Tobia stanco di pregare e di soffrire
Nei successivi incontri con Tobia ho potuto e dovuto dialogare sempre con il demonio, ribadendo alcuni discorsi precedenti, pur facendo solo le preghiere di liberazione. Il demonio è tornato più volte a chiedermi di andare con lui. La mia risposta è stata: “Se tu divieni un angelo e ami la Madonna”.
Alla mia proposta sghignazza, la ritiene impossibile: perché lui non accetterà mai di ritornare ad obbedire a Dio. Aggiunge:
“Allora vengo io a casa tua”. “La troverai chiusa”.
“Ma io vengo lo stesso a disturbarti”. “Di notte semino nel cuore degli uomini il male, le tentazioni per il mattino quando si svegliano”.
I miei dialoghi con il demonio continuano anche con altre preghiere di liberazione che suppliscono alle preghiere, invocativa e imperativa dell’esorcismo solenne. Trattasi pur sempre di esorcismi minori che si rivelano efficaci.
Successivamente per telefono Tobia mi chiede delle preghiere e la benedizione perché soffre molto. Due volte su tre è subentrato subito il demonio lamentandosi: “Soffro moltissimo, lasciami stare”. Io gli rispondo senza compassione, come al solito.
La prima volta ho continuato a pregare per una buona mezzora; il demonio continuò a piangere, a lamentarsi, ad insultarmi. Mi chiedeva di lasciarlo stare, ma non si decideva di tacere, di lasciare la cornetta del telefono libera, a Tobia.
Visto il suo persistere alla cornetta durante le preghiere, chiamo 3-4 volte Tobia, lo risveglio dalla trance diabolica, riprende possesso delle sue facoltà e del telefono, e con qualche altra preghiera e benedizione lo saluto.
Nella telefonata successiva, già dalle prime battute il demonio interviene, mettendo a tacere Tobia. Gli dico: “Al prossimo incontro mi racconterai del viaggio fatto a Medjugorie (Tobia si era recato là recentemente). Subito comincia a lamentarsi perché soffre moltissimo e mi dice: “Lasciami stare, che vuoi tu da me: fatti gli affari tuoi”.
Torno a ripetergli il mio ritornello per deriderlo, per stancarlo e spingerlo ad andarsene da Tobia. Gli dico: “Io continuo a pregare perché ti stanchi e te ne vada”. Mi risponde: “Se tu fai soffrire me, se continui a pregare, io farò soffrire lui”. E lo fa: dopo circa 15 minuti Tobia esce dalla trance e mi dice per telefono: “Sto malissimo, sto per rimettere, devo lasciarti per andare a letto”. E subito interrompe la telefonata.
Trascorrono più giorni senza più telefonate di richiesta di preghiere o per venire a pregare insieme, tanto da farmi pensare che il demonio mi abbia fatto un secondo sgambetto, cioè l’abbia sconsigliato di continuare gli incontri di preghiera. Poi su consiglio, forse dell’altro esorcista, il giovane torna a telefonarmi, a chiedermi un incontro di preghiere di liberazione.
Lo trovo molto sfiduciato e sofferente, tentato di mollare.
Vedo venirgli meno le forze spirituali per continuare la battaglia. Spero continui il cammino della preghiera per rinnovare fiducia e forza per la lotta. Il demonio tenta di demolire il suo coraggio, di indebolire il suo carattere, di ferire lo stato psicologico per portarlo alla sconfitta, a qualche gesto insano.
Tobia ha fatto un impegnativo cammino cristiano, ma non riesce più ad accettare, la sua condizione di vivente paralizzato nelle sue attività: sport, lavoro, progetti familiari.
Sono trascorsi otto anni di sofferenza e inoperosità senza un risultato, il frutto delle sue molte preghiere e sofferenze offerte. Non riesce più a mettersi con fiducia nelle mani di Dio, ad abbandonarsi alla sua volontà, al suo amore. Proprio a questa sfiducia in Dio il demonio lo vuole condurre, mentre il Signore aspetta l’ abbandono del giovane!
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