cronaca dell’occupazione neomodernista della Chiesa Cattolica
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Come si potrà notare in seguito, questa “Breve cronaca” sarà, soprattutto, una cronaca dei progressivi cedimenti dei Papi “conciliari” e dei loro più stretti collaboratori a livello di Curia Romana. Ci si potrebbe chiedere perché concentrare tanto l’attenzione su di essi, anziché sugli innumerevoli esempi che si sarebbero potuti citare nell’ambito delle Diocesi e dei vari episcopati.
Non sarebbe forse stato preferibile sorvolare sulle pur numerose défaillances dei quattro ultimi Successori di Pietro, invece che metterle in questione, cosa che, oltre ad essere particolarmente sgradita e dolorosa per ogni cattolico che cerca di essere fedele, e dunque anche per chi scrive queste righe, comporta almeno in parte il rischio di scandalizzare i più deboli nella fede, che non conoscono bene la dottrina cattolica sul Papato?
Il fatto è che non si poteva fare diversamente. In altre parole, ne siamo stati costretti da un motivo semplicissimo e che si può riassumere in poche parole: il Papa non è un Vescovo qualsiasi, bensì il Vicario di Cristo.
È lui a guidare l’intera Chiesa militante, con le parole e ancor più con l’esempio; e nella Chiesa, tutti, clero, religiosi e semplici fedeli, sono giustamente abituati a “seguire Pietro”, vedendo in lui il loro Pastore terreno e una guida spirituale sicura.
Si pensi allora che cosa potrebbe provocare un’eventuale ascesa al Soglio di Pietro di Papi impregnati di una teologia erronea, già condannata dalla Chiesa (cosa che Dio può benissimo permettere, a punizione dei nostri peccati: tanto che l’ha permessa...): ebbene, sarà la catastrofe, per la stragrande maggioranza delle anime, le quali continueranno a seguirlo anche là dove non dovrebbero, fino a mettere a rischio, se non a perdere del tutto, la fede e la salvezza eterna. Ciò che appunto si è verificato e continua a verificarsi a partire dal Concilio Vaticano II.
Di qui, il necessario ma pur sempre ingrato compito di mettere in guardia clero e fedeli perché non si lascino trascinare, per nessun specioso motivo, nell’abisso dallo “spirito del Concilio” e dalle sue nuove dottrine, anche se propagate dall’attuale Successore di Pietro. E questo perché al primo Papa e ai suoi Successori - lo ricordiamo - “lo Spirito Santo non è stato promesso perché manifestassero, per sua rivelazione, una nuova dottrina, ma perché con la sua assistenza custodissero santamente ed esponessero fedelmente la rivelazione trasmessa agli Apostoli, cioè il deposito della fede”.24
Del resto, e ciò sia detto a nostro conforto, non c’è veramente nulla di nuovo sotto il sole: non è questa certamente la prima volta nella storia che dei Papi, agendo ovviamente al di fuori dell’esercizio dell’infallibilità, per seguire imprudentemente idee personali più o meno devianti, mettono a rischio la conservazione della Fede e la stessa sussistenza della Chiesa.
Si pensi, tanto per fare un solo esempio, al noto caso di Papa Liberio (IV secolo) il quale, per cercare a tutti i costi un impossibile ed illecito accordo ecumenico con gli eretici ariani, accettò ambigui compromessi dottrinali, arrivando addirittura al punto di proibire ai cattolici rimasti fedeli di lottare contro l’eresia, scomunicando - del tutto invalidamente, è ovvio - il grande vescovo Sant’Atanasio di Alessandria, che non voleva scendere a compromessi a danno della Fede.
È, infine, alla Santissima Madre di Dio sempre Vergine che affido queste pagine, a Lei che ha sempre schiacciato il capo di tutte le eresie: Gaude, Maria Virgo: cunctas haereses sola interemisti in universo mundo!
sac. Andrea Mancinella
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