(GFD/3)
L’incontro di Mahal con suo fratello Noè. Il racconto di Mahal riguardo alle spaventose condizioni spirituali dei popoli nella pianura asiatica di 4000 anni fa. Il cordoglio dei due fratelli.
1. Dopo dieci giorni di viaggio Mahal giunse sull’altura ancora sacra dove dimorava Noè, il quale gli era già andato incontro per un lungo tratto di strada.
2. E quando i due vecchi fratelli si incontrarono, essi si abbracciarono, e la gioia di rivedersi fu grande per entrambi.
3. Allora Noè interrogò subito Mahal e volle sapere qual era la situazione nei paesi e nei regni della pianura, e se quelle genti accennassero a volgersi al Signore o sempre più al mondo.
4. E Mahal rispose: “O fratello, è il totale ateismo di tutti i popoli che ho imparato perfettamente a conoscere durante i miei lunghi viaggi, e questo è il motivo principale per il quale io sono già di ritorno!
5. Io ero pur sempre colmo delle migliori speranze che, tramite la Grazia del Signore, sarei riuscito a conquistare i popoli a Dio mediante i loro re e principi; sennonché dieci giorni fa il Signore mi fece chiaramente comprendere come stanno le cose con l’umanità sulla Terra, e quindi anche riconoscere chiarissimamente come né attraverso prodigi, né con qualsiasi altro mezzo sia ormai possibile ottenere un qualche buon risultato con gli uomini.
6. Infatti essi sono assolutamente rivolti verso il mondo al punto che ogni spirito è completamente morto in loro; ma se nell’uomo non governa più alcuno spirito, come potrebbe egli accogliere in sé lo spirituale e il divino?
7. Se però si trattasse ancora di pochi uomini, allora sarebbe più facile ritenere possibile la conversione di questi pochi; ma cosa può fare un singolo uomo di fronte a tanti milioni di uomini ostinatissimamente atei?
8. All’inizio ti danno anche ascolto, ma poi ben presto, del tutto indifferenti, ti voltano le spalle. Quando va bene, allora si viene o derisi, oppure anche compianti come se a parlare loro fosse un pazzo! Ma quando va un po’ male, allora si viene frustati, imprigionati e anche ti viene tolta la vita! Infatti io ti dico: una vita umana laggiù nella pianura vale precisamente quanto qui la vita di un moscerino!
9. O fratello, io rabbrividisco se ora penso alla pianura! In verità, le cose vanno quasi meglio all’Inferno, di cui da molto tempo già sappiamo com’è!”
10. Quando Noè ebbe sentito tale descrizione da suo fratello Mahal, allora fece un profondo sospiro e disse: “Dunque le cose stanno proprio così come il Signore mi ha rivelato in spirito! O tu mondo, tu mondo, perché non vuoi più lasciarti punire dallo Spirito di Dio, che è tanto mite, e preferisci invece vivere nel Giudizio e nella tua eterna rovina?!”
11. Dopo di che i due fratelli si avviarono del tutto silenziosi verso la sommità dell’altura dove una volta abitava Adamo, e là piansero entrambi sopra la Terra, che era stata creata così splendida.
12. E Mahal notò anche subito che la grande arca era già quasi del tutto completata e si meravigliò nel vedere che tale costruzione era già tanto avanzata in un tempo così breve.
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Mahal chiede informazioni riguardo all’arca. Noè spiega a Mahal che la costruzione dell’arca è dovuta alla decadenza dell’umanità e per questo Dio ha deciso di distruggere gli uomini e gli animali sulla Terra.
1. E dopo che Mahal ebbe esaminato minuziosamente l’arca tanto all’interno che all’esterno, egli disse a Noè: «Fratello, dimmi come è effettivamente accaduto che il Signore ti ha ordinato questa costruzione così singolare! Qualcosa io la so già, ma i particolari non mi sono noti, né, in generale, la cosa mi riesce del tutto chiara; perciò spiegami un po’ dettagliatamente questa faccenda, affinché anch’io sappia quello che dovrò fare a suo tempo!»
