lunedì 23 ottobre 2023

L'esser perfetto nella sua vocazione altro non è, che fare i doveri o gli uffizi, che uno per la sua condizione è obbligato di fare ; ma farli bene, ed unicamente per l'onore ed amore di Dio

 


DIARIO SPIRITUALE

di Anonimo napoletano


" L'esser perfetto nella sua vocazione altro non è, che fare i doveri o gli uffizi, che uno per la sua condizione è obbligato di fare ; ma farli bene, ed  unicamente per l'onore ed amore di Dio, col riferir tutto alla gloria di lui. Chi  così opera, dicesi perfetto nel suo stato, ed uomo secondo il cuore, e secondo  la volontà di Dio. " S. Francesco di Sales. 

Nelle Vite de' SS. PP. si narra dell'Abbate Pafunzio, tanto celebre in santità, che un giorno mostrò desiderio di  sapere dal Signore se egli avesse alcun merito presso di lui ; e gli fu risposto, ch'era giunto ad uguagliare il  merito di un tal gentiluomo, Barone di una terra, che gli nominò. Si portò subito il Santo a trovar colui, dal  quale fu ricevuto benignamente, e ben trattato, e terminata la cena lo pregò di manifestargli il tenore della  sua vita. Si scusò il Barone con dire di non aver egli in sé virtù alcuna: ma poi importunato dall'altro gli  disse, ch'era attentissimo ad albergare i Pellegrini, e in provvederli di quanto era loro necessario per lo  viaggio: che mai non disprezzava i poveri, e li soccorreva nei loro bisogni ; che faceva amministrar la  giustizia rettamente, e dava sempre le sentenze giuste, non partendosi mai dalla ragione né per  raccomandazioni, né per affetto: che non facea verun' angaria a' suoi sudditi: che lasciava seminar ne' suoi  campi a chiunque voleva, e non prendeva più del dovere: che niuno si poteva lamentare d'aver mai ricevuto  danno, o molestia dalla sua famiglia, o da' suoi bestiami: che non avea mai contristato alcuno, né mai detto  male d'altrui ; ma onorava tutti, amava tutti, aiutava tutti in quel che poteva, e si studiava di mantenere tutti  in pace e concordia. In udir ciò restò il S. Abate grandemente consolato, ed intese, che la vera Perfezione non  sta in tante cose, ma in adempiere i suoi doveri. In S. Cesario, Terra della Provincia di Lecce, vi era una  Monaca di casa, tenuta in concetto di santità nel tempo che viveva il B. Giuseppe da Cupertino ; il quale  trovandosi un giorno in casa del marchese di quel luogo, e richiesto dal medesimo del suo parere circa la  fama di santità, che correa di quella Monaca, rispose: una ne avete qui vera santa, che non è conosciuta ; e gli  nominò una povera vedova, di cui non glie n'era stata mai fatta parola. S'informò il Marchese della qualità di  questa, e trovò, che se ne stava sempre chiusa nella sua piccola casuccia insieme con alcune sue figliole,  faticando continuamente per potersi mantenere, e non si lasciavano mai vedere fuorché una volta il giorno,  ch'era la mattina di buon'ora, che andavano alla Chiesa per sentire la Messa. 

Spirito di illuminazione

 


Fammi vedere tutto ciò che desideri farmi vedere, per rendermi partecipe di tutta la luce che abita in te.

Fammi vedere ciò che da solo non riesco a vedere: le realtà invisibili che sono ben più importanti di quello che si percepisce coi sensi.

Fammi vedere ciò che non vorrei vedere, per timore delle esigenze della luce, per viltà di fronte allo sforzo e al rinnegamento.

Fammi vedere ciò che vorrei vedere: la via da seguire e le decisioni difficili da prendersi.

Fammi vedere ciò che mi illudo di sapere e che invece non conosco, soprattutto la verità di Dio e la verità di Cristo. Fammi vedere ciò che dovrei vedere e che i miei pregiudizi mi impediscono di scoprire: la verità delle mie debolezze e delle mie colpe.

Fammi vedere ciò che potrei vedere e che finora non ho notato: le ingiustizie a cui passo accanto come un cieco. Fammi vedere fino in fondo ciò che appena comincio ad intravedere, specialmente questa divina bontà che non arriverò mai a scrutare in tutte le sue dimensioni.

Fammi vedere ciò che tu vedi: la bellezza del mio destino, la grandezza dell'universo e l'immensità di Dio.


Sarete sorpresi dalla violenza di coloro che sono in guerra, ma si trovano al di fuori dei paesi in guerra: l'umanità subirà attentati.

 


MESSAGGIO DELLA SANTISSIMA VERGINE MARIA
A LUZ DE MARIA

22 OTTOBRE 2023


Amati figli del Mio Cuore:

 

Figli, quanto vi amo, quanto vi amo!
 
IL MIO È UN APPELLO SPECIALE. Desidero che ciascuno benedica sé stesso, nella consapevolezza del momento spirituale che state vivendo, cosicché il vostro modo di comportarvi e di agire sia quello di un vero figlio del Mio Divin Figlio e allo stesso tempo benediciate i vostri fratelli. (Nm. 6, 24-26; Lc. 6, 28)


FIGLI, L'UNITÀ DELL'UMANITÀ È URGENTE, PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI.


Pregate per gli innocenti di tutto il mondo affinché non siano torturati e non diventino bottino di guerra.


Sarete sorpresi dalla violenza di coloro che sono in guerra, ma si trovano al di fuori dei paesi in guerra: l'umanità subirà attentati.
 
Prendete sul serio il Mio Appello, rimanete vigilanti nelle chiese, inizieranno persecuzioni senza pietà. (1)  La guerra si estenderà e un numero crescente di figli saranno preda del male perché, per non essere perseguitati, sceglieranno la via più facile.
 
Prendete sul serio quello che succederà, voi sarete nell'obiettivo del terrorismo (2) su tutta la Terra.


SIATE CAUTI E CONTINUATE A PREGARE E A RIPARARE AUMENTANDO LA FEDE, RAFFORZANDO LA FEDE, UNENDOVI MAGGIORMENTE AL MIO DIVIN FIGLIO.


Figli, il cielo si illuminerà a causa di una cometa, pregate il
Santo Rosario senza stancarvi.


Vi trovate in tempi che saranno difficili per tutta l'umanità, è il tempo del compimento delle Mie Rivelazioni.


Il cattivo comportamento dei figli del Mio Divin Figlio attrarrà il dolore. All'improvviso l'acqua si abbatterà con maggiore violenza, causando gravi devastazioni, portandovi da un momento all'altro all'orrore.
 
Amati figli del Mio Divin Figlio e del Mio Cuore Immacolato, l'unione con il Mio Divin Figlio è indispensabile, affinché possiate prestare maggiore attenzione agli Appelli Divini.
 
