domenica 22 settembre 2024

“IN VERITA’, IO NON INTENDO MAI PER L’ETERNITA’, ALCUNO SCHERZO CON LA SERIETA’ DELLA VITA”

 


119. Tra le allegrezze e gli svaghi vive il mondo, senza pensare cosa ancora lo sovrasta e quello che avrà da sopportare. E’ pur strano che tutti gli avvenimenti, i quali ora si verificano sulla vostra Terra, lascino l’umanità così fredda ed indifferente e che così pochi siano coloro i quali si danno la briga di pensare che, forse, tutto ciò che ora è concesso che accada, potrebbe esserlo per aprire loro gli occhi.

120. Per Me è tutt’una cosa che gli uomini credano questo o quello, perché che essi adoperino lungo tempo o breve per giungere a Me, può esserMi indifferente. A Me preme soltanto che tutti voi, senza eccezione, arriviate presto alla Meta, vale a dire, presto nei Miei Cieli. Ma vedete, ci sono degli uomini i quali già da tanto tempo peregrinano e sempre di nuovo tornano a peregrinare e tuttavia non possono trovar quiete, per la ragione che ad essi manca la vera fede scevra da ogni dubbio.

121. Per Me sarebbe facilissimo di destare l’uomo già al suo primo ingresso nel mondo, ma allora egli sarebbe un credente giudicato e, perciò, costretto, e non potrebbe mai raggiungere nell’aldilà il Paradiso. Egli dovrebbe retrocedere sempre ogni qualvolta si avvicinasse alla sua porta. Perciò Io Mi vedo costretto, quando scorgo dei figlioli i quali incominciano ad amarMi, di opporre loro costantemente il principio del male, affinché questo vada sempre di nuovo logorando ciò che è a sé simile, ed affinché poi il male, che il Mio figliolo ancora porta in sé, venga in certo qual modo riassorbito dal principio del male stesso.

122. Questa, o cari figlioli, è una norma secondo la quale devo procedere, affinché possiate diventare quello che siete chiamati a diventare, cioè: Miei figlioli a somiglianza Mia, allevati ed educati alla scuola del Padre. - Vedete, appunto ora si chiude una tale scuola; i figlioli ne escono, e con la loro uscita incomincia il tramestio sulla via del ritorno a casa propria.

123. Tosto che si verificherà il primo colpo, cioè, come si avvicina il primo Giudizio per la rovina del pessimo fra i maligni, così si chiude la scuola. All’infuori di questo Mio strumento, nessuno poi avrà più niente da scrivere. Però quest’una sorgente non deve inaridire, affinché i figlioli vi possano attingere; ciò che significa: «La via che conduce all’inferno è aperta. Ciascuno può andare dove vuole, ma per ciascuno è pure aperta una piccola porticina per la quale può entrare nella pace eterna».

124. Se Io non lasciassi aperta questa porticina, o se non annunciassi la Mia Parola servendomi della mano o della bocca di uno dei Miei figlioli peregrinante nella carne, al Maligno verrebbe lasciato un campo d’azione talmente grande che voi tutti ne rimarreste infiacchiti.

125. Io devo manifestare Me oppure la Mia Parola affinché rimanga sempre aperta per voi una via, ed affinché vi sia una solida muraglia contro la quale debbano infrangersi gli attacchi del nemico. Ormai è qui il tempo del quale ho detto che questa Mia figliola avrà da scrivere ancora di più.

126. Io devo parlarvi anche dell’inferno. La Terra per lungo tempo assomiglierà ad un inferno, giacché la Mia Parola non troverà accesso nei cuori degli uomini; e dove la Mia Parola non può accedere, là dimora il Maligno, ovverosia l’inferno. Meglio sarebbe che tali uomini non fossero mai nati, piuttosto che dover vivere sul mondo senza la Sua Parola nel cuore, adesso che è giunto il tempo dei Giudizi del Signore.


1 - Febbraio - 1888

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