La mia povera mente è sempre di ritorno nel Voler Divino, ed avendo fatto la Santa Comunione stavo dicendo al mio amabile Gesù: “Nel tuo Volere tutto è mio, perciò Ti amo coll’amore della mia e tua Mamma Regina, Ti bacio colle sue labbra, Ti abbraccio stretto stretto colle sue braccia, e prendo Te e mi rifugio nel suo Cuore per darti le sue gioie, le sue delizie, la sua maternità, affinché trovi le dolcezze, la custodia che ti sa fare la tua Mamma”. Ma mentre mi chiudevo insieme con Gesù nella mia Mamma, il dolce Gesù tutto tenerezza mi ha detto: “Figlia mia e figlia della Madre mia, come son contento di trovare la figlia colla mia Madre e la Mamma colla figlia! Perché Lei vuole che le creature Mi amino col suo stesso amore e si servano della sua bocca per baciarmi e delle sue braccia per abbracciarmi; vuol dar loro la sua maternità per mettermi al sicuro e farmi fare da mamma. Trovare la Madre e la figlia che Mi amano con un solo amore è per Me il più gran contento, sento che ambedue Mi danno un nuovo Paradiso in terra. Ma ciò non Mi basta; in chi vive nella mia Volontà voglio trovare tutto, se manca qualche cosa non posso dire ch’è completa nella creatura. E non solo voglio trovare al suo posto d’onore, di Regina e di Madre, in essa, la Madre mia, ma voglio trovare il mio Celeste Padre e lo Spirito Santo; e [l’anima] facendo suo il loro Amore Mi ama coll’immensità ed infinità del loro Amore. Quindi, figlia mia, dammi il gusto di dirmi che Mi ami come Mi amo col Padre e collo Spirito Santo”.
Gesù ha fatto silenzio per aspettare che Gli dicessi come Lui voleva; ed io, sebbene indegna, per contentarlo Gli ho detto: “Ti amo nella Potenza ed Amore immenso del Padre, coll’Amore interminabile dello Spirito Santo; Ti amo coll’amore con cui Ti amano tutti, Angeli e Santi; Ti amo con quell’amore che Ti amano o dovrebbero amarti tutte le creature presenti, passate e future; Ti amo per tutte le cose create e con quell’amore con cui le creasti...”
Il caro Gesù ha tirato un lungo sospiro ed ha soggiunto: “Finalmente Mi sento appagate le mie brame di trovare tutto nella creatura: trovo i nostri mari d’amore che non finiscono mai; trovo le delizie della mia Mamma che Mi ama; trovo tutto e tutti. Sicché in chi vive nella mia Volontà devo trovare tutto e tutti, e la devo trovare in tutti. E poi, il mio Padre Celeste Mi generò nell’Amore e, chi Mi ama e non si fa sfuggire nulla del nostro amore, Me la sento con Me, in atto di darmi e di ricevere Amore continuo”.
Dopo ciò ha soggiunto: “Figlia mia, ecco, perciò sentiamo, nel nostro Amore, un bisogno estremo che le creature Ci conoscano e conoscano le nostre opere: se non Ci conoscono restiamo come appartati da loro, mentre viviamo dentro e fuori di loro e, mentre siamo a giorno di ciò che fanno e pensano, amandole in ogni atto loro, non solo non Ci amano, ma neppure Ci riconoscono. Che dolore! Se non Ci riconoscono l’amore non sorge, e se manca l’amore non abbiamo dove poggiare le nostre opere, né il nostro amore trova un rifugio dove sfogarsi e ricoverarsi; tutto resta come sospeso.
Perciò vogliamo trovare nelle nostre opere il Ti amo della creatura che, armandolo della nostra Potenza, possiamo poggiare le nostre opere più grandi; ed oh, come restiamo contenti nel trovare il piccolo Ti amo di essa per appoggio delle nostre opere! Operare e non trovare dove poggiarle è un dolore per Noi, pare che Ci manca la vita del nostro Amore; il nostro Amore operante viene represso, soffogato: poter fare e non fare, e sol perché la creatura ingrata né Ci riconosce né Ci ama! E siccome tutte le opere nostre sono dirette a pro di essa, non potendole dare, perché mancando la conoscenza, l’amore, manca lo spazio dove poter mettere le opere nostre, quindi Ci legano le braccia e Ci mettono nell’inutilità. E poi, a che pro operare se non troviamo chi le vuole ricevere? Anzi, tu devi sapere che prima d’operare guardiamo chi le deve conoscere, ricevere ed amare, e poi operiamo.
La mia stessa Umanità non faceva atto se prima non trovasse a chi dovea amare e dare quell’atto; ed ancorché non trovassi chi lo ricevesse per allora, Io guardavo i secoli e dirigevo il mio atto a chi l’avrebbe amato, conosciuto e ricevuto, tanto [che], Bambino nato, Io piangevo, [e] quelle mie lacrime erano dirette a chi dovea compungersi, dolersi dei suoi peccati e lavarsi per riacquistare la vita della grazia; camminavo, [e] i miei passi erano già diretti a coloro che doveano camminare la via del bene, per forza, per guida del loro cammino. Non ci fu opera che feci, parola che dissi, pena che soffrii, in cui non cercai le opere delle creature per poggio delle mie: la mia parola per poggiarla nelle parole di esse, le mie pene cercavano il poggio nelle loro pene per dare il bene che conteneva ciò che Io facevo. Era la mia passione d’amore che non Mi faceva fare altro se non ciò che poteva essere utile per i figli miei. Ed è questa una delle ragioni più potenti ché voglio che si viva nel mio Volere, perché solo allora tutte le opere mie, la Creazione, la Redenzione, anche un mio sospiro, troverà dove poggiarsi per farsi opere delle loro opere, pene delle loro pene, passi dei loro passi, vita della lor vita; ed allora tutto ciò che ho fatto e sofferto si cambieranno in gloria e vittoria, da sbandire tutti i nemici e richiamare in mezzo a loro l’ordine, l’armonia, la pace, il celeste sorriso della Patria Celeste ”.
Io son rimasta sorpresa nel sentir ciò, ed il mio amato Gesù ha soggiunto: “Figlia mia benedetta, il vivere nella mia Volontà racchiuderà tali sorprese e molteplici novità divine, da far stupire gli stessi Angeli e Santi; molto più che nella mia Volontà non ci sono parole, ma fatti: le stesse parole, i desideri, le intenzioni, le converte in fatti ed opere compiute. Fuori della mia Volontà, ciò che la creatura vuole si riduce in parole, desideri ed intenzioni; ma dentro di Essa, standovi la virtù creante, ciò che vuole la creatura acquistano [il valore di] fatti compiuti, opere piene di vita; molto più che stando nel nostro Volere [la creatura] già è a giorno di ciò che Noi facciamo, sente ciò che Noi vogliamo, perciò Ci segue nelle opere, vuole ciò che vogliamo né può farne a meno, né mettersi da parte. Per essa diventa, il nostro Fiat, la più grande delle sue necessità, di cui non può farne a meno; per essa è più che respiro che deve dare e ricevere, più che moto che sente l’estremo bisogno di muoversi. Insomma la mia Volontà è tutto per essa; vivere senza di Essa le riesce impossibile. Perciò sii attenta ed il tuo volo sia sempre nel nostro Fiat ”.
Sia tutto a gloria di Dio e per compimento della Divina Volontà.
(Dagli Scritti della Serva di Dio Luisa Piccarreta)
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