martedì 2 giugno 2020

EPISTOLARIO




Il direttore 

Senza dubbio l'esito dipendeva in gran parte dal fatto che il suo magistero  scaturiva dal suo tratto intimo con Dio. Ha valore programmatico ciò che egli  scriveva il 26 giugno 1913 a padre Agostino, che gli aveva chiesto alcuni  orientamenti da darsi ad un'anima affidata alla sua direzione:  
"Dio sa quanto ho poi pregato Gesù ché mi manifestasse la sua volontà in  proposito di quell'angelica creatura! Il pietoso Gesù mi assista e la sua  santissima Genitrice diriga la mia mano, perché io possa ritrarre in iscritto  fedelmente, almeno in parte, ciò che essi mi vanno suggerendo".  
Segnaliamo, inoltre, il costante sforzo di padre Pio di non assumere mai  l'ufficio di maestro nelle sue direttive, ed anche quando esige dai suoi  direttori di accettare tassativamente consigli e suggerimenti ed impone come  norma inderogabile i suoi punti di vista, sa trovare sempre forme ed espressioni  rivelatrici di una sincera ed autentica umiltà e della sua dipendenza da loro in  tutto il resto.  
Egli scompare dietro l'autorità di Dio, è consapevole di trasmettere un  messaggio non suo ma di Gesù e perciò compie la sua missione non senza una certa  audacia e con un linguaggio franco e schietto; esige che quel messaggio sia  accettato senza discussione e seguito con prontezza e fedeltà, anche se  saggiamente addolcito con amabili scuse:  
"Non vi spaventate per cotesta novella croce a cui il Signore vuole  assoggettarvi. Il tutto riuscirà a gloria di Dio ed a maggior vostra  santificazione. Statene sicuro di questo. Ed intanto preparatevi, padre mio, ad  altre maggiori prove, alle quali il buon Gesù vi assoggetterà. Sono un crudele,  purtroppo, nel manifestare a voi tutto ciò; ma, mi si perdoni, la corona, che il  Signore mi fa vedere, e che per voi si va lassù intrecciando, mi fanno uscire  dal mio riserbo" (11 3 1915).  
"Ed al riguardo Gesù è disgustato alquanto di voi; ed egli mi ha fatto sentire  che dovete saldare il conto con lui di tutto ciò che è avvenuto ed avverrà a  quell'anima in seguito. Perdonatemi, padre mio, se ho avuto tanta sfacciataggine  di trascrivervi quest'ultime parole. Voi intanto sapete il tutto e ben  comprenderete se mi è potuto o no riuscire possibile il non farlo" (1 4 1915;  cf. anche 23 7 1917; 29 1 1919). 

PADRE PIO DA PIETRELCINA 

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