LA DIVOZIONE AL S. CUORE DI N. S. GESÙ CRISTO
Esercizi di questa devozione
Per esercizi di questa devozione intendiamo l’ammenda onorevole, l’atto di consacrazione e le altre preghiere vocali, che si fanno a Gesù Cristo in certi giorni dell’anno, consacrati in modo speciale a onorare il Suo S. Cuore, e le meditazioni che possono farsi in quei giorni.
Notiamo qui che sebbene queste pratiche siano assegnate per certi giorni dell’anno, tuttavia esse non sono talmente legate a quelle che non possano essere utilissime anche in altro tempo, purché si facciano sempre devotamente.
Ammenda onorevole al S. Cuore di Gesù.
Questa ammenda onorevole deve essere fatta dinanzi al SS.mo Sacramento il venerdì dopo l’ottava del Corpus Domini, e conviene rinnovarla ogni primo venerdì del mese dopo la Comunione.
Adorabilissimo e amabilissimo Gesù, sempre pieno d’amore per noi, sempre commosso dalle nostre miserie, sempre stimolato dal desiderio di farcì partecipi dei tuoi tesori e di donare te stesso a tutti; Gesù, mio Salvatore e mio Dio, che spinto dall’eccesso del più ardente e prodigioso di tutti gli amori, ti sei posto nello stato di Vittima nell’adorabile Eucaristia, dove ti offri in sacrificio per noi mille e mille volte ogni giorno, quali devono essere i tuoi sentimenti in cotesto stato, mentre per tutto ciò non trovi nella maggior parte degli uomini che durezza, oblio, ingratitudine e disprezzi? Non ti bastava, o mio Salvatore, aver scelto la strada più faticosa per salvarci, benché con molto minore dispendio potevi mostrarci l’eccesso dell’amor tuo? Non bastava abbandonarti per una volta a quell’agonia crudele e a quella mortale oppressione che doveva causarti la vista orrenda dei nostri peccati, di cui ti eri caricato? Perché volerti ancora esporre ogni giorno a tutte le indegnità di cui era capace la malizia più nera degli uomini e dei demoni? Ah, mio Dio e mio amabile Redentore! Quali furono i sentimenti del tuo S. Cuore alla vista di tante ingratitudini e di tanti peccati? Quale l’amarezza in cui hanno sommerso il tuo Cuore tanti sacrilegi ed oltraggi?
Mosso da immenso dolore per tante indegnità, eccomi prostrato e annientato dinanzi a Te per farti ammenda onorevole, al cospetto del cielo e della terra, di tutte le irriverenze e gli oltraggi che hai sofferto sui nostri Altari, sino dalla istituzione di questo Sacramento adorabile. Col cuore contrito e spezzato dal dolore ti chiedo mille e mille volte perdono di tante malvagità.
O mio Dio, perché non posso io bagnare con le mie lacrime e lavar col mio sangue tutti quei luoghi, dove il tuo S. Cuore è stato sì orribilmente oltraggiato e dove i pegni dell’amor tuo divino sono stati ricevuti con ingiusto disprezzo? Perché non posso io con qualche nuova forma di ossequio, d’umiliazione e di annichilamento riparare a tanti sacrilegi e profanazioni? Perché non posso io per un istante essere padrone del cuore di tutti gli uomini per poterti in qualche modo risarcire, col sacrificio di quelli, di tutto l’oblio e l’insensibilità di chi non ha voluto conoscerti, o avendoti conosciuto, ti ha così poco amato?
Ma, o amabile mio Salvatore, ciò che mi copre ancor più dì confusione, ciò che deve farmi più gemere, è che io stesso sono stato nel numero di quegli ingrati! Mio Dio, che mi leggi in fondo al cuore, tu vedi il dolore che io sento delle mie ingratitudini, e il dispiacere che provo nel vederti trattato tanto indegnamente; tu sai quanto io son disposto a soffrire e a fare ogni cosa per dartene soddisfazione. Eccomi dunque, o Signore, col cuore spezzato dal dolore, umiliato e prosteso a terra pronto a ricevere dalla tua mano qualunque cosa ti piacerà d’esigere da me a risarcimento di tante offese. Colpisci, o Signore, colpisci, ed io benedirò e bacerò cento volte la mano che eserciterà su di me un sì giusto castigo. Oh potessi essere una vittima degna di riparare tante ingiurie! Potessi bagnare e lavare con le lacrime e col sangue mio tutti i luoghi dove il tuo sacro Corpo è stato trascinato per terra e calpestato coi piedi! Sarei davvero, fortunato se potessi con tutti i tormenti possibili riparare tanti oltraggi, tanti disprezzi, tante empietà! Che se non sono degno di questa grazia, ti sia grato almeno il vero mio desiderio.
Eterno Padre, accetta dunque l’ammenda onorevole che ti faccio in unione a quella che questo S. Cuore ti presentò sul Calvario, e a quella che Maria stessa ti fece a piè della Croce del Figlio suo: e in considerazione della preghiera del suo S. Cuore, perdonami le mie indegnità e le irriverenze commesse, e con la tua grazia rendi efficace la volontà e la risoluzione mia di non tralasciar nulla a fine di amare ardentemente e onorare con tutti i mezzi possibili il mio Sovrano, il mio Salvatore e il mio Giudice, che io credo realmente presente nell’adorabile Eucaristia. In avvenire dimostrerò col rispetto con cui starò alla sua presenza e con la mia assiduità nel visitarlo, che io lo credo in essa realmente presente. E siccome io mi professo d’onorare in modo speciale il suo S. Cuore, così in questo Cuore medesimo voglio trascorrere il resto di mia vita. Concedimi la grazia che ti chiedo, di rendere in esso l’ultimo respiro nell’ora della mia morte. Così sia.
P. GIOVANNI CROISET S.J.
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