DIARIO SPIRITUALE DI ELISABETTA SZANTÓ 1961-1981
20 aprile 1962
"Prendi parte, senza interruzione, al mio lavoro di redenzione. Né tu, né altre anime dovete sapere come si realizzerà il Mio Regno. La sera, quando ti metti a riposare, esamina le azioni di tutto il giorno passato e domanda a te stessa che cosa hai fatto per la costruzione del Mio Regno". Il giorno dopo ha invaso la mia anima un angoscioso dolore che addirittura mi bruciava. Gesù mio, Tu che mi hai dato tutto questo, mi hai anche promesso che avrei avuto diverse sofferenze. Mi fa tanto male, nello stesso tempo mi fa tanto piacere soffrire! Non so a che cosa somigli questa sofferenza!"
"Eppure lo dovresti sapere!" Ha detto Lui dolcemente. "Nella tua infanzia vivesti in terra straniera, lontana da tua madre, dalla tua dolce patria, hai sofferto tale doloroso tormento per un lungo periodo". "Mio dolce Gesù, quella era la nostalgia della patria".
"Hai sperimentato ora la grave sofferenza che ti ho mandato e che è simile alla nostalgia della Patria celeste alla quale aneli. Sopportala per coloro che non hanno desiderio della Patria Eterna". Oggi il Signore Gesù mi ha detto: "Trasmetti agli altri con urgenza la Fiamma d'Amore di Mia Madre, così tratterrete la mano del Padre Mio alzata per castigare la nazione". Io veramente mi sono avviata con molta difficoltà. Il Signore Gesù mi ha incoraggiata: "Figliola mia, ora non esitare più! La Santa Vergine, la grande Madre degli Ungheresi ti aiuterà. Le parole che ti abbiamo comunicato siano le tue preghiere". In questi giorni ho avuto diversi segni che, in seguito a una data comunicazione, ho trasmesso al Padre E. Anche nei giorni seguenti sono andata presto dal Signore Gesù. Dopo un lungo silenzio, Egli ha preso a parlare nell'anima mia con la sua soave tranquilla voce, appena percettibile; mi ha detto tante cose, ma tutto è rimasto dentro di me. Sentivo intimamente il significato delle sue parole piene di bontà che penetravano nella mia anima, ma non so scriverle che in parte; tuttavia esse mi hanno dato impulso ad agire urgentemente. Mi ha chiesto di non ritardare più l'inoltro al Padre E. delle richieste a me affidate e di trasmettere al più presto le istruzioni dettatemi.
Una grande paura si era impossessata di me, perché sentivo che non era più tempo di rimandare. Fortemente spaventata, sono entrata in sagrestia e mi sono rivolta alla suora, che ivi sostava, affinché chiedesse al Padre di pregare per me. Non ho detto altro; queste sono cose intime che non si possono confidare ad alcuno, all'infuori di colui al quale il Signore ha ordinato di affidarle. Quel giorno il maligno mi angustiava di continuo ed ha smesso soltanto la sera, quando mi sono prostrata ai piedi del Signore; dopo breve silenzio, il Signore Gesù ha incominciato a parlarmi con ineffabile meravigliosa tenerezza. Da Lui affluiva nel mio cuore un indescrivibile stupendo amore, a me sconosciuto, che mi faceva tremare. Questa straordinaria sensazione è penetrata per lungo tempo in tutto il mio essere e nel frattempo il Signore ha detto:
"Finora hai potuto avere la sensazione della mia presenza accanto a te".
Si esprimeva con tenerezza e intuivo che faceva male anche a Lui ciò che stava per dirmi. "Mia piccola carmelitana! Oggi abbiamo la sera del congedo. La tua anima è stata il deposito dei miei affettuosi insegnamenti. Ora ti coprirò con il silenzio. Non ti priverò soltanto delle parole ma ti spoglierò anche della sensazione della mia costante presenza".
Non appena Egli ha taciuto, il maligno ha emesso un ghigno malizioso che il Signore Gesù mi ha fatto sentire. Il maligno si è espresso così: "Ora è giunto il mio tempo!"
Sentivo che era molto lontano e che era rimasto annientato da un movimento della mano del Signore contro di lui. Io, con una particolare percezione concessami dal Signore, ho provato un'immensa tristezza e ho potuto avvertire che Gli era dispiaciuto ciò che mi aveva procurato tale turbamento. Egli, con soave bontà, mi ha sussurrato: "Per il bene della tua anima devo agire così". E come la sua ispirazione penetrava in me, tutto il mio essere veniva invaso da una nuova, sconosciuta, eterea e delicata bramosia dell'anima e da una sensazione piena di pietà. Ho potuto comprendere che questa era la forza dell'amore e il segno della santità; ho percepito che lo Spirito Santo abitava in me e, riempiendomi di grazia e irradiando l'anima, mi dava la forza per vincere ogni tentazione. Ciò mi ha tanto tranquillizzata e le lacrime, sgorgate dai miei occhi per l'allontanamento del Signore, hanno portato ad un silenzioso raccoglimento della mia anima, la quale si è tanto calmata ed il Signore ha così parlato nuovamente nel mio intimo: "Figlia mia, non fraintendermi. Io sarò con te d'ora in poi nella S. Comunione e, con cuore ansioso, attenderò la tua venuta come sempre. Sii fedele, non cercare sensazioni. Rinunzia a te stessa e ama solo Me. Soltanto lo Spirito d'Amore viva in te. Amami come un bambino in fasce, cercami come la Mia Vergine Madre mi cercava con amore angosciato tra la grande folla. Dovunque mi trovi, gioisci di Me. Pensami se hai bisogno di una mano di appoggio, guarda in alto implorando il Mio Padre Eterno e lo Spirito Santo ed immergiti nel nostro Amore". Queste sono state le sue parole di addio che, per quanto piene di bontà, mi hanno procurato solo tristezza.
Nelle notti precedenti era sempre il Signore Gesù che mi svegliava per le preghiere di veglia. Ora, invece, arrivata l'ora della veglia, mi destava il mio angelo custode. Che grande differenza tra la sveglia di prima e quella di adesso!
Nessun commento:
Posta un commento