Siate persone del bene, mantenetevi in stato di grazia, così su di voi si riverserà una continua Benedizione Divina.

 
IL PASSO CHE DOVETE FARE SUBITO, È QUELLO DI ABBANDONARVI AL MIO DIVIN FIGLIO!

 
Continuate a lottare per la conversione, sforzandovi di rimanere sempre più a lungo in stato di grazia.
 
Io vi benedico e vi proteggo, non abbiate paura, ma convertitevi (3).

 

“Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima; temete piuttosto colui che ha il potere di far perire e l'anima e il corpo nell'Inferno.” (4) (Mt. 10,28)
 
SIATE PERSONE DEL BENE E QUESTA MADRE VI TERRÀ PER MANO.

 

“Figli, non temete, non ci sono qui Io, che sono vostra Madre?".

 
Vi benedico, vi amo.


Mamma Maria

 

AVE MARIA PURISSIMA, CONCEPITA SENZA PECCATO
AVE MARIA PURISSIMA, CONCEPITA SENZA PECCATO
AVE MARIA PURISSIMA, CONCEPITA SENZA PECCATO

 


(1) Riguardo alla persecuzione, leggere…
(2) Riguardo al terrorismo, leggere…
(3) Riguardo alla conversione, leggere…
(4) Riguardo all’esistenza dell’inferno, leggere…

 

 

COMMENTO DI LUZ DE MARIA

 

Fratelli:

 

Questo Appello della Nostra Madre Santissima ci dimostra il Suo infinito Amore Materno per noi, Suoi figli. Lei ci avverte in ogni momento cosicché non ci facciamo cogliere impreparati.
 
Come ci ha detto Nostra Madre, gli effetti della guerra si diffonderanno su tutta la Terra. Dobbiamo essere prudenti e tenere a mente questo Appello, rifletterci sopra con gratitudine e in pace.
 
Ricordiamoci di questi Messaggi mediante i quali ci veniva anticipato questo momento:

 

 

NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO
20.10.2015

 

L'ANTICRISTO SI TROVA NEL MONDO E STA ESAMINANDO SUBDOLAMENTE LO SCENARIO IN CUI SI MUOVONO GLI UOMINI, SVILUPPANDO TUTTO IL NECESSARIO AFFINCHÉ IL CAOS SI GENERALIZZI e la sua apparizione sia accolta dal mio popolo come un atto di salvezza in mezzo alle sofferenze a causa del terrorismo, della guerra, delle contese e della carestia che sarà uno spettro che passerà tra i Miei figli, portando l'uomo alla disperazione e facendolo diventare più selvaggio di un animale. Di fronte alla fame, l'uomo non è più uomo.
La pace che l'uomo negozierà, si trasformerà in violenza. Israele soffrirà a causa del terrorismo e reagendo rapidamente attirerà la sofferenza.

 

 

NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO
30.04.2015

 

Apparirà una cometa che sconvolgerà l'intera umanità. Voi restate nelle vostre case, abbiate pronta l'Acqua Santa, che in ogni casa ci sia una Bibbia e nelle vostre case destinate un posto per metterci un piccolo altare con l'Immagine della Mia Madre Santissima e un Crocifisso e consacrate la vostra casa alla Mia Santa Volontà, cosicché Io possa proteggervi al momento opportuno.

 

 

LA SANTISSIMA VERGINE MARIA
31.03.2010

 

Dopo la tempesta verrà la calma.
Io vi ricevetti ai piedi della Croce, anche se vi avevo tenuto in gestazione nel Mio Cuore, in ogni dolore che attraversò il Mio Cuore.
Io vivo, soffro ed intercedo per tutte le sofferenze che patirete a causa degli immani eventi che verranno.
Non sarà una sofferenza senza frutti. La Chiesa Trionferà.
MIO FIGLIO VINCE ED IMPERA.
IL MIO CUORE TRIONFERÀ, PER QUESTO IO VI STO PREPARANDO E VI STO GUIDANDO. Io vengo a voi come Madre e Maestra.
L’oscurità non durerà, verrà sempre vinta dalla Luce.
Unitevi, non disperdetevi. L’esercito di Mio Figlio deve rimanere unito.

 

Amen.

 


domenica 22 ottobre 2023

Nessuno finora ha capito il desiderio infinito del mio Cuore di Dio Padre di essere conosciuto, amato e onorato da tutti gli uomini, giusti e peccatori.

 


Messaggio di Dio Padre a Madre Eugenia E. Ravasio - Primo Quaderno (7) 1932


Io vengo tra voi per due vie: la Croce e l’Eucaristia! La Croce è la mia via per scendere tra i miei figli, perché è per mezzo suo che vi ho fatto redimere da mio Figlio. E per voi la Croce è la via per salire a mio Figlio e da mio Figlio fino a me. Senza di essa non potreste mai venire, perché l’uomo con il peccato ha attirato su di sé il castigo della separazione da Dio. Nell’Eucaristia Io dimoro tra voi come un padre nella sua famiglia. Ho voluto che mio Figlio istituisse l’Eucaristia per fare di ogni Tabernacolo il serbatoio delle mie grazie, delle mie ricchezze e del mio Amore, per darle agli uomini, miei figli. È sempre per queste due strade che faccio scendere incessantemente e la mia potenza e la mia infinita misericordia.

Ora che vi ho mostrato che mio Figlio Gesù mi rappresenta tra gli uomini e che mediante Lui Io dimoro costantemente tra loro, voglio mostrarvi anche che vengo tra voi per mezzo del mio Spirito Santo.

 L’Opera di questa Terza Persona della mia Divinità si compie senza rumore e spesso l’uomo non l’avverte. Ma per me è un mezzo molto efficace per dimorare non solo nel Tabernacolo, ma anche nell’anima di tutti quelli che sono in stato di grazia, per stabilire nell’anima stessa il mio trono e dimorarvi sempre come il vero Padre che ama, protegge e sostiene il figlio suo”.

“Nessuno può comprendere la gioia che provo quando sono da solo a solo con un’anima. Nessuno finora ha capito il desiderio infinito del mio Cuore di Dio Padre di essere conosciuto, amato e onorato da tutti gli uomini, giusti e peccatori. Pertanto sono questi tre omaggi (essere conosciuto, amato e onorato) che desidero ricevere dall’uomo perché Io sia sempre misericordioso e buono, anche verso i più grandi peccatori”. 

