«Continuando il mio solito stato, mi son trovata fuori di me stessa insieme col “Carino mio, dimmi Bambino Gesù, tutto afflitto. Io, nel vederlo così afflitto, ho detto:
che cosa vuoi? Che soffri, per sollevarti?”
E Lui si è messo con la faccia per terra e pregava, quasi che volesse che interpretassi la sua Volontà, ma io non capivo niente; l’ho sollevato da terra, l’ho baciato più volte e “Diletto mio, non capisco che cosa vuoi che soffra. Vuoi che soffra la ho detto:
crocifissione?”
E Lui: “No”, e ha preso il braccio in mano e mi spuntava i polsi della camicia.
“Vuoi che sia spogliato? Sento molta ripugnanza, ma Io, nel vedere ciò, ho detto:
per amor tuo mi sottometto”.
In questo mentre, vedevo un uomo che, preso da disperazione e dalla stima propria accadeva] nel nostro paese. Il Bambino mi ha detto:
di se stesso, si suicidava, e questo [“Non posso contenere tanta amarezza, ricevi tu una parte”. E ha versato nella mia bocca un poco della sua amarezza. Io sono corsa da quell’uomo per aiutarlo a pentirsi del male che aveva fatto. I demoni prendevano quell’anima e la mettevano sul fuoco e la volgevano e rivolgevano come se la arrostissero. Io per ben due volte l’ho liberato e mi son trovata in me stessa, pregando il Signore che usasse misericordia verso quell’anima sventurata….» (Vol. 7°, 05.03.1906)
Pablo Martín Sanguiao
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