martedì 5 maggio 2020

I Dieci Comandamenti



Alla luce delle Rivelazioni a Maria Valtorta


IL SESTO COMANDAMENTO: “NON COMMETTERE ATTI IMPURI”. 

Uno per uno attraverso le “catechesi” di Gesù nelle fredde e piovose giornate all'Acqua speciosa, abbiamo passato in rassegna i primi cinque Comandamenti. 
Il loro rispetto è indispensabile per la nostra salvezza, senza dimenticare che - ove non riuscissimo o non ci fosse stato possibile rispettarli, basterebbe - anche alla fine della nostra vita - un sincero atto di contrizione per ottenere il perdono da Dio, sia pur attraverso una salutare sosta... in Purgatorio. 
Questo vale ovviamente anche per il sesto Comandamento, quello di non commettere “atti impuri”. 
“Atti impuri”: il pudore ci spinge ad usare questo termine abbastanza “neutro”, piuttosto “generico”, ma che in realtà - come vedremo - assumerà una concretezza piuttosto cruda che ci potrà lasciare scossi e ci potrebbe indurre - come una volta dissero gli apostoli a Gesù che li invitava a fare a meno delle “donne” - a guardarsi in faccia semi-costernati, anche i già “sposati”, ed a dire qualcosa come: “Ma allora chi si salva?''. 
Quello del Gesù di Maria Valtorta - non dimentichiamolo - era un invito agli Apostoli, cioè ai futuri Vescovi ma anche ai discepoli, futuri sacerdoti, quindi persone chiamate a speciale missione, mediatori fra l'uomo e Dio. 
Chi ogni giorno rinnova nella S. Messa il Sacrificio Eucaristico - e consacra nelle proprie mani la particola dell'Ostia che diviene Gesù - deve essere “puro”, di una purezza assoluta, perché “tocca” Gesù, il Dio-Uomo, che si è fatto presente in Essa in Corpo, Sangue, Anima e Divinità. 
Ecco le ragioni del celibato dei Sacerdoti santi: per tenere nelle proprie mani il Gesù Eucaristico è necessaria purezza, non solo di pensiero ma anche “fisica”. 
Quello del “non fornicare” è dunque un Comandamento che - nella Chiesa attuale, afflitta da questo grave problema come tutti ben sanno per averlo detto ufficialmente anche il Santo Padre - dovrebbe riguardare innanzitutto sacerdoti, vescovi e cardinali, ma non di meno - sia pur con qualche attenuante in più - tutti i cristiani che vorrebbero veramente essere tali. 
Non è facile, ovviamente, perché uno dei risultati provocati dal Peccato originale, o meglio una delle conseguenze, è stata non solo la corruzione dello spirito ma anche quella del senso, talché da allora - e oggi più che mai -  viviamo in una società che si potrebbe definire una grande “Sodoma e Gomorra”, dove la fornicazione la faceva da padrona. 
Se allora erano i sodomiti a meritare la distruzione, oggi - nella società odierna - la distruzione, la messa alla gogna, la rischiano invece coloro che invitano a non commettere “atti impuri”. 
Quello che leggerete qui di seguito attraverso le parole del Gesù valtortiano non deve però atterrire: Chi parla è, infatti, Dio, ed Egli parla essendo Purezza assoluta. 
La sensualità, conseguenza della perdita della Grazia santificante a causa proprio del Peccato originale, è stata voluta da Satana - al cui invito i Primi Due Progenitori avevano accondisceso - per deturpare il concetto di “Amore” che Dio avrebbe voluto istillare negli uomini, trasformandolo in qualche cosa di “sporco”. Una irridente beffa di Satana nel confronti di Dio come per dirgli: “Ecco come questi, che tu hai creato per essere figli tuoi, amando, ecco come questi amano, guarda!”. 
Dio ovviamente sapeva tutto in anticipo fin da prima della Creazione, anche del Peccato originale, anche del come avremmo deturpato il concetto d'amore, ma ciò nonostante ha creato l'Universo, ciò nonostante ha creato l'uomo e nonostante il Peccato originale non l’ha distrutto, come non lo distrugge nemmeno ora che alle conseguenze del Peccato originale, non provocato da noi uomini e donne attuali, aggiungiamo quelle di tutti i nostri peccati individuali. 
Perché Dio non ci distrugge come fece con gli uomini di cui parla il Capo VI della Genesi in occasione del Diluvio universale? 
Perché conosce la nostra debolezza. E allora ci invita alla purezza, ce ne fa comprendere l'importanza con il descriverci le situazioni derivanti dalla sua mancanza, ma senza dimenticare mai, noi, che - pur di fronte a tutte le nostre cadute - Egli è sempre pronto a tenderci la mano, sol che noi - sofferenti, malati, deboli - facciamo il minimo accenno di volergliela tendere. 
Nessuno si spaventi dunque per la sua “umanamente” terribile Dottrina sulla purezza che potrebbe far dire a molti, come dissero gli apostoli: “Ma allora chi si salva? Qui ce n'è per tutti!”. 
Non dipende infatti da noi il “salvarci”, perché a farlo ci pensa Lui, sol che il nostro pensiero, prima o poi, lo voglia. 
Ciò di cui dobbiamo avere coscienza - rispetto al nostro stato di “lebbrosi spirituali” - è che noi uomini non stiamo vivendo la Realtà del Progetto originario di Dio, ma quella del regno di Satana che - è bene non dimenticarlo - è il Principe di questo mondo: Parola di Gesù! 
È per questo che il Verbo si è incarnato, per trarci fuori da un inferno in terra, pur sempre limitato nel tempo, per evitarci quello dell'Aldilà. 
Questo salvataggio - per Dio - è valso la pena per un Sacrificio di un Dio in Croce perché la Purezza, la riacquistata Purezza grazie al nostro pentimento e Perdono di Dio, ha un valore incommensurabile. 
La Purezza ha un valore tale che Gesù suggerì alla mistica Valtorta - parlando di Maria Ss., della sua nascita e della sua Purezza - il seguente Pensiero di Introduzione all'Opera de “L'Evangelo come mi è stato rivelato”: 

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a cura del Team Neval 

Riflessioni di Giovanna Busolini 


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