giovedì 1 ottobre 2020

IL PURGATORIO NELLA RIVELAZIONE DEI SANTI

 


LE PENE DEI, PURGATORIO E IL LORO RIGORE

Racconteremo ora quanto accadde a Sancio virtuosissimo re di  Spagna, com'è riferito da Giovanni Vasquez. (Cronica, an. 940)  - Questo principe, fervente cristiano, morì avvelenato da uno  de' suoi vassalli. Dopo la sua morte la consorte Guda non  cessava di pregare e di far pregare pel riposo di quell'anima:  fece celebrare un numero immenso di Messe, e per non  separarsi da quelle care spoglie, prese il velo nel monastero di  Castiglia, dove era stato sepolto il corpo del consorte. Indi a  qualche tempo mentre un sabato ella stava pregando con gran  fervore la SS. Vergine per la liberazione del defunto, le apparve  costui, ma oh Dio! in qual misero stato! Era vestito in  gramaglia, e per cintura portava doppio giro di catene  arroventate, e rivolgendosi a Guda, le disse: - Ti ringrazio delle  preghiere che fai per me e delle Messe che facesti celebrare in  mio suffragio, ma prosegui, te ne prego, in quest'opera  caritatevole. Se tu sapessi quanto io soffro faresti certamente  assai di più, e il tuo zelo nel sollevare me, che tanto amasti  sulla terra e che non hai cessato di amare, aumenterebbe  d'assai. Per le viscere della divina misericordia soccorrimi, o  Guda, soccorrimi, poiché queste fiamme mi divorano! 

La pia  Regina incominciò allora a raddoppiare preghiere, digiuni e  buone opere affin di sollevare quell'anima si duramente  martoriata. Per quaranta giorni non cessò di piangere a calde  lacrime per spegnere le fiamme che divoravano il suo povero  marito; fece dispensare larghe elemosine ai poveri a nome del  defunto, fece celebrare un gran numero di Messe, e a tal fine  donò al monastero splendidi arredi. Passati i quaranta giorni le  apparve nuovamente il Re, ma libero dalle catene di fuoco, e invece di gramaglia, ricoperto di un manto candidissimo, nel  quale Guda riconobbe con sorpresa quello da lei donato alla  chiesa del monastero, e che scomparso all'improvviso - dalla  sacristia, si credette involato dai ladri. - Ecco, le disse il Re;  grazie a te, io son libero e non ho più nulla a soffrire; sii  benedetta per sempre! Persevera nei tuoi pii esercizi, e medita  spesso sul rigore delle pene dell'altra vita e sulle gioie del  Paradiso, dove io vado ad aspettarti. - A tali detti la Regina,  piena di gioia, volle tendere le braccia verso il defunto  consorte, ma questo disparve lasciando in mano di lei il  mantello, che ella rese alla chiesa cui lo aveva donato la prima  volta.

Sac. Luigi Carnino,

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