“Che cosa non ho fatto al mio popolo, da Adamo fino a Giuseppe, padre putativo di Gesù, e da Giuseppe fino a questo giorno, perché l’uomo possa rendermi il culto speciale che mi è dovuto come Padre, Creatore e Salvatore! Tuttavia questo culto speciale, che ho tanto desiderato e che desidero ancora, non mi è stato ancora dato! Nell’Esodo leggete che bisogna onorare Dio con un culto speciale. Soprattutto i salmi di Davide racchiudono lo stesso insegnamento. Nei comandamenti, che Io stesso ho dato a Mosè, ho messo in primo luogo: ‘Adorerai ed amerai perfettamente un solo Dio!’. Ebbene, amare ed onorare qualcuno sono due cose che vanno insieme. Siccome vi ho colmati di tanti benefici, devo dunque essere onorato da voi in modo tutto particolare! Donandovi la vita, ho voluto crearvi a mia somiglianza! Il vostro cuore è dunque sensibile come il mio, il mio come il vostro!

Non preoccuparti, ma prega

 


Mercoledì 11 ottobre 2023 

Amati figli del mio Cuore, dovete pregare costantemente. Prega come se la vita dipendesse da questo, perché sicuramente è così. Pregate, ma non temete. Miei amati figli, il vostro Signore Dio e Padre non vi ha creato per l'infelicità e la distruzione. Sei creato per l'Amore, dall'Amore e con tutto l'Amore. Figlioli, sapendo che la Mia Volontà per voi è tutta Amore, attenetevi alla Mia richiesta e pregate.

Pregate per questo mondo, poiché la pace lo illude. Pregate per i popoli che portano la guerra ad altri popoli. Pregate per coloro che complottano contro l'umanità. Pregate, come ho detto prima, per i vostri nemici. È facile amare e pregare per i tuoi amici. Non c’è alcuna difficoltà in questo, ma pregare per i tuoi nemici e per coloro che ti disprezzano è una benedizione e sorrido dei tuoi sforzi.

Figli, pregate. Pregate per i Miei Servi, gli Apostoli di oggi. Pregate affinché rimangano spiritualmente forti, per le loro Anime, i loro fratelli e i Miei Figli. L'acqua è pura finché non viene aggiunta una punta di aceto. E non importa quanto piccola sia la quantità, l’acqua è contaminata.

Così è con il peccato. Un piccolo peccato contamina la tua Anima. Confessare anche il più piccolo dei peccati e mantenere lo stato di Grazia. Sì, quell’acqua è contaminata e il suo ristoro inacidito. Amati figli, dovete essere puri come l'acqua di sorgente. Come puoi fornire l'acqua la bevanda che ti fa risparmiare se sei contaminato?

Amati figli, sarete le Mie Sorgenti e attirerete gli altri a Me. Le vostre parole d'Amore e le vostre proclami del Mio Amore e delle Mie Grazie salvifiche placheranno la sete di coloro che stanno morendo le cui anime stanno morendo. Sarete le Mie Acque Preziose che purificheranno gli altri in Me.

Amati figli, ascoltatemi. Non abbiate paura di tutto ciò che verrà, anche se queste circostanze tragiche devono arrivare. Rallegratevi dei risultati, amori miei. Rallegratevi, perché questa tribolazione porterà a Me tante, tante Anime. E lo desidero. Desidero salvare tutte le anime. La Mia Crocifissione salva, ma i Miei Figli devono riconoscermi, pentirsi e rivolgersi assolutamente a Me. È un’ultima opportunità per la Misericordia. Miei Amati, approfittatene al massimo. Coloro che pregano nei cui cuori mi rifugio e mi diletto, preparatevi ad aiutare gli altri a venire a me. Nei prossimi mesi ci sarà molta confusione e sgomento. Le cose che ho detto e gli avvertimenti che Mia Madre ha dato a questo Mondo si avverano. Come puoi sopportare questi tempi senza il Mio Amore, la mia guida e la Misericordia? Amati, iniziate oggi il vostro lavoro e portate le mie anime a perdonare, ad amare e a redimere. Portatemi le anime. Siate portatori di doni al vostro Signore Gesù Cristo. Portatemi le anime.

Cerco di salvare tutti i miei amati figli. Desidero che nessuna anima rimanga senza la Mia Misericordia. Portami le anime.

Amati figli del mio Cuore ardente d'amore, sono sempre con voi. Ti dirò ancora: Abbi fiducia in me. Abbi fiducia in Me in ogni cosa. Abbi fiducia che ti darò da mangiare e da bere. Abbi fiducia che il tuo amato Gesù ti porterà conforto. Abbi fiducia in Me, il tuo Dio Amorevole, che risponderò a tutte le preghiere. Fidati di me. Abbi fiducia in Me e lascia le cose mondane al mondo. Non hai bisogno di soldi e non devi affannarti con preoccupazioni. Io sono il provveditore di tutte le cose. Abbiate fiducia, figli miei.

Miei Amati, chiedetemi quello che volete ed Io vi risponderò. La tua fede deve essere completa e la tua fiducia in Me infinita. Sposterò le correnti dei fiumi, calmerò gli oceani e farò crollare le montagne su tua richiesta, tutto per glorificare il Signore Dio. Salverò coloro che mi chiedi di salvare, riporterò in vita coloro che muoiono e guarirò i malati. Fidati di me. Abbi fiducia in Me quando dico che ascolto e rispondo a ogni preghiera e cerco la tua piena fede nella Mia Parola Amorevole.

Figli del Sud, preparatevi. Le malattie vengono a te e non avrai medicine fornite dall'Uomo. Confidate nella vostra amata e benedetta Madre. Ha detto di tenere pronto l'olio del Buon Samaritano. Abbi fiducia nella sua efficacia contro queste strane e terribili malattie.

Figli del Nord, avrete fuochi accesi su di voi non dai cieli ma formati dall'Uomo e suscitati dall'Uomo. Sicuramente i tuoi nemici sono tra voi, anche adesso che guardate in pace il resto di questo Mondo.
Figli dell'Est e del Nord, i vostri despoti diventano più forti e più vendicativi nei confronti dei Miei Amati Figli che credono in Me, il Cristo Gesù. I despoti espandono la loro influenza centimetro dopo centimetro, inconsapevoli come molti lo sono, finché il mondo intero non sarà costretto a soccombere al suo dominio.

Oh, figli del mio Cuore, dovete prepararvi con la preghiera costante. Anche il più devoto verrà ingannato, quindi devi imparare a fidarti totalmente. Fidati di me.  Cerca la guida dello Spirito Santo per darti discernimento.
Figli, siete Miei. Sei destinato alla Vita e all'Amore. Non ti ho creato affinché soffrissi la morte e l'oscurità di questo mondo.

Sappi che quando preghi, la Mia Luce dentro di te arde più forte. Quando aprirai il tuo Cuore al tuo Signore Gesù, farò in esso una casa in cui dimorare.