2. E Noè disse a Mahal: «Fratello, tu sai già del tempo in cui gli uomini cominciarono a moltiplicarsi notevolmente sulla Terra, all’epoca di Lamec e come essi generarono delle bellissime figlie; e ti è pure noto come i figli di Dio sull’altura, quando vennero a conoscenza di ciò, cominciarono ben presto ad abbandonare la sacra altura e ad emigrare nella pianura della Terra, e come essi laggiù si presero le figlie degli uomini che essi volevano e con queste generarono figli!
3. In conseguenza di ciò l’altura di Dio, che Egli aveva benedetto tanto e così abbondantemente per i Suoi figli, si trovò quasi del tutto priva di maschi, perché perfino gli uomini che avevano famiglia abbandonarono le loro mogli per scendere laggiù e scegliersi altre mogli tra le figlie degli uomini della pianura; tutto ciò ebbe per effetto il fatto che ben presto molte fra le donne abbandonate qui dai loro mariti seguirono l’esempio di questi e scesero esse pure in pianura per sposarsi con i figli della Terra. Vedi, subito dopo il verificarsi di questi fatti il Signore disse a me:
4. “Noè, vedi, gli uomini non vogliono più lasciarsi punire dal Mio Spirito, poiché essi sono diventati puramente carne! Tuttavia Io voglio ancora concedere loro un termine di centoventi anni!”.
5. Tu eri presente quando il Signore mi rivolse queste parole; così tu sai anche tutto quello che noi poi, secondo la Volontà di Dio, abbiamo fatto per buoni cent’anni nell’intento di convertire i figli di Dio diventati puramente uomini della Terra, e tutto ciò senza il benché minimo risultato duraturo!
6. Infatti i figli di Dio generarono con le figlie degli uomini dei potenti e celebri uomini; questi divennero maestri in ogni tipo di cose cattive dinanzi a Dio e si eressero a duri tiranni dei figli del mondo e si fecero anche sempre guerra reciprocamente per pure ragioni di brama di dominio. E in tali condizioni trascorsero cento anni e più!
7. Ma siccome il Signore vide che gli uomini, nonostante le Sue giornaliere esortazioni di ogni specie e in tutte le forme, non solo non si convertivano, bensì diventavano sempre più grandi e potenti nella loro malignità, e vide come tutte le loro mire e aspirazioni diventavano sempre e soltanto più malvagie, ecco, Egli si pentì di aver fatto gli uomini sulla Terra e se ne afflisse molto nel Suo Cuore!
8. E vedi, in questo tempo – all’incirca quattordici anni fa – il Signore disse di nuovo a me: ‘Noè, ascolta! Io voglio estirpare dalla Terra gli uomini che Io ho creato, dall’uomo fino al verme e fino agli uccelli che vivono sotto al cielo, poiché Io Mi pento di averli creati su questa Terra!’.
9. Io però, Noè, trovai tuttavia grazia dinanzi a Dio, ed Egli non mi annoverò fra gli uomini della Terra che sono diventati cattivi! E vedi, intorno a questo tempo Dio guardò di nuovo la Terra, ma questa era corrotta dinanzi ai Suoi occhi e colma di scelleratezze!
10. Dio però inviò tuttavia dei messaggeri agli uomini corrotti e volle mostrare loro misericordia. Ma i messaggeri predicarono ad orecchi sordi e vennero considerati come comunissimi uomini; e li si lasciò andare e venire senza badare a quello che dicevano.
11. Dopo di ciò, trascorso un breve tempo, il Signore rivolse di nuovo il Suo sguardo alla Terra e mi disse: ‘Noè, ascolta! Ogni Mia fatica e Amore sono inutili! La fine di ogni carne è giunta dinanzi a Me, poiché la Terra è colma delle scelleratezze degli uomini! Ora vedi, Io voglio mandarli tutti in rovina insieme alla Terra!’.
12. E vedi, intorno a questo tempo, come tu sai, io dovetti tagliare il legname per la costruzione della cassa, che ora, salvo qualche piccolo particolare, sta qui pronta dinanzi a noi! Se tu desideri conoscere anche il piano di costruzione nei suoi dettagli, allora io ti racconterò tutto con le parole stesse del Signore!»
13. E Mahal lo pregò di fare questo, e Noè disse a Mahal: «Entra anzitutto nella mia casa, e nel Nome del Signore prendiamo un ristoro; poi ti svelerò il piano di costruzione di questa cassa!».
14 E Mahal fece secondo il desiderio di Noè.
Jakob Lorber – Giuseppe Vesco
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