al quale si deve  reagire con ogni forza, per non perire nell’anima e perdere Dio. Chi può dire con esatta  verità il dolore di Giuseppe, che Maria sentiva per intero? Fosse stato meno santo,  avrebbe agito umanamente, denunciandola come adultera… Ma Giuseppe era santo e  il suo spirito puro viveva in Dio”   (“Poema”, vol. I, p. 165-166). 

E l’Ancella di Dio e i servi non discutono gli ordini che ricevono. Li eseguono, anche  se fanno piangere sangue. “Il suo dolore fu l’amico fedele che ebbe tutti i più vari  aspetti e nomi” (“Poema”, vol. I, p. 245). “Come una collana alla quale giorno per  giorno si aumenta una perla, ebbero inizio i giorni dolorosi. Alla fine fu il Golgota” (“Quaderni del ‘43”, p. 618). 

A causa della privazione delle cose più necessarie, Maria diede al suo Bambino “latte  e lacrime, latte e amore…” (“Poema”, vol. I, p. 208). “E i primi passi coi suoi piedini  teneri e rosei, quei piedi che lei carezzava a baciava con amore di mamma e  adorazione di fedele e che li avrebbero poi inchiodati alla croce e che li avrebbe visto  contrarsi nello spasimo, illividirsi e divenire di gelo. E le sue cadute quando cominciò  ad andare da solo. Lei correva a rialzarlo e a baciargli le ammaccature. Oh, allora  poteva farlo. Lo avrebbe visto un giorno cadere sotto la Croce, già agonizzante, lacero,  sporco di sangue e delle sozzure, lanciate su di Lui dalla folla crudele, e non avrebbe  potuto correre a rialzarlo, a baciargli le contusioni sanguinanti, povera Mamma di un  povero Figlio innocente e giustiziato!”  (“Quaderni del ‘43”, p. 635-636). 

Indescrivibile l’angoscia di Maria per lo smarrimento di Gesù dodicenne, durante il  pellegrinaggio pasquale al Tempio di Gerusalemme. Furono tre giorni di agonia. (cfr.  “Poema”, vol. I, p. 293-294). 

Indescrivibile anche lo strazio del Cuore di Maria per la morte di Giuseppe, che le era  stato “padre, sposo, fratello, amico, protettore”. Con la morte di Giuseppe, Ella veniva a sentirsi “sola, come tralcio di vite al quale viene segato l’albero a cui si reggeva”  (“Poema”, vol. I, p. 302). 

Straziante il momento in cui il Figlio si distacca dalla Madre per dare inizio alla sua  missione Redentrice. “Quell’ora doveva venire. Era iniziata lì, quando era apparso  l’angelo, ora scocca e deve viverla. Dopo verrà la pace della prova superata e la  gioia… Ma intanto è cominciato il cammino dell’Evangelizzatore, che lo porterà al  Golgota” (“Poema”, vol. II, p. 12-13). 

Pablo  Martín  Sanguiao

Nessun commento:

Posta un commento