Amati figli, vi dono la mia pace. Non preoccuparti ma prega. Sopporterai il futuro permettendoMi di vivere dentro di te.

S. Ilario, «io penso che il compito principale della mia vita sia quello di esprimere Dio in ogni parola e in ogni mio sentimento»

 


SOMMA CONTRO I GENTILI

- L'intenzione dell'autore nella compilazione dell'opera  

 Tra tutti i compiti cui si applicano gli uomini lo studio della sapienza la vince in perfezione, sublimità, utilità e godimento. - In perfezione, perché nella misura in cui l'uomo si applica alla sapienza, partecipa in qualche maniera alla vera beatitudine; di qui le parole del Savio: «Beato l'uomo che si applica alla sapienza» [Eccli., XIV, 22]. - In sublimità, perché tale studio specialmente avvicina l'uomo alla somiglianza di Dio, il quale «ha fatto con sapienza tutte le cose» [Sal., 103, 24]; ed essendo la somiglianza causa della benevolenza, lo studio della sapienza è il mezzo principale che unisce a Dio con l'amicizia. Di qui l'affermazione della Scrittura [Sap., 7, 14], che la sapienza «è per gli uomini un tesoro inesauribile, cosicché quanti vi attingono sono partecipi dell'amicizia di Dio». - In utilità, perché mediante la sapienza si giunge al regno dell'immortalità: «poiché il desiderio della saggezza condurrà al regno imperituro» [Sap., 6, 21]. - In godimento, finalmente, perché «la familiarità con la sapienza non ha amarezze, né dà fastidio la sua convivenza, ma letizia e gioia» (Sap., 8, 16).  

 Prendendo perciò fiducia dalla bontà divina, nell'affrontare il compito del sapiente, pur trattandosi di un'impresa superiore alle nostre forze, ci proponiamo di esporre, secondo le nostre capacità, la verità professata dalla fede cattolica, respingendo gli errori contrari; poiché, per dirla con S. Ilario, «io penso che il compito principale della mia vita sia quello di esprimere Dio in ogni parola e in ogni mio sentimento» [De Trinit., I, c. 37].  

 È però difficile confutare tutti e singoli gli errori, per due motivi. Primo, perché non abbiamo tale conoscenza delle asserzioni sacrileghe dei singoli oppositori, da poter desumere validi argomenti dalle ragioni da essi addotte per distruggere partendo da esse i loro errori. Così infatti fecero gli antichi dottori nel distruggere gli errori dei gentili, avendo avuto la possibilità di conoscere le loro posizioni, essendo stati gentili loro stessi, o per lo meno avendo vissuto con essi ed essendo stati istruiti nelle loro dottrine. - Secondo, perché alcuni di essi, quali i Maomettani e i pagani, non accettano come noi l'autorità della Scrittura, mediante la quale è possibile invece disputare con gli Ebrei, ricorrendo all'Antico Testamento, oppure con gli eretici ricorrendo al Nuovo Testamento. Quelli invece non accettano né l'uno né l'altro. Perciò è necessario ricorrere alla ragione naturale, cui tutti sono costretti a piegarsi. Questa però nelle cose di Dio non è sufficiente.  

 Nell'investigare quindi certe verità mostreremo quali errori esse escludano, e in che modo la verità raggiunta con la dimostrazione concordi con la fede della religione cristiana. 

SAN TOMMASO D’AQUINO 

La gente va e viene, da un falso profeta all'altro.

 


Un messaggio del Signore dato all'amata Shelley Anna


Gesù dice ,

Amati

Rinnovate ogni giorno la vostra mente nella Mia Parola

La gente va e viene, da un falso profeta all'altro.

Il discernimento è assente in mezzo a loro perché la luce della mia verità non è in loro.

La vera profezia è sempre in accordo con la mia Parola.

Così dice il Signore.

Gesù a Gofna - Ven. Anne Catherine Emmerick

 


Secondo le visioni del  

Ven. Anna Caterina Emmerick 


LA VITA DI GESÙ CRISTO E DELLA SUA SANTA MADRE 

(Dall'inizio della vita pubblica di Gesù alla prima Pasqua) 


Gesù a Gofna 


Il luogo chiamato Gur, dove Gesù pregava da solo nella locanda, non era lontano dalla città di Mageddo e dall'omonima località. Avevo visto che verso la fine dei tempi ci sarebbe stata una grande battaglia in questo luogo contro l'Anticristo. Gesù si alzò all'alba, si rimboccò le coperte, si cinse la cintura, lasciò una moneta e uscì. Attraversò diverse cittadine e non trattò con la gente, né entrò in alcun villaggio: passò per il monte Garizim, in Samaria, alla sua sinistra. Andava verso sud. Di tanto in tanto mangiava ciliegie e altri frutti, e con l'incavo della mano o con una foglia beveva acqua dalla fontana. La sera giunse a una città sui monti di Efraim, chiamata Gofna, situata su un terreno irregolare, basso e alto, con molti giardini e fattorie. Qui vivevano alcuni parenti di Gioacchino che non avevano più avuto rapporti con la Sacra Famiglia. Gesù si fermò in una locanda, dove gli lavarono i piedi e lo vestirono.  Poi arrivarono alcuni dei suoi parenti, accompagnati dai principali farisei, e lo portarono in una delle case migliori. La città era di una certa importanza e aveva la sede di un distretto di città. Il parente di Gesù era un impiegato e si occupava delle Scritture. Credo che la città appartenga alla Samaria.  Gesù fu trattato con rispetto. Si rifocillarono mentre camminavano sotto una specie di gazebo. Gesù trascorse qui la notte. Da Gerusalemme a qui c'era un giorno di cammino. Un ruscello attraversava il luogo. Quando Maria e Giuseppe avevano perso il Bambino nel tempio, erano giunti in questo luogo: pensavano che Gesù potesse essere andato avanti per raggiungere la casa di questi parenti, visto che lo avevano perso di vista a Michmas. Maria temeva addirittura che fosse caduto in acqua. 

Gesù chiese alcuni rotoli dei profeti e insegnò sul battesimo e sul Messia. Spiegò una profezia, secondo la quale il Messia era già venuto.  Parlò di eventi che si erano già compiuti e di eventi che si sarebbero dovuti compiere entro otto anni, non ricordo se una guerra o che lo scettro di Giuda sarebbe stato tolto. Egli riportò varie testimonianze di eventi che avrebbero preceduto la venuta del Messia, parlò delle sette in cui erano divisi e di molte osservanze che erano diventate vane cerimonie. Disse che il Messia sarebbe stato in mezzo a loro e che essi non lo avrebbero riconosciuto. Alludeva a Giovanni e aggiungeva più o meno così: "Egli indicherà il Messia ed essi non lo riconosceranno come tale; vorranno vedere un trionfatore, un guerriero brillante, circondato da splendori e da persone sagge e distinte; non vorranno riconoscere come Messia colui che apparirà senza lustro, senza bellezza, senza ricchezze, senza apparato esteriore; colui che camminerà tra i poveri, i contadini e gli artigiani e si mescolerà con mendicanti, storpi, lebbrosi e peccatori".  Parlò a lungo riferendosi alle profezie e dichiarò ciò che sarebbe accaduto al Messia e a Giovanni. In tutto questo non disse mai "io", ma parlò come di un'altra persona. Questi insegnamenti occuparono la maggior parte della giornata e la gente e i loro parenti arrivarono a credere che Egli sarebbe stato un messaggero, un messaggero del Messia. 

