Secondo le contemplazioni
della pia Suora STIGMATIZZATA
Anna Caterina Emmerick
L'Angelo annuncia a Zaccaria la nascita di Giovanni
A causa della sterilità di Elisabetta, Zaccaria era ricevuto con freddezza al tempio. I sacerdoti mantenevano quest'atteggiamento anche quando lui era di servizio nel luogo sacro; ciò accadeva due volte all'anno. L'abitazione di Zaccaria non era proprio ad Hebron, ma poco lontana da Juta. Sembra, dai molti ruderi esistenti, che nell'antichità questi luoghi fossero stati congiunti in una sola città, estesa come Gerusalemme. In Hebron abitavano i sacerdoti minori, gli altri avevano la loro residenza a Juta. Zaccaria ed Elisabetta, in virtù della loro discendenza diretta da Aronne e per la loro devozione, erano molto considerati ed onorati presso quella popolazione; Zaccaria era considerato da molti come un sommo sacerdote. Il sant'uomo istruiva gli altri sacerdoti e pregava con loro, il che era una specie di preparazione all'imminente servizio al tempio. Infatti lo vidi, con alcuni di questi primi, ritirarsi per un periodo in un piccolo podere di sua proprietà a Juta. Gli stessi religiosi lo accompagnarono a Gerusalemme e là si fermarono ancora per quattro giorni, prima che Zaccaria venisse chiamato per officiare al tempio. Egli trascorse quel periodo in assoluta preghiera e meditazione per prepararsi all'ufficio liturgico. Lo vidi entrare nel Sancta Sanctorum e porsi dinanzi all'ara d'oro del sacrificio che ardeva all'entrata del santuario. Essendo stato tolto il soffitto che stava al di sopra dell'ara, si poteva scorgere liberamente il cielo sereno. Mentre Zaccaria entrava, un sacerdote gli disse qualcosa e se ne andò. Rimasto solo, Zaccaria entrò in una stanza oscura attraverso una tenda e vi prese qualcosa che bruciò sull'ara. Allora una figura luminosa scese su di lui e lo avvolse di splendore; lo vidi cadere a destra dell'altare rapito in estasi. Un Angelo lo rialzò e parlò con lui per molto tempo, vidi Zaccaria rispondergli. Un altro Angelo luminoso discese dal cielo e gli tolse qualcosa dal corpo, mentre il primo, dopo aver accolto la risposta di Zaccaria, gli immise una specie di corpicino luminoso nel fianco. Quest'apparizione fu simile a quella che ebbe Gioacchino, quando gli fu promesso dall'Angelo che sarebbe stata concepita la Santa Vergine. Vidi frattanto il popolo orante attendere inquieto, perché era consuetudine che il sacerdote subito dopo aver acceso il fuoco sull'ara del sacrificio uscisse dal luogo santo. Zaccaria era diventato muto, perciò prima di uscire scrisse su una tavoletta alcune parole. Il popolo si affollò intorno appena lo vide, ma egli continuava a mostrare a tutti la tavoletta. Poi mandò la medesima ad Elisabetta affinché fosse subito istruita delle promesse misericordiose del Signore. Egli scrisse alla sua sposa come era divenuto muto e che presto avrebbe fatto ritorno a casa. Anche Elisabetta ebbe una visione ma non saprei dire quale...
A causa delle atroci sofferenze che la tormentavano, la pia Suora interruppe la narrazione, noi con tinuiamo con i passi del Vangelo:
"Allora gli apparve un angelo del Signore, ritto alla destra dell'altare dell'incenso. Quando lo vide, Zaccaria si turbò e fu preso da timore. Ma l'angelo gli disse: «Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, che chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza e molti si rallegreranno della sua nascita, poiché egli sarà gran-de davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà pieno di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli d'Israele al Signore loro Dio. Gli camminerà innanzi con lo spirito e la forza di Elia, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto»" (Lc 1,11 55.).
La preghiera di Zaccaria di avere un figlio, da quanto lui stesso dirà subito dopo, non era molto recente. Giovanni, che significa "Dio è misericordioso", ricevette il nome da Dio stesso. Non solo, ma venne santificato da Dio fin nel grembo materno. Le sue rinunce ne fecero quasi un nazireo, consacrato con voto speciale a Dio (cfr. Nm 6,1>. La sua missione era ben delineata: sarebbe divenuto il precursore, colui che avrebbe spianato la strada al Messia, disponendo il popolo alla sua venuta. Egli era l'Elia, predetto da Malachia: "Ecco, io invierò il profeta Elia prima che giunga il giorno grande e terribile del Signore, perché converta il cuore dei padri verso i figli e il cuore dei figli verso i padri; così che io venendo non colpisca il paese con lo sterminio". Elia aveva valore simbolico, Giovanni era dotato dello spirito profetico e della forza di convinzione dell'antico profeta. Ma non era Elia ridisceso sulla terra. Quando gli venne chiesto se fosse Elia, Giovanni aveva risposto: "Non lo sono" (Gv 1,21). Tuttavia la sua assimilazione sarà confermata da Gesù: "Orbene, io vi dico che Elia è già venuto" (Mc 9,13). "Zaccaria disse all'angelo: «Come posso conoscere questo? Io sono vecchio e mia moglie è avanzata negli anni». L'angelo gli rispose: «Io sono Gabriele che sto al cospetto di Dio e sono stato mandato a parlarti e a portarti questo lieto annunzio. Ed ecco, sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, le quali si adempiranno a loro tempo»" (Lc 1,18-20.). Zaccaria aveva chiesto un segno, perché la cosa gli sembrava incredibile, nonostante i precedenti biblici delle nascite di Isacco, Sansone e Samuele. Certo aveva mostrato poca fede: solo l'apparizione dell'Angelo avrebbe dovuto convincerlo. E il segno l'avrebbe avuto in se stesso: sarebbe rimasto muto fino alla nascita del bambino. E, come vedremo, anche sordo. "Intanto il popolo stava in attesa di Zaccaria, e si meraviglia-va per il suo indugiare nel tempio. Quando poi uscì e non poteva parlare loro, capirono che nel tempio aveva avuto una visione. Faceva loro dei cenni e restava muto" (Lc 1,21-22). Forse il popolo attendeva anche la benedizione, che Zaccaria non potè pronunciare. Fece dei cenni per far capire che non poteva parlare. "Compiuti i giorni del suo servizio, tornò a casa. Dopo quei giorni Elisabetta, sua moglie, concepì e si tenne nascosta per cinque mesi e diceva: «Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è degnato di togliere la mia vergogna tra gli uomini»" (Lc 1,23-25.). Elisabetta si servì delle parole di Rachele (cfr. Gen 30,6) per ricordare la grande grazia di Dio. Per la donna ebrea era una grande vergogna non avere dei figli. Poi, forse anche per non dar luogo a strani commenti, l'anziana signora preferì restare appartata per cinque mesi. Dal nascondimento la trarrà la visita di Maria Santissima nel sesto mese.
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