Essere vicario non è essere sostituto, né tanto meno successore. Vuol dire fare le veci di chi ha l’autorità, il quale si rende presente per mezzo del suo vicario. Il vicario non si appartiene, appartiene interamente a colui che lo ha designato chiamandolo a questa missione. Sommo onore, essere in qualche modo vicario di Dio.
Cristo ha voluto come suo vicario presso la Chiesa Simon Pietro, designato dal Padre. Sia Pietro che tutti i suoi successori non hanno più diritto ad essere se stessi (ecco perché adottano un nome diverso da quello proprio), ma devono essere “Gesù per mezzo loro” (“il dolce Cristo sulla terra”, come Santa Caterina da Siena chiama il Papa). Quindi Pietro rappresenta (= rende presente) Cristo presso la Chiesa, e viceversa, rappresenta la Chiesa, la Sposa, presso Cristo. Ecco perché a Pietro (alla Chiesa) Gesù domanda “mi ami?”, e alla risposta affermativa aggiunge: “pasci i miei agnelli, le mie pecorelle”. Sono miei, non sono tuoi. Tu non sei il padrone della mia Chiesa, ma mi rappresenti. Presso di essa, tu ed Io siamo una sola cosa, il Buon Pastore. Il plurale maiestatico (“noi”) che prima usavano i Papi, non era per essere “maiestatico”, ma perché sono due in uno. Quindi, caro Pietro, tu sei il Vicario di Cristo, ma se volessi in qualche modo sostituirlo (soppiantarlo) nella cura e nella guida del Gregge, diventeresti il vicario dell’anti-Cristo… Il che, in misura minore, si applica a qualsiasi tipo di autorità.
Un secondo vicario ha voluto Gesù: l’apostolo Giovanni, suo vicario presso la sua Madre. E come Giovanni, così noi. In ognuno di noi la Mamma deve trovare il suo unico Figlio, il suo Gesù. Gesù per mezzo nostro, Gesù in ognuno di noi vuole continuare ad onorare e ad amare la sua Mamma e in Lei onorare ed amare la Paternità del Padre.
Ma il Padre Divino ha voluto avere un suo vicario “personale” presso Gesù e Maria, ed è il caro San Giuseppe. E come ha fatto le veci del Padre presso i suoi due Tesori, così dal Cielo continua a prendersi cura della santa Chiesa, la sacra Famiglia mistica di Cristo.
Inoltre, tutti noi siamo chiamati ad essere, in diversi modi, vicari di Cristo presso i nostri fratelli: “Chi accoglie colui che Io manderò, accoglie Me; chi accoglie Me, accoglie Colui che mi ha mandato” (Gv 13,20) “In quel giorno voi saprete che Io sono nel Padre e voi in Me e Io in voi” (Gv 14,20).
P. Pablo Martin Sanguiao
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