Quando Gesù tornò nella sua stanza, portarono un libro in cui avevano scritto ciò che era accaduto nel tempio con Gesù, il figlio di Maria, quando aveva dodici anni. Ricordavano alcune cose che aveva detto allora e quelle che stava dicendo ora e, quando notarono la somiglianza, rimasero stupiti e meravigliati. Il padrone di casa era un vecchio vedovo, con due figlie, anch'esse vedove, che parlavano tra loro, ricordando ciò che avevano visto al momento del fidanzamento di Giuseppe e Maria: come erano state sfoggiate quelle feste nel tempio di Gerusalemme; riflettendo sulle ricchezze di Hannah, e aggiungendo come quella famiglia fosse decaduta in splendore. Queste cose le dicevano, come è consuetudine nel mondo, con una certa aria di rimprovero e di disprezzo per la decadenza sociale di tali famiglie. Mentre chiacchieravano, da donne quali erano, del matrimonio di Maria e dei suoi abiti, vidi un'immagine mirabile della cerimonia e dell'abito nuziale di Maria, con il suo significato. Gli uomini hanno riletto le cose scritte su Gesù bambino nel tempio: come i genitori del bambino lo avevano cercato con tanta ansia. La notizia di come e quando lo avevano trovato nel tempio si era diffusa facilmente, tanto più che erano parenti. 

Quando questi parenti si meravigliarono della somiglianza dei suoi insegnamenti e cominciarono a entusiasmarsi, Gesù dichiarò che doveva lasciarli e partì, nonostante le molte suppliche di rimanere più a lungo. Diversi uomini lo accompagnarono. Passarono un ruscello su un ponte murato dove crescevano degli alberelli. Per alcune ore lo accompagnarono a un pascolo dove era stato il patriarca Giuseppe quando suo padre Giacobbe lo aveva mandato dai suoi fratelli a Sichem. Anche Giacobbe rimase a lungo in questa regione. Sul tardi, Gesù si ritirò in un luogo di pastori sull'altra sponda del torrente e i suoi compagni lo lasciarono. Dall'altra parte del torrente c'era un'area più vasta; la sinagoga si trovava da questa parte. Gesù alloggiò in una locanda. Qui si erano radunati due gruppi di battezzati che andavano per il deserto al battesimo di Giovanni: questi avevano parlato della venuta di Gesù. Egli conversò con loro la sera, ed essi partirono al mattino.  Essi lavarono i piedi al Salvatore, che si rifocillò e si ritirò per pregare e riposare. 


COMPLIMENTI A PAPÀ

 


          Vengono lodati molti che non lo meritano, a causa di ciò che fanno per compiacere l'uomo più che Me. Le lodi sono ben lontane da ciò che ricevo. È sempre stato così e continua ad essere così. Quando si inaugura una diga, si invitano al più presto il governatore, il sindaco e i loro servitori, dando pieno merito a ciò che hanno fatto per arrivare dove sono, cambiando il corso delle acque. Io Gesù, che sono ciò che sono, potenza e bontà infinita, mi lodo solo con poche parole, ma non appena la stessa diga si rompe e viene danneggiata dalla forza della natura, sono il primo a cui viene ricordato: "Questo è il castigo di Dio". L'acqua che ho fatto, il terreno dove scorre l'acqua, non sono forse la mia bontà? La natura si è fatta così?

          Bento Figlio mio, l'incredulità è peggiore di qualsiasi malattia, perché la malattia può essere curata con la medicina, ma la mancanza di fede è come un barile vuoto, ha solo il guscio all'esterno, che rappresenta solo la sua dimensione. È così anche per le persone, che guardano solo le cose che fa il mondo, mentre quello che ho fatto io è visto come se la Terra si fosse fatta da sola, da sola. Tutto ciò che gli occhi dell'uomo possono vedere: il cielo, le stelle, la luce, il sole, ciò che sta sopra la terra ed essa stessa, sono stati fatti da Me. Dopo tutto questo, ho creato l'uomo e la donna per prendermi cura di loro, perché sapevo che gli animali non potevano fare nulla.

          Ora, quello che mi aspetto è solo il disprezzo, alla fine dei tempi, dove dovrebbe essere il contrario, che gli uomini vengano a dirmi: "Padre, ti ringrazio per tutto quello che ci hai dato. So di non essere degno di tanto, quindi, mio Dio, ti chiedo perdono per averti offeso tante volte, per non averti saputo ringraziare per il cibo, l'acqua, la salute e, soprattutto, l'amore tra i miei familiari. Ora che si avvicina il momento finale, me ne sono ricordato. Grazie, Dio, se me lo merito. Ti dico mille volte grazie".

          I miei figli! Come ho voluto che fosse così in questi ultimi tempi, tutti che mi adorano e mi baciano, anche se è solo un'immagine di me, e anche di mia Madre, che continua a lottare per me, per convertire molti figli. È un compito grande e gravoso per lei, ma so che dovrà essere così negli ultimi giorni che restano.

          Coloro che Mi hanno già incontrato non si stancano mai di chiedermi perdono. Chi è ancora nel dubbio, non manchi di ascoltare i miei appelli che faccio per voi, figli miei, attraverso i segni che ho già dato e continuo a mandare alle persone che vengono guarite. Anche loro iniziano a trasmettere il Mio Potere.

           Bento, figlio mio, il numero di persone che vengono a Me crescerà dopo che tu stesso avrai mostrato chi sono e come sono. Tu sei la punta del mio barile per questo momento. Coloro che saranno miei non ti abbandoneranno. Faranno di tutto per accogliervi quando sarete chiamati a parlare di questa mia Seconda Venuta. Solo così avrò qualcuno che mi loderà alla mia venuta.

          Grazie, figlio caro. L'amore che ti do è più forte di qualsiasi cosa al mondo. Sii con la mia pace.

GESÙ

28/07/1995

Padre Pio di Pietrelcina, il primo Sacerdote stigmatizzato

 


L'avvocato Alberto Del Fante, bolognese, ex grado 33 della massoneria, scrisse questo libro dopo essersi convertito al confessionale di Padre Pio. 


