domenica 22 marzo 2020

EPISTOLARIO



Il direttore 

Ci troviamo davanti ad un caso tipico, anche se non unico nella storia della  spiritualità: padre Pio, sottomesso in tutto e sempre all'autorità e magistero  dei suoi direttori, acquista presso di loro un tale prestigio da diventare a sua  volta la loro guida e il loro maestro.  
Ciò non vuol dire che padre Benedetto e padre Agostino lo eleggessero come loro  direttore spirituale nel senso tecnico della parola. Tuttavia è innegabile che  essi, già dai primi anni, nelle loro difficoltà spirituali ricorrevano al  discepolo in cerca di orientamenti e ne seguivano le soluzioni da lui proposte,  perché sapevano assai bene che esse non erano soltanto frutto di scienza o  esperienza umana, ma scaturivano anche da una luce superiore. 
Il vicendevole influsso tra i maestri ed il discepolo venne stabilendosi  progressivamente. In un primo tempo si manifesta saltuariamente e spontaneamente  senza che intervenga una richiesta formale, esplicita o implicita, da parte dei  direttori o una qualunque proposta da parte del diretto. Bisogna pur riconoscere  che psicologicamente la situazione di padre Pio non era facile: doveva trattare  con padre Benedetto, l'autorevole ministro provinciale, e con padre Agostino,  l'apprezzato e indiscusso professore. L'uno e l'altro godevano molto prestigio  presso i confratelli ed anche negli ambienti ecclesiastici della regione; come  cultura, poi, e come doti umane erano molto superiori. A questo si aggiunga la  differenza di età: padre Benedetto, nato il 16 marzo 1872 aveva 15 anni di più;  padre Agostino, nato il 9 gennaio 1880, ne aveva 7 più di padre Pio, nato il 25  maggio 1887.  
Nonostante tali fattori negativi, padre Pio non tralascia di trasmettere ai  direttori, ogni qualvolta si sentiva spinto a farlo, consigli, incoraggiamenti  ed anche rimproveri (cf. per es. lett. 1 4 1913), a padre Agostino; 15 3 1913 e  8 4 1913, a padre Benedetto). 

PADRE PIO DA PIETRELCINA

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