domenica 22 ottobre 2023

Padre Pio di Pietrelcina, il primo Sacerdote stigmatizzato

 


L'avvocato Alberto Del Fante, bolognese, ex grado 33 della massoneria, scrisse questo libro dopo essersi convertito al confessionale di Padre Pio. 


Origine del profumo  

Tale profumo ha origine da un olio volatile, che si forma nel corpo dei Santi.  

S. Giovanni Climaco, narra che un giorno osservò che dal cadavere di un santo uomo chiamato Menas, usciva dalle piante dei piedi un balsamo odorosissimo.  

S. Maria de' Pazzi, dopo la morte emanò per 12 anni un profumo delizioso, e quando fu estratto il suo cadavere, intatto, si riscontrò in esso un olio miracoloso e profumatissimo.  

Estratto dopo molto tempo, da una cassa di piombo, il corpo del Beato Felice da Cantalice, i medici osservarono nella cassa un liquore odoroso, che ritennero di natura soprannaturale.  

Le ossa della Abbatessa Franca, furono trovate insieme ad un olio profumato, così pure avvenne per quelle del Beato Angelo di Oxford.  

Quando fu estratto dal sepolcro, nel 1649, il corpo del Venerabile Francesco Olimpo, furono trovate le ossa nuotanti in un balsamo, che aveva il profumo di rose miste a quello del giglio.   

Lo stesso avvenne per S. Pasquale Baylon, per Giovanna da Orvieto, per S. Rosa da Viterbo, per Suor Eustacchia Religiosa Minorita, per S. Pasquale, per S. Alfonso; per Suora Salome, e per infinite altre creature morte appunto in odore di santità. 

Dai fatti sopra citati bisogna dedurre che tale disposizione esisteva pure in vita.  

Difatti S. Ludgarda, un giorno, sentendosi assai felice, volle mostrare ad un'amica le sue mani:  

- Vedete, sorella mia, come si comporta meco il buon Dio? Egli fa scorrere dalle mie dita, a guisa di olio la pienezza della grazia, da cui è inondata l'anima mia. - (dal libro Act. Sanct. 3 lun).  

Cristina l'Ammirabile, trasudava, dal petto, olio profumato, che le serviva per ungersi le piaghe, durante la sua prigionia.  

Alla morte di Agnese di Montepulciano, nel 1317, le suore videro scaturire dal suo corpo delle goccioline di unguento soprannaturale, che raccolsero e conservarono in appositi vasi.  

Il Gorres, che io ho consultato e dal quale ho desunto quanto io espongo, poiché ho voluto valermi di autori indiscussi, dice:  

«Tali fatti e particolarmente quello citato di S. Cristina; ci offrono qualche indicazione sulla natura di questo fenomeno. Il seno della donna deve, per disposizione della Provvidenza, segregare e fornire al fanciullo il nuovo alimento. Questo alimento è di natura interamente vegetale. Il processo che lo prepara nell'organismo in cui è rinchiuso, non appartiene dunque propriamente alla natura animale, ma alla vegetale.  

Rassomiglia a quello in virtù di cui nel nocciolo del frutto si va formando l'olio, che deve servire più tardi di nutrimento al germe della pianta. Sicché il latte è, nella sua composizione, una sostanza tutta vegetale, comeché risulti d'olio, di muco e di zucchero di latte e non contenga relativamente che una parte piccolissima di azoto. Ora è ben provato che l'azoto caratterizza principalmente la vita animale. La vita mistica nell'astinenza, nella dieta che adotta, preferisce gli alimenti forniti dal regno vegetale, ed ha una certa ripugnanza per la carne degli animali.  

Una così fatta astinenza, congiunta all'allontanamento da tutto ciò che può eccitare le passioni, deve a lungo andare, rendere meravigliosamente più semplici le operazioni della vita, dare a prodotti, per conservarli, una natura più vegetale, e favorire la formazione di quell'olio di cui abbiamo constatato la presenza nei corpi di più Santi. Quest'olio più dolce e più leggero, nutrisce anche una fiamma più pura e più chiara, ed arde come una lampada nel santuario della vita. Allorché la morte ha spento la fiamma, l'olio che era nella lampada, non essendo più consumato, sgorga fuori, ed in esso si sciolgono tutte le parti molli del corpo antico».  