Origine del profumo  

Tale profumo ha origine da un olio volatile, che si forma nel corpo dei Santi.  

S. Giovanni Climaco, narra che un giorno osservò che dal cadavere di un santo uomo chiamato Menas, usciva dalle piante dei piedi un balsamo odorosissimo.  

S. Maria de' Pazzi, dopo la morte emanò per 12 anni un profumo delizioso, e quando fu estratto il suo cadavere, intatto, si riscontrò in esso un olio miracoloso e profumatissimo.  

Estratto dopo molto tempo, da una cassa di piombo, il corpo del Beato Felice da Cantalice, i medici osservarono nella cassa un liquore odoroso, che ritennero di natura soprannaturale.  

Le ossa della Abbatessa Franca, furono trovate insieme ad un olio profumato, così pure avvenne per quelle del Beato Angelo di Oxford.  

Quando fu estratto dal sepolcro, nel 1649, il corpo del Venerabile Francesco Olimpo, furono trovate le ossa nuotanti in un balsamo, che aveva il profumo di rose miste a quello del giglio.   

Lo stesso avvenne per S. Pasquale Baylon, per Giovanna da Orvieto, per S. Rosa da Viterbo, per Suor Eustacchia Religiosa Minorita, per S. Pasquale, per S. Alfonso; per Suora Salome, e per infinite altre creature morte appunto in odore di santità. 

Dai fatti sopra citati bisogna dedurre che tale disposizione esisteva pure in vita.  

Difatti S. Ludgarda, un giorno, sentendosi assai felice, volle mostrare ad un'amica le sue mani:  

- Vedete, sorella mia, come si comporta meco il buon Dio? Egli fa scorrere dalle mie dita, a guisa di olio la pienezza della grazia, da cui è inondata l'anima mia. - (dal libro Act. Sanct. 3 lun).  

Cristina l'Ammirabile, trasudava, dal petto, olio profumato, che le serviva per ungersi le piaghe, durante la sua prigionia.  

Alla morte di Agnese di Montepulciano, nel 1317, le suore videro scaturire dal suo corpo delle goccioline di unguento soprannaturale, che raccolsero e conservarono in appositi vasi.  

Il Gorres, che io ho consultato e dal quale ho desunto quanto io espongo, poiché ho voluto valermi di autori indiscussi, dice:  

«Tali fatti e particolarmente quello citato di S. Cristina; ci offrono qualche indicazione sulla natura di questo fenomeno. Il seno della donna deve, per disposizione della Provvidenza, segregare e fornire al fanciullo il nuovo alimento. Questo alimento è di natura interamente vegetale. Il processo che lo prepara nell'organismo in cui è rinchiuso, non appartiene dunque propriamente alla natura animale, ma alla vegetale.  

Rassomiglia a quello in virtù di cui nel nocciolo del frutto si va formando l'olio, che deve servire più tardi di nutrimento al germe della pianta. Sicché il latte è, nella sua composizione, una sostanza tutta vegetale, comeché risulti d'olio, di muco e di zucchero di latte e non contenga relativamente che una parte piccolissima di azoto. Ora è ben provato che l'azoto caratterizza principalmente la vita animale. La vita mistica nell'astinenza, nella dieta che adotta, preferisce gli alimenti forniti dal regno vegetale, ed ha una certa ripugnanza per la carne degli animali.  

Una così fatta astinenza, congiunta all'allontanamento da tutto ciò che può eccitare le passioni, deve a lungo andare, rendere meravigliosamente più semplici le operazioni della vita, dare a prodotti, per conservarli, una natura più vegetale, e favorire la formazione di quell'olio di cui abbiamo constatato la presenza nei corpi di più Santi. Quest'olio più dolce e più leggero, nutrisce anche una fiamma più pura e più chiara, ed arde come una lampada nel santuario della vita. Allorché la morte ha spento la fiamma, l'olio che era nella lampada, non essendo più consumato, sgorga fuori, ed in esso si sciolgono tutte le parti molli del corpo antico».  

Questo perciò che si riferisce in generale ai Santi.  

Nel caso del nostro buon Padre, il fatto, come ho detto, può essere controllato fino a che è in vita, ciò che avverrà alla sua morte, lo diranno coloro che sopravvivranno.  

Il dono del profumo del Padre, aggiunto agli altri doni, ha questa caratteristica, che si presenta in vari modi, alcune volte invade tutti, poiché appare a vampate, come un vento impetuoso profumato, che passa e tosto si dilegua, altre volte invece persiste e si conserva per un certo tempo, non solo nell'ambiente, ma penetra nei vestiti e negli oggetti che il Padre ha toccato o di chi ha voluto beneficare.  

Non è raro il caso di persone che hanno sentito il suo profumo o prima di andare da Lui, o dopo di essere stati da Lui, e che l'abbiano sentito lungo tutto il viaggio.  

Ciò vuol dire che Padre Pio segue i suoi figli spirituali anche da lontano, li avverte, li guida, li sorregge, li consiglia, ma dirò di più, alle volte tale profumo serve invece per richiamarli al dovere se sbagliano, in tal caso vuol dire: «riga diritto, se no, ti frusto».  

Fra i vari doni soprannaturali del Padre, ho dato la precedenza al profumo. Questo lo troveremo nelle guarigioni nelle conversioni, nel discernimento dello spirito, nelle profezie, insomma, in ogni atto soprannaturale del Padre.  

Il profumo, come ho detto, è un avvertimento o una conferma che Lui ha inteso la nostra preghiera o il nostro desiderio.  

Riepilogando, potrei citare un'infinità di nomi di persone che hanno sentito il profumo del Padre, ma ne cito invece ben pochi, e passo a narrare dei brevi fatti che, a dire il vero, impallidiscono invece di aumentare la bellezza del fatto in sé, ma spesso alcuni credono più alla narrazione di questi, che al fatto medesimo.  


Narrerò qui alcuni fatti controllati, riguardanti il profumo di Padre Pio.  

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Fatto N. 1. - Una signora rumena, recatasi a S. Giovanni Rotondo, protestante, si convertì al cattolicismo.  

Prima di partire si fece benedire dal Padre una corona del Rosario. Giunta a Bucarest, estraendo dalla valigia la sua biancheria, levò pure la corona. Appena questa fu notata dai presenti, tutti sentirono per la stanza un profumo deliziosissimo.  

Richiesta se avesse rotto la bottiglietta del profumo, la signora guardò ..., ma nulla scorse.  

Ella non sentiva affatto il profumo, tutti gli altri, invece, lo sentivano benissimo.  

