sabato 14 settembre 2024

SONO PERDONATO

 


Un amore che vince il timore

Da quel giorno, dal giorno di Pasqua, la Chiesa ha continuato ad annunciare che Dio perdona. Lo annuncia a tutti, perché tutti sentano e lo sappiano, e poi attende i singoli, mano a mano che si decidono, per dare loro, personalmente, il perdono di Dio. Non è solo profetico l'annuncio della Chiesa, è anche sacramentale. Non si limita cioè a dire che Dio è capace di perdonare, ma trasmette il perdono stesso con un gesto concreto e vero. Non dice solo, ma fa pure!

La Chiesa, la comunità dei credenti si è presa un altro incarico: conoscendo la riluttanza di molti e il peso che il peccato esercita sull'uomo per tenerlo lontano dall'umiltà del chiedere perdono, obbliga i suoi membri ad inginocchiarsi almeno una volta all'anno, per domandare misericordia. Mi piace vedere la Chiesa così decisa: essa si rende conto di fare la cattiva figura d'assomigliare ai farisei che obbligarono l'adultera a mettersi ai piedi di Gesù, ma è pure cosciente di fare quel che Gesù stesso ha fatto con Zaccheo: "Vieni giù, oggi devo fermarmi da te". Pensino pure tutti quel che vogliono; ciò che preme alla Chiesa è il bene dei suoi figli, che siano perdonati, che siano umili, che perdano la boria accumulata nel frequentare i peccatori. Essa esercita così quel "sarà legato anche nei cieli". Anche "nei cieli" ora si sa che i cristiani devono, almeno una volta all'anno, chiedere perdono alla Chiesa. Gesù Cristo, il capo della Chiesa, vuole ciò che la Chiesa vuole. Ed è il nostro bene. Ma questa "violenza" della Chiesa verso i suoi membri non è sentita dalla maggior parte di essi. Perché? ma perché essi non attendono Pasqua, quando sanno e sentono di aver bisogno del perdono di Dio! Io non aspetto che il mucchio di spazzatura della mia casa fermenti prima di prendere in mano la scopa: chi toglierebbe poi la puzza che si impregna persino nei muri? Non attendo un anno a presentarmi all'apostolo di Gesù per fargli dire per me la parola della riconciliazione. E, come me, molti altri cristiani hanno compreso che la vita può esser vissuta bene solo se è perdonata, che l'amore a Dio esige che ci umiliamo e gli permettiamo di perdonarci, che l'amore alla Chiesa e ai fratelli non è perfetto se non diffonde con costanza il soave profumo del perdono ricevuto.

Io non aspetto di aver peccati mortali, non attendo che l'elastico sia spezzato, per presentarmi al ministro della Chiesa. Ho imparato che il perdono di Gesù mi fa bene anche per i peccati "veniali". La Chiesa non mi obbliga, mi consiglia soltanto. Io accetto anche i consigli. Non credo poi che il mio domandare perdono ad un prete per peccati non gravi sia soltanto egoismo: fosse per egoismo, non andrei a confessarmi mai! L'egoismo gioca brutti scherzi: cerca tante scuse e fa nascere e crescere la vergogna.

Ho imparato a chiedere il perdono di Dio subito, appena posso, dopo aver commesso il peccato. È stato l'amore ad insegnarmelo.

Ho notato che io sono... non solo un individuo che fa la sua vita: ho notato che, dal momento che vivo in società, ho un compito sociale. II compito primo e principale della mia vita - come pure della tua, chiunque tu sia - è di essere uno strumento nelle mani di Dio. Egli mi affida compiti e servizi, che devono esprimere l'amore del Padre per i fratelli e per il mondo. Giacché sono uno strumento di Dio - e voglio esserlo - cerco il più possibile d'esser libero da ogni male. Non sarebbe bello vedere un artigiano lavorare con un martello difettoso o un pittore dipingere con pennello scassato o un contadino andare ai campi con la zappa che perde il manico!

Non è bello vedere Dio, il Dio che amo, agire in questo mondo con uno dei suoi figli intorpidito dal peccato, intiepidito e bloccato dalle sue mancanze e debolezze. Per amore del mio Dio, perché Egli possa far bella figura laddove adopera me per trasmettere il suo amore, io cerco che il mio cuore possa godere il più possibile del suo perdono nei modi che Egli stesso mi offre: se necessario anche tutti i giorni.

È stato l'amore a spingermi a confessarmi spesso ed è stato l'amore a darmi la forza di vincere la vergogna. La vergogna dei peccati non la provi solo tu, la provo anch'io. Io provo vergogna davanti a me stesso, e davanti al prete che mi ascolta, come tu provi vergogna davanti a me. Vedrai che l'amore vince il timore. L'amore a Dio Padre e a Suo figlio Gesù, la volontà di fargli onore schiaccia la testa alla vergogna ed al rispetto umano.

Don Vigilio Covi


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