Questo perciò che si riferisce in generale ai Santi.  

Nel caso del nostro buon Padre, il fatto, come ho detto, può essere controllato fino a che è in vita, ciò che avverrà alla sua morte, lo diranno coloro che sopravvivranno.  

Il dono del profumo del Padre, aggiunto agli altri doni, ha questa caratteristica, che si presenta in vari modi, alcune volte invade tutti, poiché appare a vampate, come un vento impetuoso profumato, che passa e tosto si dilegua, altre volte invece persiste e si conserva per un certo tempo, non solo nell'ambiente, ma penetra nei vestiti e negli oggetti che il Padre ha toccato o di chi ha voluto beneficare.  

Non è raro il caso di persone che hanno sentito il suo profumo o prima di andare da Lui, o dopo di essere stati da Lui, e che l'abbiano sentito lungo tutto il viaggio.  

Ciò vuol dire che Padre Pio segue i suoi figli spirituali anche da lontano, li avverte, li guida, li sorregge, li consiglia, ma dirò di più, alle volte tale profumo serve invece per richiamarli al dovere se sbagliano, in tal caso vuol dire: «riga diritto, se no, ti frusto».  

Fra i vari doni soprannaturali del Padre, ho dato la precedenza al profumo. Questo lo troveremo nelle guarigioni nelle conversioni, nel discernimento dello spirito, nelle profezie, insomma, in ogni atto soprannaturale del Padre.  

Il profumo, come ho detto, è un avvertimento o una conferma che Lui ha inteso la nostra preghiera o il nostro desiderio.  

Riepilogando, potrei citare un'infinità di nomi di persone che hanno sentito il profumo del Padre, ma ne cito invece ben pochi, e passo a narrare dei brevi fatti che, a dire il vero, impallidiscono invece di aumentare la bellezza del fatto in sé, ma spesso alcuni credono più alla narrazione di questi, che al fatto medesimo.  


Narrerò qui alcuni fatti controllati, riguardanti il profumo di Padre Pio.  

*** 

Fatto N. 1. - Una signora rumena, recatasi a S. Giovanni Rotondo, protestante, si convertì al cattolicismo.  

Prima di partire si fece benedire dal Padre una corona del Rosario. Giunta a Bucarest, estraendo dalla valigia la sua biancheria, levò pure la corona. Appena questa fu notata dai presenti, tutti sentirono per la stanza un profumo deliziosissimo.  

Richiesta se avesse rotto la bottiglietta del profumo, la signora guardò ..., ma nulla scorse.  

Ella non sentiva affatto il profumo, tutti gli altri, invece, lo sentivano benissimo.  

*** 

Fatto N. 2. - Un giovane signore incredulo, prima di partire da S. Giovanni, si fece benedire da Padre Pio un crocifisso. Ogni volta che levava il crocifisso dal taschino, sentiva un profumo intenso che era di rosa, di incenso o di tabacco, a seconda della preghiera o della grazia che rivolgeva o chiedeva a Padre Pio.  

*** 

Fatto N. 3. - Due giornalisti francesi, recatisi a San Giovanni, per assumere informazioni sul Padre, ritornati dopo la visita, in paese, per recarsi all'albergo, giunti sulla porta, sentirono sprigionarsi un forte profumo di viola e di rosa.  

Guardatisi intorno e nulla scorgendo, che potesse dare loro una ragione plausibile, si stupirono, ma compresero che il profumo proveniva da Padre Pio.  

*** 

Fatto N. 4. - Il capo di una famiglia molto amata dal Padre, era per morire. Nell'istante in cui il vecchio genitore sta va esalando l'ultimo respiro, dando la benedizione ai figli, la camera fu avvolta da un profumo intenso. Tutti lo sentirono, meno colui che era più fedele al Padre.  

*** 

Fatto N. 5. - Mio fratello, Guido del Fante, prima della guarigione di suo figlio Enrico, era un po' incredulo e non ammetteva il soprannaturale.  