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Fatto N. 2. - Un giovane signore incredulo, prima di partire da S. Giovanni, si fece benedire da Padre Pio un crocifisso. Ogni volta che levava il crocifisso dal taschino, sentiva un profumo intenso che era di rosa, di incenso o di tabacco, a seconda della preghiera o della grazia che rivolgeva o chiedeva a Padre Pio.  

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Fatto N. 3. - Due giornalisti francesi, recatisi a San Giovanni, per assumere informazioni sul Padre, ritornati dopo la visita, in paese, per recarsi all'albergo, giunti sulla porta, sentirono sprigionarsi un forte profumo di viola e di rosa.  

Guardatisi intorno e nulla scorgendo, che potesse dare loro una ragione plausibile, si stupirono, ma compresero che il profumo proveniva da Padre Pio.  

*** 

Fatto N. 4. - Il capo di una famiglia molto amata dal Padre, era per morire. Nell'istante in cui il vecchio genitore sta va esalando l'ultimo respiro, dando la benedizione ai figli, la camera fu avvolta da un profumo intenso. Tutti lo sentirono, meno colui che era più fedele al Padre.  

*** 

Fatto N. 5. - Mio fratello, Guido del Fante, prima della guarigione di suo figlio Enrico, era un po' incredulo e non ammetteva il soprannaturale.  

Un venerdì sera, una signorina di Bologna, venne da noi e ci parlò del Padre, dandoci delle spiegazioni, che noi allora trovammo esagerate.  

Ci parlò delle stigmate del Padre (ancora non eravamo stati a S. Giovanni Rotondo) dei suoi doni di ubiquità, discernimento dello spirito, del suo immenso dono di convertire gli increduli, e inoltre anche del profumo.  

Mio fratello, quando questa fu partita si disse:  

- È strano, tutti hanno sentito qualche cosa. Io da Padre Pio non ho mai avuto alcuna rivelazione, vorrei sentire almeno il profumo.  

Il giorno dopo, un sabato, scendendo col figlio e con nostra madre le scale, cioè passando dal secondo al primo piano, sentì sulle scale un forte odore di violetta, che assomigliava anche alla vaniglia.  

Richiese ai parenti del piano inferiore se avevano usato dello zucchero vanigliato, essi lo assicurarono di no. Nel tratto dal primo piano alla porta di strada, il profumo non si sentiva più. Andò fino in fondo alle scale, immaginando che fosse passata forse qualche signora, che avesse in dosso tale profumo. Nulla, il profumo era scomparso. Tornato di sopra, risentì il profumo, che invece scompariva dal secondo piano in su. Insomma, il profumo sulle scale lo sentiva solo nel tratto dal secondo al primo piano. Lo strano si è che mentre lui e suo figlio lo sentirono, nostra madre non lo sentì affatto.  

La sera prima egli aveva espresso tale desiderio, e il Padre lo volle subito accontentare.  

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Fatto N. 6 - Dai sottonotati signori ricevo e ricopio questa dichiarazione:  

«Noi sottoscritti, che per grazia di Dio, abbiamo avvicinato l'anima eletta di Padre Pio, abbiamo constatato le sue seguenti soprannaturalità:  

15 agosto 1929: Nella Chiesa di S. Giovanni Rotondo, un forte profumo di fiori e di incenso. - Tonelli Antonio e Adelaide - Rastelli Giuseppe.  

In Bologna: Più e più volte noi, Tonelli Antonio e Adelaide Tonelli, profumo di rose nella Chiesa dei frati di S. Antonio. in via Jacopo della Lana. In via Dante, invece profumo di cedrina e di altri fiori, in stagioni che non esistevano fiori nei giardini. In via S. Stefano 38, cioè nella nostra casa, profumo di incenso, di garofano, e di altri fiori, profumo sentito pure dalla nostra donna di servizio, signorina Dosi Lidia, quest'ultima era scettica e solo dopo tali manifestazioni, più volte ripetute, si ricredette.  

In pieno Tavoliere delle Puglie, la signora Clementina Relli, che è priva di odorato, percepì un profumo di violette mammole.  

Girando lo sguardo, non fu visto alcun giardino da cui potesse venire il profumo, anzi doveva essere l'opposto, perché il terreno era da poco concimato. 

Il 20 marzo 1930, i signori coniugi Tonelli e la signora Clementina Relli, risentirono tale profumo. La signora Relli ritornava da una predica in S. Petronio, e all'altezza della Cassa di Risparmio in Via Farini sentì tale profumo.  

Il 16 agosto 1930, i signori Tonelli Antonio, Adelaide Tonelli, Orsini Giuseppe, Orsini Maria, Magnani Giacomo, signor Benuzzi, Rastelli Giuseppe, Sottili Paola, Calzolari Elisa, Cheli Giuseppina, Cervellati Ersilia, Possati Carolina, Gherardi Peppino, Galletti Assunta, Roversi Augusto sentirono in treno, partendo da s. Giovanni Rotondo, profumo di rose, viole, gigli, e alcuni di tuberose.  

«Il 3 novembre 1930, a Roma, scendendo da Villa Borghese verso Piazza del Popolo, i signori Tonelli Antonio, Adelaide Tonelli e la signorina Laura del Fante, sentirono profumo di garofani.  

Infine i signori Tonelli e Guidotti in Bologna, un giorno all'altezza dell'Istituto Giovanna d'Arco, in via S. Stefano, sentirono profumo di viole».  

Seguono le firme:  

 

In fede: Tonelli Antonio, Adelaide del Fante in Tonelli, rag. Enrico Guidotti, Giuseppe Rastelli, Sottili Paola, Sottili Rosina, Ersilia Cervellati, Dosi Lidia, e altre firme illeggibili.  

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Fatto N. 7. - La sera del 19 dicembre 1930, alle ore 22,30, ritornando verso casa, assieme alla signorina Eleonora Stagni, si parlava di preghiera, quando improvvisamente un intenso profumo d'incenso c'investì. Data l'ora tarda e la località, (Via Carbonesi, di fronte al negozio Marchesini) non è possibile ritenere questo profumo di natura comune, ma sibbene soprannaturale. Esso non era altro che la conferma della presenza continua del Padre, nei discorsi, negli atti della nostra vita quotidiana e spirituale.  

Come figlio spirituale suo, è mio dovere dimostrare la grandezza del Padre nei suoi atti e nelle sue opere.  

In fede:  

Bruno Giordani e Eleonora Stagni.  

 

Bologna, Viale XII Giugno N. 12.  

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Fatto N. 8. - Il giorno 12 ottobre 1930, trenta pellegrini, tutti figli spirituali del Padre, e tutti beneficiati, si recarono alla Madonna di Bocca di Rio, per pregare secondo le intenzioni del Padre, loro Padre spirituale, mentre pregavano, sentirono un intensissimo profumo di rosa.  

