IL MILLENNIO
La indifferenza al male è pari alla somma violenza, perché avalla le intenzioni e le azioni più abiette.
Il non voler o il non saper più riconoscere il male come tale fa sì che il male imperi a tutti i livelli.
La metamorfosi dell’umana natura, da “vera morte a vera vita”, è data dalla potenza della scintilla divina che imperscrutabilmente agisce penetrando il cuore umano con sensibilità e purezza, sino a far risvegliare in esso il senso dell’amore a Dio e al prossimo.
Nel Redentore vi è la vita, profusa quale potente fiamma dell’Amore Divino perché divampi nelle coscienze e bruci le scorie dell’umana debolezza.
La creatura umana è nata per intendere ed agire al disinnesto del male.
La gioiosa certezza e l’importanza per l’uomo d’essere coerente e cosciente d’essere stato salvato costituisce la base su cui edificare la nuova Gerusalemme celeste.
L’opera salvifica non chiude, ma apre all’uomo la vera conoscenza della libertà sovrana, disinibitrice e protettrice della creatura dal suo nascere al suo rinascere.
L’uomo, infatti, anela al disgelo perché sgorghino le acque pure che la sapienza divina ha posto in ogni cuore.
L’uomo deve saper riconoscere che è il male che ha raggelato e paralizzato così fortemente la volontà umana, rendendola sorda e cieca al richiamo della giustizia divina.
L’uomo onesto è già giudice di se stesso, per cui agisce in modo tale da non dover temere il giudizio e l’azione divina, atta a palesare all’uomo stesso la sua vera identità.
Nell’estrema violenza l’uomo deve ravvisare il dibattersi della Bestia che si ribella, con inaudita potenza, al compiersi dell’unità spirituale umana, per il conseguimento della pace donata da Cristo perché il mondo creda e viva.
La potenza dello Spirito Santo agisce, libera, indipendentemente da ogni conflitto umano perché, ove giunge, dona pace e fecondità.
L’irradiante potenza del bene pone scudo all’iniquità, che aggredisce costantemente l’uomo per renderlo incapace di conquistare il suo vero ruolo nella vita temporale ed eterna.
La santità dunque è il rapporto esistente tra l’anima e la potenza dell’Amore Divino, che plasma e riconduce all’ordine primario ogni cosa.
Nell’operare nella Divina Volontà l’uomo cresce in se stesso e davanti a Dio, maturando al doveroso rispetto di Dio, di se stesso, del prossimo.
Il prossimo è veramente continuità del soprannaturale amore donato da Dio ad ogni creatura.
La reale comprensione di ciò pone fine all’illogicità di qualsiasi violenza.
L’amore, il perdono, il valore naturale e soprannaturale della virtù risplende quale immenso tesoro donato da Gesù Cristo stesso nell’attimo della sua morte e garantito con la sua resurrezione.
Il mistero della morte e resurrezione di Gesù Cristo è grande, ma l’amore lo sopravanza, lo rende trasparente a coloro che amano perché sia capita quale possibilità unica per l’uomo d’essere partecipazione e realtà viva e vera del mistero stesso.
È Gesù Cristo che assume e presenta in sé l’Amore Divino e l’umanità redenta quale vittoria sulla morte e su ogni male.
L’imperizia umana disperde i valori della santità; la perizia divina – nel suo progetto escatologico-operativo – rende concreti i valori, il concetto e la realtà della santità.
La magnificenza divina ogni anima l’avverte, ma non tutti sanno annullarsi in essa per cui rispondono il più delle volte paganamente alle sollecitazioni profonde dell’anima.
La verità è la sola che offre l’istantanea chiarezza del Dio unico e vero, nell’ulteriore mistero della SS. Trinità.
Lo Spirito Santo è luce sul mistero, nel mistero.
La santità è frutto benedetto della sua luce, che illumina come sole anche coloro che vorrebbero ignorarla per non mettere a nudo la loro incapacità d’amare.
Scritti di Anna Maria Ossi 24/1/1992
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