Un venerdì sera, una signorina di Bologna, venne da noi e ci parlò del Padre, dandoci delle spiegazioni, che noi allora trovammo esagerate.  

Ci parlò delle stigmate del Padre (ancora non eravamo stati a S. Giovanni Rotondo) dei suoi doni di ubiquità, discernimento dello spirito, del suo immenso dono di convertire gli increduli, e inoltre anche del profumo.  

Mio fratello, quando questa fu partita si disse:  

- È strano, tutti hanno sentito qualche cosa. Io da Padre Pio non ho mai avuto alcuna rivelazione, vorrei sentire almeno il profumo.  

Il giorno dopo, un sabato, scendendo col figlio e con nostra madre le scale, cioè passando dal secondo al primo piano, sentì sulle scale un forte odore di violetta, che assomigliava anche alla vaniglia.  

Richiese ai parenti del piano inferiore se avevano usato dello zucchero vanigliato, essi lo assicurarono di no. Nel tratto dal primo piano alla porta di strada, il profumo non si sentiva più. Andò fino in fondo alle scale, immaginando che fosse passata forse qualche signora, che avesse in dosso tale profumo. Nulla, il profumo era scomparso. Tornato di sopra, risentì il profumo, che invece scompariva dal secondo piano in su. Insomma, il profumo sulle scale lo sentiva solo nel tratto dal secondo al primo piano. Lo strano si è che mentre lui e suo figlio lo sentirono, nostra madre non lo sentì affatto.  

La sera prima egli aveva espresso tale desiderio, e il Padre lo volle subito accontentare.  

*** 

Fatto N. 6 - Dai sottonotati signori ricevo e ricopio questa dichiarazione:  

«Noi sottoscritti, che per grazia di Dio, abbiamo avvicinato l'anima eletta di Padre Pio, abbiamo constatato le sue seguenti soprannaturalità:  

15 agosto 1929: Nella Chiesa di S. Giovanni Rotondo, un forte profumo di fiori e di incenso. - Tonelli Antonio e Adelaide - Rastelli Giuseppe.  

In Bologna: Più e più volte noi, Tonelli Antonio e Adelaide Tonelli, profumo di rose nella Chiesa dei frati di S. Antonio. in via Jacopo della Lana. In via Dante, invece profumo di cedrina e di altri fiori, in stagioni che non esistevano fiori nei giardini. In via S. Stefano 38, cioè nella nostra casa, profumo di incenso, di garofano, e di altri fiori, profumo sentito pure dalla nostra donna di servizio, signorina Dosi Lidia, quest'ultima era scettica e solo dopo tali manifestazioni, più volte ripetute, si ricredette.  

In pieno Tavoliere delle Puglie, la signora Clementina Relli, che è priva di odorato, percepì un profumo di violette mammole.  

Girando lo sguardo, non fu visto alcun giardino da cui potesse venire il profumo, anzi doveva essere l'opposto, perché il terreno era da poco concimato. 

Il 20 marzo 1930, i signori coniugi Tonelli e la signora Clementina Relli, risentirono tale profumo. La signora Relli ritornava da una predica in S. Petronio, e all'altezza della Cassa di Risparmio in Via Farini sentì tale profumo.  

Il 16 agosto 1930, i signori Tonelli Antonio, Adelaide Tonelli, Orsini Giuseppe, Orsini Maria, Magnani Giacomo, signor Benuzzi, Rastelli Giuseppe, Sottili Paola, Calzolari Elisa, Cheli Giuseppina, Cervellati Ersilia, Possati Carolina, Gherardi Peppino, Galletti Assunta, Roversi Augusto sentirono in treno, partendo da s. Giovanni Rotondo, profumo di rose, viole, gigli, e alcuni di tuberose.  

«Il 3 novembre 1930, a Roma, scendendo da Villa Borghese verso Piazza del Popolo, i signori Tonelli Antonio, Adelaide Tonelli e la signorina Laura del Fante, sentirono profumo di garofani.  

Infine i signori Tonelli e Guidotti in Bologna, un giorno all'altezza dell'Istituto Giovanna d'Arco, in via S. Stefano, sentirono profumo di viole».  

