martedì 10 settembre 2024

LE ANIME DEL PURGATORIO MI HANNO DETTO…

 


Secchio per i rifiuti, mano nera e profanazione della croce

"Cosa fai con questo secchio?", domandai ad una donna che avevo incontrato con un secchio in mano. "E la mia chiave del paradiso - rispose raggiante - Non ho pregato molto durante la mia vita; andavo raramente in chiesa, ma una volta prima di Natale, ho pulito gratuitamente tutta la casa di una povera vecchia. Fu la mia salvezza. Questa è la prova che tutto dipende dalla carità. Un incontro rimasto indimenticabile per me fu quello con un prete la cui mano destra era nera. Gliene chiesi la causa: "Avrei dovuto benedire di più - mi disse -. Dì a tutti i preti che incontri che devono benedire di più: essi possono dare numerose benedizioni e scongiurare le forze del male". Un giorno, dopo avermi detto ciò di cui aveva bisogno per la sua liberàzione, un anima aggiunse: "Se mi si fa questo, sarò contento". Non disse altro, tranne il luogo ed il tempo in cui aveva lasciato questo mondo. Lo dissi ai suoi parenti, che non conoscevo. Questi furono dapprima scettici, poi vollero sapere se ogni trapassato mi diceva: "Se mi si fa questo, sarò contento "Finora – dissi - è la prima volta che un anima si esprime così". Vollero sapere perché il loro congiunto avesse usato questa espressione. Risposi che non ne conoscevo il motivo. "Ebbene, noi lo sappiamo - dissero pensosi. Questo era il modo di dire di nostro padre; diceva sempre «se fate questo, sarò contento». Ecco perchè le crediamo". Erano persone che non andavano più alla Messa della domenica, pensando che fosse solo un della Chiesa e non di Dio. Spiegai loro che un comandamento della Chiesa vale tanto quanto quello di Dio, che la differenza consiste nel fatto che la Chiesa abrogare o cambiare uno dei suoi comandameti, mentre è impossibile cambiare quelli di Dio. "Commisi un crimine contro Dio - mi confessò un uomo -. Calpestai una croce nel mio furore, pensando che se ci fosse stato un Dio non me l'avrebbe permesso. Fui immediatamente colpito da paralisi. Fu la mia salvezza. Infine mi disse ciò che sua moglie doveva fare per lui, e come si poteva addolcirgli il purgatorio. Sua moglie era uscita dalla Chiesa cattolica; ma il mio messaggio le fece una grande impressione. Mi disse: "Che mio marito avesse profanato una croce, lo sapevamo solo noi due. Non lo raccontai a nessuno e mio marito non poté sicuramente raccontarlo a nessuno. Se quest 'anima dice così, devo crederle". E rientrò in seno alla Chiesa cattolica. Un medico venne un giorno lamentandosi che doveva soffrire per aver accorciato la vita a dei pazienti con le punture, affinché non dovessero soffrire più. Disse che la sofferenza, se sopportata con pazienza, ha per l'anima un valore infinito; si ha il dovere di alleviare le grandi sofferenze, ma non il diritto di accorciare la vita con dei mezzi chimici. 

MARIA SIMMA


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