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Fatto N. 9. - La signorina Maria Basilio, di Torino, appena giunse a S. Giovanni Rotondo, sentì dapprima un forte profumo di incenso, poi di rosa, di viola e di altri fiori. Abituatasi a tali profumi, non vi fece caso, ma persistendo questi, per molto tempo, un giorno, parlando con Padre Pio, gli disse:  

- Padre, da sei mesi io sento sempre i più svariati profumi; ditemi, siete Voi?  

Il Padre la guardò, e colla sua voce, che ha tutte le melodie di un canto mistico, le rispose:  

- E appena ora te ne accorgi!  

*** 

Fatto N. 10. - Un medico amico da molti anni di Padre Pio, mentre teneva il Padre in grande considerazione e in fama di creatura soprannaturale, non voleva ammettere il dono del profumo, né voleva riconoscer gli il discernimento dello spirito, perché pur avendolo avvicinato più volte, mai aveva avuto occasione né di sentire il profumo, né di constatare il discernimento dello spirito o scrutamento dell'anima.  

Giunto con diversi amici a S. Giovanni Rotondo, discutendo all'ombra dell'olmo, che si trova dinanzi al convento, nell'attesa di salire dal Padre, affermò ancora una volta di non credere a tali doni, poi finì dicendo: andrò dal Padre per salutarlo.  

Appena entrato in clausura, trovò per combinazione il Padre, che lo accolse affettuosamente, con Esso salì le due scale che conducono di sopra alle celle. Salendo sentì un immenso profumo che emanava solo dalla bocca del Padre.  

Il dottore cercò di persuadersi che era suggestione, ma il profumo invece di diminuire, aumentava sempre più, tanto che, divenuto questo intensissimo, rivolgendosi al Padre gli chiese:  

- Che è Padre questo profumo?  

- Io non sento nulla - rispose Padre Pio, e giunto nella sua cena si sedette a tavolino e si mise a scrivere.  

Il dottore si aggirò nella piccola cella annusando qua e là, e dato che aveva confidenza, si permise di tirare il tiretto del tavolino da notte.  

Il Padre voltandosi, disse:  

- Che vai cercando? Mi sono cambiato, troverai i panni sporchi.  

- Ma insomma Padre cosa è questo profumo? - chiese indispettito il dottore.  

Il Padre si alzò, si mise dinanzi all'amico, assumendo una dolce e severa maestà.  

- E che ti importa, che cosa sia il profumo, pensa piuttosto a far pace con Dio.  

- Ma sono in pace, io, Padre, con Dio.  

- Davvero? - Quanto tempo è che non fai i conti con Esso, e che non ti confessi?  

Mentre il medico cercava di ricordare la data, il Padre soggiunse:  

- Da ventidue anni, da quando ti sei sposato, non ricordi? E facesti la S. Comunione per accontentare tua moglie. Da all'ora, neppure un piede in Chiesa hai messo. -  

Tutto ciò era vero.  

Il medico poté in quel giorno constatare i doni del profumo e del discernimento dello spirito.  

*** 

Fatto N. 11. - Ricevo e pubblico:  

Venezia, 6 giugno 1931.  

Egregio Cavaliere.  


Non appena ebbi fra mano la di Lei pubblicazione «L'Araldo del Signore» cercai inutilmente fra quelle pagine dense di fatti, un breve cenno almeno dei grandi benefici ottenuti da Padre Pio che Le fosse stato fornito dalle mie carissime amiche.  

Nell'intento di ovviare l'omissione m'accingo a farle noto quanto segue:  

Io e mio marito ci trovavamo di residenza a S. Giovanni in Persiceto (Bologna) quando avemmo la fortunata occasione di conoscere alcuni carissimi figli spirituali del Padre.  

Alla narrazione di molti prodigi da Egli compiuti, ci sentimmo inclinati a raccomandarci a Lui con devozione, ed in verità ne fummo corrisposti, tanto da sentire in casa nostra, parecchie volte il suo profumo e da essere avvertiti in sogno di cose e persone che potevamo portarci danno.  

Fu proprio persona da Lui segnalataci in sogno che, ci accorgemmo più tardi, tentava di metterci i bastoni fra le ruote.  

Quando più tardi, in seguito all'aggravarsi della malattia del mio povero marito, portatici a Bologna nella casa di cura «Villa Rosa» e precisamente il 5 luglio 1928, mentre egli stava per rendere la sua bell'anima a Dio, la stanza fu invasa da intenso profumo di rose; profumo percepito non soltanto da me, ma da una carissima amica presente e dall'infermiera che rimase meravigliata del fenomeno, non essendovi fiori né vicino, né lontano.  

In seguito una dottoressa del luogo, pure ebbe a constatare che per circa 12 minuti il cadavere emanava dalla bocca lo stesso profumo. Nel preciso momento in cui il mio caro spirava, una Signora mia amica che, appoggiata sul davanzale di abitazione posta in altro punto della città, stava mentalmente pregando per lui, che sapeva in grave stato, ebbe la percezione di un'ondata dello stesso profumo. Dopo la disgrazia ebbi a recarmi dal Padre, il quale seppe infondermi coraggio e rassegnazione; i consigli da Lui impartitami come di chi conosce ogni cosa, passato e futuro, ebbero la potenza di farmi raggiungere quel grado di serenità che mai avrei immaginato.  

Sono arrivata a quest'ultima frase sempre combattuta da due opposte tenaci idee: invio o no a destinazione questo scritto?  

Da un lato il bisogno di portare il mio, per quanto lieve contributo, nel far conoscere il vero Araldo del Signore a sollievo di tanta umanità sofferente ed a sempre maggior gloria d'Iddio, dall'altro il timore di aggiungere una sola pietruzza al cumulo di fatti che, non sta a me scrutare, perché dalla Chiesa siano messi all'indice, non disgiunto questo timore, dall'idea che possa dispiacere anche al nostro Padre la disobbedienza a quella Chiesa che con tanta santità Egli contribuisce ad elevare.  

Un caso di coscienza dunque, che solo il nostro Padre, saprebbe risolvere. Ed è nella speranza che Le pervenga la di Lui alta ispirazione che mi decido a spedire,  

Prego; preghiamo per questo.  

Dev.ma  

Luisa De Martis  

S. Elena - Corte Pasubio - Venezia.  

(1) Mi sono permesso di pubblicare questa lettera poiché la Signora De Martis cita fatti accaduti a lei ed al suo defunto marito, glorioso ufficiale mutilato di guerra, morto nella Casa di cura "Villa Rosa" a Bologna. Per la gloria di Dio, spero mi perdonerà poiché io rendo noti fatti soprannaturali avvenuti per il tramite di un Servo di quel Dio, che tanto ama.