"Perciò, per evitare la vista di oggetti pericolosi, i santi erano abituati a tenere gli occhi quasi continuamente fissi sulla terra, e ad astenersi anche dal guardare oggetti innocenti. Dopo essere stato novizio per un anno, San Bernardo non poteva dire se la sua cella fosse a volta. Non avendo mai alzato gli occhi da terra, non seppe mai che c'erano solo tre finestre nella chiesa del monastero in cui trascorse il suo noviziato. Una volta, senza percepire un lago, camminò lungo le sue rive per quasi un giorno intero; e sentendo i suoi compagni parlarne, chiese quando lo avessero visto. San Pietro d'Alcantara teneva gli occhi costantemente abbassati, così che non conosceva i fratelli con cui conversava. Era dalla voce, e non dal volto, che era in grado di riconoscerli.
"I santi erano particolarmente prudenti nel non guardare persone di sesso diverso. Sant'Ugo, vescovo, quando era costretto a parlare con le donne, non le guardava mai in faccia. Santa Chiara non avrebbe mai fissato gli occhi sul volto di un uomo. Fu molto afflitta perché, alzando gli occhi all'elevazione per vedere l'ostia consacrata, una volta vide involontariamente il volto del prete. Sant'Aloysius non guardò mai in faccia sua madre. Si racconta di Sant'Arsenio che una nobile signora andò a visitarlo nel deserto, per pregarlo di raccomandarla a Dio. Quando il santo si accorse che il suo visitatore era una donna, si allontanò da lei. Lei allora gli disse: "Arsenius, visto che non mi vedrai né sentirai, ricordati almeno di me nelle tue preghiere". "No", rispose il santo, "ma pregherò Dio di farmi dimenticare e di non pensare più a te".
"Da questi esempi si può vedere la follia e la temerarietà di alcuni religiosi che, sebbene non abbiano la santità di una Santa Chiara, guardano ancora intorno dalla terrazza, nel salotto e nella chiesa, su ogni oggetto che si presenta, anche su persone di sesso diverso. E nonostante i loro sguardi ingenui, si aspettano di essere liberi dalle tentazioni e dal pericolo del peccato. Infatti, avendo una volta guardato deliberatamente una donna che stava raccogliendo spighe, l'abate Pastor fu tormentato per quarant'anni da tentazioni contro la castità. San Gregorio afferma che la tentazione, per vincere la quale San Benedetto si rotolò nelle spine, nacque da uno sguardo incauto a una donna. San Girolamo, pur vivendo in una grotta a Betlemme, in continua preghiera e macerazioni della carne, era terribilmente molestato dal ricordo di donne che aveva visto molto tempo prima a Roma. Perché simili molestie non dovrebbero essere la sorte della religiosa che volontariamente e senza riserve fissa i suoi occhi su persone di sesso diverso? "Non è tanto il vedere gli oggetti, dice San Francesco di Sales, quanto il fissare i nostri occhi su di essi che si rivela più pernicioso".
"Se", dice sant'Agostino, "i nostri occhi dovessero per caso cadere su altri, facciamo attenzione a non fissarli mai su nessuno". Padre Manareo, quando si congedò da sant'Ignazio per un luogo lontano, lo guardò fermamente in faccia: per questo sguardo fu corretto dal santo. Dalla condotta di Sant'Ignazio in questa occasione, apprendiamo che non si addiceva ai religiosi fissare gli occhi sul volto di una persona anche dello stesso sesso, soprattutto se la persona è giovane. Ma non vedo come gli sguardi su persone giovani di sesso diverso possano essere scusati dalla colpa di una colpa veniale, o anche dal peccato mortale, quando c'è il pericolo prossimo di un consenso criminale. "Non è lecito", dice San Gregorio, "guardare ciò che non è lecito desiderare". Il pensiero malvagio che procede dagli sguardi, anche se dovrebbe essere respinto, non manca mai di lasciare una macchia sull'anima. Frate Ruggero, un francescano di singolare purezza, interrogato una volta sul perché fosse così riservato nei suoi quando gli uomini evitano le occasioni di peccato, Dio li preserva; ma quando si espongono al pericolo, sono giustamente abbandonati dal Signore, e cadono facilmente in alcune gravi trasgressioni.
"L'indulgenza degli occhi, se non produce nessun altro male, almeno distrugge il raccoglimento durante il tempo della preghiera. Infatti, le immagini e le impressioni causate dagli oggetti visti prima, o dal vagare degli occhi, durante la preghiera, provocheranno mille distrazioni e bandiranno ogni raccoglimento dall'anima. È certo che senza raccoglimento una religiosa può prestare ben poca attenzione alla pratica dell'umiltà, della pazienza, della mortificazione o delle altre virtù. Perciò è suo dovere astenersi da tutti gli sguardi di curiosità, che distraggono la sua mente dai santi pensieri. Che i suoi occhi siano diretti solo agli oggetti che elevano l'anima a Dio.
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