Un altro tentativo... di assassinio
Diversi mesi dopo la pubblicazione dello studio sul Tempio satanico a Padre Pio, avrei dovuto accompagnare don Villa da un suo “amico” prete, ma, per un contrattempo, non potei farlo, e venni sostituito da un nostro anziano collaboratore.
L’incontro col sacerdote fu breve, ma caratterizzato da una situazione imbarazzante per i presenti per i quali, l’incomprensibile agitazione, la tensione e lo strano comportamento del prete visitato, fu tanto opprimente che, dopo che egli ebbe servito dei biscotti, cioccolatini e un tè, giudicato “sgradevole” dall’unica persona che l’aveva bevuto, i due visitatori salutarono e se ne andarono. Don Villa non aveva bevuto né assaggiato nulla, mentre a fare gli onori di casa fu solo il suo anziano autista.
Saliti in macchina, don Luigi chiese all’autista di recarsi da un suo amico avvocato che abitava proprio nelle vicinanze e, dopo pochi minuti, si trovarono seduti nella sua sala.
Mentre don Villa e l’avvocato colloquiavano, l’autista iniziò a sentirsi in modo strano: vedeva come attraverso un vetro infranto che si muoveva e, pian piano, sentiva di non riuscire più a muovere le gambe, i piedi, le braccia e le mani. Respirò profondamente, per cercare di superare queste sensazioni, ma, ad un certo punto, lo fecero coricare sul divano della sala e lo osservarono preoccupati. L’autista non perse mai conoscenza, ma continuava a vedere in modo frammentato e con gli arti superiori e inferiori paralizzati. Dopo un quarto d’ora, si sentì meglio, si alzò e disse di essere già in grado di guidare.
Cosa sarebbe successo, se i due non si fossero recati subito dall’avvocato? Avrebbero dovuto percorrere diversi chilometri su una strada stretta, affiancata da robusti alberi da entrambi i lati, oltre i quali vi erano, da una parte, un fiume; dall’altra, un fossato d’acqua. Inoltre, la strada è sempre trafficata con transito anche di mezzi pesanti.
E cosa sarebbe potuto accadere se l’autista si fosse trovato alla guida del veicolo, invece che comodamente seduto su una sedia, in una sala? Quando due persone, che hanno un totale più di cento sessant’anni, i giornali non avrebbero potuto far altro che prendere atto che certi incidenti capitano anche a persone molto più giovani. Poi, quale altro sospetto sarebbe potuto nascere se si fosse saputo che i due “infortunati” erano appena usciti da una casa in cui abita una famiglia che conosce l’anziano sacerdote da svariati decenni?
a cura dell’Ing. Franco Adessa
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