Seguono le firme:  

 

In fede: Tonelli Antonio, Adelaide del Fante in Tonelli, rag. Enrico Guidotti, Giuseppe Rastelli, Sottili Paola, Sottili Rosina, Ersilia Cervellati, Dosi Lidia, e altre firme illeggibili.  

*** 

Fatto N. 7. - La sera del 19 dicembre 1930, alle ore 22,30, ritornando verso casa, assieme alla signorina Eleonora Stagni, si parlava di preghiera, quando improvvisamente un intenso profumo d'incenso c'investì. Data l'ora tarda e la località, (Via Carbonesi, di fronte al negozio Marchesini) non è possibile ritenere questo profumo di natura comune, ma sibbene soprannaturale. Esso non era altro che la conferma della presenza continua del Padre, nei discorsi, negli atti della nostra vita quotidiana e spirituale.  

Come figlio spirituale suo, è mio dovere dimostrare la grandezza del Padre nei suoi atti e nelle sue opere.  

In fede:  

Bruno Giordani e Eleonora Stagni.  

 

Bologna, Viale XII Giugno N. 12.  

*** 

Fatto N. 8. - Il giorno 12 ottobre 1930, trenta pellegrini, tutti figli spirituali del Padre, e tutti beneficiati, si recarono alla Madonna di Bocca di Rio, per pregare secondo le intenzioni del Padre, loro Padre spirituale, mentre pregavano, sentirono un intensissimo profumo di rosa.  

*** 

Fatto N. 9. - La signorina Maria Basilio, di Torino, appena giunse a S. Giovanni Rotondo, sentì dapprima un forte profumo di incenso, poi di rosa, di viola e di altri fiori. Abituatasi a tali profumi, non vi fece caso, ma persistendo questi, per molto tempo, un giorno, parlando con Padre Pio, gli disse:  

- Padre, da sei mesi io sento sempre i più svariati profumi; ditemi, siete Voi?  

Il Padre la guardò, e colla sua voce, che ha tutte le melodie di un canto mistico, le rispose:  

- E appena ora te ne accorgi!  

*** 

Fatto N. 10. - Un medico amico da molti anni di Padre Pio, mentre teneva il Padre in grande considerazione e in fama di creatura soprannaturale, non voleva ammettere il dono del profumo, né voleva riconoscer gli il discernimento dello spirito, perché pur avendolo avvicinato più volte, mai aveva avuto occasione né di sentire il profumo, né di constatare il discernimento dello spirito o scrutamento dell'anima.  

Giunto con diversi amici a S. Giovanni Rotondo, discutendo all'ombra dell'olmo, che si trova dinanzi al convento, nell'attesa di salire dal Padre, affermò ancora una volta di non credere a tali doni, poi finì dicendo: andrò dal Padre per salutarlo.  

Appena entrato in clausura, trovò per combinazione il Padre, che lo accolse affettuosamente, con Esso salì le due scale che conducono di sopra alle celle. Salendo sentì un immenso profumo che emanava solo dalla bocca del Padre.  

Il dottore cercò di persuadersi che era suggestione, ma il profumo invece di diminuire, aumentava sempre più, tanto che, divenuto questo intensissimo, rivolgendosi al Padre gli chiese:  

- Che è Padre questo profumo?  

- Io non sento nulla - rispose Padre Pio, e giunto nella sua cena si sedette a tavolino e si mise a scrivere.  

Il dottore si aggirò nella piccola cella annusando qua e là, e dato che aveva confidenza, si permise di tirare il tiretto del tavolino da notte.  

Il Padre voltandosi, disse:  

- Che vai cercando? Mi sono cambiato, troverai i panni sporchi.  

- Ma insomma Padre cosa è questo profumo? - chiese indispettito il dottore.  

Il Padre si alzò, si mise dinanzi all'amico, assumendo una dolce e severa maestà.  

- E che ti importa, che cosa sia il profumo, pensa piuttosto a far pace con Dio.  

- Ma sono in pace, io, Padre, con Dio.  

- Davvero? - Quanto tempo è che non fai i conti con Esso, e che non ti confessi?  

