Una fabbrica regolata in visione
Gregorio: Un'altra volta fu pregato da un buon cristiano di mandare alcuni discepoli in un fondo di sua proprietà presso Terracina, perché vi voleva costruire un monastero.
Acconsentì volentieri: scelse dei monaci, e nominò chi doveva essere l'Abate e chi il secondo dopo di lui. Al momento della partenza prese questo impegno: "Adesso voi partite subito: il tal giorno verrò io pure e vi indicherò dove dovrete edificare la cappella, dove il refettorio, dove la foresteria per gli ospiti e dove gli altri ambienti necessari". Quelli, ricevuta la benedizione, si misero in cammino. Intanto nell'attesa impaziente del giorno stabilito, cominciarono a preparare tutte quelle cose che sembravano loro necessarie per coloro che avrebbero accompagnato il venerato Padre.
Ma nella stessa notte in cui cominciava il giorno della promessa, l'uomo di Dio apparve in sogno al santo uomo da lui designato come Abate e al suo Priore e tracciò loro, con le più minuziose indicazioni, le singole posizioni che conveniva dare a ciascun ambiente.
Appena svegliati si raccontarono a vicenda quanto avevano visto. Credettero meglio però farsi una risatella su questa visione che non meritava nessuna importanza e attesero ansiosi la promessa venuta dell'uomo di Dio. Ma il giorno stabilito non venne nessuno. Un po' contrariati e rattristati tornarono dal santo a dirgli: "E com'è, Padre, che non sei venuto? Siamo stati tanto ad aspettare! Ci avevi promesso che saresti venuto ad indicarci dove e come dobbiamo fare le costruzioni. Com'è?". Ed egli a loro: "Perché, fratelli, parlate così? 'E proprio vero che non sono venuto, secondo la promessa?".
"E quando sei venuto?".
"Ma non vi ricordate che tutti e due mi avete visto durante il sonno e vi ho tracciato la posizione dei singoli locali? Su, su, tornate, e costruite pure ogni reparto del monastero proprio come avete veduto nella visione...". Figuriamoci la loro meraviglia! Tornarono con gioia al detto podere e costruirono le singole parti del monastero come la rivelazione aveva loro indicato.
Pietro: Io ho qualche dubbio. Vorrei sapere in che modo egli poté andare lontano ad istruire persone che dormivano e queste udirlo in visione e riconoscerlo.
Gregorio: come mai, Pietro, rimani perplesso, esaminando come si è svolto il fatto? Lo capirai se ricorderai prima di tutto che lo spirito è di sua natura molto più agile del corpo. Difatti, per testimonianza della Scrittura, sappiamo che un profeta fu levato in alto in Giudea col pranzo che portava e in un batter d'occhio deposto in Caldea e poi, dopo aver ristorato col cibo un altro profeta, di nuovo si trovò in Giudea. Se Abacuc in un istante poté andare così lontano col suo corpo e portare anche un pranzo, perché meravigliarsi che il Padre Benedetto abbia ottenuto di recarsi in spirito ad indicare le diverse necessità allo spirito di monaci addormentati? Come il profeta era andato col corpo a consegnare cibo corporale, così Benedetto fu presente con lo spirito per organizzare cose di vita spirituale.
Pietro: la tua risposta ha cancellato, direi quasi con la mano, tutti i miei dubbi. Vorrei adesso sapere quale era il suo modo di parlare ordinario.
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