venerdì 2 giugno 2023

Che cosa debbo fare, dunque, per agire come strumento nelle mani dell'Immacolata e non secondo la mia iniziativa?

 


LETTERA 44   

A P. Czeslaw Kellar, Cracovia S.l.G.C. Zakopane  

20 VIII 1920  


Molto Reverendo Padre Maestro,  

 Riguardo alla lettera della M.I. di Roma - anche se per corrispondenza ho già ricevuto da lei, P. Maestro, un chiarimento in merito al problema, cioè se la sede «primaria» debba essere a Roma - nonostante i romani mi abbiano chiesto una sollecita risposta, tuttavia non ho ancora scritto e sono tuttora in dubbio se farlo.  

 La principale ragione di questa mia indecisione sta nel fatto che il Rev mo P. Provinciale [P. Luigi Karwacki], per il tempo della cura, mi ha raccomandato di lasciar da parte anche la «Milizia» e di preoccuparmi solo di recuperare la salute. D'altra parte una risposta comporta delle serie conseguenze per la M.I.; pertanto, se non è volontà di Dio che io risponda, di sicuro se lo facessi rovinerei tutto.  

A me pare sia bene che la sede M.I. del collegio internazionale (interprovinciale) debba avere una certa preminenza e un ruolo di guida (solo per quanto riguarda la M.I.) nei confronti dei collegi provinciali; non sarebbe conveniente, tuttavia, che la M.I. dei chierici - benché abbia sede a Roma - diriga pure la M.I. dei sacerdoti, anche se quest'ultima si trova fuori Roma. Attualmente la M.I. di Roma è composta da chierici (o da sacerdoti novelli); vi aderiscono anche tre sacerdoti, anch'essi però giovani e sparsi per l'Italia. Per quanto riguarda le questioni di natura apologetica, converrebbe che un gruppo di professori del collegio ne assumesse la responsabilità e, magari, esercitasse un certo influsso per sostenere l'attività apologetica (in campo dottrinale, per esempio, quali le obiezioni, la loro confutazione, la dimostrazione della verità).  

 Con questa risposta converrebbe organizzare (presentare un progetto concreto di statuto) i sacerdoti della M.I. in Italia.  

 La stessa risposta si dovrebbe inviare anche in Romania, dove ci sono 3 sacerdoti della M.I. E, forse anche per noi, sarebbe bene stendere dei punti- base per il progetto di un piccolo statuto particolare. Così si potrebbero regolare i rapporti all'interno della M.I. tra i chierici di Roma e quelli fuori, fra i sacerdoti sparsi per ora in Italia, in Polonia e in Romania. Ciò porterebbe una nuova vitalità, un rapido sviluppo in tutta la nostra attività.  

 Tuttavia, per ora (ma anche in futuro) la «Sede Primaria» potrebbe essere, solo però per il primo grado, nel collegio [internazionale], cioè tra i chierici di quel collegio, anche se conviene che a capo (direttore) della M.I. ci sia un padre del collegio (non uno studente), perché questo compito esige un po' di tempo libero, comporta rapporti sempre più intensi con i laici. A Roma c'è un padre (P. Domenico Stella) professore di canto che, mi pare, sarebbe indicato per svolgere questo compito.  

 I chierici di Roma hanno scritto ai chierici di Cracovia illustrando loro questa e altre questioni: la lettera ce l'ha Fr. Alfonso; forse potrebbe darci un'occhiata anche lei, P. Maestro.  

 Che cosa debbo fare, dunque, per agire come strumento nelle mani dell'Immacolata e non secondo la mia iniziativa? Se lei, P. Maestro, lo ritiene opportuno, sia così gentile da scrivere lei stesso a Roma.  

Fr. Massimiliano M. Kolbe  


Le suore1 di qui si danno molto da fare per me.  

 La pregherei di rispondere con una certa sollecitudine, nel caso si dovesse scrivere qualcosa ai romani; ma dal momento che questa è una questione abbastanza complicata, credo che per ora rimarrà sospesa, come desiderava il P. Provinciale. Del resto, io stesso non so che fare, quindi attendo una risposta. Se sarà positiva, faccia lei, P. Maestro, della M.I. quel che credo opportuno.  

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(1) Cf. SK 58, nota 2.  

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