Anime! Anime!
Nobile Signora (lda Gallarati Scotti). Prego per tutti i suoi Cari, Signora Contessa, e in particolare per Lei perché Iddio allontani dal suo spirito ogni nube di tristezza, e Le dia quella
serenità d'animo di cui una Mamma tanto abbisogna per riempire di sé e confortare tutta la sua casa, e nel caso suo per crescere sempre più nega luce della fede e forti nelle virtù cristiane le sue belle bimbe.
Che Dio rinsaldi ogni dì di più l'edificio religioso della sua vita, Signora Contessa, con la divina base della fede, com'è detto nelle Sacre Scritture che "il giusto vive di fede".
Gli eccessivi tratti di bontà, di amore che Iddio ha usato verso di noi, superano la nostra ragione, ma questo non deve essere motivo di dubbio, ma nuovo argomento della loro verità, e nuovo impegno da parte nostra di prestarvi interissima fede.
Né per credere è necessario Ella abbia la soluzione di tutti i dubbi che le possono nascere nella mente contro le verità particolari della Fede, oh no! né l'Angelico né, Agostino ci arrivarono.
Ella, Signora Contessa, voglia dare ascolto a questo povero Sacerdote, che Le scrive: confidi grandemente nella bontà del Signore, nella grazia e misericordia di Gesù Cristo Nostro Signore; poi, elevi ogni tanto il suo spirito a Dio, e dica a Lui: Signore voglio oggi e sempre riposare sul Tuo paterno cuore, e tra le braccia della Santa Chiesa Madre dei Santi e anche della mia fede e della mia anima.
Ingrandisca la Fede i nostri cuori, la Fede che è sostanza delle cose che abbiamo a sperare, che ha ispirato tutto che è grande nella vita e nella civiltà.
Fede! Fede! O, non è Dante che sublimemente canta la Fede nel passo di san Paolo agli Ebrei?
"Fede e sustanzia di cose sperate ed argomento delle non parventi e questa pare a me sua guiditate".
Sì, la fede è virtù bastare, è sostanziale fondamento, sud quale si basa la speranza della beatitudine, che è piena di immortalità.
Fede è argomento, dimostrazione e lume onde l'intelletto è condotto a credere quelle verità che con le naturali sue forze non potrebbe comprendere.
E che la nostra speranza in Dio, non abbia confine; tutto possiamo sperare da Dio, in umiltà, amore e fiducia grande.
Dio è il padre celeste che tutto può e tutto vuol darci, purché lo preghiamo e lo amiamo, in semplicità e abbandono come pargoli.
Si direbbe che il Signore ci voglia, in un certo senso, sempre bambini, sempre lieti, sereni.
Proprio coi, il Signore si ama e si serve in santa letizia, non nella tristezza, ond'è che san Francesco di Sales non credeva alla santità melanconica e triste, e soleva dire "Santo triste, tristo Santo".
E come non si potrebbe essere pieni di santa letizia se il Signore è vicino a noi e in noi?
"Scrupoli e melanconie, via da casa mia", diceva san Filippo.
Via, dunque ogni tristezza, Signora Contessa, via ogni nube, ogni fantasia, ogni pensiero che non porta pace allo spirito, ma inquietudine e turbamento: quelle idee, quei pensieri non sono da Dio, ma dal nemico di ogni pace e di ogni bene. Stiamo tranquilli, sereni e riposiamo dunque fidenti nella mano del Signore.
E raccomandiamoci a Maria SS. Madre di consolazione e di ogni pace.
Che predicone, Signora Contessa, che predicone! Meno male che siamo in Quaresima! Valga per tutte le volte che non Le ho risposto.
La conforto dunque, e La ossequio, e La prego di porgere i miei ossequi, pieni di grato animo, a suo Marito.
Invoco amplissima sulla Loro Casa la benedizione di Dio, e buona Pasqua!
Umile servitore in Cristo.
DON L. ORIONE
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