LIBRO DEL PROFETA DANIELE
13 Il decreto fu pubblicato e già i saggi venivano uccisi; anche Daniele e i suoi compagni erano ricercati per essere messi a morte.
Anche Daniele e i suoi compagni erano stati addestrati, educati nell’arte e nella scienza della magia. Anche essi dovranno essere messi a morte.
Il decreto fu pubblicato e già i saggi venivano uccisi; anche Daniele e i suoi compagni erano ricercati per essere messi a morte.
Il decreto del re era chiaro, inequivocabile: tutti i saggi che vivono in Babilonia dovranno essere messi a morte. Tuti, senza escluderne alcuno.
Daniele e i suoi compagni sono stati inclusi nell’ordine dei maghi e per questo anch’essi dovranno morire. Vengono ricercati per essere messi a morte.
Poiché nessuno ha dato spiegazione al re del suo sogno, tutti dorano morire. Sono messi tutti sullo stesso piano, non perché appartengono all’ordine.
Sarebbe questa una grave ingiustizia. Nessuno potrà essere messo a morte per la natura o per l’appartenenza. Il giudizio è sulle azioni personali.
Daniele e i suoi compagni sono messi a morte perché non hanno risposto al re. Loro sono maghi e indovini ed è loro obbligo rispondere.
Essi ancora non hanno risposto e per questo vengono cercati per essere giustiziati. Si dicono e non sono. Si professano, ma non sanno.
Intervento di Daniele
14 Ma Daniele rivolse parole piene di saggezza e di prudenza ad Ariòc, capo delle guardie del re, che stava per uccidere i saggi di Babilonia,
In Daniele il Signore agisce ed opera con una saggezza convincente. Come prima ha convinto il capo dei funzionari, così ora convince il capo delle guardie.
Ma Daniele rivolse parole piene di saggezza e di prudenza ad Ariòc, capo delle guardie del re, che stava per uccidere i saggi di Babilonia…
Saggezza convincente di certo non è stata quella dei maghi e degli indovini dinanzi al re. Il re non fu per nulla convinto ed emanò il decreto di morte.
Saggezza convincente è quella di Daniele. Il Signore per mezzo di Daniele illumina mente e cuore del capo delle guardie e questi cambia pensiero.
Questa saggezza convincente serve sempre agli uomini per condurre un cuore nella verità secondo Dio. Senza questa sapienza convincente, è il nulla.
Un uomo di Dio, se vuole essere creduto in ciò che dice, deve essere pieno della sapienza intelligente. Questa sapienza viene sempre dal Signore.
Il Vangelo ci rivela che a volte la sola sapienza convincente non basta. Occorrono segni convincenti. Ma spesso neanche i segni convincenti bastano.
Se la sapienza convincente e i segni convincenti non sono sufficiente, allora si deve ricorrere a tutta la potenza dello Spirito Santo
Il primo giorno della settimana, al mattino presto esse si recarono al sepolcro, portando con sé gli aromi che avevano preparato. Trovarono che la pietra era stata rimossa dal sepolcro e, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù. Mentre si domandavano che senso avesse tutto questo, ecco due uomini presentarsi a loro in abito sfolgorante. Le donne, impaurite, tenevano il volto chinato a terra, ma quelli dissero loro: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea e diceva: “Bisogna che il Figlio dell’uomo sia consegnato in mano ai peccatori, sia crocifisso e risorga il terzo giorno”». Ed esse si ricordarono delle sue parole e, tornate dal sepolcro, annunciarono tutto questo agli Undici e a tutti gli altri. Erano Maria Maddalena, Giovanna e Maria madre di Giacomo. Anche le altre, che erano con loro, raccontavano queste cose agli apostoli. Quelle parole parvero a loro come un vaneggiamento e non credevano ad esse. Pietro tuttavia si alzò, corse al sepolcro e, chinatosi, vide soltanto i teli. E tornò indietro, pieno di stupore per l’accaduto.
Ed ecco, in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto». Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?». Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.
Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto» (Lc 24,1-49).
Quando si parla con gli uomini per comunicare loro una verità di vita, salvezza, redenzione, giustizia, pace, sempre si deve parlare con saggezza convincente.
Questa saggezza è purissimo dono attuale del Signore. Daniele possiede questo dono. Dio per la parola di Daniele convince alla sua verità.
15 e disse ad Ariòc, ufficiale del re: «Perché il re ha emanato un decreto così severo?». Ariòc ne spiegò il motivo a Daniele.
Ora Daniele chiede ad Ariòc il motivo di un decreto così severo da parte del re. Maghi e indovini dovevano essere tutti messi a morte.
E disse ad Ariòc, ufficiale del re: «Perché il re ha emanato un decreto così severo?». Ariòc ne spiegò il motivo a Daniele. Il motivo viene subito detto.
Il re ha chiesto a maghi e indovini di rivelargli il sogno e di darne la spiegazione, ma nessuno di loro è stato in grado di esaudire la sua richiesta.
Per il re è inutile mantenere in vita persone che dicono di essere e non lo sono, ingannando non solo lui, ma ogni altro uomo.
Chi dice di essere, deve essere. Se non è, deve dire che non è. È menzogna dire di essere e poi non essere. Ciò che si dice di essere, si deve essere.
MOVIMENTO APOSTOLICO CATECHESI
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