martedì 17 settembre 2024

La vita terrena è scopo a sé stessa oppure mezzo allo scopo

 


Il cammino sulla Terra come uomo non avrebbe nessuna giusta motivazione se fosse semplicemente scopo a se stesso, oppure anche, sarebbe difficile per voi uomini trovare per questo una giusta motivazione perché vedete troppo chiaramente la grande diversità dei destini umani. E vi sorgerebbe sempre di nuovo la domanda quale scopo s’intraveda da una vita difficile, piena di sofferenza e misera. Ma potete trovare subito una risposta quando voi considerate la vita non come scopo a se stesso, ma come mezzo allo scopo. Se ogni destino terreno fosse uguale, la vita terrena di ogni uomo sarebbe in armonia, assenza di preoccupazione, gioia e felicità terrena – poco diversa dalla vita dei prossimi – allora potreste cullarvi nella credenza che alla vita terrena non vi è nessuno scopo più profondo che appunto della vita stessa. Ma come voi ci riflettete seriamente non vi accontenterete con una tale spiegazione – cercherete un motivo più profondo e lo troverete anche perché da parte vostra serve soltanto una domanda per farvi arrivare a questa la risposta. E tutti gli uomini dovrebbero porsi questa domanda. Non testimonia certamente di intelligenza o giusta attività d’intelletto, quando un uomo si accontenta di passare la vita soltanto come umore del Creatore, perché ogni uomo che rileva la pretesa di passare come intelligenza, non sciuperebbe certamente il suo tempo e la sua forza di far sorgere delle cose che sono totalmente senza scopo. Ed egli stesso non vorrebbe considerare se stesso come una creatura totalmente inutile che avrebbe soltanto lo scopo di conservare se stesso ma in ciò poter determinare la durata della sua esistenza. La vita terrena è scopo a sè stessa oppure mezzo allo scopo? – Far sorgere questa domanda in sé potrebbe essere molto allettante per chi non è in grado di credere. Non viene certamente preteso da voi uomini di credere ciecamente, perché una tale credenza cieca non ha nessun valore. Ma voi potete usare il vostro intelletto, voi potete riflettere in tutte le direzioni su ciò che vi viene richiesto di credere. Tramite la riflessione potete giungere al risultato che vi sembra accettabile e ne potete essere certi che ogni vostro lavoro di pensiero viene benedetto quando si tratta di riconoscenza più profonda: Del sapere di ciò che è ancora celato a voi uomini, ma che non deve rimanervi celato. Conoscere a fondo lo scopo della vita terrena dell’uomo è una tale conoscenza, perché fa parte del campo del non dimostrabile, ma può comunque rendere felice un uomo appena è seriamente intenzionato a raggiungerla. Perché allora sorgeranno sempre più domande nell’uomo quando si rende conto che la vita come uomo è soltanto il mezzo allo scopo. Cercherà di conoscere a fondo il vero scopo ed ora anche di scoprire il suo compito, non si accontenterà più della sola preoccupazione della vita terrena, imparerà a considerare ogni avvenimento e vicissitudine come condizionati allo scopo, e troverà e seguirà ora anche una disposizione d’animo spirituale che lo soddisfa oltremodo. (23.04.1958) Con la conoscenza dello scopo della vita terrena comincia la vita cosciente dell’uomo, perché soltanto ora il suo pensare si orienterà su una meta che egli cerca di raggiungere. Soltanto ora si dà da fare per eseguire il lavoro sull’anima, ora soltanto viene messa in secondo piano la meta terrena, benché potrà anche venire a capo della sua vita terrena con l’Aiuto di Dio, Che benedice una tale disposizione d’animo verso la vita e gli dischiuderà sempre nuovi aspetti che occupano il suo pensare e lo guidano verso l’alto. Una vita terrena cosciente della meta non può mai essere vissuta inutilmente, deve apportare del successo spirituale, mentre invece un uomo per cui la vita è soltanto scopo a sé stessa, non otterrà nessun guadagno spirituale. Ma appena egli diventa amorevole volontariamente, sorgeranno in lui da se domande sullo scopo della sua vita terrena ed allora avverrà anche un cambiamento del pensare, ma se gli manca la volontà per l’amore, che è quasi sempre il caso di coloro che non hanno ancora riconosciuto lo scopo della vita terrena, allora non si può parlare di uno sviluppo verso l’alto, l’uomo rimane secondo la costituzione della sua anima, così come era all’inizio della sua incarnazione. Allora il percorso terreno viene effettuato del tutto inutilmente, allora ci si è giocato un grande Dono di Grazia che avrebbe potuto apportare il massimo successo. Ma ad ogni uomo è possibile di giungere a questa conoscenza e cioè che passa sulla Terra per uno scopo, perché ogni uomo possiede la facoltà di pensare, perché può valutare un pensiero contro l’altro, cioè egli stesso è capace di giudicare. E con la giusta riflessione giungerebbe certamente a quella conoscenza perché egli può riconoscere anche nella Creazione della natura un certo scopo nell’Ordine di Legge, che dovrebbe impiegare anche su se stesso, quale Opera di Creazione altamente sviluppata, altrimenti gli sarebbe proprio un pensare molto limitato, un concetto che non è da indicare come l’intelligenza. L’uomo può conquistare una conoscenza di uno scopo della vita terrena altrimenti non potrebbe essere preteso da lui una responsabilità di come ha utilizzato questa vita terrena. Dagli uomini che non vogliono riconoscere nessuno scopo, viene però negata una tale responsabilità. Ma anche per questo esistono abbastanza conferme nella Creazione della Natura, che non possono venire infrante le Leggi della natura senza conseguenze, contro l’Ordine divino e perciò l’uomo deve anche fare valere per sé stesso un certo Ordine, egli stesso deve sentirsi integrato in quella Legge dell’Ordine che ha fatto sorgere tutto, ma deve cercare di adattarsi alla Legge dell’Ordine divino. Egli deve riconoscere un Legislatore, allora si sentirà anche responsabile coscientemente verso questo Legislatore. Se questo Legislatore non viene riconosciuto, allora l’uomo si sente libero da responsabilità verso un Signore, allora si trova evidentemente ancora nel potere avverso a Dio, perché questo cercherà sempre di influenzare l’uomo in modo che svanisca ogni fede nello scopo e nella meta dell’esistenza della vita terrena – in modo che quel potere possa trattenerlo per sé di nuovo per dei tempi eterni. Amen

23. aprile 1958

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