Sacrileghe “profanazioni”!
– “fatti storici” –
– Una signora che andava a due sante Messe al giorno, in chiese diverse, osservò un uomo che assisteva, pure in ambedue le chiese, alla S. Messa, comunicandosi con la mano, quindi, due volte al giorno! La signora ne informò il Vicario Generale, che conosceva bene. L’uomo sospetto venne osservato per più giorni dalla polizia. Si scoprì il suo indirizzo. Un giorno venne fermato all’uscita di casa. Gli fu tolto il pacchetto che portava. Conteneva una scatoletta con 17 Ostie!
– «Visitai una Chiesa a Zurigo. Vidi delle briciole di pane, sparse per terra. Pensai tra me: Non è educato mangiare in chiesa. Improvvisamente, mi venne l’idea che si trattasse di frammenti di Ostie! Qui, era stata sbriciolata parte di un’ostia, spargendola sul pavimento, sull’inginocchiatoio e sul sedile. Capii subito di essere testimonio di un sacrilegio! Si trattava, secondo l’insegnamento impartitomi nelle lezioni di catechismo, del maggiore dei delitti! Chiamai un sacerdote, raccogliemmo, nel miglior modo possibile, le particole, perché avevamo davanti il Signore, calpestato nel fango come, a suo tempo, sulla strada del Calvario!». A. P. a F.
Quando gliene fu chiesta la ragione, nominò il committente che gli garantiva 50 (cinquanta) franchi per ogni Ostia!
Testimonio: il Padre domenicano L. P. a N.
– «Il sottoscritto dichiara con giuramento di aver visto, assieme al signor A. P., delle particole calpestate. Era presente anche il parroco della chiesa» (22 ottobre 1970).
H. B. a D.
– «Nella Chiesa di S. Giuseppe, raccolgo, quasi ogni giorno, con l’aiuto di una lente di ingrandimento, delle particole cadute in terra, vicino al sacerdote che distribuisce la S. Comunione. Qui, si usano ostie di pane scuro, di grosso spessore, che si sbriciolano più facilmente delle bianche. Il parroco ne è al corrente. Consegnerò le sante particole a mio figlio sacerdote».
C H. a Z.
– «Nella Chiesa di S. Antonio, a Zurigo, ho fermato una signora che è tornata al suo posto tenendo in mano la Santa Comunione.
Al sacerdote che, poco dopo, le chiese perché lo facesse, rispose:
“La prendo a casa; prima della colazione”. In un primo tempo, si rifiutò di riconsegnare l’ostia Consacrata, ma poi dovette arrendersi»! R. a Z.
– «Un ragazzo di circa 9 anni, che non conoscevo, s’inginocchiò vicino a me, durante la S. Messa delle 7,30. Vidi che ricevette la S. Comunione in mano, ma senza portarla alla bocca e se ne tornò al suo posto con le braccia a ciondoloni e si sedette».
Luogo: Chiesa di Maria SS., a Davos. J. B. a F.
– «Fu il mattino del 9 luglio 1970, durante la S. Messa, a W. Quando ci portammo in avanti per ricevere la santa Comunione, il sacerdote interruppe, improvvisamente, la distribuzione e richiamò una signora che si era appena comunicata, pregandola di consumare l’Ostia santa. Questa signora si era inginocchiata alla mia sinistra. Quando il sacerdote ci venne vicino, con il calice - dopo aver finito la distribuzione - lo potei osservare bene. Il prete le porse il calice, parlandole a bassa voce. Allora essa rimise la santa Ostia nel calice».
Testimonio: il cappellano H. H. M. G. a B.
– «L’11 gennaio 1971 mi trovavo nella Chiesa di R., a M., per assistere alla santa Messa. Davanti a me passò una signora che ricevette l’Ostia in mano. Dopo averla consumata, si stropicciò le mani per fare cadere a terra le “briciole”, con un gesto simile a quello che si fa dopo un lavoro fatto. Le persone che seguirono, calpestarono queste “briciole”… e nessuno si preoccupò dei “frammenti consacrati”, caduti a terra…»! J. K. a M.
– «Da qualche tempo mi capitava di osservare, più volte, durante la S. Comunione, che, sui cuscini degli inginocchiatoi, c’erano dei piccoli punti bianchi. La cosa mi parve sospetta e, approfittando di una visita al SS. Sacramento, osservai attentamente questi cuscini. Con mio grande stupore dovetti constatare che c’era un gran numero di piccole e piccolissime particole d’Ostia bianchi in chiesa, e sui cuscini non si potevano trovare particelle di altro colore. Dovetti, dunque, logicamente dedurre che si trattava di “frammenti consacrati”, caduti sui cuscini e sicuramente anche a terra, durante la distribuzione della “Comunione in mano”. Non posso rassegnarmi al pensiero che Dio debba stare sul pavimento della Sua casa e che Egli venga calpestato da gente così colpevolmente sbadata; poiché, secondo l’insegnamento irrevocabile della Chiesa (Concilio di Trento) Cristo è completamente presente, come uomo e come Dio, anche nei “frammenti” più piccoli dell’ostia consacrata» (19 ottobre 1970). J. H. a M.
del sac. dott. Luigi Villa
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