AGOSTINO AI SANTI FRATELLI E VESCOVI EUTROPIO E PAOLO
La dodicesima contestazione: la volontà umana non ha il potere di volgersi al bene?
6. 12. Scrive costui: Si deve chiedere ancora perché mai l'uomo non possa essere senza peccato: se ciò dipenda dalla volontà o dalla natura. Se dalla natura, il peccato non c'è; se dalla volontà, è facilissimo con la volontà cambiare la volontà. Noi rispondiamo ammonendo che si deve riflettere quanto sia grande cotesta presunzione che fa dire che non solo la volontà può cambiare la volontà - e non si deve certamente negare che lo possa con l'aiuto della grazia di Dio -, ma anche che "la volontà può facilissimamente cambiare la.volontà", mentre l'Apostolo dice: La carne ha desideri contrari allo spirito e lo spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda, sicché voi non fate quello che vorreste 34. Non dice infatti: Queste cose si oppongono a vicenda, sicché voi non volete quello che potete fare, ma dice: Sicché voi non fate quello che vorreste. Dunque la concupiscenza della carne, la quale è certamente colpevole e viziosa, non è altro che quel desiderio di peccato che il medesimo Apostolo comanda di non far regnare nel nostro corpo mortale 35, dando così ad intendere sufficientemente che è tuttavia presente nel nostro corpo mortale il peccato a cui non si deve permettere di regnare. Perché mai dunque cotesta concupiscenza non è stata cambiata da quella volontà espressa dall'Apostolo con sufficiente evidenza nelle parole:
Sicché voi non fate quello che vorreste, se è facile con la volontà cambiare la volontà? Ed in questa maniera non è certamente che noi accusiamo la natura o dell'anima o del corpo, la quale è stata creata da Dio ed è tutta buona, ma diciamo che essa, dopo esser stata viziata dalla propria volontà, non può esser sanata se non dalla grazia di Dio;
La tredicesiina contestazione: perché l'inevitabile dovrebbe essere una colpa per l'uomo?
6. 13. Scrive costui: Si deve chiedere ancora di chi sia la colpa che l'uomo non possa essere senza peccato: se dell'uomo stesso o di qualsiasi altro. Se dell'uomo stesso, come può aver colpa di non essere quello che non può essere? Noi rispondiamo che in tanto è colpa dell'uomo di non esser senza peccato in quanto è dipeso solo dalla volontà dell'uomo che egli arrivasse a tale necessità da non poter essere superata dalla sola volontà dell'uomo.
La quattordicesima contestazione: come può essere buona la natura umana, se non le è possibile evitare il male?
6. 14. Scrive costui: Si deve chiedere ancora, ammesso che la natura dell'uomo sia buona, ciò che nessuno all'infuori di Marcione o di Manicheo oserà negare, come dunque sia buona la natura dell'uomo, se non le è possibile esser immune dal male. Chi potrebbe infatti dubitare che ogni peccato sia un male? Noi rispondiamo che la natura dell'uomo è buona e che essa può esser immune dal male. È per questo appunto che gridiamo: Liberaci dal male 36. Ciò non si avvera perfettamente finché un corpo corruttibile appesantisce l'anima 37. Ma la grazia ottiene per mezzo della fede che un giorno si possa dire: Dov'è, o morte, la tua vittoria? Dov'è, o morte, il tuo pungiglione? Il pungiglione della morte è il peccato e la forza del peccato è la legge 38. Perché la legge con le sue proibizioni accresce il desiderio del peccato, se lo Spirito non diffonde la carità, la quale sarà piena e perfetta quando vedremo Dio faccia a faccia 39.
Sant'Agostino
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