Mentre il medico cercava di ricordare la data, il Padre soggiunse:  

- Da ventidue anni, da quando ti sei sposato, non ricordi? E facesti la S. Comunione per accontentare tua moglie. Da all'ora, neppure un piede in Chiesa hai messo. -  

Tutto ciò era vero.  

Il medico poté in quel giorno constatare i doni del profumo e del discernimento dello spirito.  

*** 

Fatto N. 11. - Ricevo e pubblico:  

Venezia, 6 giugno 1931.  

Egregio Cavaliere.  


Non appena ebbi fra mano la di Lei pubblicazione «L'Araldo del Signore» cercai inutilmente fra quelle pagine dense di fatti, un breve cenno almeno dei grandi benefici ottenuti da Padre Pio che Le fosse stato fornito dalle mie carissime amiche.  

Nell'intento di ovviare l'omissione m'accingo a farle noto quanto segue:  

Io e mio marito ci trovavamo di residenza a S. Giovanni in Persiceto (Bologna) quando avemmo la fortunata occasione di conoscere alcuni carissimi figli spirituali del Padre.  

Alla narrazione di molti prodigi da Egli compiuti, ci sentimmo inclinati a raccomandarci a Lui con devozione, ed in verità ne fummo corrisposti, tanto da sentire in casa nostra, parecchie volte il suo profumo e da essere avvertiti in sogno di cose e persone che potevamo portarci danno.  

Fu proprio persona da Lui segnalataci in sogno che, ci accorgemmo più tardi, tentava di metterci i bastoni fra le ruote.  

Quando più tardi, in seguito all'aggravarsi della malattia del mio povero marito, portatici a Bologna nella casa di cura «Villa Rosa» e precisamente il 5 luglio 1928, mentre egli stava per rendere la sua bell'anima a Dio, la stanza fu invasa da intenso profumo di rose; profumo percepito non soltanto da me, ma da una carissima amica presente e dall'infermiera che rimase meravigliata del fenomeno, non essendovi fiori né vicino, né lontano.  

In seguito una dottoressa del luogo, pure ebbe a constatare che per circa 12 minuti il cadavere emanava dalla bocca lo stesso profumo. Nel preciso momento in cui il mio caro spirava, una Signora mia amica che, appoggiata sul davanzale di abitazione posta in altro punto della città, stava mentalmente pregando per lui, che sapeva in grave stato, ebbe la percezione di un'ondata dello stesso profumo. Dopo la disgrazia ebbi a recarmi dal Padre, il quale seppe infondermi coraggio e rassegnazione; i consigli da Lui impartitami come di chi conosce ogni cosa, passato e futuro, ebbero la potenza di farmi raggiungere quel grado di serenità che mai avrei immaginato.  

Sono arrivata a quest'ultima frase sempre combattuta da due opposte tenaci idee: invio o no a destinazione questo scritto?  

Da un lato il bisogno di portare il mio, per quanto lieve contributo, nel far conoscere il vero Araldo del Signore a sollievo di tanta umanità sofferente ed a sempre maggior gloria d'Iddio, dall'altro il timore di aggiungere una sola pietruzza al cumulo di fatti che, non sta a me scrutare, perché dalla Chiesa siano messi all'indice, non disgiunto questo timore, dall'idea che possa dispiacere anche al nostro Padre la disobbedienza a quella Chiesa che con tanta santità Egli contribuisce ad elevare.  

Un caso di coscienza dunque, che solo il nostro Padre, saprebbe risolvere. Ed è nella speranza che Le pervenga la di Lui alta ispirazione che mi decido a spedire,  

Prego; preghiamo per questo.  

Dev.ma  

Luisa De Martis  

S. Elena - Corte Pasubio - Venezia.  

(1) Mi sono permesso di pubblicare questa lettera poiché la Signora De Martis cita fatti accaduti a lei ed al suo defunto marito, glorioso ufficiale mutilato di guerra, morto nella Casa di cura "Villa Rosa" a Bologna. Per la gloria di Dio, spero mi perdonerà poiché io rendo noti fatti soprannaturali avvenuti per il tramite di un Servo di quel Dio, che tanto ama.  


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